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n V. Sonzogni (a cura di), Salvi!, Safarà, Pordenone 2016, ISBN 978-88-97561-34-7, pp. 260 - 289
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Definizione ontologica di "rifugio" e sue conseguenze filosofiche e architettoniche,
2017
Le "sensazioni di vuoto" dei pazienti, riscontrabili in ambito clinico, sia in letteratura che nel senso comune spesso sono connotate negativamente, associate alla percezione di "qual-cosa che manca" o all'angoscia. In un'ottica costruttivista intersoggettiva, tuttavia, vale la pena anche-e soprattutto-provare a considerarle nella loro funzione equilibratrice. In questo articolo si propone di intendere le sensazioni di vuoto come il tentativo di trattenere "dentro" uno spazio coraggioso che comunque "sente" e si mantiene intatto "per protesta", conservandosi fertile in vista di una sua possibile fioritura e preservando così la personale possibilità di cambiamento. Parole chiave: Vuoto, cambiamento, costruttivismo, sensazioni di vuoto, intersoggettività, protesta. È vero il detto: «Il vaso vuoto fa più rumore» (Enrico V, William Shakespeare) "Mi sento vuoto" è una frase che spesso si sente dire, sia nella vita quotid...
Alessandro Anselmi Frammenti di futuro, 2013
ll Vuoto ha rappresentato per Alessandro Anselmi uno strumento fondamentale per comporre le proprie architetture. Si è trattato di quell'elemento capace di unire, là dove sembrerebbe impossibile, al fine di creare una tensione, da lui tanto attesa.
Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Incontri di Studio, 2021
Nella lista dei 17 Sustainable Development Goals (SDG) l'Obiettivo 10 è articolato in due parti: a) ridurre le diseguaglianze all'interno e fra le nazioni e b) promuovere la giustizia e l'inclusione sociale. Si tratta di uno degli obiettivi "nuovi" rispetto agli otto Obiettivi di sviluppo del millennio (MDGs), introdotto per tenere conto delle differenze socioeconomiche che generano "privazione" ed emarginazione, nella consapevolezza che lo sviluppo non è sostenibile se non è condiviso. L'Obiettivo 10a evidenzia un certo grado di sovrapposizione con altri obiettivi. In particolare si sovrappone parzialmente al primo ("Eliminare la povertà"), al secondo e al terzo ("Assicurare la sicurezza alimentare, la salute e il benessere"), al quarto ("Assicurare educazione di qualità equa e inclusiva"), al quinto ("Raggiungere l'eguaglianza di genere"). Tuttavia esso è mirato specificamente alla riduzione delle forme di diseguaglianza e di discriminazione (di genere, di razza, religiose) e comprende la cosiddetta equality di opportunità, non solo di risultati, in termini sia economici sia sociali che politici. Il concetto di diseguaglianza accolto nell'Obiettivo 10 abbraccia fattori sociali, politici ed economici e non solo reddito o ricchezza: queste restano comunque variabili «focali» in quanto sono più facilmente quantificabili e rappresentano il «potere» sulle risorse (fisiche e immateriali) di cui l'individuo dispone. Livelli di reddito/ricchezza troppo bassi impediscono sia di vivere una vira «che merita di essere vissuta» (Amartya Sen), sia di accrescere le proprie capa
Negli ultimi anni si solleva energicamente il tema della rigenerazione urbana, che nasce dal fatto che le città sono piene di spazi ed edifici inutilizzati. Questi vuoti urbani possono rappresentare un’occasione, un’opportunità, un cambiamento. Contemporaneamente emergono nuovi bisogni derivanti da nuovi soggetti sociali che usano gli spazi trasformandoli in luoghi. L'artista Martin Romeo con The place become space interpreta la necessità di riappropriarsi del vuoto.
L'importanza che le azioni locali stanno assumendo fa di esse un nuovo modello di intervento sociale: si configurano come micro-processi, che partendo dal coinvolgimento attivo dell'abitante e dalla sua diretta responsabilizzazione nella gestione degli spazi, fanno emergere nuove forme di urbanità. Obiettivo del paper è quello di indagare analiticamente questa nuova forma di attività sociale nel quadro di una teoria più generale della rigenerazione urbana dei luoghi dell'abbandono. A partire da un'analisi di una serie di casi studio presenti nella città di Roma, e svolta all'interno di un progetto sviluppato con la collaborazione del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale (DICEA), il paper tenta di individuarne i vantaggi e i limiti oltre che le modalità con cui tali esperienze possono essere relazionate reciprocamente e con il sistema delle amministrazioni.
Sezione di Lettere, 2012
Gli anni dieci della nuova scena italiana. Un tracciato in dieci punti * Con l'espressione «nuova ondata del teatro italiano» possiamo riferirci all'insieme delle attività performative, visive e musicali prodotte da collettivi, compagnie e gruppi teatrali fondati tra il 2000 e il 2009 e a tutt'oggi attivi. È opportuno sottolineare che in Italia il termine «ondata» è stato utilizzato con una connotazione storica (e anche storiografica) per designare il cosiddetto «teatro di gruppo» o «teatro di base» degli anni Sessanta e Settanta 1 ; si è anche impiegata l'espressione «terza ondata» in riferimento ai «Teatri 90», un fenomeno teatrale particolarmente emblematico in ragione della sua effervescenza tellurica nel decennio dei Novanta (e rappresentato notoriamente da Accademia degli Artefatti, Fanny & Alexander, Masque Teatro, Motus, Teatrino Clandestino, per citare i principali) 2. L'ondata attuale è decisamente anomala, difatti non accetta, al contrario delle precedenti, il termine «generazione», mettendo in rilievo piuttosto una molteplicità e una varietà poetica, estetica e materiale. Non riconosce maestri (in verità questi ci sono ma nascosti); rappresenta i giovani, ricusando etichette generaliste quali «generazione 2000», «generazione 00» o anche «generazione doppio zero»-espressione che ha recentemente dato il nome a una rivista interdisciplinare 3-e ancor più la formula «quarta ondata». A partire dal 2007, sulla scia di un libro preveggente intitolato Ipercorpo (ideato e curato da Paolo Ruffini) 4 , è però emerso un calzante neologismo, «iperscene», termine col quale, attraverso una nuova collezione editoriale, è stato avviato un inventario in più volumi-il terzo è in "fase di * Una prima stesura in lingua francese è stata presentata al Colloque International Supermarionnettes et mannequins: Craig, Kantor et leurs héritages contemporains, Institut International de la Marionnette, Charleville-Mézières, 15-17 mars 2012, i cui atti sono in corso di stampa. 1 Cf. DE MARINIS (1983, 99-123). 2 La definizione di «terza ondata» si deve a Renata Molinari all'interno del catalogo del festival Teatri 90 di Milano (edizione del 1998), concepito e diretto da Antonio Calbi; festival che ha contribuito a creare, a partire dal titolo, l'etichetta «Teatri Novanta». Gerardo GUCCINI (2000) contesta tuttavia la natura di ondata di questa generazione teatrale e confuta la metafora rinnovata dalla Molinari: «[…] la natura dell'onda non corrisponde a un fenomeno teatrale principalmente costituito da casi isolati e, talvolta, in reciproca relazione: punti emergenti più che onde, poiché dell'onda manca loro l'essenziale proprietà che unisce, solleva, travolge, unendo in un unico organismo in movimento la cresta e la massa» (p. 12). Il festival milanese ha prodotto quattro importanti cataloghi per le diverse edizioni del festival (1997-2002), mentre la letteratura sui principali fenomeni della scena degli anni Novanta deve essere ad oggi principalmente ricondotta agli interventi della critica militante coeva. In particolare, si veda MOLINARI-VENTRUCCI (2000); CHINZARI-RUFFINI (2000). 3 «Doppio Zero», rivista online fondata dallo scrittore Marco Belpoliti, www.doppiozero.com. 4 RUFFINI (2005).
Dove risiede il vero: nell'appello del Buddha all'esperienza del Nulla, la più nobile di tutte le esperienze, o nell'apologia al suicidio fatta da Porfirio alle prese con Plotino? A ben riflettere entrambi invitano alla rinuncia. Nessuna Soluzione, se non al di fuori dell'esistenza. Si può anche andare oltre: rifiutare l'idea di soluzione, (1) affondare sempre più nell'impasse capitale che annulla tutte le domande e tutte le risposte e che si chiama noia. Nessuno ne ha conosciuti i tormenti come Leopardi.
Uno Nessuno Centomila: e lo Spazio? Voci metodologiche a proposito di una pluralità pratica di Agostino Peruzzi, Fabio Mattioli, Filippo Ceccherini -Abstract L'articolo propone una lettura sintetica di tutti i contributi presenti in questo numero: vuole darne una presentazione che stemperi, con un tocco d'ironia, i contenuti più tecnici, e, al tempo stesso, fornisca una chiave di lettura, una sorta di metodo, per misurarsi con le diverse analisi dello spazio proposte in questo numero di Post.
AIÓN, NO. 12 “Sacro” (2006): 136-145.
i tJlo -c o i0 LO SPAZIO DELL'ASSENZA Richard A. Etlin
Kronos: Southern African Histories, 2024
Revista Conjeturas Sociológicas, 2019
Oceanic Engineering, IEEE Journal of, 1995
Les génocides devant la justice allemande. Droit et reconnaissance (1945-2023), hrsg. von Fabien Théofilakis und Bérénice Zunino (= Guerres mondiales et conflits contemporains 2023/4 (No 292)), S. 63-77, 2023
Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 2020
Jurnal Teknologi, 2014
The Encyclopaedia of Islam, THREE (2018), fasc. 5, pp. 129-30
International journal of data and network science, 2024
Energy, Sustainability and Society, 2020
Journal of Neonatal-Perinatal Medicine, 2017
2022 30th Signal Processing and Communications Applications Conference (SIU)
2022
European Journal of Cancer, 1999
Il Zibaldone, 2025
The Turkish journal of pediatrics
Jurnal Pendidikan Sejarah Indonesia, 2018