Content-Length: 229349 | pFad | http://it.wikipedia.org/wiki/Carote

Daucus carota - Wikipedia Vai al contenuto

Daucus carota

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Carote)
Disambiguazione – "Carota" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Carota (disambigua).
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Carota
Daucus carota
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineApiales
FamigliaApiaceae
SottofamigliaApioideae
TribùScandiceae
GenereDaucus
SpecieD. carota
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseRosidae
OrdineApiales
FamigliaApiaceae
GenereDaucus
SpecieD. carota
Nomenclatura binomiale
Daucus carota
L., 1753

La carota (Daucus carota L., 1753) è una pianta erbacea dal fusto di colore verde e le radici di colore variabile dal bianco al nero, appartenente alla famiglia delle Apiacee[2]; è anche uno dei più comuni ortaggi, e il suo nome deriva dal latino tardo carōta, a sua volta dal greco antico καρωτόν?, karōton. La carota spontanea (Daucus carota ssp. carota) è diffusa in Europa, in Asia e nel Nord Africa. Allo stato spontaneo è considerata pianta pioniera e infestante delle colture[3] e si trova facilmente in posti assolati ed in zone calde e sassose. Domesticata 5000 anni fa in Afghanistan con colori viola o gialli, oggi ne esistono molte e diverse cultivar che sono coltivate (Daucus carota ssp. sativa) in tutte le aree temperate del globo, le carote di colore arancione sono apparse nel XVII secolo in centro Europa[4].

Originariamente, le carote venivano coltivate per le loro foglie e i loro semi aromatici, non per le loro radici. Semi di carota sono stati trovati in Svizzera e nella Germania meridionale e risalgono al 2000-3000 a.C.[5] Alcune piante strette parenti della carota vengono ancora coltivate per le loro foglie e semi, come il prezzemolo, il coriandolo, il finocchio, l'anice, l'aneto e il cumino. La prima menzione della radice nelle fonti classiche risale al I secolo d.C.;[6] i Romani mangiavano una radice vegetale chiamata pastinaca,[7] che potrebbe essere stata sia la carota che la pastinaca, strettamente correlata.[8]

La pianta è raffigurata e descritta nel Dioscoride di Vienna bizantino, una copia costantinopolitana del VI secolo d.C. della farmacopea di erbe e medicinali del medico greco Dioscoride del I secolo, De Materia Medica. Nel testo si legge che "la radice può essere cucinata e mangiata".[9] Un'altra copia di quest'opera, il Codex Neopolitanus della fine del VI o dell'inizio del VII secolo, ha sostanzialmente le stesse illustrazioni ma con le radici viola.[10]

La pianta fu introdotta in Spagna dai Mori nell'VIII secolo.[11] Nel X secolo, le radici provenienti dall'Asia occidentale, dall'India e dall'Europa erano viola.[12] La carota moderna ha avuto origene in Afghanistan più o meno in questo periodo.[6] Lo studioso ebreo dell'XI secolo Simeon Seth descrive sia le carote rosse che quelle gialle,[13] così come fa l'agricoltore arabo-andaluso del XII secolo, Ibn al-Awwam.[14] Le carote coltivate apparvero in Cina nel XII secolo,[15] e in Giappone nel XVI o XVII secolo.[16]

La carota arancione fu creata dai coltivatori olandesi. Ci sono prove pittoriche che la carota arancione esistesse almeno nel 512, ma è probabile che non fosse una varietà stabile fino a quando gli olandesi non ibridarono la cultivar chiamata "Long Orange" all'inizio del XVIII secolo.[17] Alcuni sostengono che gli olandesi crearono le carote arancioni per onorare la bandiera olandese dell'epoca e Guglielmo d'Orange,[12][18] ma altre autorità sostengono che queste affermazioni mancano di prove convincenti ed è possibile che la carota arancione fosse preferita dagli europei perché non imbrunisce le zuppe e gli stufati come fa la carota viola e, come tale, era più attraente visivamente.[17]

Fiore di carota
Semi di carota
Frutti di carota

È una specie erbacea biennale, alta fino a 100 cm, che nel secondo anno sviluppa un fusto eretto e ramificato con foglie verdi profondamente divise e villose. Ha grandi ombrelle di forma globulare composte da ombrellette. Queste sono a loro volta formate da fiori piccoli bianchi a cinque petali; il fiore centrale è rosso scuro, un carattere selezionato dalla pianta per indirizzare gli insetti impollinatori ad esso, in modo da poter portare il polline in altri fiori. L'infiorescenza presenta grandi brattee giallastre simili alle foglie. Sono fiori visitati dalle api per il polline ed il nettare.[19] Nei fiori sono presenti delle piccole ghiandole profumate che attirano gli insetti. Le infiorescenze dopo la fecondazione dei fiori si chiudono a nido d'uccello. Fiorisce in primavera da maggio fino a dicembre inoltrato. I frutti sono dei diacheni irti di aculei che aiutano la disseminazione da parte degli animali. La radice è lunga a fittone di colore giallastro, a forma cilindrica, lunga 18–20 cm con diametro intorno ai 2 cm. Nel gergo comune si è soliti riferirsi alla carota come alla parte edibile, di colore arancione/viola/bianco, che è il fittone.

Distribuzione e habitat

[modifica | modifica wikitesto]

Originaria delle regioni temperate dell'Europa[20] e dell'Asia sud-occidentale, la pianta è stata diffusa in Nord America e Australia. La pianta si trova comunemente lungo i bordi delle strade e nei campi inutilizzati. Prospera meglio al sole o in ombra parziale.[21]

Le carote vengono coltivate dai semi e possono impiegare fino a quattro mesi (120 giorni) per maturare, ma la maggior parte delle cultivar matura entro 70-80 giorni nelle giuste condizioni.[22] Crescono meglio in pieno sole ma tollerano anche un po' d'ombra.[23] La temperatura ottimale è da 16 a 21 °C.[24] Il terreno ideale è profondo, sciolto e ben drenato, sabbioso o limoso, con un pH compreso tra 6,3 e 6,8.[25]

Il fertilizzante deve essere applicato in base al tipo di terreno, poiché la coltura richiede bassi livelli di azoto, moderati livelli di fosfato e alti livelli di potassio. Si dovrebbero evitare terreni ricchi o rocciosi, poiché questi possono causare la formazione di peli sulle radici e/o la loro deformazione.[26] L'irrigazione viene effettuata quando necessario per mantenere il terreno umido. Dopo la germinazione, la coltura viene infine diradata a una spaziatura di 8 to 10 cm e diserbato per evitare la competizione sotterranea.[22]


Le più importanti avversità che colpiscono la carota sono la mosca della carota (Psila rosae), la oiralide defogliatrice (Udea ferrugalis) i funghi Sclerotinia sclerotiorum e Rhizoctonia solani, e gli afidi neri della fava (Aphidoidea fabae).

Produzione mondiale di carote (2018)[27]
Pos. Nazione Quantità
(in tonnellate)
1 Cina (bandiera) Cina 17.904.421
2 Uzbekistan (bandiera) Uzbekistan 2.185.113
3 Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti 1.497.670
4 Russia (bandiera) Russia 1.408.348
5 Ucraina (bandiera) Ucraina 841.840
6 Regno Unito (bandiera) Regno Unito 824.731
7 Polonia (bandiera) Polonia 726.370
8 Turchia (bandiera) Turchia 644.367
9 Indonesia (bandiera) Indonesia 636.873
10 Germania (bandiera) Germania 625.357
Mondo 39.996.289
La carota viene coltivata in varie forme e colori

Le carote crude sono composte per l'88% da acqua, per il 9% da carboidrati, per l'1% da proteine e contengono una quantità trascurabile di grassi. In una quantità di riferimento di 100 g, le carote crude forniscono 41 calorie e hanno un ricco contenuto di vitamina A e una quantità moderata di vitamina K e potassio, ma per il resto hanno un basso contenuto di micronutrienti.[28]

La parte edibile della carota – che si coltiva due volte l'anno – è la radice (sviluppata a cono rovesciato): le carote precoci vengono raccolte dopo circa quattro mesi mentre le tardive ne richiedono circa sei. In base al tempo di coltivazione la loro lunghezza può variare da un minimo di 3 cm a un massimo di 20 cm. L'uso in cucina della carota è svariato; può essere utilizzata per preparare puree, succhi, minestre, dolci ecc., ma anche cruda in insalata. Ad una temperatura di 0 °C ed un'umidità percentuale tra 90-95 si può conservare per diversi mesi mantenendo inalterate tutte le sue proprietà organolettiche. Se cotta al vapore o consumata cruda conserva ugualmente ogni sua proprietà.

La carota è coltivata a fittone radicale di colore bianco nelle varietà da foraggio ed arancio nelle varietà da ortaggio (il colore è dovuto alla presenza di cristalli di caroteni nei cromoplasti delle cellule parenchimatiche).

Le carote possono essere mangiate in vari modi. Solo il 3% del β-carotene contenuto nelle carote crude viene rilasciato durante la digestione: questa percentuale può essere aumentata al 39% riducendole in purea, cuocendole e aggiungendo olio da cucina.[29] In alternativa possono essere tritate e bollite, fritte o cotte al vapore, aggiunte in zuppe e stufati, nonché in alimenti per neonati e animali domestici. Un piatto molto noto è la julienne di carote.[30] Insieme alla cipolla e al sedano, le carote sono una delle verdure principali utilizzate nel mirepoix per preparare vari brodi.[31]

Dalla fine degli anni '80, le baby carote o mini-carote sono diventate un popolare snack pronto da mangiare disponibile in molti supermercati.[32] Le carote vengono ridotte in purea e utilizzate come alimenti per l'infanzia, o affettate e fritte come le patate per produrre snack.

La dolcezza delle carote consente di utilizzare la verdura in alcuni ruoli simili a quelli di un frutto. Le carote grattugiate vengono utilizzate nelle torte di carote e nel pudding di carote, un piatto inglese che si ritiene abbia avuto origene all'inizio del XIX secolo.[33] Le carote possono anche essere utilizzate da sole o mescolate con la frutta in marmellate e conserve.

La parte centrale color porpora del fiore bianco viene usata dagli artigiani della miniatura. Dai suoi semi si ricava un olio aromatico che viene usato per la produzione di liquori[34].

Un consumo molto elevato di carote per un lungo periodo di tempo può causare la carotenosi, una innocua colorazione giallo-arancio della pelle causata da un accumulo di carotenoidi.[35]

  1. ^ (EN) Daucus carota, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 25 luglio 2024.
  2. ^ (EN) Daucus carota, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 25 luglio 2024.
  3. ^ Daucus carota - Life PollinAction - Università Ca' Foscari, su mizar.unive.it. URL consultato il 16 maggio 2024.
  4. ^ Dario Bressanini,Beatrice Mautino, Contro natura. Dagli OGM al «bio», falsi allarmi e verità nascoste del cibo che portiamo in tavola,cap. 5 Quando le carote erano viola, Rizzoli, 2015, ISBN 88-17-08092-6
  5. ^ Vincent E. Rubatzky, C. F. Quiros e P. W. Simon, Carrots and related vegetable Umbelliferae, collana Crop production science in horticulture, New York : CABI Pub, 1999, ISBN 978-0-85199-129-0.
  6. ^ a b Vegetables II: Fabaceae, Liliaceae, Solanaceae, and Umbelliferae, collana Handbook of plant breeding, Springer, 2008, ISBN 978-0-387-74108-6, OCLC 212411841. URL consultato il 30 novembre 2024.
  7. ^ Encyclopedia of Food and Health, Elsevier Science, 2015, p. 387, ISBN 978-0-12-384953-3.
  8. ^ Zohary, Daniel e Hopf, Maria, Domestication of Plants in the Old World, 3ª ed., Oxford University Press, 2000, p. 203.
  9. ^ Folio 312, 313, 314, Juliana Anicia Codex
  10. ^ Jules Janick e John Stolarczyk, Ancient Greek Illustrated Dioscoridean Herbals: Origins and Impact of the Juliana Anicia Codex and the Codex Neopolitanus, in Notulae Botanicae Horti Agrobotanici Cluj-Napoca, vol. 40, n. 1, 14 maggio 2012, pp. 09, DOI:10.15835/nbha4017767. URL consultato il 30 novembre 2024.
  11. ^ Encyclopedia of World Environmental History, 3: O–Z, Index, Routledge, 2004, p. 1071, ISBN 978-0-415-93735-1.
  12. ^ a b (EN) Carrots return to purple roots, 16 maggio 2002. URL consultato il 30 novembre 2024.
  13. ^ Andrew Dalby, Food in the Ancient World from A to Z, Psychology Press, 2003, p. 75, ISBN 978-0-415-23259-3.
  14. ^ Jack E. Staub, Alluring Lettuces: And Other Seductive Vegetables for Your Garden, Gibbs Smith, 2010, p. 230, ISBN 978-1-4236-0829-5.
  15. ^ 王繼先, 紹興校定經史證類備急本草.
  16. ^ (JA) Yasai marugoto daizukan : Shiru taberu sodateru, Shufunotomo, 20 febbraio 2011, pp. 68–73, ISBN 978-4-07-273608-1.
  17. ^ a b Wesley Greene, Vegetable Gardening the Colonial Williamsburg Way: 18th-Century Methods for Today's Organic Gardeners, Rodale, 2012, p. 81, ISBN 978-1-60961-162-0.
  18. ^ (EN) How did carrots become orange?, in The Economist.
  19. ^ (FR) Daucus carota & Apis mellifera, su Florabeilles, 24 settembre 2012. URL consultato il 24 luglio 2019.
  20. ^ Richard Spellenberg, National Audubon Society Field Guide to North American Wildflowers: Western Region, rev, Knopf, 2001, pp. 338, ISBN 978-0-375-40233-3.
  21. ^ Daucus carota (Bee's Nest-Plant, Bird's-Nest, Devil's Plague, Queen Anne's Lace, Wild Carrot) | North Carolina Extension Gardener Plant Toolbox, su plants.ces.ncsu.edu. URL consultato il 20 settembre 2024.
  22. ^ a b (EN) Everything You Need to Know to Grow Beautiful Carrots, su Good Housekeeping, 30 agosto 2017. URL consultato il 30 novembre 2024.
  23. ^ K. Elzer-Peters, Midwest Fruit & Vegetable Gardening: Plant, Grow, and Harvest the Best Edibles – Illinois, Indiana, Iowa, Kansas, Michigan, Minnesota, Missouri, Nebraska, North Dakota, Ohio, South Dakota & Wisconsin, Cool Springs Press, 2014, p. 136, ISBN 978-1-61058-960-4.
  24. ^ The physiology of vegetable crops, CAB International, 1997, ISBN 978-0-85199-146-7.
  25. ^ Sally Jean Cunningham, Great Garden Companions: A Companion-Planting System for a Beautiful, Chemical-Free Vegetable Garden, Rodale, 2000, pp. 195–196, ISBN 978-0-87596-847-6.
  26. ^ Catherine Abbott, The Year-Round Harvest: A Seasonal Guide to Growing, Eating, and Preserving the Fruits and Vegetables of Your Labor, Adams Media, 2012, pp. 54–55, ISBN 978-1-4405-2816-3.
  27. ^ (EN) Crops > Carrots and turnips, su fao.org, FAO 2018. URL consultato il 21 marzo 2020.
  28. ^ Carrots, raw, su fdc.nal.usda.gov.
  29. ^ (EN) E. Hedrén, V. Diaz e U. Svanberg, Estimation of carotenoid accessibility from carrots determined by an in vitro digestion method, in European Journal of Clinical Nutrition, vol. 56, n. 5, 2002-05, pp. 425–430, DOI:10.1038/sj.ejcn.1601329. URL consultato l'8 agosto 2024.
  30. ^ Martino, Robert S., Enjoyable Cooking, AuthorHouse, 2006, p. 19, ISBN 978-1-4259-6658-4.
  31. ^ Gisslen, Wayne, Professional Cooking, College Version, John Wiley & Sons, 2010, p. 146, ISBN 978-0-470-19752-3.
  32. ^ Bidlack, Wayne R. e Rodriguez, Raymond L., Nutritional Genomics: The Impact of Dietary Regulation of Gene Function on Human Disease, CRC Press, 2011, p. 321, ISBN 978-1-4398-4452-6.
  33. ^ Alan Davidson, The Oxford Companion to Food, Oxford University Press, 1999, ISBN 978-0-19-211579-9.
  34. ^ accademia delle erbe spontanee, su accademiaerbecampagnole.eu. URL consultato l'11 maggio 2020.
  35. ^ Amy S. Paller e Anthony J. Mancini, Hurwitz Clinical Pediatric Dermatology E-Book: A Textbook of Skin Disorders of Childhood and Adolescence, Elsevier Health Sciences, 23 maggio 2011, pp. 264–, ISBN 978-1-4377-3613-7.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]








ApplySandwichStrip

pFad - (p)hone/(F)rame/(a)nonymizer/(d)eclutterfier!      Saves Data!


--- a PPN by Garber Painting Akron. With Image Size Reduction included!

Fetched URL: http://it.wikipedia.org/wiki/Carote

Alternative Proxies:

Alternative Proxy

pFad Proxy

pFad v3 Proxy

pFad v4 Proxy