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2016, Incontri. Rivista europea di studi italiani
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Si dice che resistere procuri gioia. Uomini che, giunti alla prova, resistettero, ne hanno lasciato testimonianza a tutti noi che mai l'abbiamo affrontata e, probabilmente, mai l'affronteremo. Quegli uomini hanno scritto dei giorni in cui viene meno ogni speranza terrena, quando sembra che il dolore fisico ti opprima e che la vita, nel dolore, si dissolva. I giorni in cui gli amici sono lontani, forse ci hanno dimenticato, forse tradito. E quegli uomini ci hanno testimoniato che perfino in quei giorni, proprio in quei giorni, la resistenza opposta al male, al dolore, procurava loro 'una gioia intima e violenta e turbinosa'.
in XXI secolo, diretta da Tullio Gregory, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, 2009, vol. II (Comunicare e rappresentare), pp. 243-252 , 2009
Fino a una ventina d'anni fa, il dominio dell'audiovisivo -dei media detti non alfabetici -faceva prevedere una progressiva perdita d'importanza della parola scritta a vantaggio delle varie forme di oralità 'secondaria' (ben lontana dall'oralità 'primaria' di chi non sa scrivere). All'interno «dell'attuale cultura tecnologica avanzata», scriveva Walter J. Ong, «una nuova oralità è incoraggiata dal telefono, dalla radio, dalla televisione e da altri mezzi elettronici, la cui esistenza e il cui funzionamento dipendono dalla scrittura e dalla stampa» (Orality and literacy. The technologizing of the word, 1982; trad. it. 1986, pp. 29-30).
Journal of e-learning and knowledge society, 2007
Due decenni fa era frequente reperire ricerche e saggi sui word processor che si concentravano soprattutto sull’imparare a scrivere. Si cercava di stabilire se e quando si scriveva meglio con un word processor piuttosto che con carta e matita e cosa cambiava nel processo di scrittura. Con il passare degli anni il dibattito si e allargato a comprendere un approccio piu globale, secondo il quale l’analisi del processo di scrittura e solo uno degli aspetti rilevanti, anzi e solo forse l’aspetto iniziale e strumentale di una varieta di competenze che riguardano la scrittura e che sono funzionali all’apprendimento, all’esposizione e alla comunicazione delle conoscenze acquisite. In questo saggio esamineremo il modo in cui tale dibattito ha infuenzato il modo in cui si insegna a scrivere e si usa la scrittura a scuola. Nonostante l’accresciuta maturita e complessita degli studi sul settore, spesso viene affermato che gli studenti non scrivono bene e non riescono a presentare in modo compr...
La scrittura e la morte. Letteratura come giudizio universale.
Il rapporto di Luciano Berio con la scrittura oltre la sua funzione strumentale, come infinita apertura di orizzonti interpretativi.
Praticare la teoria. Riflessioni sulla pedagogia della progettazione architettonica , a cura di A. Di Renzo, E. Giaccone, S. Gribling, C. Lucarini. Accademia university press., 2022
Una riflessione sulle teorie in architettura e sulle pratiche discorsive che sostengono e intersecano l'azione del progetto, con particolare attenzione agli aspetti didattici.
La scrittura è patrimonio di scrittori, di scriventi e di scrivani: troppo spesso gli scriventi si credono scrittori solo perché utilizzano la scrittura, perfino quando è dubbio se possano considerarsi, più che scriventi, scrivani.
Eserciziario della lingua italiana per apprendenti stranieri. di Sabina Gola con la collaborazione di Désirée Scolaro.
Indagine sull'epistolario dell'illetterato Cominelli, soldato nella IGM: necessità della scrittura tra memoria del passato e racconto della guerra.
Contesto rivista, 2021
La storia del testo digitale e una riflessione sulla scrittura come fenomeno complesso.
La scrittura è nata in Europa?, Avverbi Publishing Company, 2004
La scrittura è nata in Europa? Caccia a uno script sacro andato perduto Le origini della scrittura sono molto più antiche di quanto in genere si creda, affondando radici nell’ultima fase dell’età della pietra, ossia nel neolitico? E sono molto più vicine geograficamente, situandosi nell’Europa sud-orientale? Da questi intriganti interrogativi trae le mosse il libro inchiesta di Marco Merlini. Sulle rive del Danubio, 7.500 anni fa fiorisce una civiltà che non sfigura rispetto a quelle tradizionalmente riconosciute come le prime dell’umanità: Mesopotamia, Egitto, valle dell’Indo e Cina. La Civiltà del Danubio è fra le più importanti del mondo antico e, per alcuni aspetti, sembra precedere le altre. Per esempio, un numero crescente di studiosi ritiene che abbia sviluppato una propria scrittura ben 7.000 anni orsono, oltre un millennio e mezzo prima dei geroglifici egizi e del cuneiforme sumero: la scrittura del Danubio (Danube Script). La stupefacente esistenza di un’antica scrittura europea e che tale invenzione sia maturata in anticipo rispetto a tutte le altre non è affermata da amateur visionari o da ricercatori affamati di scoop. E’ sostenuta da pacati cattedratici, direttori di dipartimenti archeologici di università prestigiose, stimati curatori di musei archeologici, linguisti insigniti di premi internazionali. Se la scrittura del Danubio viene ampiamente discussa nei congressi internazionali per addetti ai lavori, come mai allora non trova riscontri nei libri scolastici, nei manuali universitari sulla preistoria e neppure nella pubblicistica divulgativa? Il fatto è che la posta in gioco è terribilmente alta. Se confermato, il Danube Script renderà necessario mettersi d’impegno per riscrivere il racconto di come ci siamo evoluti in homo scribens. Così come dell’intera storia europea. Il libro di Marco Merlini procede con i piedi di piombo. Il certificato d’esistenza di questa antica scrittura si basa su una documentazione davvero attendibile? Se è vero che l’Europa sud-orientale ha sviluppato una propria scrittura in un’epoca così remota, perché questo avvenimento tanto straordinario continua a non varcare la “cortina di ferro” del silenzio? Viceversa, è possibile che stimati studiosi siano stati tanto ingenui da mettere a repentaglio la loro carriera parlando con leggerezza di homo scribens vetero-europeo? Per l’esistenza del Danube Script esiste già la “prova finale”? La stiamo ancora attendendo? Non ci sarà mai? Marco Merlini ha messo in moto la sua trentennale esperienza di giornalista culturale svolgendo un Grand Tour nell’Europa orientale, fra il 2001 e il 2004, per verificare di persona la documentazione esistente. E ha scoperto che laggiù gli archeologi hanno ammassato non decine ma migliaia di iscrizioni di questa ars scribendi europea. I “libri del tempo” sono in argilla: statuine femminili, sigilli, amuleti, falli, altarini, tavolette, vasi, modellini di tempio, pesi di telaio... Essi sono stati rinvenuti in una vasta area che va dalle isole egee all’Adriatico, dal Peloponneso alle pianure ungheresi. Fior di linguisti e filologi li stanno studiando. Se la sfida più ardua è quella della decifrazione, qualche studioso ha già iniziato a… Il libro che il lettore ha tra le mani unisce quindi un’inchiesta archeologica a un rapporto di viaggio. Marco Merlini svolge infatti un’investigazione sul campo con l’intento di mettere alla portata del grande pubblico i ritrovamenti degli ultimi scavi e di esporre i risultati degli studi più recenti. Ma attua al tempo stesso un pellegri-viaggio tra villaggi rurali di sette millenni fa, la diffusione dell’agricoltura e del mondo contadino, la scoperta della prima ruota e dell’aratro, strane divinità ibride femmina umana-animale, il culto degli onorati antenati, vie commerciali lungo centinaia di chilometri, conoscenze numerologiche e geometriche, scribi-sacerdoti intenti a scrivere non per fare di conto ma per comunicare con gli dei e per predire il futuro. Con l’entrata dei paesi orientali nell’Unione Europea, la scrittura del Danubio torna ad essere anche la nostra storia.
Bollettino Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 2023
Ankara Üniversitesi Eğitim Felsefesi Ulusal Sempozyumu, 2013
Zenodo (CERN European Organization for Nuclear Research), 2023
Sleep and Breathing, 2024
Romance Studies. Special Issue: Comparative Approaches to Elena Ferrante: Traumas, Bodies, Languages, 2023
Phytotaxa, 2016
American Journal of Plant Sciences, 2016
Radioprotection, 2014
European Journal of Remote Sensing, 2018
American Journal of Pathology, 2014
Annals of Hepatology, 2020
Ambitos Feministas vol. 9, 2019
Journal of the Australian Jewish Historical Society , 2022
Oral Surgery, Oral Medicine, Oral Pathology and Oral Radiology, 2020
Journal of Physics: Conference Series, 2021