Academia.eduAcademia.edu

Scrivere è (r)esistere

2016, Incontri. Rivista europea di studi italiani

Si dice che resistere procuri gioia. Uomini che, giunti alla prova, resistettero, ne hanno lasciato testimonianza a tutti noi che mai l'abbiamo affrontata e, probabilmente, mai l'affronteremo. Quegli uomini hanno scritto dei giorni in cui viene meno ogni speranza terrena, quando sembra che il dolore fisico ti opprima e che la vita, nel dolore, si dissolva. I giorni in cui gli amici sono lontani, forse ci hanno dimenticato, forse tradito. E quegli uomini ci hanno testimoniato che perfino in quei giorni, proprio in quei giorni, la resistenza opposta al male, al dolore, procurava loro 'una gioia intima e violenta e turbinosa'.

Anno 31, 2016 / Fascicolo 1 / p. 102-103 - www.rivista-incontri.nl – http://doi.org/10.18352/incontri.10154 © The author(s) - Content is licensed under a Creative Commons Attribution 3.0 Unported License Publisher: Werkgroep Italië Studies, supported by Utrecht University Library Open Access Journals Scrivere è (r)esistere Maria Bonaria Urban Si dice che r esist er e pr ocur i gioia. Uomini che, giunt i al l a pr ova, r esist et t ero, ne hanno l asciat o t est imonianza a t ut t i noi che mai l ’ abbiamo af f r ont at a e, pr obabil ment e, mai l ’ af f r ont er emo. Quegl i uomini hanno scr it t o dei gior ni in cui viene meno ogni sper anza t er r ena, quando sembr a che il dol or e f isico t i oppr i ma e che l a vit a, nel dol or e, si dissol va. I gior ni in cui gl i ami ci sono l ont ani , f or se ci hanno diment icat o, f or se t r adit o. E quegl i uomini ci hanno t est imoniat o che per f ino in quei gior ni, pr opr io i n quei gior ni , l a r esist enza oppost a al mal e, al dol or e, pr ocur ava l or o ‘ una gioia int ima e viol ent a e t ur binosa’ . (Antonio Scurati, Il t empo migl ior e del l a nost ra vit a, 2015, p. 15) Il frammento posto a epigrafe costituisce uno dei passaggi più emozionanti del romanzo Il t empo migl iore del l a nost ra vit a di Antonio Scurati, pubblicato da Bompiani a distanza di settant’anni dalla Liberazione e dedicato, come altre opere di narrativa recenti, al tema della Resistenza.1 Un libro subito amato dal pubblico e dalla critica, come dimostra la vittoria del premio Viareggio 2015, ma soprattutto un libro appassionato e appassionante che offre una chiave di lettura originale su uno dei periodi più emblematici della nostra storia recente, ricordandoci quanto dobbiamo a coloro che si sacrificarono in nome della libertà, ma ammonendoci al contempo di essere grati al destino per poter vivere senza il bisogno di essere eroi. Un’anticipazione dell’opera era stata offerta da Scurati nel novembre 2014, in occasione di un convegno sul tema della guerra al Dipartimento di Italianistica dell’Università di Varsavia. Fui profondamente colpita − e non fui la sola − dal suo intervento nel quale proponeva una riflessione sulla figura di Leone Ginzburg commentando l’ultima lettera di quest’ultimo alla moglie Natalia, la futura scrittrice, redatta poco prima di essere giustiziato per la sua fede antifascista. Scurati sottolineava, in particolare, come la lettera testamentaria di Ginzburg fosse essenzialmente un inno alla vita scevro di ogni falso eroismo, ancorato a un profondo affetto familiare e proiettato verso il futuro tanto da giungere ancora limpido e forte fino a noi. La figura storica di Ginzburg raccontata da Scurati è quella di un uomo che nutre i sogni e le speranze di tutti − un lavoro appagante, una famiglia unita e felice − ma si ritrova ad affrontare, suo malgrado, una morte eroica. Un desiderio di vita caparbiamente rivendicato giorno per giorno da Ginzburg sia con la famiglia che si ostinò a costruire, sia con il rigore che impose al suo lavoro, nonostante le crescenti 1 Sono dedicati alla Resistenza, tra gli altri, i romanzi di G. Verri, Par t igiano Inver no, Roma, Nutrimenti, 2012 e P. Soriga, Dove f inisce Roma, Torino, Einaudi, 2012. 102 pressioni del fascismo; un desiderio di vita che sublimò, infine, col diniego composto ma risoluto di fedeltà al regime, perché, nelle parole di Scurati, ‘[l]’onore è un motivato rifiuto. L’onore è obbedire senza abbassarsi. L’onore è sentire la bellezza della vita’ (p. 10). L’esistenza di Ginzburg si consumò dunque tragicamente nello scarto fra il desiderio di una vita normale e l’inevitabilità della morte come fedeltà ai propri valori. Ricostruendo la sua breve ma intensa esperienza terrena, Scurati ci fa comprendere che l’eroe non è chi insegue una vita straordinaria, ma chi nella straordinarietà dei tempi e delle circostanze difende fino all’ultimo ciò che ha di più caro: la vita e l’amore per la famiglia. Si spiega allora perché quegli anni così drammatici condivisi con Leone continuarono a essere per Natalia Ginzburg ‘il tempo migliore della nostra vita’, parole che, non a caso, sono state scelte come titolo dell’opera (p. 258). L’originalità del romanzo risiede nell’intuizione di affiancare alle vicende dell’eroe Leone Ginzburg la narrazione del vissuto quotidiano della famiglia dello scrittore, seguendo lo sviluppo sia della linea materna che paterna − i Ferrieri e gli Scurati. Lo scrittore riscrive dunque la Storia, solitamente intesa come una genealogia di eroi tragici e creature immemorabili, allargando lo sguardo alle storie di uomini e donne semplici e scoprendo inequivocabili punti di contatto fra la genia degli eroi e i semplici mortali. La ricostruzione della storia italiana in questa prospettiva permette inoltre all’autore di interrogarsi sul legame che unisce la generazione che visse gli anni del fascismo, prima, e della Resistenza, poi, con la nostra. Noi siamo figli e nipoti di coloro che − come Leone Ginzburg, Rosaria Ferrieri o Antonio Scurati (il nonno dello scrittore) − in un modo o nell’altro dovettero resistere, ciascuno a modo suo, per affrontare le sfide imposte dalla Storia. ‘E dove sono io in quella corrente?’, ‘Cosa avrei fatto io al loro posto?’ (p. 257), si chiede Scurati alla fine del romanzo. Secondo lo scrittore siamo privilegiati in quanto non abbiamo visto il baratro ma ci lasciamo andare allo struggimento pensando alle vite degli uomini illustri, dimenticando forse che questi avrebbero preferito un destino differente, ‘facile e lieto’ (p. 259) come il nostro; eppure solo grazie al loro sacrificio ci è lecito progettare il nostro avvenire, per cui a noi resta il dovere di rendere onore ‘[a] chi resiste. Ora e sempre’, come si legge nella dedica dell’opera. E dal momento che tutti loro, indipendentemente dalla fama raggiunta, possono continuare a esistere solo se diventano personaggi di una narrazione, in quanto ‘la memoria conservata in un racconto è l’unica forma di sopravvivenza’ (p. 260), la letteratura si riconferma per Scurati l’indispensabile deposito di valori e memorie collettive a cui attingere anche in un’età come la nostra ‘vissuta nell’orizzonte angusto della cronaca’ (p. 259). Affidandosi a una narrazione saldamente ancorata ai fatti per delineare il ritratto di Ginzburg, e ricorrendo invece alle memorie familiari riviste alla luce della finzione letteraria, Scurati ci regala così un affresco affascinante del nostro (non così lontano) passato e riconosce nella scrittura l’arma più potente per riscoprire le ragioni della nostra (r)esistenza. La traduzione di un frammento de Il t empo migl iore del l a nost ra vit a proposta da Mara Baldi e Marietta de Jongh è una straordinaria occasione per il pubblico olandese, anche quello che non conosce l’italiano, di avvicinarsi a un’opera avvincente che appassionerà i lettori per la forza evocativa della narrazione. Nella speranza che possa seguire presto una traduzione integrale del romanzo, non mi resta che augurare a tutti una buona lettura. Maria Bonaria Urban Universiteit van Amsterdam, Italië Studies Spuistraat 134, 1012 VB Amsterdam (Paesi Bassi) m.b.urban@uva.nl 103
pFad - Phonifier reborn

Pfad - The Proxy pFad of © 2024 Garber Painting. All rights reserved.

Note: This service is not intended for secure transactions such as banking, social media, email, or purchasing. Use at your own risk. We assume no liability whatsoever for broken pages.


Alternative Proxies:

Alternative Proxy

pFad Proxy

pFad v3 Proxy

pFad v4 Proxy