Piero Niro
Italian Composer, Scholar of Philosophy and Artistic and Cultural Director. Head of the Composition department of the Conservatorio di Musica Lorenzo Perosi in Campobasso, Professor of Composition, Professor of Philosophy of Music. Artistic and Cultural Director - CIDIM - Italian Music Council - Roma
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Books by Piero Niro
In realtà l’importanza della musica è testimoniata dal fatto che negli scritti di Wittgenstein è presente una notevole quantità di osservazioni filosofiche e di riflessioni estetiche sul linguaggio musicale.
Il libro di Piero Niro propone un’indagine sul significato di queste osservazioni e affronta il problema wittgensteiniano dei «limiti del linguaggio» collegandolo alla crisi del linguaggio musicale determinata dalle avanguardie nel Novecento. Da questa indagine possono scaturire le ipotesi per la definizione di una estetica musicale wittgensteiniana.
Dalla Presentazione di Brian McGuinness:
[...] Nell’interessante trattazione di questi e altri argomenti, Piero Niro nota che il conservatorismo musicale di Wittgenstein mal si concilia con le idee del filosofo sulla libertà creativa, per quanto riguarda le regole del linguaggio. Il suo pensiero (ma non il suo gusto) sembra intonato piuttosto alle idee e al lavoro di Schönberg.
[...] A mio giudizio la lezione più importante che traiamo dal libro di Piero Niro è la dimostrazione della capacità di Wittgenstein di stabilire in ogni àmbito, in ogni mondo, un discorso appropriato, capace di verificare il senso e la mancanza di senso (o l’equivalenza tra le due cose). Non esiste una regola assoluta, né un modello matematico o fisico necessario ed esclusivo. Soprattutto, nessuna teoria. Ma anche il fatto che non c’è una teoria onnicomprensiva, allora, deve essere stabilito caso per caso.
(Excerpt from Foreword by Brian McGuinness:
[…] In his interesting discussion of these and related topics, Piero Niro points out that Wittgenstein’s conservatism as regards music sits ill with his ideas about creative freedom as regards language-rules. His thought (but not his taste) corresponds with the doctrines and practice of Schönberg.
[…] To my own mind the most important lesson to be learnt from Piero Niro’s book is the success with which (as he shows) Wittgenstein establishes within each area, each world as I have hinted above, a discourse appropriate to it, which guarantees its own sense and nonsense (or the equivalent). There is no single rule, no model in mathematics or natural science, that has to be followed. Above all no theory. But that there is none is not a theory either – it has to be seen from case to case.)
Table of Contents: Presentazione di Brian McGuinness - I. Introduzione - II. I riferimenti alla notazione musicale, al «linguaggio delle note» e al «pensiero musicale» presenti nel Tractatus logico-philosophicus e nei Quaderni 1914-1916 - III. Osservazioni filosofiche e riflessioni estetiche sul linguaggio musicale negli scritti successivi al Tractatus logico-philosophicus - IV. Il problema dei limiti del linguaggio e la crisi scaturita dalle ricerche delle avanguardie musicali nel Novecento - V. Annotazioni per un’estetica musicale wittgensteiniana - Osservazioni conclusive - Bibliografia delle opere citate - Indice dei nomi
Papers by Piero Niro
della composizione musicale fuori dalla prospettiva antropologico-prassiologica
e dalla prospettiva antropologico-comunitaria
L'uso della categoria aristotelica di “inoperoso”, " agire inoperoso" cerca di tracciare un senso alla distinzione tra poiesis e praxis: come ha scritto Stefano Oliva a proposito di una versione più elaborata di questo saggio, « “agire l'inoperoso" non vuol dire consegnarsi a una contemplazione estetizzante, in contrapposizione all'azione; l’inoperosità di cui è questione nel campo musicale sfugge all'alternativa. Agire l’inoperoso vuol dire ristabilire il carattere improduttivo della praxis, contrapposta alla poiesis: se è vero, come sostiene Agamben, che il paradigma a partire dal quale si è pensata l’azione serba in sé alcuni elementi spuri, provenienti da un primato dell’ergon, è anche vero che la tua trattazione presenta un esempio finalmente non ambiguo di azione non sottomessa alla realizzazione di un’opera».
In realtà l’importanza della musica è testimoniata dal fatto che negli scritti di Wittgenstein è presente una notevole quantità di osservazioni filosofiche e di riflessioni estetiche sul linguaggio musicale.
Il libro di Piero Niro propone un’indagine sul significato di queste osservazioni e affronta il problema wittgensteiniano dei «limiti del linguaggio» collegandolo alla crisi del linguaggio musicale determinata dalle avanguardie nel Novecento. Da questa indagine possono scaturire le ipotesi per la definizione di una estetica musicale wittgensteiniana.
Dalla Presentazione di Brian McGuinness:
[...] Nell’interessante trattazione di questi e altri argomenti, Piero Niro nota che il conservatorismo musicale di Wittgenstein mal si concilia con le idee del filosofo sulla libertà creativa, per quanto riguarda le regole del linguaggio. Il suo pensiero (ma non il suo gusto) sembra intonato piuttosto alle idee e al lavoro di Schönberg.
[...] A mio giudizio la lezione più importante che traiamo dal libro di Piero Niro è la dimostrazione della capacità di Wittgenstein di stabilire in ogni àmbito, in ogni mondo, un discorso appropriato, capace di verificare il senso e la mancanza di senso (o l’equivalenza tra le due cose). Non esiste una regola assoluta, né un modello matematico o fisico necessario ed esclusivo. Soprattutto, nessuna teoria. Ma anche il fatto che non c’è una teoria onnicomprensiva, allora, deve essere stabilito caso per caso.
(Excerpt from Foreword by Brian McGuinness:
[…] In his interesting discussion of these and related topics, Piero Niro points out that Wittgenstein’s conservatism as regards music sits ill with his ideas about creative freedom as regards language-rules. His thought (but not his taste) corresponds with the doctrines and practice of Schönberg.
[…] To my own mind the most important lesson to be learnt from Piero Niro’s book is the success with which (as he shows) Wittgenstein establishes within each area, each world as I have hinted above, a discourse appropriate to it, which guarantees its own sense and nonsense (or the equivalent). There is no single rule, no model in mathematics or natural science, that has to be followed. Above all no theory. But that there is none is not a theory either – it has to be seen from case to case.)
Table of Contents: Presentazione di Brian McGuinness - I. Introduzione - II. I riferimenti alla notazione musicale, al «linguaggio delle note» e al «pensiero musicale» presenti nel Tractatus logico-philosophicus e nei Quaderni 1914-1916 - III. Osservazioni filosofiche e riflessioni estetiche sul linguaggio musicale negli scritti successivi al Tractatus logico-philosophicus - IV. Il problema dei limiti del linguaggio e la crisi scaturita dalle ricerche delle avanguardie musicali nel Novecento - V. Annotazioni per un’estetica musicale wittgensteiniana - Osservazioni conclusive - Bibliografia delle opere citate - Indice dei nomi
della composizione musicale fuori dalla prospettiva antropologico-prassiologica
e dalla prospettiva antropologico-comunitaria
L'uso della categoria aristotelica di “inoperoso”, " agire inoperoso" cerca di tracciare un senso alla distinzione tra poiesis e praxis: come ha scritto Stefano Oliva a proposito di una versione più elaborata di questo saggio, « “agire l'inoperoso" non vuol dire consegnarsi a una contemplazione estetizzante, in contrapposizione all'azione; l’inoperosità di cui è questione nel campo musicale sfugge all'alternativa. Agire l’inoperoso vuol dire ristabilire il carattere improduttivo della praxis, contrapposta alla poiesis: se è vero, come sostiene Agamben, che il paradigma a partire dal quale si è pensata l’azione serba in sé alcuni elementi spuri, provenienti da un primato dell’ergon, è anche vero che la tua trattazione presenta un esempio finalmente non ambiguo di azione non sottomessa alla realizzazione di un’opera».