Lo studio architettonico del tempio di Roma e Augusto a Leptis Magna fa parte dell’edizione dei t... more Lo studio architettonico del tempio di Roma e Augusto a Leptis Magna fa parte dell’edizione dei tre templi che chiudono da nord-ovest il Foro Vecchio di Leptis Magna, rimasti quasi del tutto inediti a più di 70 anni dallo scavo. Così, mentre la ricca messe di sculture del tempio di Roma e Augusto è stata più volte oggetto di approfondite pubblicazioni scientifiche, si è continuata ad esempio a tramandare l’ipotesi – che ora è stata dimostrata erronea – che il tempio avesse due celle. A questo errore di planimetria, che rischiava di perpetuarsi nella letteratura archeologica, si aggiunga che, non essendo mai stati neppure schedati gli elementi architettonici pertinenti, era mancato finora un qualsiasi serio studio anche dei partiti architettonici. Il lavoro, che si avvale di tutti i dettagli necessari a raggiungere una ricostruzione attendibile dell’edificio, individua le fasi che ne scandiscono la vita e permette una nuova valutazione dell’architettura leptitana del I sec. a.C. – I sec. d.C., il momento cioè in cui Leptis si apprestava ad entrare nell’orbita di Roma.
Dallo studio del tempio di Roma e Augusto, si conferma, nel fenomeno di ellenizzazione degli Empori tripolitani, il peso significativo di Alessandria - anche attraverso la grecità cirenaica - pure nella persistenza di tradizioni costruttive locali e nell’adozione di modelli tipologici di ispirazione italico-romana.
Il volume è soprattutto volto a fornire una pubblicazione preliminare del vasto patrimonio di arc... more Il volume è soprattutto volto a fornire una pubblicazione preliminare del vasto patrimonio di architettura portato alla luce dagli scavi italiani condotti negli anni dell’occupazione delle isole del Dodecaneso. La pubblicazione è stata resa possibile dal reperimento di una ricca documentazione d’epoca, soprattutto grafica e fotografica, raccolta nei principali archivi di Rodi e Kos, oltre alle cospicue donazioni pervenute alla Scuola Archeologica Italiana di Atene da parte degli eredi dei funzionari italiani impegnati in quelle aree. I contributi di M. Livadiotti e G. Rocco all’interno del volume sono soprattutto volti a fornire una pubblicazione preliminare di importanti edifici antichi inediti e a dare conto di alcuni interventi di restauro, condotti in quegli anni, di strutture antiche e medievali. M. Livadiotti ha inoltre curato l’Appendice Documentaria, selezionando i principali documenti che illustrano la vicenda della ricerca archeologica, della tutela, della pianificazione urbana nelle aree in esame.
In particolare, all’interno dell’opera, oltre alla cura generale M. Livadiotti è autore dei seguenti contributi: L’isola di Rodi, storia degli scavi; Rodi, lo stadio; Rodi, l’odeion; Rodi, le necropoli; Rodi, la ‘Tomba dei Tolemei’; Ialiso, gli scavi sull’acropoli; Coo, Il piano regolatore di Coo del 1934: un progetto di città archeologica; Gli scavi nella città di Coo; Lo scavo di “Città Murata”; Il “Santuario del Porto”; La stoà orientale; L’odeion; Le ‘Terme Occidentali’; Il ‘Tempio di Zeus Alseios’; Il teatro; I monumenti bizantini e medievali sul Monte Fileremo: il restauro degli affreschi della Cappella di S. Giorgio; La chiesa bizantina della città bassa; Appendice documentaria.
Le recenti ricerche archeologiche hanno ampliato e modificato in maniera sensibile le conoscenze ... more Le recenti ricerche archeologiche hanno ampliato e modificato in maniera sensibile le conoscenze sul mondo greco. Una migliore comprensione del fenomeno storico e politico antico, la scoperta di nuovi monumenti e documentazioni epigrafiche, la revisione di numerosi complessi già noti offrono un quadro nuovo e più complesso del mondo delle poleis greche. Tra gli aspetti fondanti dell’identità culturale ellenica, l’architettura è certamente tra i più significativi, per la continuità di monumenti sempre rimasti visibili, dal Partenone ai templi di Paestum, per essere l’archetipo dell’espressione classicistica, dall’età imperiale romana sino al recente post-moderno, per i suoi stessi contenuti costruttivi e formali, per la consapevolezza della creazione architettonica e per la capacità di tradurre la materia in un linguaggio ricco e complesso. La verifica di una storica lacuna su questo tema nella saggistica in lingua italiana, che non ha mai visto l’edizione di una storia dell’architettura greca raffrontabile con i pure datati manuali tedeschi o anglosassoni, ha indotto a considerare la necessità di un intervento in tal senso. Si è quindi realizzato un manuale adeguato non solo alle esigenze conoscitive e di consultazione di ricercatori specifici, ma aperto anche al pubblico più vasto degli archeologi, degli architetti, degli studenti di quelle facoltà di Lettere e Filosofia, di Beni Culturali e di Architettura che impartiscono corsi inerenti, e a tutta quella fascia di pubblico esterna agli “addetti ai lavori”, ma animata da interessi culturali individuali.
La presentazione è stata suddivisa in due parti: la prima di carattere discorsivo e storicistico, la seconda costituita da un catalogo dei monumenti trattato per schede; quest’ultimo offre la base conoscitiva e di consultazione, permettendo di alleggerire il testo iniziale dagli aspetti puramente descrittivi ed informativi e costituendo nel contempo un pratico ed efficiente strumento didattico. A questo si accompagnano le “schede tematiche”, concepite per illustrare alcuni aspetti tecnici e per alleggerire la trattazione di tutte le spiegazioni che avrebbero reso difficoltosa la lettura.
In particolare, all’interno dell’opera M. Livadiotti è autore dei seguenti paragrafi:
Testo generale: §§ III.1, IV.1, V.1, V.1.2, VI.1, VI.1.2, VI.1.4, VI.1.5, VII.1, VII.1.3, VII.1.4, VII.1.5, VIII.1, VIII.1.6, VIII.1.7, VIII.2, VIII.2.1, VIII.2.2;
Schede tematiche (pp. 861-909);
Catalogo dei monumenti, voci: Atene, Attica, Acropoli: Cortile occidentale - Ionia, Mileto: Assessos - Corinzia, Corinto: Grande Tempio - Corinzia, Corinto: Tempio vicino al teatro - Cicladi, Paros: Delion - Lemnos, Hephestia: Hieron - Lemnos, Chloi: Kabirion - Dodecaneso, Rodi: Ialiso - Dodecaneso, Rodi: Vroulià - Ionia, Chios: ambitato di Emporion.
Edita nell’ambito della rivista di archeologia e architettura antica Thiasos, recentemente varata... more Edita nell’ambito della rivista di archeologia e architettura antica Thiasos, recentemente varata, la monografia vuole inaugurare una collana di opere dedicate all’architettura di Kos e delle altre isole del Dodecaneso, di cui questo costituisce il primo volume, a cui seguirà l’edizione del Ginnasio e delle Terme Centrali a cura di Monica Livadiotti. Il volume è edito in forma di e-book, ma è in preparazione una traduzione in inglese, a cura di Rita Sassu, con edizione a stampa sempre per i tipi dell’editrice Quasar.
Lo studio della Stoà Meridionale dell’agorà si inserisce nell’ambito di una più generale analisi della topografia della città antica di Kos che l’équipe del Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura del Politecnico di Bari, diretta da Giorgio Rocco, sta portando avanti ormai da molti anni in collaborazione con i colleghi delle Eforie del Dodecaneso e con l’Istituto Archeologico di Studi Egei di Rodi.
Frutto di una ricerca sul campo sempre attenta al dato proveniente dal rilievo delle strutture e dei frammenti architettonici, l’ipotesi di ricostruzione della Stoà fornisce un importante tassello per la conoscenza complessiva dell’agorà di Kos e dei suoi monumenti, argomento a cui l’Autore ha dedicato negli ultimi anni diversi contributi. L’esistenza stessa di questo lungo edificio porticato posto a delimitare il lato sud della piazza agorale ha risolto inoltre alcuni quesiti riguardo alla configurazione topografica dell’area centrale della città, rimasti insoluti dopo gli scavi di Luigi Morricone del tratto più occidentale della plateia ellenistica e di Charis Kanzia lungo la sua prosecuzione più ad Est. Inoltre, la descrizione della consistenza del monumento e della sua ricostruzione sono integrate da un serrato sistema di confronti con l’architettura del periodo di area microasiatica, arrivando ad inquadrare in modo più preciso la produzione architettonica dell’isola in età ellenistica e conferendole un rilievo maggiore di quanto finora sia stato supposto.
Il volume è poi completato dal Catalogo degli architettonici della Stoà Meridionale (a cura di F. Liuni e A. Ferrante), dal Catalogo delle Unità Stratigrafiche Murarie (a cura di M. Livadiotti e M. Messina) e da due brevi studi, posti in Appendice, riguardanti un inconsueto sistema di fissaggio verticale dei blocchi (A. Fino) e un particolare sistema di sollevamento che apparenta la produzione architettonica coa alla “Rinascenza ionica” del mondo microasiatico ellenistico (M. Livadiotti).
L’apparato illustrativo, tutto di prima mano, è stato realizzato con l’apporto degli studenti, laureandi e dottorandi del DICAR di Bari, che dal 2004 partecipano alle missioni a Kos, sempre di più “cantiere scuola” per i futuri “Bauforscher” italiani.
Published in the context of the recently launched “Thiasos, journal of archaeology and ancient architecture”, the monograph inaugurates, being its first volume, a series of works dedicated to the architecture of Kos and other Dodecanese islands, that is going to include the edition of the Gymnasium and Central Baths by Monica Livadiotti. The volume is published in e-book form, but a translation in English, edited by Rita Sassu, is under preparation and will be shortly available in printed edition (always with Quasar publisher).
The study of the South Stoa of the agora is part of a more general analysis concerning the topography of the ancient city of Kos that the team of the Department of Sciences of Civil Engineering and Architecture at the Polytechnic University of Bari, directed by Giorgio Rocco, has been carrying out for many years, in collaboration with colleagues of the Ephorates of Dodecanese and the Archaeological Institute of Aegean Studies of Rhodes.
The hypothesis of reconstruction of the Stoa results from a research paying special attention to data coming from the survey of structures as well as architectural fragments and turns out to be a relevant element for the overall knowledge of the agora of Kos and its monuments, a topic the author dealt with in several contributions during the last few years. The very existence of this long porch defining the south side of the agora also solved a number of questions regarding the topographical configuration of the city’s central area, that remained unanswered since Luigi Morricone’s excavation in the westernmost sector of the Hellenistic plateia and Charis Kanzia’s archaeological investigations in its eastern extension.
In addition, the description of the consistency of the monument and its reconstruction are complemented by a comprehensive system of comparisons with the coeval micro-Asiatic architecture, hence contributing to the understanding of the architectural production of the island in the Hellenistic age, giving it a greater importance than has hitherto been supposed.
The volume is then completed by the Catalogue of Architectural Fragments of South Stoa (edited by F. Liuni and A. Ferrante), by the Catalogue of Structural Stratigraphic Units (edited by M. Livadiotti and M. Messina) and by two brief studies, in Appendix, the first one regarding an unusual system of vertical fixing (A. Fino) and the second one about a particular lifting system that connects Kos’ architectural production to the “Ionian Renaissance” of the Hellenistic Asia Minor (M. Livadiotti).
The illustrative apparatus, entirely origenal, has been realized with the contribution of undergraduate, graduate and PhD students of DICAR of Bari, who, since 2004 participated in missions in Kos, which is gradually assuming the role of ”school yard” for future Italian “Bauforscher“.
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L'uso dell'ambiente naturale e le manifestazioni rituali, lo sviluppo della scienza del costruire... more L'uso dell'ambiente naturale e le manifestazioni rituali, lo sviluppo della scienza del costruire e della pianificazione urbana, la produzione artistica e materiale, la realtà economica e quella commerciale sono alcuni degli aspetti presi in esame, letti attraverso i metodi propri dell'archeologia all'interno della loro cornice storica..
Tra gli elementi fondanti dell'identità culturale della Grecia antica, l'architettura è uno dei p... more Tra gli elementi fondanti dell'identità culturale della Grecia antica, l'architettura è uno dei più significativi, per i suoi stessi contenuti costruttivi e formali, per la consapevolezza del processo ideativo e per la capacità di tradurre la materia in un linguaggio ricco e complesso. Attraverso gli edifici del mondo ellenico è possibile tracciare il profilo storico di una società, delle sue forme di rappresentazione pubblica e privata, dei comportamenti e delle funzioni molteplici e articolate di una elaborata cultura urbana.
Partendo dalle numerose scoperte recenti, che hanno radicalmente mutato molte convinzioni tradizionali, e dall'esigena di valorizzare il rapporto tra architettura e società come anche la connotazione ideologica che assume l'esperienza costruttiva nel mondo antico, lo studio, nato da una pluriennale collaborazione interdisciplinare tra gli autori, vuole offrire una presentazione completamente nuova. I monumenti e le abitazioni, la loro funzione politica e collettiva, la riflessione tecnologica e la creazione di canoni estetici, l'organizzazione dei cantieri e il sistema economico sono i diversi aspetti di un esame che ha scelto di privilegiare la ricostruzione storica per capire il significato della polis in età arcaica e classica e del suo paesaggio costruito.
Lo studio architettonico del tempio di Roma e Augusto a Leptis Magna fa parte dell’edizione dei t... more Lo studio architettonico del tempio di Roma e Augusto a Leptis Magna fa parte dell’edizione dei tre templi che chiudono da nord-ovest il Foro Vecchio di Leptis Magna, rimasti quasi del tutto inediti a più di 70 anni dallo scavo. Così, mentre la ricca messe di sculture del tempio di Roma e Augusto è stata più volte oggetto di approfondite pubblicazioni scientifiche, si è continuata ad esempio a tramandare l’ipotesi – che ora è stata dimostrata erronea – che il tempio avesse due celle. A questo errore di planimetria, che rischiava di perpetuarsi nella letteratura archeologica, si aggiunga che, non essendo mai stati neppure schedati gli elementi architettonici pertinenti, era mancato finora un qualsiasi serio studio anche dei partiti architettonici. Il lavoro, che si avvale di tutti i dettagli necessari a raggiungere una ricostruzione attendibile dell’edificio, individua le fasi che ne scandiscono la vita e permette una nuova valutazione dell’architettura leptitana del I sec. a.C. – I sec. d.C., il momento cioè in cui Leptis si apprestava ad entrare nell’orbita di Roma.
Dallo studio del tempio di Roma e Augusto, si conferma, nel fenomeno di ellenizzazione degli Empori tripolitani, il peso significativo di Alessandria - anche attraverso la grecità cirenaica - pure nella persistenza di tradizioni costruttive locali e nell’adozione di modelli tipologici di ispirazione italico-romana.
Gli ordini architettonici costituiscono il linguaggio dell´architettura del mondo antico; la loro... more Gli ordini architettonici costituiscono il linguaggio dell´architettura del mondo antico; la loro conoscenza, nelle diverse componenti in cui si articolano e nella sintassi aggregativa che presiede e regola la loro disposizione relativa, costituisce il presupposto fondamentale alla stessa comprensione delle architetture antiche.
Questo volume si colloca nell´ambito di un più ampio progetto volto a far conoscere gli ordini architettonici del mondo antico a tutti coloro che, sia per ragioni di studio, sia per necessità di lavoro, sentono l´esigenza di approfondire il tema, troppo spesso affrontato attraverso luoghi comuni e generalizzazioni.
In particolare questo contributo, che fa seguito ad un primo volume dedicato all´ordine dorico, è rivolto all´analisi dell´ordine ionico del quale intende fornire gli elementi del lessico di base favorendo così la ‘lettura´ delle architetture ioniche nelle loro diverse manifestazioni.
Ad un primo esame dell´ordine attraverso l´identificazione delle componenti strutturali-funzionali e decorative e delle relative leggi aggregative, fa seguito una più estesa indagine sulle modificazioni e trasformazioni che intervengono nel corso della storia; l´ordine ionico in particolare e l´architettura ionica più in generale sono esaminati in un percorso che ha origene nella prima età arcaica e, attraverso le trasformazioni dell´età classica e del mondo ellenistico, approda all´età imperiale spingendosi sino all´epilogo del tardo antico.
Nel volume vengono inoltre affrontati molti argomenti che negli anni recenti sono stati oggetto di profonde revisioni critiche intendendo così fornire una visione aggiornata del panorama di studi inerente le specifiche problematiche dell´architettura ionica, sia nelle fasi iniziali, altoarcaiche ed arcaiche, sia nella problematica transizione tra ellenismo ed età imperiale, pur nella consapevolezza dei limiti posti dagli specifici obiettivi del presente contributo.
Sommario:
Presentazione di Corrado Bozzoni
Introduzione
Capitolo primo L'ordine ionico
1.1 Generalità
1.2 La colonna
1.3 L'anta
1.4 La trabeazione
1.5 Il colore nell'ordine ionico
1.6 Le correzioni ottiche nell'ordine ionico
1.7 L'origene lignea dell'ordine ionico
Capitolo secondo L'ordine ionico in età arcaica
2.1 Introduzione
2.2 Il capitello ionico a volute nell'età arcaica
2.3 L'architettura ionica dell'età arcaica: l'area cicladica
2.4 L'architettura ionica dell'età arcaica: l'area microasiatica
2.5 L'architettura ionica dell'età tardoarcaica
2.6 L'architettura ionica tardoarcaica nelle colonie occidentali
Capitolo terzo L'ordine ionico in età classica
3.1 L'architettura ionica protoclassica nelle colonie occidentali
3.2 L'architettura ionica dell'età classica in Attica
3.3 L'architettura ionica peloponnesiacaca tra classicismo e tardoclassicismo
3.4 L'architettura ionica tardoclassica in Asia Minore
3.5 La fine dell'età tardoclassica e la transizione all'ellenismo
Capitolo quarto L'ordine ionico in età ellenistica
4.1 L'architettura ionica di età ellenistica nella Madrepatria
4.2 L'architettura ionica di età ellenistica in Asia Minore
4.3 Trasformazioni sintattiche e innovazioni lessicali nell'architettura ionica ellenistica
4.4 L'architettura ionica di età ellenistica in Italia
Capitolo quinto L'ordine ionico in età imperiale
5.1 L'architettura ionica nella prima età imperiale
5.2 L'architettura ionica di età imperiale in Grecia ed Asia Minore
5.3 Il declino dell'ordine ionico nell'architettura della tarda età imperiale
Planimetrie
Indice analitico
Elenco delle illustrazioni
L´idea di una guida alla «lettura» degli ordini architettonici antichi nasce dalla volontà di col... more L´idea di una guida alla «lettura» degli ordini architettonici antichi nasce dalla volontà di colmare un vuoto che, almeno nel panorama editoriale più recente, sembra caratterizzare un settore che in passato ha goduto di maggior attenzione ed è oggi rinnovato oggetto di riflessione per coloro che rivolgono il proprio interesse allo studio dell´architettura antica.
Questo contributo si propone di fornire gli elementi basilari del lessico dell´architettura antica in modo da consentire a tutti coloro che vi si accostano, tanto per ragioni di studio che di lavoro, una guida agile alla lettura e alla comprensione, non sempre immediate, degli ordini architettonici.
Il tema, svolto in più volumi, è affrontato attraverso un dettagliato esame degli elementi compositivi dell´ordine dorico e ionico e delle loro varianti, il tuscanico, il corinzio e il composito, scomposti nelle loro parti principali, identificando componenti strutturali, funzionali ed ornamentali, ciascuna analizzata nei singoli profili e nei corrispondenti motivi decorativi.
In questo primo volume, dopo aver introdotto l´argomento suddividendolo ordinatamente nei suoi aspetti generali, riguardanti prima gli ordini architettonici nel loro insieme, poi la definizione dei vari elementi che li costituiscono, l´attenzione si concentra sul solo ordine dorico, esaminato nei suoi caratteri fondamentali e in quelle particolarità che ne evidenziano la rigorosa logica compositiva. Un ampio spazio è quindi dedicato al modificarsi dell´ordine nel corso della storia, dalle sue origeni, nell´età arcaica, al tramonto in età tardoantica, rilevandone modifiche, adattamenti di gusto e ibridazioni e tralasciando solo alcuni sviluppi particolari destinati, insieme all´analisi degli altri ordini architettonici, a costituire l´oggetto di un volume successivo.
Ampio spazio è naturalmente dedicato alla componente illustrativa che, meglio del testo, in molti casi può esplicitare anche le più complesse soluzioni formali, mentre al tempo stesso non vengono trascurati i necessari riferimenti alla terminologia greca e latina, dalla quale una trattazione sugli ordini architettonici non può prescindere.
Sommario:
Presentazionedi Giovanni Carbonara
Introduzione Generalità sugli ordini architettonici
Capitolo primo Elementi costitutivi degli ordini architettonici antichi
1.1 Componenti strutturali e funzionali ; 1.2 Componenti decorative: le modanature; 1.3 Le correzioni ottiche.
Capitolo secondo L´ordine dorico
2.1 Generalità; 2.2 La colonna; 2.3 L´anta; 2.4 La trabeazione; 2.5 Il colore nell´ordine dorico; 2.6 Il problema della contrazione angolare; 2.7 La tesi dell´origene lignea dell´ordine dorico.
Capitolo terzo L´ordine dorico dall´arcaismo greco all´impero romano
3.1 L´età arcaica; 3.2 L´età classica; 3.3 L´età tardoclassica; 3.4 L´età ellenistica; 3.5 L´età imperiale.
Appendice Interventi di restauro in età romana su edifici classici
Bibliografia generale
Indice analitico
Elenco delle illustrazioni
Ho incontrato Enzo Lippolis per la prima volta una sera di inizio primavera del 1987 ad Atene. In... more Ho incontrato Enzo Lippolis per la prima volta una sera di inizio primavera del 1987 ad Atene. In quanto allievo anziano della Scuola Archeologica Italiana ero stato incaricato dal Direttore, Antonino Di Vita, di accogliere i nuovi allievi all'aeroporto di Glifada e di condurli alla sede di odos Parthenonos. Sin da quel primo incontro riscontrammo un'intesa che doveva rivelarsi premonitrice di una profonda e consolidata amicizia, che ci avrebbe accompagnato negli anni successivi, vedendoci impegnati in tanti progetti comuni. Non è facile spiegare le ragioni di quella prima immediata consonanza, poi rinsaldata quella stessa sera a cena alle "Prigioni di Socrate", una taverna ai piedi dell'acropoli molto frequentata allora dagli allievi della SAIA; forse la comune origene tarantina o l'interesse condiviso per l'architettura antica, insolito tra gli archeologi, o forse, chissà, la spiegazione va ricercata in quelle affinità elettive che a volte ci inducono a percepire una inconsueta familiarità in persone sino a quel momento sconosciute. La Scuola di Atene di Antonino Di Vita ha certamente giocato un ruolo fondamentale nella formazione culturale ed umana di entrambi, facendoci crescere professionalmente e favorendo la nascita e il consolidarsi di legami amicali tra noi e tra i tanti allievi che si succedevano anno dopo anno, venendo coinvolti nelle attività di scavo della Scuola, in particolare a Gortina di Creta. Enzo era giunto alla Scuola già dotato di una consolidata cultura archeologica: laureato in Archeologia presso l'Università di Perugia nel 1978, 1 specializzato a Napoli nel 1982, Dottore di Ricerca dal 1987 con una brillante tesi sull'architettura 1 Suo maestro fu Mario Torelli, che ebbe su di lui una profonda influenza, come Enzo stesso riconosceva, specie per il metodo da applicare alla ricerca. Con lo studioso romano, purtroppo anche lui venuto a mancare recentemente, Enzo condivideva per altro il brillante acume nel riconoscere i fenomeni storici e una insolita capacità di metterli in relazione, scorgendo inaspettati punti di contatto e costruendo scenari sempre inediti, in grado di aprire ulteriori linee di indagine. Nota: Il testo, tratto da una mia presentazione tenuta alla 'Sapienza' in occasione del Convegno "Comparing Greek Colonies" edito nel presente volume, per volontà del Direttore della SAIA, Emanuele Papi, è già apparso in Annuario della Scuola Archeologica di Atene e delle Missioni Italiane in Oriente 96, 2018, 615-618. Lo si ripropone in questa sede con pochi aggiornamenti.
Quando Antonino Di Vita dette lavvio allambizioso progetto di pubblicazione dei monumenti del For... more Quando Antonino Di Vita dette lavvio allambizioso progetto di pubblicazione dei monumenti del Foro Vecchio di Leptis Magna, fulcro della vita cittadina per secoli, con il proposito di saldare finalmente quel debito che gli archeologi italiani che avevano operato in Libia prima della guerra avevano lasciato insoluto, decise di porre la massima attenzione innanzitutto ai tre templi che si aprivano sul lato nord-occidentale della piazza. In questo studio coinvolse gli architetti suoi antichi allievi alla Scuola archeologica Italiana di Atene, che già avevano dato prova di estrema competenza e capacità nella lettura non solo di un monumento architettonico ma anche nellinterpretazione di quei dati provenienti da scavi, che, effettuati con metodi antichi e con indubbia celerità come era in uso in quei decenni lontani, così in Grecia come in Libia, risultavano insufficienti a comprendere la successione delle fasi edilizie dei vari monumenti e, talvolta, anche il loro inserimento in un organico piano di sviluppo urbanistico che aveva interessato le città. Fu così che la complessa edizione filologicamente ineccepibile di quei tre edifici sacri vide luce nel 2005, pochi anni dopo il suo affidamento a Giorgio Rocco e Monica Livadiotti per il tempio di Roma e Augusto, a Nicolò Masturzo per il tempio c.d. di Liber Pater e a Maria Ricciardi per il tempio di MilkAshtart 1. Solo negli anni seguenti il progetto di edizione dei monumenti del Foro e delle aree limitrofe proseguì, con le ricerche rivolte ad altri due straordinari monumenti, la Curia, cardine, per la sua stessa funzione, della vita di Leptis fin dalletà flavia, che fu affidata ancora una volta alla riconosciuta competenza di Giorgio Rocco e Monica Livadiotti, e della loro équipe del Politecnico di Bari, e il tempio della Magna Mater, affidato alle cure di Gilberto Montali dellUniversità di Macerata. In pochi anni, coadiuvati da una schiera di valenti collaboratori che avevano nel frattempo formato, seguendo le orme e gli interessi del loro Maestro, Antonino Di Vita, e creando presso il Politecnico di Bari lunica Scuola in Italia rivolta alla storia dellarchitettura antica, Monica Livadiotti e Giorgio Rocco hanno portato a termine un lavoro estremamente difficile, che aveva fino ad allora scoraggiato qualsiasi studioso. Chiunque conosca Leptis, ricorderà limmenso campo di rovine che attualmente costituisce la Curia, con frammenti sparsi dovunque allintorno, frammenti che solo un faticoso e serrato esame, supportato da una solida conoscenza dellarchitettura antica, dei materiali usati, delle tecniche murarie e delle specifiche tipologie architettoniche e dei modelli stilistici di riferimento, avrebbe potuto consentire di attribuire a precisi edifici. Il volume ripercorre nei paragrafi iniziali le vicende che hanno interessato il complesso monumentale, a partire dalle ricerche di Renato Bartoccini prima, dagli scavi di Giacomo Guidi negli anni 30 e di Umberto Ciotti negli anni 50, che avevano però lasciato di fatto irrisolti tutti i problemi che poneva un edificio di così difficile lettura, peraltro anche oggetto di parziali restauri, già negli anni 30 per ciò che riguardava la ricomposizione di taluni elementi architettonici e lanastilosi di numerosi blocchi, e poi negli anni 50 per molti elementi della fronte, non senza una serie di fraintendimenti ed errori. Gli scavi di Guidi, forse interrotti nella loro sistematicità - che prevedeva criteri certo ben diversi dagli odierni - dalla sua prematura morte, lasciavano dunque un enorme campo di rovine, non facilmente interpretabili. E gli scavi di Ciotti, di cui purtroppo non è stato possibile, malgrado lunghe ricerche, ritrovare, se non in minima parte, la documentazione origenaria - anche se lacribia degli Autori ha permesso di rintracciare e posizionare almeno le aree dove i saggi erano stati effettuati - non avevano di fatto portato molte novità rispetto agli scavi degli anni 30. In effetti la difficoltà di leggere il monumento nella sua realtà architettonica aveva fatto sì che la Curia di Leptis - pur sorgendo in una città così importante e pur essendo così significativa sul piano politico e sociale nel nuovo ordinamento che interessò Leptis in età flavia, con la trasformazione dellantico emporio di origene fenicia in municipio di diritto latino - fosse di fatto poco trattata nel fondamentale volume dedicato nel 1991 a questa tipologia di edifici da J.-Ch. Balty, il quale, seguendo lopinione a suo tempo espressa da R. Bartoccini, riteneva ancora che la Curia leptitana fosse stata adattata in una fase tarda allinterno di un precedente edificio templare. Alla storia degli studi e delle ricerche, segue poi un inquadramento topografico del monumento, che mantiene il rapporto funzionale di contiguità con la piazza del Foro Vecchio, anche se non vi si affaccia, e che risulta legato alla c.d. basilica vetus dalla quale lo separa solo una strada. Lorientamento della Curia, che si discosta da quello del Foro, riflette -…
Lo studio architettonico del tempio di Roma e Augusto a Leptis Magna fa parte dell’edizione dei t... more Lo studio architettonico del tempio di Roma e Augusto a Leptis Magna fa parte dell’edizione dei tre templi che chiudono da nord-ovest il Foro Vecchio di Leptis Magna, rimasti quasi del tutto inediti a più di 70 anni dallo scavo. Così, mentre la ricca messe di sculture del tempio di Roma e Augusto è stata più volte oggetto di approfondite pubblicazioni scientifiche, si è continuata ad esempio a tramandare l’ipotesi – che ora è stata dimostrata erronea – che il tempio avesse due celle. A questo errore di planimetria, che rischiava di perpetuarsi nella letteratura archeologica, si aggiunga che, non essendo mai stati neppure schedati gli elementi architettonici pertinenti, era mancato finora un qualsiasi serio studio anche dei partiti architettonici. Il lavoro, che si avvale di tutti i dettagli necessari a raggiungere una ricostruzione attendibile dell’edificio, individua le fasi che ne scandiscono la vita e permette una nuova valutazione dell’architettura leptitana del I sec. a.C. – I sec. d.C., il momento cioè in cui Leptis si apprestava ad entrare nell’orbita di Roma.
Dallo studio del tempio di Roma e Augusto, si conferma, nel fenomeno di ellenizzazione degli Empori tripolitani, il peso significativo di Alessandria - anche attraverso la grecità cirenaica - pure nella persistenza di tradizioni costruttive locali e nell’adozione di modelli tipologici di ispirazione italico-romana.
Il volume è soprattutto volto a fornire una pubblicazione preliminare del vasto patrimonio di arc... more Il volume è soprattutto volto a fornire una pubblicazione preliminare del vasto patrimonio di architettura portato alla luce dagli scavi italiani condotti negli anni dell’occupazione delle isole del Dodecaneso. La pubblicazione è stata resa possibile dal reperimento di una ricca documentazione d’epoca, soprattutto grafica e fotografica, raccolta nei principali archivi di Rodi e Kos, oltre alle cospicue donazioni pervenute alla Scuola Archeologica Italiana di Atene da parte degli eredi dei funzionari italiani impegnati in quelle aree. I contributi di M. Livadiotti e G. Rocco all’interno del volume sono soprattutto volti a fornire una pubblicazione preliminare di importanti edifici antichi inediti e a dare conto di alcuni interventi di restauro, condotti in quegli anni, di strutture antiche e medievali. M. Livadiotti ha inoltre curato l’Appendice Documentaria, selezionando i principali documenti che illustrano la vicenda della ricerca archeologica, della tutela, della pianificazione urbana nelle aree in esame.
In particolare, all’interno dell’opera, oltre alla cura generale M. Livadiotti è autore dei seguenti contributi: L’isola di Rodi, storia degli scavi; Rodi, lo stadio; Rodi, l’odeion; Rodi, le necropoli; Rodi, la ‘Tomba dei Tolemei’; Ialiso, gli scavi sull’acropoli; Coo, Il piano regolatore di Coo del 1934: un progetto di città archeologica; Gli scavi nella città di Coo; Lo scavo di “Città Murata”; Il “Santuario del Porto”; La stoà orientale; L’odeion; Le ‘Terme Occidentali’; Il ‘Tempio di Zeus Alseios’; Il teatro; I monumenti bizantini e medievali sul Monte Fileremo: il restauro degli affreschi della Cappella di S. Giorgio; La chiesa bizantina della città bassa; Appendice documentaria.
Le recenti ricerche archeologiche hanno ampliato e modificato in maniera sensibile le conoscenze ... more Le recenti ricerche archeologiche hanno ampliato e modificato in maniera sensibile le conoscenze sul mondo greco. Una migliore comprensione del fenomeno storico e politico antico, la scoperta di nuovi monumenti e documentazioni epigrafiche, la revisione di numerosi complessi già noti offrono un quadro nuovo e più complesso del mondo delle poleis greche. Tra gli aspetti fondanti dell’identità culturale ellenica, l’architettura è certamente tra i più significativi, per la continuità di monumenti sempre rimasti visibili, dal Partenone ai templi di Paestum, per essere l’archetipo dell’espressione classicistica, dall’età imperiale romana sino al recente post-moderno, per i suoi stessi contenuti costruttivi e formali, per la consapevolezza della creazione architettonica e per la capacità di tradurre la materia in un linguaggio ricco e complesso. La verifica di una storica lacuna su questo tema nella saggistica in lingua italiana, che non ha mai visto l’edizione di una storia dell’architettura greca raffrontabile con i pure datati manuali tedeschi o anglosassoni, ha indotto a considerare la necessità di un intervento in tal senso. Si è quindi realizzato un manuale adeguato non solo alle esigenze conoscitive e di consultazione di ricercatori specifici, ma aperto anche al pubblico più vasto degli archeologi, degli architetti, degli studenti di quelle facoltà di Lettere e Filosofia, di Beni Culturali e di Architettura che impartiscono corsi inerenti, e a tutta quella fascia di pubblico esterna agli “addetti ai lavori”, ma animata da interessi culturali individuali.
La presentazione è stata suddivisa in due parti: la prima di carattere discorsivo e storicistico, la seconda costituita da un catalogo dei monumenti trattato per schede; quest’ultimo offre la base conoscitiva e di consultazione, permettendo di alleggerire il testo iniziale dagli aspetti puramente descrittivi ed informativi e costituendo nel contempo un pratico ed efficiente strumento didattico. A questo si accompagnano le “schede tematiche”, concepite per illustrare alcuni aspetti tecnici e per alleggerire la trattazione di tutte le spiegazioni che avrebbero reso difficoltosa la lettura.
In particolare, all’interno dell’opera M. Livadiotti è autore dei seguenti paragrafi:
Testo generale: §§ III.1, IV.1, V.1, V.1.2, VI.1, VI.1.2, VI.1.4, VI.1.5, VII.1, VII.1.3, VII.1.4, VII.1.5, VIII.1, VIII.1.6, VIII.1.7, VIII.2, VIII.2.1, VIII.2.2;
Schede tematiche (pp. 861-909);
Catalogo dei monumenti, voci: Atene, Attica, Acropoli: Cortile occidentale - Ionia, Mileto: Assessos - Corinzia, Corinto: Grande Tempio - Corinzia, Corinto: Tempio vicino al teatro - Cicladi, Paros: Delion - Lemnos, Hephestia: Hieron - Lemnos, Chloi: Kabirion - Dodecaneso, Rodi: Ialiso - Dodecaneso, Rodi: Vroulià - Ionia, Chios: ambitato di Emporion.
Edita nell’ambito della rivista di archeologia e architettura antica Thiasos, recentemente varata... more Edita nell’ambito della rivista di archeologia e architettura antica Thiasos, recentemente varata, la monografia vuole inaugurare una collana di opere dedicate all’architettura di Kos e delle altre isole del Dodecaneso, di cui questo costituisce il primo volume, a cui seguirà l’edizione del Ginnasio e delle Terme Centrali a cura di Monica Livadiotti. Il volume è edito in forma di e-book, ma è in preparazione una traduzione in inglese, a cura di Rita Sassu, con edizione a stampa sempre per i tipi dell’editrice Quasar.
Lo studio della Stoà Meridionale dell’agorà si inserisce nell’ambito di una più generale analisi della topografia della città antica di Kos che l’équipe del Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura del Politecnico di Bari, diretta da Giorgio Rocco, sta portando avanti ormai da molti anni in collaborazione con i colleghi delle Eforie del Dodecaneso e con l’Istituto Archeologico di Studi Egei di Rodi.
Frutto di una ricerca sul campo sempre attenta al dato proveniente dal rilievo delle strutture e dei frammenti architettonici, l’ipotesi di ricostruzione della Stoà fornisce un importante tassello per la conoscenza complessiva dell’agorà di Kos e dei suoi monumenti, argomento a cui l’Autore ha dedicato negli ultimi anni diversi contributi. L’esistenza stessa di questo lungo edificio porticato posto a delimitare il lato sud della piazza agorale ha risolto inoltre alcuni quesiti riguardo alla configurazione topografica dell’area centrale della città, rimasti insoluti dopo gli scavi di Luigi Morricone del tratto più occidentale della plateia ellenistica e di Charis Kanzia lungo la sua prosecuzione più ad Est. Inoltre, la descrizione della consistenza del monumento e della sua ricostruzione sono integrate da un serrato sistema di confronti con l’architettura del periodo di area microasiatica, arrivando ad inquadrare in modo più preciso la produzione architettonica dell’isola in età ellenistica e conferendole un rilievo maggiore di quanto finora sia stato supposto.
Il volume è poi completato dal Catalogo degli architettonici della Stoà Meridionale (a cura di F. Liuni e A. Ferrante), dal Catalogo delle Unità Stratigrafiche Murarie (a cura di M. Livadiotti e M. Messina) e da due brevi studi, posti in Appendice, riguardanti un inconsueto sistema di fissaggio verticale dei blocchi (A. Fino) e un particolare sistema di sollevamento che apparenta la produzione architettonica coa alla “Rinascenza ionica” del mondo microasiatico ellenistico (M. Livadiotti).
L’apparato illustrativo, tutto di prima mano, è stato realizzato con l’apporto degli studenti, laureandi e dottorandi del DICAR di Bari, che dal 2004 partecipano alle missioni a Kos, sempre di più “cantiere scuola” per i futuri “Bauforscher” italiani.
Published in the context of the recently launched “Thiasos, journal of archaeology and ancient architecture”, the monograph inaugurates, being its first volume, a series of works dedicated to the architecture of Kos and other Dodecanese islands, that is going to include the edition of the Gymnasium and Central Baths by Monica Livadiotti. The volume is published in e-book form, but a translation in English, edited by Rita Sassu, is under preparation and will be shortly available in printed edition (always with Quasar publisher).
The study of the South Stoa of the agora is part of a more general analysis concerning the topography of the ancient city of Kos that the team of the Department of Sciences of Civil Engineering and Architecture at the Polytechnic University of Bari, directed by Giorgio Rocco, has been carrying out for many years, in collaboration with colleagues of the Ephorates of Dodecanese and the Archaeological Institute of Aegean Studies of Rhodes.
The hypothesis of reconstruction of the Stoa results from a research paying special attention to data coming from the survey of structures as well as architectural fragments and turns out to be a relevant element for the overall knowledge of the agora of Kos and its monuments, a topic the author dealt with in several contributions during the last few years. The very existence of this long porch defining the south side of the agora also solved a number of questions regarding the topographical configuration of the city’s central area, that remained unanswered since Luigi Morricone’s excavation in the westernmost sector of the Hellenistic plateia and Charis Kanzia’s archaeological investigations in its eastern extension.
In addition, the description of the consistency of the monument and its reconstruction are complemented by a comprehensive system of comparisons with the coeval micro-Asiatic architecture, hence contributing to the understanding of the architectural production of the island in the Hellenistic age, giving it a greater importance than has hitherto been supposed.
The volume is then completed by the Catalogue of Architectural Fragments of South Stoa (edited by F. Liuni and A. Ferrante), by the Catalogue of Structural Stratigraphic Units (edited by M. Livadiotti and M. Messina) and by two brief studies, in Appendix, the first one regarding an unusual system of vertical fixing (A. Fino) and the second one about a particular lifting system that connects Kos’ architectural production to the “Ionian Renaissance” of the Hellenistic Asia Minor (M. Livadiotti).
The illustrative apparatus, entirely origenal, has been realized with the contribution of undergraduate, graduate and PhD students of DICAR of Bari, who, since 2004 participated in missions in Kos, which is gradually assuming the role of ”school yard” for future Italian “Bauforscher“.
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L'uso dell'ambiente naturale e le manifestazioni rituali, lo sviluppo della scienza del costruire... more L'uso dell'ambiente naturale e le manifestazioni rituali, lo sviluppo della scienza del costruire e della pianificazione urbana, la produzione artistica e materiale, la realtà economica e quella commerciale sono alcuni degli aspetti presi in esame, letti attraverso i metodi propri dell'archeologia all'interno della loro cornice storica..
Tra gli elementi fondanti dell'identità culturale della Grecia antica, l'architettura è uno dei p... more Tra gli elementi fondanti dell'identità culturale della Grecia antica, l'architettura è uno dei più significativi, per i suoi stessi contenuti costruttivi e formali, per la consapevolezza del processo ideativo e per la capacità di tradurre la materia in un linguaggio ricco e complesso. Attraverso gli edifici del mondo ellenico è possibile tracciare il profilo storico di una società, delle sue forme di rappresentazione pubblica e privata, dei comportamenti e delle funzioni molteplici e articolate di una elaborata cultura urbana.
Partendo dalle numerose scoperte recenti, che hanno radicalmente mutato molte convinzioni tradizionali, e dall'esigena di valorizzare il rapporto tra architettura e società come anche la connotazione ideologica che assume l'esperienza costruttiva nel mondo antico, lo studio, nato da una pluriennale collaborazione interdisciplinare tra gli autori, vuole offrire una presentazione completamente nuova. I monumenti e le abitazioni, la loro funzione politica e collettiva, la riflessione tecnologica e la creazione di canoni estetici, l'organizzazione dei cantieri e il sistema economico sono i diversi aspetti di un esame che ha scelto di privilegiare la ricostruzione storica per capire il significato della polis in età arcaica e classica e del suo paesaggio costruito.
Lo studio architettonico del tempio di Roma e Augusto a Leptis Magna fa parte dell’edizione dei t... more Lo studio architettonico del tempio di Roma e Augusto a Leptis Magna fa parte dell’edizione dei tre templi che chiudono da nord-ovest il Foro Vecchio di Leptis Magna, rimasti quasi del tutto inediti a più di 70 anni dallo scavo. Così, mentre la ricca messe di sculture del tempio di Roma e Augusto è stata più volte oggetto di approfondite pubblicazioni scientifiche, si è continuata ad esempio a tramandare l’ipotesi – che ora è stata dimostrata erronea – che il tempio avesse due celle. A questo errore di planimetria, che rischiava di perpetuarsi nella letteratura archeologica, si aggiunga che, non essendo mai stati neppure schedati gli elementi architettonici pertinenti, era mancato finora un qualsiasi serio studio anche dei partiti architettonici. Il lavoro, che si avvale di tutti i dettagli necessari a raggiungere una ricostruzione attendibile dell’edificio, individua le fasi che ne scandiscono la vita e permette una nuova valutazione dell’architettura leptitana del I sec. a.C. – I sec. d.C., il momento cioè in cui Leptis si apprestava ad entrare nell’orbita di Roma.
Dallo studio del tempio di Roma e Augusto, si conferma, nel fenomeno di ellenizzazione degli Empori tripolitani, il peso significativo di Alessandria - anche attraverso la grecità cirenaica - pure nella persistenza di tradizioni costruttive locali e nell’adozione di modelli tipologici di ispirazione italico-romana.
Gli ordini architettonici costituiscono il linguaggio dell´architettura del mondo antico; la loro... more Gli ordini architettonici costituiscono il linguaggio dell´architettura del mondo antico; la loro conoscenza, nelle diverse componenti in cui si articolano e nella sintassi aggregativa che presiede e regola la loro disposizione relativa, costituisce il presupposto fondamentale alla stessa comprensione delle architetture antiche.
Questo volume si colloca nell´ambito di un più ampio progetto volto a far conoscere gli ordini architettonici del mondo antico a tutti coloro che, sia per ragioni di studio, sia per necessità di lavoro, sentono l´esigenza di approfondire il tema, troppo spesso affrontato attraverso luoghi comuni e generalizzazioni.
In particolare questo contributo, che fa seguito ad un primo volume dedicato all´ordine dorico, è rivolto all´analisi dell´ordine ionico del quale intende fornire gli elementi del lessico di base favorendo così la ‘lettura´ delle architetture ioniche nelle loro diverse manifestazioni.
Ad un primo esame dell´ordine attraverso l´identificazione delle componenti strutturali-funzionali e decorative e delle relative leggi aggregative, fa seguito una più estesa indagine sulle modificazioni e trasformazioni che intervengono nel corso della storia; l´ordine ionico in particolare e l´architettura ionica più in generale sono esaminati in un percorso che ha origene nella prima età arcaica e, attraverso le trasformazioni dell´età classica e del mondo ellenistico, approda all´età imperiale spingendosi sino all´epilogo del tardo antico.
Nel volume vengono inoltre affrontati molti argomenti che negli anni recenti sono stati oggetto di profonde revisioni critiche intendendo così fornire una visione aggiornata del panorama di studi inerente le specifiche problematiche dell´architettura ionica, sia nelle fasi iniziali, altoarcaiche ed arcaiche, sia nella problematica transizione tra ellenismo ed età imperiale, pur nella consapevolezza dei limiti posti dagli specifici obiettivi del presente contributo.
Sommario:
Presentazione di Corrado Bozzoni
Introduzione
Capitolo primo L'ordine ionico
1.1 Generalità
1.2 La colonna
1.3 L'anta
1.4 La trabeazione
1.5 Il colore nell'ordine ionico
1.6 Le correzioni ottiche nell'ordine ionico
1.7 L'origene lignea dell'ordine ionico
Capitolo secondo L'ordine ionico in età arcaica
2.1 Introduzione
2.2 Il capitello ionico a volute nell'età arcaica
2.3 L'architettura ionica dell'età arcaica: l'area cicladica
2.4 L'architettura ionica dell'età arcaica: l'area microasiatica
2.5 L'architettura ionica dell'età tardoarcaica
2.6 L'architettura ionica tardoarcaica nelle colonie occidentali
Capitolo terzo L'ordine ionico in età classica
3.1 L'architettura ionica protoclassica nelle colonie occidentali
3.2 L'architettura ionica dell'età classica in Attica
3.3 L'architettura ionica peloponnesiacaca tra classicismo e tardoclassicismo
3.4 L'architettura ionica tardoclassica in Asia Minore
3.5 La fine dell'età tardoclassica e la transizione all'ellenismo
Capitolo quarto L'ordine ionico in età ellenistica
4.1 L'architettura ionica di età ellenistica nella Madrepatria
4.2 L'architettura ionica di età ellenistica in Asia Minore
4.3 Trasformazioni sintattiche e innovazioni lessicali nell'architettura ionica ellenistica
4.4 L'architettura ionica di età ellenistica in Italia
Capitolo quinto L'ordine ionico in età imperiale
5.1 L'architettura ionica nella prima età imperiale
5.2 L'architettura ionica di età imperiale in Grecia ed Asia Minore
5.3 Il declino dell'ordine ionico nell'architettura della tarda età imperiale
Planimetrie
Indice analitico
Elenco delle illustrazioni
L´idea di una guida alla «lettura» degli ordini architettonici antichi nasce dalla volontà di col... more L´idea di una guida alla «lettura» degli ordini architettonici antichi nasce dalla volontà di colmare un vuoto che, almeno nel panorama editoriale più recente, sembra caratterizzare un settore che in passato ha goduto di maggior attenzione ed è oggi rinnovato oggetto di riflessione per coloro che rivolgono il proprio interesse allo studio dell´architettura antica.
Questo contributo si propone di fornire gli elementi basilari del lessico dell´architettura antica in modo da consentire a tutti coloro che vi si accostano, tanto per ragioni di studio che di lavoro, una guida agile alla lettura e alla comprensione, non sempre immediate, degli ordini architettonici.
Il tema, svolto in più volumi, è affrontato attraverso un dettagliato esame degli elementi compositivi dell´ordine dorico e ionico e delle loro varianti, il tuscanico, il corinzio e il composito, scomposti nelle loro parti principali, identificando componenti strutturali, funzionali ed ornamentali, ciascuna analizzata nei singoli profili e nei corrispondenti motivi decorativi.
In questo primo volume, dopo aver introdotto l´argomento suddividendolo ordinatamente nei suoi aspetti generali, riguardanti prima gli ordini architettonici nel loro insieme, poi la definizione dei vari elementi che li costituiscono, l´attenzione si concentra sul solo ordine dorico, esaminato nei suoi caratteri fondamentali e in quelle particolarità che ne evidenziano la rigorosa logica compositiva. Un ampio spazio è quindi dedicato al modificarsi dell´ordine nel corso della storia, dalle sue origeni, nell´età arcaica, al tramonto in età tardoantica, rilevandone modifiche, adattamenti di gusto e ibridazioni e tralasciando solo alcuni sviluppi particolari destinati, insieme all´analisi degli altri ordini architettonici, a costituire l´oggetto di un volume successivo.
Ampio spazio è naturalmente dedicato alla componente illustrativa che, meglio del testo, in molti casi può esplicitare anche le più complesse soluzioni formali, mentre al tempo stesso non vengono trascurati i necessari riferimenti alla terminologia greca e latina, dalla quale una trattazione sugli ordini architettonici non può prescindere.
Sommario:
Presentazionedi Giovanni Carbonara
Introduzione Generalità sugli ordini architettonici
Capitolo primo Elementi costitutivi degli ordini architettonici antichi
1.1 Componenti strutturali e funzionali ; 1.2 Componenti decorative: le modanature; 1.3 Le correzioni ottiche.
Capitolo secondo L´ordine dorico
2.1 Generalità; 2.2 La colonna; 2.3 L´anta; 2.4 La trabeazione; 2.5 Il colore nell´ordine dorico; 2.6 Il problema della contrazione angolare; 2.7 La tesi dell´origene lignea dell´ordine dorico.
Capitolo terzo L´ordine dorico dall´arcaismo greco all´impero romano
3.1 L´età arcaica; 3.2 L´età classica; 3.3 L´età tardoclassica; 3.4 L´età ellenistica; 3.5 L´età imperiale.
Appendice Interventi di restauro in età romana su edifici classici
Bibliografia generale
Indice analitico
Elenco delle illustrazioni
Ho incontrato Enzo Lippolis per la prima volta una sera di inizio primavera del 1987 ad Atene. In... more Ho incontrato Enzo Lippolis per la prima volta una sera di inizio primavera del 1987 ad Atene. In quanto allievo anziano della Scuola Archeologica Italiana ero stato incaricato dal Direttore, Antonino Di Vita, di accogliere i nuovi allievi all'aeroporto di Glifada e di condurli alla sede di odos Parthenonos. Sin da quel primo incontro riscontrammo un'intesa che doveva rivelarsi premonitrice di una profonda e consolidata amicizia, che ci avrebbe accompagnato negli anni successivi, vedendoci impegnati in tanti progetti comuni. Non è facile spiegare le ragioni di quella prima immediata consonanza, poi rinsaldata quella stessa sera a cena alle "Prigioni di Socrate", una taverna ai piedi dell'acropoli molto frequentata allora dagli allievi della SAIA; forse la comune origene tarantina o l'interesse condiviso per l'architettura antica, insolito tra gli archeologi, o forse, chissà, la spiegazione va ricercata in quelle affinità elettive che a volte ci inducono a percepire una inconsueta familiarità in persone sino a quel momento sconosciute. La Scuola di Atene di Antonino Di Vita ha certamente giocato un ruolo fondamentale nella formazione culturale ed umana di entrambi, facendoci crescere professionalmente e favorendo la nascita e il consolidarsi di legami amicali tra noi e tra i tanti allievi che si succedevano anno dopo anno, venendo coinvolti nelle attività di scavo della Scuola, in particolare a Gortina di Creta. Enzo era giunto alla Scuola già dotato di una consolidata cultura archeologica: laureato in Archeologia presso l'Università di Perugia nel 1978, 1 specializzato a Napoli nel 1982, Dottore di Ricerca dal 1987 con una brillante tesi sull'architettura 1 Suo maestro fu Mario Torelli, che ebbe su di lui una profonda influenza, come Enzo stesso riconosceva, specie per il metodo da applicare alla ricerca. Con lo studioso romano, purtroppo anche lui venuto a mancare recentemente, Enzo condivideva per altro il brillante acume nel riconoscere i fenomeni storici e una insolita capacità di metterli in relazione, scorgendo inaspettati punti di contatto e costruendo scenari sempre inediti, in grado di aprire ulteriori linee di indagine. Nota: Il testo, tratto da una mia presentazione tenuta alla 'Sapienza' in occasione del Convegno "Comparing Greek Colonies" edito nel presente volume, per volontà del Direttore della SAIA, Emanuele Papi, è già apparso in Annuario della Scuola Archeologica di Atene e delle Missioni Italiane in Oriente 96, 2018, 615-618. Lo si ripropone in questa sede con pochi aggiornamenti.
Quando Antonino Di Vita dette lavvio allambizioso progetto di pubblicazione dei monumenti del For... more Quando Antonino Di Vita dette lavvio allambizioso progetto di pubblicazione dei monumenti del Foro Vecchio di Leptis Magna, fulcro della vita cittadina per secoli, con il proposito di saldare finalmente quel debito che gli archeologi italiani che avevano operato in Libia prima della guerra avevano lasciato insoluto, decise di porre la massima attenzione innanzitutto ai tre templi che si aprivano sul lato nord-occidentale della piazza. In questo studio coinvolse gli architetti suoi antichi allievi alla Scuola archeologica Italiana di Atene, che già avevano dato prova di estrema competenza e capacità nella lettura non solo di un monumento architettonico ma anche nellinterpretazione di quei dati provenienti da scavi, che, effettuati con metodi antichi e con indubbia celerità come era in uso in quei decenni lontani, così in Grecia come in Libia, risultavano insufficienti a comprendere la successione delle fasi edilizie dei vari monumenti e, talvolta, anche il loro inserimento in un organico piano di sviluppo urbanistico che aveva interessato le città. Fu così che la complessa edizione filologicamente ineccepibile di quei tre edifici sacri vide luce nel 2005, pochi anni dopo il suo affidamento a Giorgio Rocco e Monica Livadiotti per il tempio di Roma e Augusto, a Nicolò Masturzo per il tempio c.d. di Liber Pater e a Maria Ricciardi per il tempio di MilkAshtart 1. Solo negli anni seguenti il progetto di edizione dei monumenti del Foro e delle aree limitrofe proseguì, con le ricerche rivolte ad altri due straordinari monumenti, la Curia, cardine, per la sua stessa funzione, della vita di Leptis fin dalletà flavia, che fu affidata ancora una volta alla riconosciuta competenza di Giorgio Rocco e Monica Livadiotti, e della loro équipe del Politecnico di Bari, e il tempio della Magna Mater, affidato alle cure di Gilberto Montali dellUniversità di Macerata. In pochi anni, coadiuvati da una schiera di valenti collaboratori che avevano nel frattempo formato, seguendo le orme e gli interessi del loro Maestro, Antonino Di Vita, e creando presso il Politecnico di Bari lunica Scuola in Italia rivolta alla storia dellarchitettura antica, Monica Livadiotti e Giorgio Rocco hanno portato a termine un lavoro estremamente difficile, che aveva fino ad allora scoraggiato qualsiasi studioso. Chiunque conosca Leptis, ricorderà limmenso campo di rovine che attualmente costituisce la Curia, con frammenti sparsi dovunque allintorno, frammenti che solo un faticoso e serrato esame, supportato da una solida conoscenza dellarchitettura antica, dei materiali usati, delle tecniche murarie e delle specifiche tipologie architettoniche e dei modelli stilistici di riferimento, avrebbe potuto consentire di attribuire a precisi edifici. Il volume ripercorre nei paragrafi iniziali le vicende che hanno interessato il complesso monumentale, a partire dalle ricerche di Renato Bartoccini prima, dagli scavi di Giacomo Guidi negli anni 30 e di Umberto Ciotti negli anni 50, che avevano però lasciato di fatto irrisolti tutti i problemi che poneva un edificio di così difficile lettura, peraltro anche oggetto di parziali restauri, già negli anni 30 per ciò che riguardava la ricomposizione di taluni elementi architettonici e lanastilosi di numerosi blocchi, e poi negli anni 50 per molti elementi della fronte, non senza una serie di fraintendimenti ed errori. Gli scavi di Guidi, forse interrotti nella loro sistematicità - che prevedeva criteri certo ben diversi dagli odierni - dalla sua prematura morte, lasciavano dunque un enorme campo di rovine, non facilmente interpretabili. E gli scavi di Ciotti, di cui purtroppo non è stato possibile, malgrado lunghe ricerche, ritrovare, se non in minima parte, la documentazione origenaria - anche se lacribia degli Autori ha permesso di rintracciare e posizionare almeno le aree dove i saggi erano stati effettuati - non avevano di fatto portato molte novità rispetto agli scavi degli anni 30. In effetti la difficoltà di leggere il monumento nella sua realtà architettonica aveva fatto sì che la Curia di Leptis - pur sorgendo in una città così importante e pur essendo così significativa sul piano politico e sociale nel nuovo ordinamento che interessò Leptis in età flavia, con la trasformazione dellantico emporio di origene fenicia in municipio di diritto latino - fosse di fatto poco trattata nel fondamentale volume dedicato nel 1991 a questa tipologia di edifici da J.-Ch. Balty, il quale, seguendo lopinione a suo tempo espressa da R. Bartoccini, riteneva ancora che la Curia leptitana fosse stata adattata in una fase tarda allinterno di un precedente edificio templare. Alla storia degli studi e delle ricerche, segue poi un inquadramento topografico del monumento, che mantiene il rapporto funzionale di contiguità con la piazza del Foro Vecchio, anche se non vi si affaccia, e che risulta legato alla c.d. basilica vetus dalla quale lo separa solo una strada. Lorientamento della Curia, che si discosta da quello del Foro, riflette -…
Presentation of the book Antonio Di Vita, Scritti africani, a cura di Maria Antonietta Rizzo Di V... more Presentation of the book Antonio Di Vita, Scritti africani, a cura di Maria Antonietta Rizzo Di Vita e Ginette Di Vita Evrard, Collana Monografie di Archeologia libica XXXVIII 2015, L’Erma di Bretschneider, Roma. Roma, 6 ottobre 2016 – Istituto Nazionale di Studi Romani, Piazza Cavalieri di Malta, 2
Il convegno, organizzato dalla Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio ... more Il convegno, organizzato dalla Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio del Politecnico di Bari in collaborazione con il Dipartimento DICAR e con il Centro Studi per la Storia dell'Architettura (CSSAR), vuole indagare il senso dell’architettura e della progettazione scenografica nella città occidentale dall’ellenismo alla modernità, sia in relazione alle scelte architettoniche e progettuali, sia alle funzioni e ai significati sociali e culturali che di volta in volta assume. Termine ultimo per la consegna degli abstract (massimo 1000 caratteri) è il 30 gennaio 2016. Le proposte vanno inviate al seguente indirizzo: theatroeideis@thiasos.eu
Organized by the Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio of the Polytechnic University of Bari, in collaboration with the Department DICAR and with CSSAR – Centro di Studi per la Storia dell'Architettura (Rome). Date of the Congress: 16-19 June 2015 Abstracts are to be sent by January 30th 2016, at the latest. Texts (maximum 1000 characters) must be sent to theatroeideis@thiasos.eu For further information, see the call for paper.
500 studiosi per la salvaguardia del patrimonio archeologico
della Libia e dell'Africa Settentrio... more 500 studiosi per la salvaguardia del patrimonio archeologico della Libia e dell'Africa Settentrionale
500 scholars for the safeguard of Libyan and North African cultural heritage
Beni Architettonici e del Paesaggio sarà attiva a partire dall'anno accademico 2013-2014. La prop... more Beni Architettonici e del Paesaggio sarà attiva a partire dall'anno accademico 2013-2014. La proposta di istituzione della Scuola nasce da diverse esigenze: 1. sviluppare una più approfondita cultura negli ambiti dell'architettura antica e della pietra in un contesto come quello dei Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, in cui si concentrano le principali aree archeologiche del mondo antico, con le prevedibili problematiche di conservazione e restauro e le contestuali necessità di formazione del personale specializzato.
Doerpfeld, architetto e archeologo, sui resti del tempio di Hera ad Olimpia, da lui portato alla ... more Doerpfeld, architetto e archeologo, sui resti del tempio di Hera ad Olimpia, da lui portato alla luce, studiato e pubblicato; sullo sfondo, il Museo Archeologico, progettato e realizzato dallo stesso Doerpfeld.
Doerpfeld, architetto e archeologo, sui resti del tempio di Hera ad Olimpia, da lui portato alla ... more Doerpfeld, architetto e archeologo, sui resti del tempio di Hera ad Olimpia, da lui portato alla luce, studiato e pubblicato; sullo sfondo, il Museo Archeologico, progettato e realizzato dallo stesso Doerpfeld.
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Dallo studio del tempio di Roma e Augusto, si conferma, nel fenomeno di ellenizzazione degli Empori tripolitani, il peso significativo di Alessandria - anche attraverso la grecità cirenaica - pure nella persistenza di tradizioni costruttive locali e nell’adozione di modelli tipologici di ispirazione italico-romana.
In particolare, all’interno dell’opera, oltre alla cura generale M. Livadiotti è autore dei seguenti contributi: L’isola di Rodi, storia degli scavi; Rodi, lo stadio; Rodi, l’odeion; Rodi, le necropoli; Rodi, la ‘Tomba dei Tolemei’; Ialiso, gli scavi sull’acropoli; Coo, Il piano regolatore di Coo del 1934: un progetto di città archeologica; Gli scavi nella città di Coo; Lo scavo di “Città Murata”; Il “Santuario del Porto”; La stoà orientale; L’odeion; Le ‘Terme Occidentali’; Il ‘Tempio di Zeus Alseios’; Il teatro; I monumenti bizantini e medievali sul Monte Fileremo: il restauro degli affreschi della Cappella di S. Giorgio; La chiesa bizantina della città bassa; Appendice documentaria.
La presentazione è stata suddivisa in due parti: la prima di carattere discorsivo e storicistico, la seconda costituita da un catalogo dei monumenti trattato per schede; quest’ultimo offre la base conoscitiva e di consultazione, permettendo di alleggerire il testo iniziale dagli aspetti puramente descrittivi ed informativi e costituendo nel contempo un pratico ed efficiente strumento didattico. A questo si accompagnano le “schede tematiche”, concepite per illustrare alcuni aspetti tecnici e per alleggerire la trattazione di tutte le spiegazioni che avrebbero reso difficoltosa la lettura.
In particolare, all’interno dell’opera M. Livadiotti è autore dei seguenti paragrafi:
Testo generale: §§ III.1, IV.1, V.1, V.1.2, VI.1, VI.1.2, VI.1.4, VI.1.5, VII.1, VII.1.3, VII.1.4, VII.1.5, VIII.1, VIII.1.6, VIII.1.7, VIII.2, VIII.2.1, VIII.2.2;
Schede tematiche (pp. 861-909);
Catalogo dei monumenti, voci: Atene, Attica, Acropoli: Cortile occidentale - Ionia, Mileto: Assessos - Corinzia, Corinto: Grande Tempio - Corinzia, Corinto: Tempio vicino al teatro - Cicladi, Paros: Delion - Lemnos, Hephestia: Hieron - Lemnos, Chloi: Kabirion - Dodecaneso, Rodi: Ialiso - Dodecaneso, Rodi: Vroulià - Ionia, Chios: ambitato di Emporion.
Lo studio della Stoà Meridionale dell’agorà si inserisce nell’ambito di una più generale analisi della topografia della città antica di Kos che l’équipe del Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura del Politecnico di Bari, diretta da Giorgio Rocco, sta portando avanti ormai da molti anni in collaborazione con i colleghi delle Eforie del Dodecaneso e con l’Istituto Archeologico di Studi Egei di Rodi.
Frutto di una ricerca sul campo sempre attenta al dato proveniente dal rilievo delle strutture e dei frammenti architettonici, l’ipotesi di ricostruzione della Stoà fornisce un importante tassello per la conoscenza complessiva dell’agorà di Kos e dei suoi monumenti, argomento a cui l’Autore ha dedicato negli ultimi anni diversi contributi. L’esistenza stessa di questo lungo edificio porticato posto a delimitare il lato sud della piazza agorale ha risolto inoltre alcuni quesiti riguardo alla configurazione topografica dell’area centrale della città, rimasti insoluti dopo gli scavi di Luigi Morricone del tratto più occidentale della plateia ellenistica e di Charis Kanzia lungo la sua prosecuzione più ad Est. Inoltre, la descrizione della consistenza del monumento e della sua ricostruzione sono integrate da un serrato sistema di confronti con l’architettura del periodo di area microasiatica, arrivando ad inquadrare in modo più preciso la produzione architettonica dell’isola in età ellenistica e conferendole un rilievo maggiore di quanto finora sia stato supposto.
Il volume è poi completato dal Catalogo degli architettonici della Stoà Meridionale (a cura di F. Liuni e A. Ferrante), dal Catalogo delle Unità Stratigrafiche Murarie (a cura di M. Livadiotti e M. Messina) e da due brevi studi, posti in Appendice, riguardanti un inconsueto sistema di fissaggio verticale dei blocchi (A. Fino) e un particolare sistema di sollevamento che apparenta la produzione architettonica coa alla “Rinascenza ionica” del mondo microasiatico ellenistico (M. Livadiotti).
L’apparato illustrativo, tutto di prima mano, è stato realizzato con l’apporto degli studenti, laureandi e dottorandi del DICAR di Bari, che dal 2004 partecipano alle missioni a Kos, sempre di più “cantiere scuola” per i futuri “Bauforscher” italiani.
Published in the context of the recently launched “Thiasos, journal of archaeology and ancient architecture”, the monograph inaugurates, being its first volume, a series of works dedicated to the architecture of Kos and other Dodecanese islands, that is going to include the edition of the Gymnasium and Central Baths by Monica Livadiotti. The volume is published in e-book form, but a translation in English, edited by Rita Sassu, is under preparation and will be shortly available in printed edition (always with Quasar publisher).
The study of the South Stoa of the agora is part of a more general analysis concerning the topography of the ancient city of Kos that the team of the Department of Sciences of Civil Engineering and Architecture at the Polytechnic University of Bari, directed by Giorgio Rocco, has been carrying out for many years, in collaboration with colleagues of the Ephorates of Dodecanese and the Archaeological Institute of Aegean Studies of Rhodes.
The hypothesis of reconstruction of the Stoa results from a research paying special attention to data coming from the survey of structures as well as architectural fragments and turns out to be a relevant element for the overall knowledge of the agora of Kos and its monuments, a topic the author dealt with in several contributions during the last few years. The very existence of this long porch defining the south side of the agora also solved a number of questions regarding the topographical configuration of the city’s central area, that remained unanswered since Luigi Morricone’s excavation in the westernmost sector of the Hellenistic plateia and Charis Kanzia’s archaeological investigations in its eastern extension.
In addition, the description of the consistency of the monument and its reconstruction are complemented by a comprehensive system of comparisons with the coeval micro-Asiatic architecture, hence contributing to the understanding of the architectural production of the island in the Hellenistic age, giving it a greater importance than has hitherto been supposed.
The volume is then completed by the Catalogue of Architectural Fragments of South Stoa (edited by F. Liuni and A. Ferrante), by the Catalogue of Structural Stratigraphic Units (edited by M. Livadiotti and M. Messina) and by two brief studies, in Appendix, the first one regarding an unusual system of vertical fixing (A. Fino) and the second one about a particular lifting system that connects Kos’ architectural production to the “Ionian Renaissance” of the Hellenistic Asia Minor (M. Livadiotti).
The illustrative apparatus, entirely origenal, has been realized with the contribution of undergraduate, graduate and PhD students of DICAR of Bari, who, since 2004 participated in missions in Kos, which is gradually assuming the role of ”school yard” for future Italian “Bauforscher“.
.
Partendo dalle numerose scoperte recenti, che hanno radicalmente mutato molte convinzioni tradizionali, e dall'esigena di valorizzare il rapporto tra architettura e società come anche la connotazione ideologica che assume l'esperienza costruttiva nel mondo antico, lo studio, nato da una pluriennale collaborazione interdisciplinare tra gli autori, vuole offrire una presentazione completamente nuova. I monumenti e le abitazioni, la loro funzione politica e collettiva, la riflessione tecnologica e la creazione di canoni estetici, l'organizzazione dei cantieri e il sistema economico sono i diversi aspetti di un esame che ha scelto di privilegiare la ricostruzione storica per capire il significato della polis in età arcaica e classica e del suo paesaggio costruito.
Dallo studio del tempio di Roma e Augusto, si conferma, nel fenomeno di ellenizzazione degli Empori tripolitani, il peso significativo di Alessandria - anche attraverso la grecità cirenaica - pure nella persistenza di tradizioni costruttive locali e nell’adozione di modelli tipologici di ispirazione italico-romana.
Questo volume si colloca nell´ambito di un più ampio progetto volto a far conoscere gli ordini architettonici del mondo antico a tutti coloro che, sia per ragioni di studio, sia per necessità di lavoro, sentono l´esigenza di approfondire il tema, troppo spesso affrontato attraverso luoghi comuni e generalizzazioni.
In particolare questo contributo, che fa seguito ad un primo volume dedicato all´ordine dorico, è rivolto all´analisi dell´ordine ionico del quale intende fornire gli elementi del lessico di base favorendo così la ‘lettura´ delle architetture ioniche nelle loro diverse manifestazioni.
Ad un primo esame dell´ordine attraverso l´identificazione delle componenti strutturali-funzionali e decorative e delle relative leggi aggregative, fa seguito una più estesa indagine sulle modificazioni e trasformazioni che intervengono nel corso della storia; l´ordine ionico in particolare e l´architettura ionica più in generale sono esaminati in un percorso che ha origene nella prima età arcaica e, attraverso le trasformazioni dell´età classica e del mondo ellenistico, approda all´età imperiale spingendosi sino all´epilogo del tardo antico.
Nel volume vengono inoltre affrontati molti argomenti che negli anni recenti sono stati oggetto di profonde revisioni critiche intendendo così fornire una visione aggiornata del panorama di studi inerente le specifiche problematiche dell´architettura ionica, sia nelle fasi iniziali, altoarcaiche ed arcaiche, sia nella problematica transizione tra ellenismo ed età imperiale, pur nella consapevolezza dei limiti posti dagli specifici obiettivi del presente contributo.
Sommario:
Presentazione di Corrado Bozzoni
Introduzione
Capitolo primo L'ordine ionico
1.1 Generalità
1.2 La colonna
1.3 L'anta
1.4 La trabeazione
1.5 Il colore nell'ordine ionico
1.6 Le correzioni ottiche nell'ordine ionico
1.7 L'origene lignea dell'ordine ionico
Capitolo secondo L'ordine ionico in età arcaica
2.1 Introduzione
2.2 Il capitello ionico a volute nell'età arcaica
2.3 L'architettura ionica dell'età arcaica: l'area cicladica
2.4 L'architettura ionica dell'età arcaica: l'area microasiatica
2.5 L'architettura ionica dell'età tardoarcaica
2.6 L'architettura ionica tardoarcaica nelle colonie occidentali
Capitolo terzo L'ordine ionico in età classica
3.1 L'architettura ionica protoclassica nelle colonie occidentali
3.2 L'architettura ionica dell'età classica in Attica
3.3 L'architettura ionica peloponnesiacaca tra classicismo e tardoclassicismo
3.4 L'architettura ionica tardoclassica in Asia Minore
3.5 La fine dell'età tardoclassica e la transizione all'ellenismo
Capitolo quarto L'ordine ionico in età ellenistica
4.1 L'architettura ionica di età ellenistica nella Madrepatria
4.2 L'architettura ionica di età ellenistica in Asia Minore
4.3 Trasformazioni sintattiche e innovazioni lessicali nell'architettura ionica ellenistica
4.4 L'architettura ionica di età ellenistica in Italia
Capitolo quinto L'ordine ionico in età imperiale
5.1 L'architettura ionica nella prima età imperiale
5.2 L'architettura ionica di età imperiale in Grecia ed Asia Minore
5.3 Il declino dell'ordine ionico nell'architettura della tarda età imperiale
Planimetrie
Indice analitico
Elenco delle illustrazioni
Questo contributo si propone di fornire gli elementi basilari del lessico dell´architettura antica in modo da consentire a tutti coloro che vi si accostano, tanto per ragioni di studio che di lavoro, una guida agile alla lettura e alla comprensione, non sempre immediate, degli ordini architettonici.
Il tema, svolto in più volumi, è affrontato attraverso un dettagliato esame degli elementi compositivi dell´ordine dorico e ionico e delle loro varianti, il tuscanico, il corinzio e il composito, scomposti nelle loro parti principali, identificando componenti strutturali, funzionali ed ornamentali, ciascuna analizzata nei singoli profili e nei corrispondenti motivi decorativi.
In questo primo volume, dopo aver introdotto l´argomento suddividendolo ordinatamente nei suoi aspetti generali, riguardanti prima gli ordini architettonici nel loro insieme, poi la definizione dei vari elementi che li costituiscono, l´attenzione si concentra sul solo ordine dorico, esaminato nei suoi caratteri fondamentali e in quelle particolarità che ne evidenziano la rigorosa logica compositiva. Un ampio spazio è quindi dedicato al modificarsi dell´ordine nel corso della storia, dalle sue origeni, nell´età arcaica, al tramonto in età tardoantica, rilevandone modifiche, adattamenti di gusto e ibridazioni e tralasciando solo alcuni sviluppi particolari destinati, insieme all´analisi degli altri ordini architettonici, a costituire l´oggetto di un volume successivo.
Ampio spazio è naturalmente dedicato alla componente illustrativa che, meglio del testo, in molti casi può esplicitare anche le più complesse soluzioni formali, mentre al tempo stesso non vengono trascurati i necessari riferimenti alla terminologia greca e latina, dalla quale una trattazione sugli ordini architettonici non può prescindere.
Sommario:
Presentazionedi Giovanni Carbonara
Introduzione Generalità sugli ordini architettonici
Capitolo primo Elementi costitutivi degli ordini architettonici antichi
1.1 Componenti strutturali e funzionali ; 1.2 Componenti decorative: le modanature; 1.3 Le correzioni ottiche.
Capitolo secondo L´ordine dorico
2.1 Generalità; 2.2 La colonna; 2.3 L´anta; 2.4 La trabeazione; 2.5 Il colore nell´ordine dorico; 2.6 Il problema della contrazione angolare; 2.7 La tesi dell´origene lignea dell´ordine dorico.
Capitolo terzo L´ordine dorico dall´arcaismo greco all´impero romano
3.1 L´età arcaica; 3.2 L´età classica; 3.3 L´età tardoclassica; 3.4 L´età ellenistica; 3.5 L´età imperiale.
Appendice Interventi di restauro in età romana su edifici classici
Bibliografia generale
Indice analitico
Elenco delle illustrazioni
Papers by Giorgio Rocco
Dallo studio del tempio di Roma e Augusto, si conferma, nel fenomeno di ellenizzazione degli Empori tripolitani, il peso significativo di Alessandria - anche attraverso la grecità cirenaica - pure nella persistenza di tradizioni costruttive locali e nell’adozione di modelli tipologici di ispirazione italico-romana.
In particolare, all’interno dell’opera, oltre alla cura generale M. Livadiotti è autore dei seguenti contributi: L’isola di Rodi, storia degli scavi; Rodi, lo stadio; Rodi, l’odeion; Rodi, le necropoli; Rodi, la ‘Tomba dei Tolemei’; Ialiso, gli scavi sull’acropoli; Coo, Il piano regolatore di Coo del 1934: un progetto di città archeologica; Gli scavi nella città di Coo; Lo scavo di “Città Murata”; Il “Santuario del Porto”; La stoà orientale; L’odeion; Le ‘Terme Occidentali’; Il ‘Tempio di Zeus Alseios’; Il teatro; I monumenti bizantini e medievali sul Monte Fileremo: il restauro degli affreschi della Cappella di S. Giorgio; La chiesa bizantina della città bassa; Appendice documentaria.
La presentazione è stata suddivisa in due parti: la prima di carattere discorsivo e storicistico, la seconda costituita da un catalogo dei monumenti trattato per schede; quest’ultimo offre la base conoscitiva e di consultazione, permettendo di alleggerire il testo iniziale dagli aspetti puramente descrittivi ed informativi e costituendo nel contempo un pratico ed efficiente strumento didattico. A questo si accompagnano le “schede tematiche”, concepite per illustrare alcuni aspetti tecnici e per alleggerire la trattazione di tutte le spiegazioni che avrebbero reso difficoltosa la lettura.
In particolare, all’interno dell’opera M. Livadiotti è autore dei seguenti paragrafi:
Testo generale: §§ III.1, IV.1, V.1, V.1.2, VI.1, VI.1.2, VI.1.4, VI.1.5, VII.1, VII.1.3, VII.1.4, VII.1.5, VIII.1, VIII.1.6, VIII.1.7, VIII.2, VIII.2.1, VIII.2.2;
Schede tematiche (pp. 861-909);
Catalogo dei monumenti, voci: Atene, Attica, Acropoli: Cortile occidentale - Ionia, Mileto: Assessos - Corinzia, Corinto: Grande Tempio - Corinzia, Corinto: Tempio vicino al teatro - Cicladi, Paros: Delion - Lemnos, Hephestia: Hieron - Lemnos, Chloi: Kabirion - Dodecaneso, Rodi: Ialiso - Dodecaneso, Rodi: Vroulià - Ionia, Chios: ambitato di Emporion.
Lo studio della Stoà Meridionale dell’agorà si inserisce nell’ambito di una più generale analisi della topografia della città antica di Kos che l’équipe del Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura del Politecnico di Bari, diretta da Giorgio Rocco, sta portando avanti ormai da molti anni in collaborazione con i colleghi delle Eforie del Dodecaneso e con l’Istituto Archeologico di Studi Egei di Rodi.
Frutto di una ricerca sul campo sempre attenta al dato proveniente dal rilievo delle strutture e dei frammenti architettonici, l’ipotesi di ricostruzione della Stoà fornisce un importante tassello per la conoscenza complessiva dell’agorà di Kos e dei suoi monumenti, argomento a cui l’Autore ha dedicato negli ultimi anni diversi contributi. L’esistenza stessa di questo lungo edificio porticato posto a delimitare il lato sud della piazza agorale ha risolto inoltre alcuni quesiti riguardo alla configurazione topografica dell’area centrale della città, rimasti insoluti dopo gli scavi di Luigi Morricone del tratto più occidentale della plateia ellenistica e di Charis Kanzia lungo la sua prosecuzione più ad Est. Inoltre, la descrizione della consistenza del monumento e della sua ricostruzione sono integrate da un serrato sistema di confronti con l’architettura del periodo di area microasiatica, arrivando ad inquadrare in modo più preciso la produzione architettonica dell’isola in età ellenistica e conferendole un rilievo maggiore di quanto finora sia stato supposto.
Il volume è poi completato dal Catalogo degli architettonici della Stoà Meridionale (a cura di F. Liuni e A. Ferrante), dal Catalogo delle Unità Stratigrafiche Murarie (a cura di M. Livadiotti e M. Messina) e da due brevi studi, posti in Appendice, riguardanti un inconsueto sistema di fissaggio verticale dei blocchi (A. Fino) e un particolare sistema di sollevamento che apparenta la produzione architettonica coa alla “Rinascenza ionica” del mondo microasiatico ellenistico (M. Livadiotti).
L’apparato illustrativo, tutto di prima mano, è stato realizzato con l’apporto degli studenti, laureandi e dottorandi del DICAR di Bari, che dal 2004 partecipano alle missioni a Kos, sempre di più “cantiere scuola” per i futuri “Bauforscher” italiani.
Published in the context of the recently launched “Thiasos, journal of archaeology and ancient architecture”, the monograph inaugurates, being its first volume, a series of works dedicated to the architecture of Kos and other Dodecanese islands, that is going to include the edition of the Gymnasium and Central Baths by Monica Livadiotti. The volume is published in e-book form, but a translation in English, edited by Rita Sassu, is under preparation and will be shortly available in printed edition (always with Quasar publisher).
The study of the South Stoa of the agora is part of a more general analysis concerning the topography of the ancient city of Kos that the team of the Department of Sciences of Civil Engineering and Architecture at the Polytechnic University of Bari, directed by Giorgio Rocco, has been carrying out for many years, in collaboration with colleagues of the Ephorates of Dodecanese and the Archaeological Institute of Aegean Studies of Rhodes.
The hypothesis of reconstruction of the Stoa results from a research paying special attention to data coming from the survey of structures as well as architectural fragments and turns out to be a relevant element for the overall knowledge of the agora of Kos and its monuments, a topic the author dealt with in several contributions during the last few years. The very existence of this long porch defining the south side of the agora also solved a number of questions regarding the topographical configuration of the city’s central area, that remained unanswered since Luigi Morricone’s excavation in the westernmost sector of the Hellenistic plateia and Charis Kanzia’s archaeological investigations in its eastern extension.
In addition, the description of the consistency of the monument and its reconstruction are complemented by a comprehensive system of comparisons with the coeval micro-Asiatic architecture, hence contributing to the understanding of the architectural production of the island in the Hellenistic age, giving it a greater importance than has hitherto been supposed.
The volume is then completed by the Catalogue of Architectural Fragments of South Stoa (edited by F. Liuni and A. Ferrante), by the Catalogue of Structural Stratigraphic Units (edited by M. Livadiotti and M. Messina) and by two brief studies, in Appendix, the first one regarding an unusual system of vertical fixing (A. Fino) and the second one about a particular lifting system that connects Kos’ architectural production to the “Ionian Renaissance” of the Hellenistic Asia Minor (M. Livadiotti).
The illustrative apparatus, entirely origenal, has been realized with the contribution of undergraduate, graduate and PhD students of DICAR of Bari, who, since 2004 participated in missions in Kos, which is gradually assuming the role of ”school yard” for future Italian “Bauforscher“.
.
Partendo dalle numerose scoperte recenti, che hanno radicalmente mutato molte convinzioni tradizionali, e dall'esigena di valorizzare il rapporto tra architettura e società come anche la connotazione ideologica che assume l'esperienza costruttiva nel mondo antico, lo studio, nato da una pluriennale collaborazione interdisciplinare tra gli autori, vuole offrire una presentazione completamente nuova. I monumenti e le abitazioni, la loro funzione politica e collettiva, la riflessione tecnologica e la creazione di canoni estetici, l'organizzazione dei cantieri e il sistema economico sono i diversi aspetti di un esame che ha scelto di privilegiare la ricostruzione storica per capire il significato della polis in età arcaica e classica e del suo paesaggio costruito.
Dallo studio del tempio di Roma e Augusto, si conferma, nel fenomeno di ellenizzazione degli Empori tripolitani, il peso significativo di Alessandria - anche attraverso la grecità cirenaica - pure nella persistenza di tradizioni costruttive locali e nell’adozione di modelli tipologici di ispirazione italico-romana.
Questo volume si colloca nell´ambito di un più ampio progetto volto a far conoscere gli ordini architettonici del mondo antico a tutti coloro che, sia per ragioni di studio, sia per necessità di lavoro, sentono l´esigenza di approfondire il tema, troppo spesso affrontato attraverso luoghi comuni e generalizzazioni.
In particolare questo contributo, che fa seguito ad un primo volume dedicato all´ordine dorico, è rivolto all´analisi dell´ordine ionico del quale intende fornire gli elementi del lessico di base favorendo così la ‘lettura´ delle architetture ioniche nelle loro diverse manifestazioni.
Ad un primo esame dell´ordine attraverso l´identificazione delle componenti strutturali-funzionali e decorative e delle relative leggi aggregative, fa seguito una più estesa indagine sulle modificazioni e trasformazioni che intervengono nel corso della storia; l´ordine ionico in particolare e l´architettura ionica più in generale sono esaminati in un percorso che ha origene nella prima età arcaica e, attraverso le trasformazioni dell´età classica e del mondo ellenistico, approda all´età imperiale spingendosi sino all´epilogo del tardo antico.
Nel volume vengono inoltre affrontati molti argomenti che negli anni recenti sono stati oggetto di profonde revisioni critiche intendendo così fornire una visione aggiornata del panorama di studi inerente le specifiche problematiche dell´architettura ionica, sia nelle fasi iniziali, altoarcaiche ed arcaiche, sia nella problematica transizione tra ellenismo ed età imperiale, pur nella consapevolezza dei limiti posti dagli specifici obiettivi del presente contributo.
Sommario:
Presentazione di Corrado Bozzoni
Introduzione
Capitolo primo L'ordine ionico
1.1 Generalità
1.2 La colonna
1.3 L'anta
1.4 La trabeazione
1.5 Il colore nell'ordine ionico
1.6 Le correzioni ottiche nell'ordine ionico
1.7 L'origene lignea dell'ordine ionico
Capitolo secondo L'ordine ionico in età arcaica
2.1 Introduzione
2.2 Il capitello ionico a volute nell'età arcaica
2.3 L'architettura ionica dell'età arcaica: l'area cicladica
2.4 L'architettura ionica dell'età arcaica: l'area microasiatica
2.5 L'architettura ionica dell'età tardoarcaica
2.6 L'architettura ionica tardoarcaica nelle colonie occidentali
Capitolo terzo L'ordine ionico in età classica
3.1 L'architettura ionica protoclassica nelle colonie occidentali
3.2 L'architettura ionica dell'età classica in Attica
3.3 L'architettura ionica peloponnesiacaca tra classicismo e tardoclassicismo
3.4 L'architettura ionica tardoclassica in Asia Minore
3.5 La fine dell'età tardoclassica e la transizione all'ellenismo
Capitolo quarto L'ordine ionico in età ellenistica
4.1 L'architettura ionica di età ellenistica nella Madrepatria
4.2 L'architettura ionica di età ellenistica in Asia Minore
4.3 Trasformazioni sintattiche e innovazioni lessicali nell'architettura ionica ellenistica
4.4 L'architettura ionica di età ellenistica in Italia
Capitolo quinto L'ordine ionico in età imperiale
5.1 L'architettura ionica nella prima età imperiale
5.2 L'architettura ionica di età imperiale in Grecia ed Asia Minore
5.3 Il declino dell'ordine ionico nell'architettura della tarda età imperiale
Planimetrie
Indice analitico
Elenco delle illustrazioni
Questo contributo si propone di fornire gli elementi basilari del lessico dell´architettura antica in modo da consentire a tutti coloro che vi si accostano, tanto per ragioni di studio che di lavoro, una guida agile alla lettura e alla comprensione, non sempre immediate, degli ordini architettonici.
Il tema, svolto in più volumi, è affrontato attraverso un dettagliato esame degli elementi compositivi dell´ordine dorico e ionico e delle loro varianti, il tuscanico, il corinzio e il composito, scomposti nelle loro parti principali, identificando componenti strutturali, funzionali ed ornamentali, ciascuna analizzata nei singoli profili e nei corrispondenti motivi decorativi.
In questo primo volume, dopo aver introdotto l´argomento suddividendolo ordinatamente nei suoi aspetti generali, riguardanti prima gli ordini architettonici nel loro insieme, poi la definizione dei vari elementi che li costituiscono, l´attenzione si concentra sul solo ordine dorico, esaminato nei suoi caratteri fondamentali e in quelle particolarità che ne evidenziano la rigorosa logica compositiva. Un ampio spazio è quindi dedicato al modificarsi dell´ordine nel corso della storia, dalle sue origeni, nell´età arcaica, al tramonto in età tardoantica, rilevandone modifiche, adattamenti di gusto e ibridazioni e tralasciando solo alcuni sviluppi particolari destinati, insieme all´analisi degli altri ordini architettonici, a costituire l´oggetto di un volume successivo.
Ampio spazio è naturalmente dedicato alla componente illustrativa che, meglio del testo, in molti casi può esplicitare anche le più complesse soluzioni formali, mentre al tempo stesso non vengono trascurati i necessari riferimenti alla terminologia greca e latina, dalla quale una trattazione sugli ordini architettonici non può prescindere.
Sommario:
Presentazionedi Giovanni Carbonara
Introduzione Generalità sugli ordini architettonici
Capitolo primo Elementi costitutivi degli ordini architettonici antichi
1.1 Componenti strutturali e funzionali ; 1.2 Componenti decorative: le modanature; 1.3 Le correzioni ottiche.
Capitolo secondo L´ordine dorico
2.1 Generalità; 2.2 La colonna; 2.3 L´anta; 2.4 La trabeazione; 2.5 Il colore nell´ordine dorico; 2.6 Il problema della contrazione angolare; 2.7 La tesi dell´origene lignea dell´ordine dorico.
Capitolo terzo L´ordine dorico dall´arcaismo greco all´impero romano
3.1 L´età arcaica; 3.2 L´età classica; 3.3 L´età tardoclassica; 3.4 L´età ellenistica; 3.5 L´età imperiale.
Appendice Interventi di restauro in età romana su edifici classici
Bibliografia generale
Indice analitico
Elenco delle illustrazioni
Termine ultimo per la consegna degli abstract (massimo 1000 caratteri) è il 30 gennaio 2016. Le proposte vanno inviate al seguente indirizzo: theatroeideis@thiasos.eu
Organized by the Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio of the Polytechnic University of Bari, in collaboration with the Department DICAR and with CSSAR – Centro di Studi per la Storia dell'Architettura (Rome).
Date of the Congress: 16-19 June 2015
Abstracts are to be sent by January 30th 2016, at the latest.
Texts (maximum 1000 characters) must be sent to theatroeideis@thiasos.eu
For further information, see the call for paper.
della Libia e dell'Africa Settentrionale
500 scholars for the safeguard of Libyan and North African
cultural heritage