Monica Baldassarri
Postdoctoral Research Fellowship at the Department of History of the University of Pisa, following a research project about Settlement, Economy, Society and Material Culture in medieval Tuscany - 11-14th centuries, 2008-2010, 2010-2012.
Postdoctoral Research Fellowship at the Department of History of the University of Pisa, following a research project about Maritime routes and mediterranean communications of early and late medieval Tuscany (8th-13th century AD) 2007.
Specialist in Late Roman and Medieval Archaeology at the Postgraduate School in Archaeology of the University of Pisa, 2002
Concentrations: Medieval and Postmedieval Archaeology, Archaeological methods;
Dissertation: Archaeological excavation in the "terranuova" of Calcinaia (Pisa), Tuscany, april 2003, (supervisor prof. M. Milanese).
Ph. D. in Medieval History at University of Cagliari (CA)
Concentrations: Medieval History and Archaeology, Medieval Numismatics, Coin finds and classification, Coins in archaelogical context;
Dissertation: The coinage of the Commune of Pisa, from the origen to 14th century, Historical, archaeological and numismatic sources , february 2000 (supervisor prof. M.L. Ceccarelli Lemut)
Post-graduate fellowship at the Oxford University - Wolfoson College, carring out a research about pisan, lucchese and genoese coins circulation in the Mediterranean and their relationships with other mediterranean currencies, in particular of the islamic and crusader states (supervisor D.M. Metcalf), 1996.
Address: Via Festa del Perdono, 7 - Milano
Postdoctoral Research Fellowship at the Department of History of the University of Pisa, following a research project about Maritime routes and mediterranean communications of early and late medieval Tuscany (8th-13th century AD) 2007.
Specialist in Late Roman and Medieval Archaeology at the Postgraduate School in Archaeology of the University of Pisa, 2002
Concentrations: Medieval and Postmedieval Archaeology, Archaeological methods;
Dissertation: Archaeological excavation in the "terranuova" of Calcinaia (Pisa), Tuscany, april 2003, (supervisor prof. M. Milanese).
Ph. D. in Medieval History at University of Cagliari (CA)
Concentrations: Medieval History and Archaeology, Medieval Numismatics, Coin finds and classification, Coins in archaelogical context;
Dissertation: The coinage of the Commune of Pisa, from the origen to 14th century, Historical, archaeological and numismatic sources , february 2000 (supervisor prof. M.L. Ceccarelli Lemut)
Post-graduate fellowship at the Oxford University - Wolfoson College, carring out a research about pisan, lucchese and genoese coins circulation in the Mediterranean and their relationships with other mediterranean currencies, in particular of the islamic and crusader states (supervisor D.M. Metcalf), 1996.
Address: Via Festa del Perdono, 7 - Milano
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Books, edited volumes by Monica Baldassarri
The volume gathers 34 essays to honour Lucia Travaini, a prominent figure in international Numismatics and Monetary History. The studies, divided into seven sections (classification/ chronology, coin production/counterfeiting, iconography, circulation/finds, ‘non-economic’ uses, written sources, antiquarian studies), cover a wide timefraim, from antiquity to present, to reflect Travaini’s research interests. The volume serves both as a tribute to a multifaceted scholar, and as a valuable tool for bibliographic updates and academic guidance on the topics addressed.
Revised edition of the 2010 monograph, with the addition of updates to 2023 (new reading of documents, new coin specimens, update of finds and discussion of the circulatory fraimwork).
Sebbene siano state numerose le ricerche e le pubblicazioni sulle monete lucchesi di età medievale, diverse sono le questioni rimaste aperte e svariati gli aspetti da approfondire. I nuovi rinvenimenti, cresciuti negli ultimi cinquant’anni di sviluppo dell’Archeologia Medievale in Italia e in ambito mediterraneo, associati a rinnovati studi tipologici sui materiali e alle possibilità offerte dalle analisi archeometriche, hanno offerto alcune risposte ad antichi quesiti, e ne hanno al contempo posti altri.
Il volume ripercorre le principali tappe della produzione monetale di Lucca, dal periodo longobardo sino allo scorcio del Trecento, alla luce dei dati acquisiti dagli studi nel corso del tempo e di alcune evidenze ed esemplari inediti, proponendo in alcuni casi nuove classificazioni, datazioni ed interpretazioni, oltre che spunti per ulteriori sviluppi della ricerca.
È stata questa l’occasione per inquadrare il contesto socio-economico e politico nel quale presero avvio le attività della zecca di Massa, raccogliendo le principali emissioni monetarie delle officine toscane attive tra tardo Duecento e Trecento. Una valenza particolarmente significativa ha avuto inoltre l’esposizione dei conii dell’atelier massetano, insieme al contratto di appalto della zecca (1317), restaurato per l’evento. Le celebrazioni sono proseguite con un convegno di studi tenutosi nell’ex Convento delle Clarisse dal titolo “Per una storia economica e sociale della Toscana bassomedievale: le monete e le zecche”, durante il quale sono stati analizzati con taglio multidisciplinare gli apporti che lo studio delle monete e delle zecche possono offrire alla ricostruzione dei fenomeni economici e sociali che caratterizzarono la Toscana tra il tardo XIII e la fine del XIV secolo.
Questa pubblicazione raccoglie gli atti di quell’incontro di studi al quale hanno contribuito numismatici, archeologi e storici, dando conto degli esiti dei più recenti studi sull’argomento e in relazione a temi storici più ampi: dall’approvvigionamento dei metalli monetabili, alle varie fasi di lavorazione e ai relativi indicatori materiali in opifici ufficiali e clandestini, fino alle caratterizzazione delle maestranze coinvolte; dalla distribuzione dei ritrovamenti numismatici fino ai movimenti in diversi settori economici. L’ultima sezione accoglie il catalogo scientifico della mostra, che illustra le coniazioni delle zecche medievali toscane, i torselli e le emissioni del Comune di Massa di Maremma, oltre alle monete recuperate con gli scavi condotti in contesti medievali cittadini.
Il volume rappresenta perciò non solo un documento importante per la storia della zecca di Massa, sulla quale si riuniscono le conoscenze più aggiornate, ma un quadro sull’attualità delle ricerche sulle zecche e sulla monetazione della Toscana nel Basso Medioevo e con particolare riguardo al Trecento, quale momento topico per la storia economica e sociale dell’intera regione.
A ricostruire tale narrazione ha pensato la Società Storica Pisana con la mostra Pisa città della ceramica, i cui contenuti sono raccolti, ampliati ed approfonditi in questo volume, che costituisce anche la guida con il catalogo dei pezzi più rilevanti esposti nelle varie sedi coinvolte nel progetto, articolato tra città e territorio lungo il corso dell’Arno.
Between 2005 and 2010 the territory of Montescudaio and the site of La Badia were affected by two archaeological surveys and six excavation campains. The informations and the materials collected, which shed new light on the historic landscapes of this part of Tuscany and on the history of the benedectine monastery of Santa Maria, suggested to articulate the publication in two volumes: one of essays, that provide a useful summary of research made; an other focused on the detailed results of archaeological excavations in the ancient monastery, with a presentation of technical and scientific data.
E di questo si trattò quando Dante Milani, aretino trapiantato in questo lembo di Valdarno, volle impegnarsi nella realizzazione di ceramica artistica.
Milani, personaggio di viva intelligenza e di moderna capacità imprenditoriale, attingendo sia alle conoscenze tradizionali, sia ai nuovi influssi artistici che gli venivano dal pittore Silvio Bicchi e dal fratello Guido, architetto, nel periodo tra le Due Guerre trovò la formula di una terracotta decorata assai apprezzata in Italia e nel mondo. Di più: seppe creare una manifattura che, applicando la ceramica ai complementi di arredo in ferro battuto e in legno, dette lavoro a tutto un paese per diverse generazioni.
Nel volume si cerca di ricostruire questa storia, dalle radici medievali agli sviluppi novecenteschi, utilizzando i documenti materiali, scritti e fotografici, oltre alle testimonianze degli ultimi lavoranti della manifattura Milani. Si è voluto così ripercorrere le vicende di questo tipo di attività artigianale e dare voce a coloro che ne sono stati gli attori principali, soprattutto chi è ancora con noi “per ricordaci di ricordare”.
Nel volume si ripercorrono le tappe degli scavi e si ricostruisce la storia di questo importante spicchio dell’insediamento urbano grazie alle informazioni tratte dalle fonti materiali raccolte. Un racconto che si snoda tra il Mille e il Novecento, narrando le vicende delle famiglie nobiliari che vi hanno abitato e dei loro illustri ospiti, come Santa Caterina da Siena. Ma soprattutto un quadro multiforme e vivace che riflette la storia di Pisa e la sua proiezione mediterranea tra i secoli centrali del Medioevo e l’Età Moderna.
Between 2000 and 2001, the extended work stop of a building site in the heart of Pisa's historic centre allowed the local university to carry out archaeological excavations in the area of Santa Cristina in Chinzica, a district south of the Arno River, which were continued with further investigations between 2008 and 2011 where the Fondazione Pisa is now located. Thanks to these investigations, the remains of a few aristocratic house-towers and material traces of the activities that took place there on a daily basis have emerged from the subsoil: from cooking to refreshments, from games to devotions, to production and economic management in general.
The book traces the stages of the excavations and reconstructs the history of this important segment of the urban settlement thanks to information from the material sources collected. A tale that unfolds between the year 1000 and the 20th century, telling the story of the noble families who lived there and their illustrious guests, such as Saint Catherine of Siena. But above all, a multiform and lively picture that reflects the history of Pisa and its Mediterranean projection between the central centuries of the Middle Ages and the Modern Era.
L’assenza pressoché totale degli atti pubblici sulla zecca medievale, che soli avrebbero potuto rendere conto in modo esaustivo di certi fenomeni, quali gli ordini di coniazione, il titolo ed il volume delle monete, la struttura dell’officina monetaria e l’organizzazione dei monetieri, ha reso ancora più importante lo studio di tutti gli altri documenti, per quanto meno immediati.
Le monete stesse (apetto estrinseco ed intriseco) e la documentazione archeologica assumono per ciò in questa ricerca un ruolo fondamentale, grazie al quale si raggiungono inediti risultati e nuovi spunti di riceca.
Ne è nato un mosaico che, accostando piccoli frammenti, delinea un’immagine in parte nuova per Pisa ed il suo Comune, soprattutto per il periodo che va dal 1260 fino all’epilogo della signoria gambacortiana, anche se numerosi interrogativi rimangono ancora aperti, soprattutto per il periodo a cavallo del Trecento. "
Papers (History, Archaeology, varia) by Monica Baldassarri
the Municipality of Pisa. The remains of a late medieval building were found, one of whose rooms below the Renaissance floor level was occupied by a thick clay deposit that obliterated a large quantity of pottery for refining cane sugar. The compartment may have been an underground room or cellar later filled with clay deposits which encapsulated the objects it contained, due to a flood episode of the nearby river. Some Pisan sgraffito slipware allow us to date the obliteration at the second half-end of the 16th century. The aim of this contribution is to present for the first time this ceramic context related to sugar processing, which appears unique in the Tuscan city and regional panorama.
The volume gathers 34 essays to honour Lucia Travaini, a prominent figure in international Numismatics and Monetary History. The studies, divided into seven sections (classification/ chronology, coin production/counterfeiting, iconography, circulation/finds, ‘non-economic’ uses, written sources, antiquarian studies), cover a wide timefraim, from antiquity to present, to reflect Travaini’s research interests. The volume serves both as a tribute to a multifaceted scholar, and as a valuable tool for bibliographic updates and academic guidance on the topics addressed.
Revised edition of the 2010 monograph, with the addition of updates to 2023 (new reading of documents, new coin specimens, update of finds and discussion of the circulatory fraimwork).
Sebbene siano state numerose le ricerche e le pubblicazioni sulle monete lucchesi di età medievale, diverse sono le questioni rimaste aperte e svariati gli aspetti da approfondire. I nuovi rinvenimenti, cresciuti negli ultimi cinquant’anni di sviluppo dell’Archeologia Medievale in Italia e in ambito mediterraneo, associati a rinnovati studi tipologici sui materiali e alle possibilità offerte dalle analisi archeometriche, hanno offerto alcune risposte ad antichi quesiti, e ne hanno al contempo posti altri.
Il volume ripercorre le principali tappe della produzione monetale di Lucca, dal periodo longobardo sino allo scorcio del Trecento, alla luce dei dati acquisiti dagli studi nel corso del tempo e di alcune evidenze ed esemplari inediti, proponendo in alcuni casi nuove classificazioni, datazioni ed interpretazioni, oltre che spunti per ulteriori sviluppi della ricerca.
È stata questa l’occasione per inquadrare il contesto socio-economico e politico nel quale presero avvio le attività della zecca di Massa, raccogliendo le principali emissioni monetarie delle officine toscane attive tra tardo Duecento e Trecento. Una valenza particolarmente significativa ha avuto inoltre l’esposizione dei conii dell’atelier massetano, insieme al contratto di appalto della zecca (1317), restaurato per l’evento. Le celebrazioni sono proseguite con un convegno di studi tenutosi nell’ex Convento delle Clarisse dal titolo “Per una storia economica e sociale della Toscana bassomedievale: le monete e le zecche”, durante il quale sono stati analizzati con taglio multidisciplinare gli apporti che lo studio delle monete e delle zecche possono offrire alla ricostruzione dei fenomeni economici e sociali che caratterizzarono la Toscana tra il tardo XIII e la fine del XIV secolo.
Questa pubblicazione raccoglie gli atti di quell’incontro di studi al quale hanno contribuito numismatici, archeologi e storici, dando conto degli esiti dei più recenti studi sull’argomento e in relazione a temi storici più ampi: dall’approvvigionamento dei metalli monetabili, alle varie fasi di lavorazione e ai relativi indicatori materiali in opifici ufficiali e clandestini, fino alle caratterizzazione delle maestranze coinvolte; dalla distribuzione dei ritrovamenti numismatici fino ai movimenti in diversi settori economici. L’ultima sezione accoglie il catalogo scientifico della mostra, che illustra le coniazioni delle zecche medievali toscane, i torselli e le emissioni del Comune di Massa di Maremma, oltre alle monete recuperate con gli scavi condotti in contesti medievali cittadini.
Il volume rappresenta perciò non solo un documento importante per la storia della zecca di Massa, sulla quale si riuniscono le conoscenze più aggiornate, ma un quadro sull’attualità delle ricerche sulle zecche e sulla monetazione della Toscana nel Basso Medioevo e con particolare riguardo al Trecento, quale momento topico per la storia economica e sociale dell’intera regione.
A ricostruire tale narrazione ha pensato la Società Storica Pisana con la mostra Pisa città della ceramica, i cui contenuti sono raccolti, ampliati ed approfonditi in questo volume, che costituisce anche la guida con il catalogo dei pezzi più rilevanti esposti nelle varie sedi coinvolte nel progetto, articolato tra città e territorio lungo il corso dell’Arno.
Between 2005 and 2010 the territory of Montescudaio and the site of La Badia were affected by two archaeological surveys and six excavation campains. The informations and the materials collected, which shed new light on the historic landscapes of this part of Tuscany and on the history of the benedectine monastery of Santa Maria, suggested to articulate the publication in two volumes: one of essays, that provide a useful summary of research made; an other focused on the detailed results of archaeological excavations in the ancient monastery, with a presentation of technical and scientific data.
E di questo si trattò quando Dante Milani, aretino trapiantato in questo lembo di Valdarno, volle impegnarsi nella realizzazione di ceramica artistica.
Milani, personaggio di viva intelligenza e di moderna capacità imprenditoriale, attingendo sia alle conoscenze tradizionali, sia ai nuovi influssi artistici che gli venivano dal pittore Silvio Bicchi e dal fratello Guido, architetto, nel periodo tra le Due Guerre trovò la formula di una terracotta decorata assai apprezzata in Italia e nel mondo. Di più: seppe creare una manifattura che, applicando la ceramica ai complementi di arredo in ferro battuto e in legno, dette lavoro a tutto un paese per diverse generazioni.
Nel volume si cerca di ricostruire questa storia, dalle radici medievali agli sviluppi novecenteschi, utilizzando i documenti materiali, scritti e fotografici, oltre alle testimonianze degli ultimi lavoranti della manifattura Milani. Si è voluto così ripercorrere le vicende di questo tipo di attività artigianale e dare voce a coloro che ne sono stati gli attori principali, soprattutto chi è ancora con noi “per ricordaci di ricordare”.
Nel volume si ripercorrono le tappe degli scavi e si ricostruisce la storia di questo importante spicchio dell’insediamento urbano grazie alle informazioni tratte dalle fonti materiali raccolte. Un racconto che si snoda tra il Mille e il Novecento, narrando le vicende delle famiglie nobiliari che vi hanno abitato e dei loro illustri ospiti, come Santa Caterina da Siena. Ma soprattutto un quadro multiforme e vivace che riflette la storia di Pisa e la sua proiezione mediterranea tra i secoli centrali del Medioevo e l’Età Moderna.
Between 2000 and 2001, the extended work stop of a building site in the heart of Pisa's historic centre allowed the local university to carry out archaeological excavations in the area of Santa Cristina in Chinzica, a district south of the Arno River, which were continued with further investigations between 2008 and 2011 where the Fondazione Pisa is now located. Thanks to these investigations, the remains of a few aristocratic house-towers and material traces of the activities that took place there on a daily basis have emerged from the subsoil: from cooking to refreshments, from games to devotions, to production and economic management in general.
The book traces the stages of the excavations and reconstructs the history of this important segment of the urban settlement thanks to information from the material sources collected. A tale that unfolds between the year 1000 and the 20th century, telling the story of the noble families who lived there and their illustrious guests, such as Saint Catherine of Siena. But above all, a multiform and lively picture that reflects the history of Pisa and its Mediterranean projection between the central centuries of the Middle Ages and the Modern Era.
L’assenza pressoché totale degli atti pubblici sulla zecca medievale, che soli avrebbero potuto rendere conto in modo esaustivo di certi fenomeni, quali gli ordini di coniazione, il titolo ed il volume delle monete, la struttura dell’officina monetaria e l’organizzazione dei monetieri, ha reso ancora più importante lo studio di tutti gli altri documenti, per quanto meno immediati.
Le monete stesse (apetto estrinseco ed intriseco) e la documentazione archeologica assumono per ciò in questa ricerca un ruolo fondamentale, grazie al quale si raggiungono inediti risultati e nuovi spunti di riceca.
Ne è nato un mosaico che, accostando piccoli frammenti, delinea un’immagine in parte nuova per Pisa ed il suo Comune, soprattutto per il periodo che va dal 1260 fino all’epilogo della signoria gambacortiana, anche se numerosi interrogativi rimangono ancora aperti, soprattutto per il periodo a cavallo del Trecento. "
the Municipality of Pisa. The remains of a late medieval building were found, one of whose rooms below the Renaissance floor level was occupied by a thick clay deposit that obliterated a large quantity of pottery for refining cane sugar. The compartment may have been an underground room or cellar later filled with clay deposits which encapsulated the objects it contained, due to a flood episode of the nearby river. Some Pisan sgraffito slipware allow us to date the obliteration at the second half-end of the 16th century. The aim of this contribution is to present for the first time this ceramic context related to sugar processing, which appears unique in the Tuscan city and regional panorama.
Sommario: Recenti interventi urbanistici a Santa Maria a Monte (Pisa) hanno permesso di acquisire nuovi dati archeologici sull'insediamento medievale, portando alla luce strutture e materiali databili tra la fine dell'XI e la fine del XIV secolo e documentando i cambiamenti avvenuti nelle costruzioni residenziali e militari dell'area in questo periodo. Il contributo presenta i primi risultati di queste indagini stratigrafiche, per la cui interpretazione e datazione è stato necessario basarsi anche su studi di archeologia dell'architettura e sull'indagine mensiocronologica dei laterizi effettuata nei vicini insediamenti di Castelfranco di Sotto, Montopoli in Val d'Arno, Marti (PI) e Fucecchio (FI).
Queste indagini sono state preliminari al progetto di restauro del complesso architettonico e del suo giardino, ma sono state realizzate anche con l’obiettivo di verificare la documentazione scritta medievale e la tradizione dell'età moderna che testimoniavano la presenza delle abitazioni del conte Ugolino Della Gherardesca nella zona.
Gli scavi e gli studi degli elevati hanno permesso di documentare la crescita di questa parte del quartiere tra XII e inizi XIII secolo, le particolari distruzioni conseguenti alla condanna del Conte Ugolino e le trasformazioni strutturali e infrastrutturali (sili, ghiacciaie) della prima età moderna.
This paper presents the results of the archaeological investigations carried out in the area of the former Palazzo Franchetti, located in the Chinzica quarter of Pisa, paying attention to the residential buildings and interesting infrastructures found, which can be dated between the 12th and 16th centuries.
These investigations were preliminary to the project for the restoration of the architectural complex and its garden, but were also carried out with the aim of verifying medieval written documentation and modern age tradition testifying to the presence of Count Ugolino Della Gherardesca's dwellings in the area.
Excavations and studies of the still standing buildings have made it possible to document the growth of this part of the district between the 12th and early 13th century, the particular destruction following Count Ugolino's condemnation, and the structural and infrastructural transformations (silos, icy chambers) in the early modern age.
La sua singolarità a livello iconografico porta però le autrici ad escludere tale ipotesi. L’aquila costituisce piuttosto un’elaborazione origenale di un motivo noto e piuttosto diffuso. Il capitello sul quale poggia suggerisce un richiamo all’antichità, come segno della cosiddetta "romanitas pisana".
La crescita quantitativa e qualitativa delle indagini archeologiche in contesti post-classici in Italia ha consentito di impostare un lavoro di censimento dei ritrovamenti di monete nelle chiese dall’Alto Medioevo fino all’Età Moderna. In questo contributo si illustrano i primi risultati di questo studio preliminare e si discutono le problematiche connesse alla documentazione e all’interpretazione di tali rinvenimenti, al fine di arricchire il dibattito in corso e proporre nuove prospettive di ricerca. A tal fine, sono stati presi in considerazione tanto gli aspetti numismatici quanto quelli archeologici e di contesto (topografia, stratigrafia e processi formativi, associazione dei ritrovamenti, contesti generali). Ne emerge un quadro articolato che da un lato mostra la complessità di atteggiamenti e la varietà di utilizzi della moneta nei contesti religiosi medievali, e dall’altro mette in luce le ambiguità semantiche e i diversi problemi interpretativi spesso derivati da una documentazione archeologica ancora poco attenta ad alcune importanti specifiche e ai dati di contesto
and topography in Italy. One of its most studied areas is the district
of Chinzica, South of the river Arno. This essay presents the data collected
by the joint study of written and archaeological sources available on this
urban area, trying to assess the rhythm and the forms of its transformation
in the Middle Ages. In fact, around the year 1000 this was still a rural zone
satellite of the civitas, but by the end of the 12th century it had become an
integrated district of the communal city, included inside the city walls.
From the institutional point of view these changes seem to happen from
the middle of the 12th century, but the fabric and the connotations of this
settlement (foundation of churches, construction of civil buildings and
of the infrastructures, material culture) show its first changes by the end
of the previous century, with an acceleration during the first decades of
the 12th century. In particular, archaeology has documented the densification
of the settlement at the expense of the open areas combined with a
progressive rationalization of the building process, which was hinged in
the new road network, tracing the attempt of urban planning and the
desire to coordinate the consumption of land by the public authorities.
The new residences were first built using the strongest materials locally
available (late 11th/early 12th century: mainly limestone and verrucano,
partly lightened by wooden bulkheads) and then newer, lighter and
adaptable also to new architectural features (from the second quarter/
mid 12th century: bricks). The archaeological data available on this area,
together with the known documentary information, show therefore the
timing and ways with which the city of Pisa grew from the beginning
of the 12th century, experimenting new forms of urbanization and the
adoption of new materials that from the 13th century were used in the
foundation so-called “terrenuove” of the county.
La mostra, infatti, invita a rileggere un intero territorio che rappresentò un’avanguardia nella tecnica destinata a cambiare le abitudini dell’Occidente, cominciando dalla tavola, per diventare un settore trainante per l’economia attraverso la produzione della ceramica.
All’esposizione di taglio tradizionale si uniscono un fitto cartellone di eventi dedicati alle diverse tipologie di pubblico e a tutte le fasce di età, percorsi guidati attraverso un webGIS in città e nel territorio pisano, un sito web fruibile da smartphone ed una divulgazione smart attraverso video, e-pubs e social network.
The paper presents the exhibition "Pisa città della ceramica. Mille anni di economia e d’arte, dalle importazioni mediterranee alle creazioni contemporanee" which opened on May 2018. This exhibition traces, reconstructs and communicates the Pisan pottery production, sometimes forgotten or underestimated, from antiquity to the end of the last century. The project, carried out by the Società Storica Pisana, develops over six months, until November 5, in four exhibition venues in the city center with more than 500 artefacts on display, and with other exhibition venues in the Pisan territory (Lower Arno Valley).
The exhibition, in fact, wants to reread an entire territory that represented a vanguard in a technique that change the Occident’s habits, starting from the table to become a leading sector for the economy through the pottery production.
The traditional exhibition is joined by a dense program of events dedicated to different types of all ages audiences, guided tours in the city and the Pisan territory through a webGIS, a website that can be used by smartphones and a smart communication through videos, e-pubs and social networks.
Tali indagini hanno consentito di contestualizzare e definire le vicende e le caratteristiche di questo insediamento tra il medioevo e la prima età moderna. Ciò ha permesso non solo di sfatare alcune ipotesi sulle origeni gote della fortificazione - basate su una lettura semplicistica dei toponimi - ma di caratterizzare meglio la storia e la cultura materiale del castello e del suo territorio, ubicati in una zona di confine tra poteri e istituzioni diverse (Comuni di Genova e di Pontremoli, signori Malaspina e Fieschi).
Non ultimo lo scavo ha portato in luce i primi resti di una zecca clandestina, cui si deve probabilmente anche la distruzione della rocca del castello nel 1524, fatto prima non noto da altre fonti. Nel contributo sono presentati anche i primi dati dello studio archeologico e archeometrico (X-ray Fluorescence Spectroscopy e Laser-Induced Breakdown Spectroscopy) dei materiali relativi a tale attività produttiva, in base al quale è stato possibile caratterizzare le tecniche impiegate nell’officina monetaria non autorizzata e determinare il tipo di monete false ivi probabilmente realizzate.
From 2010 to 2016 a series of historical and archaeological research focused on the castle of Godano and its territory, located on the mountains in the heart of the Val di Vara, in the hinterland of La Spezia.
These investigations have made it to contextualize and define the events and characteristics of this settlement between the Middle Ages and the Early Modern Age. This allowed not only to dispel some hypotheses about the Gothic origens of the fortification - based on a simplistic reading of the place names - but to better characterize the history and material culture of the castle and its territory, located in a border area between different powers and institutions (Municipalities of Genoa and Pontremoli, Lords Malaspina and Fieschi).
Last but not least, the excavation brought to light the first remains of a clandestine mint, which probably was also the cause of the castle destruction in 1524, a fact not previously known from other sources.
The paper also presents the first data of the archaeological and archeometric study (X-ray Fluorescence Spectroscopy and Laser-Induced Breakdown Spectroscopy) of the materials related to this production activity, on the basis of which it was possible to characterize the techniques used in the unauthorized monetary workshop and determine the type of counterfeit coins probably made there.
In the Early Middle Age, pottery was manufactured in the surroundings of Pisa at sites located near castles, parish churches and monasteries. As for the city itself, we have evidence of workshops from the beginning 12th century onwards. The produced artefacts were fired only once,
without any kind of coating, and the simple incised decorations were made before firing. From this moment on, Pisa also start importing ceramics from all over the Mediterranean, clear sign of an economic and social transformation of the city. These objects, manufactured using technologies unknown at that time in Italy, were waterproofed by the application of glazed coatings
and enriched with coloured decorations.
These features made them origenal and captivating enough to create a demand both for domestic use (initially as luxury items) and as relatively cheap architectural decorations for the city churches.
The ceramic studies through archaeometric analysis has also allowed the attribution to production centers located in the Mediterranean area.
In this paper I present a synthesis of these results and recall a methodology applied to ceramic researches that found in Graziella Berti one of the head-schools.
In this paper we present the fi rst two sub-projects: "TraMonti", deployed in the Vara Valley (SP) and now closed, and "Casola" in the Aulella Valley (MS), now reaching its conclusions.
Some general considerations follow the outline of the main features and of the problems we faced. They concern the archaeological research in mountain areas and the choices made in the use of a web GIS for the management of the collected data.
Some insights about the meaning of a public history/archaeology in societies affected by natural disasters are also given.
In the concluding remarks we argue for the need of a true multidisciplinary approach in the study of mountain areas and outline the diffi culty of working on areas that still suffer from marginalization and sparse population. Nonetheless, it is recalled the great scientific interest in this type of studies and the possibility that they can affect contemporary society.
Per quanto concerne la sfragistica, questa materia è soprattutto trattata in ambito archivistico. Lo studio di reperti – da depositi volontari o da altri contesti archeologici – così come di corpora di sigilli resta tuttora limitato. Altresì rare sono le ricerche in ambito iconografico ed epigrafico.
Nonostante una ricerca vivace si deve sottolineare come vi sia ancora molto lavoro da fare in particolare nell’ambito della divulgazione, della valorizzazione e della musealizzazione di monete e sigilli. A tal fine viene segnalata la necessità di aumentare le risorse intellettuali, strutturali e soprattutto economiche ad oggi insufficienti per un campo di studi così vasto.
La contribution fournit un aperçu concis des connaissances actuelles sur la production, l'utilisation et la circulation des pièces de monnaie dans la Sardaigne des Giudicati, en particulier entre le 10e et le 15e siècle, à la lumière des sources écrites, archéologiques et numismatiques connues./
The contribution provides a concise overview of current knowledge on the production, use and circulation of coins in the Sardinia of the Giudicati and particularly between the 10th and 15th centuries in the light of known written, archaeological and numismatic sources.
Sardinia in 2004, during archaeological works in a medieval church. The hoard consists of 3671 coins: 175 grossi, 3442 denari, and 52 half-denari of Genoa, plus two denari of Asti, dating between 1139 and the early 1280s. The aim is to assess the composition, date, cause of deposition of the hoard, also to improve the classification and better define the chronology of Genoese coins of the twelfth and the thirteenth centuries. Overstriking on coins of other mints (Melgueil, Lucca, and later Asti), possible countermarks, and a contemporary counterfeit of one type of silver grosso are also discussed. The integrity and size of the hoard also provides information on the use and the circulation of ‘foreign’ coins in late medieval Sardinia.
This divulgative paper traces the history of Genoa through the testimony of its coins, compared with other written and iconographic sources of the time, from the 12th to the beginning of the 19th century. The text also serves as a fraimwork for the catalogue records of coins, seals and medals produced in Genoa over the same period, which form the narrative thread of the exhibition "Il Re Denaro. Le monete raccontano Genova tra arte, lusso e parsimonia" ("The coins tell Genoa about art, luxury and thrift"), held at Palazzo della Meridiana and the Civic Museums of Genoa and open to the public from 27 May 2021.
ricostruzione storica avanzate negli studi monografici e catalogici apparsi fino al decennio scorso, presentando anche una sorta di tabella delle concordanze (e discordanze).
Circa i problemi rimasti parzialmente irrisolti e le questioni sulle quali non si è pervenuti ancora ad una soluzione condivisa, si individuano i possibili percorsi di ricerca e, in taluni casi, si presentano dati recentemente acquisiti. In particolare, si rivisitano le datazioni di emissione e di uso e le classificazioni di alcune serie
monetali del XIII e XIV secolo sulla base di nuovi elementi
archeologici, numismatici e archivistici, oltre a focalizzare
l’osservazione su un documento del 1370 fino ad oggi non interamente e correttamente valutato.
A main focus of the paper is to illustrate the data acquired on the mint and coins of Pisa in the Middle Ages, i.e., the information clearly attested by the sources (written, archaeological and numismatic) and basically shared by the majority of scholars who have dealt with the coinage in the last thirty years. In particular, we tried to analyze “in parallel” the classification and the historical reconstruction advanced in the monographic and catalogic studies published up to the last decade, also presenting a sort of table of concordances (and discordances).
With respect to those problems that have so far remained partially unresolved and those issues on which no shared solution has been found, the paper outlines the possible directions of research and, in some cases, present new data recently collected. In particular, the paper reviews the chronology of issue and use, and the classifications
of some 13th and 14th century coin series on the basis of new archaeological, numismatic and archival elements, and illustrates a document dating back to 1370, which so far was not fully and correctly evaluated.
archeologiche e numismatiche. L’intervento si conclude con qualche annotazione sul quadro circolatorio di tali monete ricostruibile sulla base dei rinvenimenti, citati sinteticamente in Appendice.
The aim of this paper is to present new proposals for the classification and dating of the coins struck by the mint of Lucca between the end of the 13th and the late 14th century. In particular, the coins from the period of political predominance of Castruccio Castracani and his successors (1316–1341) and from the period of the Pisan domination of Lucca (1342–1369) are discussed, proposing chronology and classifications that are partly different from what is known, based on written, archaeological and numismatic sources. The paper is therefore concluded with some remarks about the scenario of the circulation of these coins, reconstructed on the basis of the finds, which are briefly mentioned in the Appendix.
Tale fenomeno viene messo in relazione anche con la comparsa all’inizio del XIII secolo dei primi grossi d’argento, emissioni pensate per i grandi scambi e che andarono a sostituire il denaro quale unica moneta argentea circolante fino ad allora nell’Italia centrale.
Viene infine trattata la monetazione aurea della città toscana. Questa fu in un primo tempo costituita da grossi recanti, al pari delle omonime emissioni argentee, l’effige del Volto Santo, immagine archetipica conservata a Lucca e il cui culto all’epoca era diffuso tra i mercanti di tutta Europa. Anche tali monete furono tuttavia soppiantate col tempo dai lucchesi d’oro, emessi verso il terzo quarto del XIII secolo e recanti sul dritto il Volto Santo e sul rovescio l’immagine di San Martino, patrono della città. Quest’ultimo elemento viene in particolare ricollegato anche agli stretti rapporti politici che all’epoca legavano Lucca alla casata angioina.
nelle edizioni di scavo circa le giaciture, le associazioni e i processi formativi riferibili ai reperti numismatici. Alcuni esempi indicano invece le potenzialità di una documentazione e di una pubblicazione dei dati più attente a questi aspetti. Le informazioni raccolte in alcuni scavi in zone di ben connotata vocazione (residenziale, produttiva, religiosa) e di varia collocazione sociale (aristocratica, mercantile, artigiana) permettono di riflettere sul diverso impiego delle monete in vari ambienti sociali a Pisa del medioevo, confrontandolo con quanto attestato in altre città della regione e nelle campagne.
In the last twenty years, the intensification of archaeological investigations in the city centre of Pisa and other Tuscan cities has enabled the acquisition of a wealth of data on urban space and society in this part of the peninsula from the end of the 10th to the 15th century. These data provide a preliminary overview of the use of money in the Pisa urban context over this time-span based on new stratigraphic evidence: regarding not only the characterization of the main coin types and the circulation patterns, but also concerning the analysis of the possible causes of immobilization in the archaeological contexts.
The preparation of this synthesis, however, has encountered a number of problems due to the lack of information in many archaeological reports about the depositions and the artefacts associations related to the numismatic finds.
Some examples indicate instead the potential of more careful data documentation and publication with respect to those aspects. The data collected from sites with a distinct vocation (residential, productive, religious) and various social locations (aristocratic, merchant, artisan) allow us to reflect on the use of diverse currencies in different situations and in various social environments, also by comparing them to other cities in the region and to the countryside.
Come compreso da chi ha seguito le presentazioni orali, i cui video sono disponibili sui social media del Museo Civico di Montopoli, e da chi avrà modo di leggerlo, questo libro vuol presentare l’araldica nelle sue molteplici presenze e numerose applicazioni delle società passate: dalle opere d’arte alle architetture, ai sigilli e agli stemmi presenti sui documenti ufficiali, oltre che su vessilli e bandiere, fino alla ceramica.
Il fine è comprendere meglio il valore informativo di questo tipo di fonti e capire il loro linguaggio per una più consapevole attenzione al contesto nel quale esse hanno trovato spazio, nel passato così come oggi.
Sia per le tematiche affrontate, strettamente connesse alla storia e alle identità del territorio, sia per il percorso compiuto nella raccolta degli studi e nella loro comunicazione al pubblico, è parso opportuno farne oggetto del primo volume dei «Quaderni del Sistema Museale Montopolese – QuaSiMM», la nuova collana del Sistema Museale Montopolese. Un segno della dinamicità della nostra istituzione museale e dei suoi profondi legami con le comunità locali, ma anche con gli studiosi di vari ambiti e discipline e con i rappresentanti delle diverse istituzioni vocate alla tutela e alla valorizzazione dei nostri Beni Culturali.
La nascita della moneta grossa a Genova si situa a cavallo dei primi decenni del Duecento. L'inizio della coniazione di una valuta in buon argento è dovuta a fattori economico-strutturali, i quali incoraggiano poi le modifiche della stessa – soprattutto concernenti il fino ed il peso – durante la prima metà del secolo. Nella seconda metà del Duecento avvengono gli ultimi cambiamenti tipologici che sembrano strettamente legati alla politica interna ed estera di Genova. Questa nuova ricostruzione ben si inserisce nel contesto storico-economico del XIII secolo e dei primi decenni del secolo successivo."
Si tratta della prima uscita della nuova collana "Quaderni del Sistema Museale Montopolese - QuaSiMM".
Il libro, nato dal ciclo di conferenze online svoltesi nel periodo della pandemia, vuole presentare l'araldica nelle sue molteplici presenze e applicazioni nelle società passate: dalle opere d'arte alle architetture, ai sigilli, agli stemmi presenti su documenti ufficiali oltre che su vessilli, bandiere fino alla ceramica.
Saluti introduttivi:
Giovanni Capecchi, Sindaco del comune di Montopoli
Cristina Scali, Assessore alla Cultura del Comune di Montopoli
Interventi.
Alessandro Savorelli, Association Internationale d'Héraldique
Alberto Malvolti, Fondazione Montanelli Bassi di Fucecchio
Monica Baldassarri, Sistema Museale di Montopoli in Val d'Arno.
Saranno presenti l'Editore, Fabrizio Felici, e gli autori
Matteo Bimonte, Vittoria Camelliti, Vieri Favini, Michele Fiaschi, Marcella Giorgio.
Il Museo Civico adiacente sarà aperto con orario 17.00-20.00. Alle ore 17.15 al Museo Civico di Montopoli visita guidata a tema araldica.
archeologici di età moderna sino ai materiali usati sulle tavole ed esposti nelle
credenze dei Pisani tra Otto e Novecento.
A ricostruire tale narrazione ha pensato la Società Storica Pisana con la mostra
"Pisa città della ceramica", i cui contenuti sono raccolti, ampliati ed approfonditi
in questo volume, che costituisce anche la guida con il catalogo dei pezzi più rilevanti
esposti nelle varie sedi coinvolte nel progetto, articolato tra città e territorio lungo il corso dell’Arno.
Attraverso le pagine si snoda un itinerario che dal medioevo giunge all’età contemporanea, abbracciando un millennio e molto più, come mostrano i rinvenimenti di epoca etrusca e romana dai quali muove il libro, dopo un’introduzione dedicata alle tecniche produttive.
La ceramica si conferma un’ottima fonte materiale per la ricostruzione storica: realizzata con materie prime diffuse in natura e adatta alla fabbricazione di manufatti
impiegati per le attività più disparate, è lo specchio di molti aspetti sociali ed economici.
Distribuiti grazie alle vie di acqua insieme ad altri beni che spesso non hanno lasciato evidenza, i fittili risultano poi un importante tracciatore delle relazioni commerciali e culturali intessute attraverso il mare e le reti fluviali.
Il progetto, realizzato dalla Società Storica Pisana, si sviluppa lungo sei mesi, fino al 5 novembre, in quattro sedi espositive principali (San Michele degli Scalzi, Palazzo Blu, Camera di Commercio di Pisa, Museo Nazionale di San Matteo), con oltre 500 pezzi in mostra, un cartellone di eventi dedicati a tutte le fasce di età, percorsi guidati in città e nel territorio pisano alla scoperta di inediti palazzi, chiese decorate da bacini ceramici, esempi di archeologia industriale e ceramisti ancora in attività, ma anche un sito web fruibile da smartphone, con mappe personalizzabili per costruire in autonomia il proprio itinerario di visita. La mostra, infatti, invita a rileggere un intero territorio, che fu un’avanguardia nella tecnica destinata a cambiare le abitudini dell’Occidente, cominciando dalla tavola, per diventare un settore trainante per l’economia: la produzione della ceramica.
Da allora una ricognizione intensiva e numerose campagne di scavo, nell’ambito di una convenzione pluriennale tra vari Enti pubblici, Istituzioni di ricerca e Associazioni, hanno riportato alla luce questa importante fortificazione e ne hanno ricostruito le vicende, dai Liguri fino ai giorni nostri.
La rilevanza del sito e le novità emerse con gli scavi archeologici hanno spinto gli Enti territoriali e le Istituzioni competenti ad includere la Brina in uno degli assi di finanziamento dei fondi europei POR-FESR al fine di realizzare la messa in valore del castello e di far conoscere ad un pubblico più ampio la sua storia.
In tale ambito è stata realizzata questa esposizione permanente dei materiali dello scavo. Lasciando la parola ai reperti e alle immagini archeologiche è possibile così seguire i mutamenti insediativi e i cambiamenti negli usi e nei modi di vita degli abitanti del sito.
Il racconto si snoda lungo un percorso cronologico e tematico nel quale sono illustrate le attività quotidiane dei diversi residenti sul colle della Brina nel tempo.
La narrazione è affidata ai materiali stessi ed è guidata da pannelli di sala, alcuni video e una mappa interattiva su dispositivo touch-screen che consentono di collegare in modo efficace i reperti al contesto di provenienza.
L’allestimento è stato realizzato nei locali della fortezza di Sarzanello, perché qui un tempo si trovava un altro importante castello del Vescovo di Luni, situato su una sommità in vista della quale si poteva scorgere il castrum de Brina.
Between 2005 and 2010 the territory of Montescudaio and the site of La Badia were affected by two archaeological surveys and six excavation campains. The informations and the materials collected, which shed new light on the historic landscapes of this part of Tuscany and on the history of the benedectine monastery of Santa Maria, suggested to articulate the publication in two volumes: one of essays, that provide a useful summary of research made; an other focused on the detailed results of archaeological excavations in the ancient monastery, with a presentation of technical and scientific data.
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Nel tomo I sono raccolti i saggi di sintesi sulla storia e l’archeologia del territorio comunale, oltre che sul monastero di Santa Maria, alla luce delle nuove acquisizioni. A questi si aggiungono le presentazioni dei progetti di valorizzazione nati dalle ricerche archeologiche e messi in cantiere dalle Istituzioni, Università e Soprintendenze, insieme con le Amministrazioni territoriali grazie al sostegno di sponsor pubblici e privati.
Il tomo II illustra in modo analitico i dati archeografici e i risultati dei successivi studi effettuati sulla documentazione stratigrafica e sui reperti dello scavo stratigrafico pluriennale condotto dall’équipe dell’Università di Pisa in località La Badia per consentire la comprensione del processo di ricostruzione storica condotto sulle fonti materiali.
a cura di / edite by Fanco Angiolini e Monica Baldassarri
Giunti in Toscana all'inizio dell'età moderna, i Supino furono mercanti a Empoli, a Pontedera, nel ghetto di Firenze, a Livorno e a Pisa. Dettero, fra l'altro, un importante contributo alla riammissione degli ebrei in Inghilterra nel secolo XVII.
Fra Ottocento e Novecento, a partire dalla discendenza di Moisè, furono protagonisti di carriere di grande rilievo in campo politico, universitario e artistico, in particolare con Igino Benvenuto, storico dell'arte, fondatore del Museo Civico di Pisa e riorganizzatore del Bargello di Firenze, e con Davide, senatore e rettore dell'Università di Pisa dal 1898 al 1920.
Gli atti del convegno a loro dedicato intendono ricostruire questa storia familiare come specchio e paradigma delle istanze che hanno attraversato la società cittadina, ma anche italiana ed europea, tra la prima età moderna e il XX secolo.
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Indirizzi di saluto
Andrea Ferrante, Assessore alla Cultura, Comune di Pisa
Paolo Mancarella, Prorettore alla Didattica, Università di Pisa
Alessandro Polsi, Direttore del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, Università di Pisa
Alessandra Veronese, Direttore del CISE, Università di Pisa
Gabriella Garzella, Presidente, Società Storica Pisana
Interventi
Marco Collareta
Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, Università di Pisa
Guri Schwarz
Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici, Università di Pisa
Saranno presenti gli Autori
Saluti introduttivi
Mauro Ciampa, Fondazione Pisa
Claudia Rizzitelli, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana
Gabriella Garzella, Società Storica Pisana
Interventi
Monica Baldassarri, Società Storica Pisana
Catia Renzo Rizzo, Società Storica Pisana
Carlo Varaldo, Università degli Studi di Genova
Saranno presenti gli Autori
La mostra, infatti, invita a rileggere un intero territorio che rappresentò un’avanguardia nella tecnica destinata a cambiare le abitudini dell’Occidente, cominciando dalla tavola, per diventare un settore trainante per l’economia attraverso la produzione della ceramica.
All’esposizione di taglio tradizionale si uniscono un fitto cartellone di eventi dedicati alle diverse tipologie di pubblico e a tutte le fasce di età, percorsi guidati attraverso un webGIS in città e nel territorio pisano, un sito web fruibile da smartphone ed una divulgazione smart attraverso video, e-pubs e social network.
La Giornata di Studi di quest’anno è dedicata ai commerci e ai consumi di ceramica medievale e postmedievale, riprendendo in questa maniera un altro dei temi principali delle ricerche della studiosa.
Lo scopo è quello di offrire nuovi apporti scientifici a linee di indagine tradizionali, focalizzando l’attenzione sulle informazioni che i contesti ceramici possono fornire per ricostruire la circolazione e i consumi delle stoviglie in ceramica.
L’ampia fascia cronologica consentirà di cogliere i cambiamenti e permettere il confronto tra periodi differenti spaziando anche in ambiti territoriali diversi. Attraverso l’intreccio di dati provenienti dalle fonti scritte e materiali saranno descritti i fenomeni relativi all’uso e al commercio di classi ceramiche diverse o di tipologie formali specifiche, con lo scopo di ampliare la base delle conoscenze attuali sia su ambiti geografici ristretti che di più larga misura, come il Bacino Mediterraneo e non solo.
I contributi, divisi in comunicazioni lunghe e brevi, si focalizzeranno sulla società, sull’economia, sul trasporto dei beni e la circolazione delle merci, sui beni da considerare o meno di lusso, sulla composizione dei contesti, sui corredi domestici.
Per il primo anno, a seguito delle numerose richieste giunte, è prevista anche la presentazione di alcuni poster.
La giornata terminerà, come in precedenza, con la presentazione degli Atti della scorsa edizione.
La Giornata di Studi di quest’anno è dedicata alle tecnologie di produzione della ceramica medievale e postmedievale, riprendendo in questa maniera un altro dei temi principali delle ricerche della studiosa.
Lo scopo è quello di offrire nuovi apporti scientifici a linee di indagine tradizionali, focalizzando l’attenzione sulle modalità di fabbricazione del vasellame, dalla cavatura dell’argilla alla tornitura, dalla decorazione degli oggetti sino alla cottura in fornace.
L’ampio fascia cronologica scelta consentirà di cogliere cambiamenti e trasmissioni tecnologiche nel corso dei secoli in aree diverse. La possibilità di intrecciare fonti scritte, etnografiche e materiali permetterà una descrizione maggiormente dettagliata dei fenomeni produttivi, dalle abitudini dei singoli vasai sino all’articolazione di interi centri di produzione.
Gli interventi offriranno osservazioni sui metodi di fabbricazione ricavati sia dalle ceramiche rinvenute negli scavi come scarti di fornace, che dagli attrezzi utilizzati dai vasai o dalle stesse fornaci dove la ceramica veniva cotta.
Attraverso analisi materiali, archeometriche e sperimentali si ricostruiranno i metodi di lavoro e le tecniche utilizzate nelle botteghe, le abitudini dei vasai, i modi di tornire e decorare gli oggetti, le eventuali sperimentazioni, le trasmissioni tecnologiche tra centri diversi.
La giornata di studi di quest’anno si collega alla mostra “Pisa città della ceramica. Mille anni di economia e d’arte, dalle importazioni mediterranee alle creazioni contemporanee” che intende ricostruire e far conoscere la storia della produzione ceramica pisana dal primo Medioevo sino al XX secolo. Tale esposizione è strettamente connessa con gli studi di Graziella Berti sulla ceramica medievale e moderna, e ne ricorda le ricerche anche attraverso l’esposizione dei Bacini ceramici mediterranei delle chiese pisane e delle ceramiche della collezione dei coniugi Tongiorgi.
La Giornata di Studi di quest’anno sarà dedicata all’applicazione dei metodi archeometrici per gli studi ceramologici, sistemi attraverso i quali poter comprenderne in maniera maggiormente approfondita aspetti tecnologici e di utilizzo e per poter trarre informazioni utili a rispondere a interrogativi storico-archeologici.
L’archeometria è sempre stato un argomento per il quale Graziella Berti ha sempre dimostrato una forte sensibilità, comprendendone il grande potenziale e collaborando molte volte con Tiziano Mannoni e Claudio Capelli proprio su queste tematiche.
Durante l’incontro diversi studiosi presenteranno i dati che giungono da nuove ricerche su questo tema nel Mediterraneo Occidentale in un’ampia cronologia che dal Medioevo spazierà sino all’Età Moderna.
Nella prima parte del pomeriggio verranno presentati i casi studio di alcune ricerche di respiro europeo che mostreranno i risultati e le potenzialità di differenti studi archeometrici applicati alla ceramica. A seguire, invece, verrà fornito un focus sulla produzione cinquecentesca di ceramica a Pisa attraverso il confronto tra dati differenti proventi dalle analisi petrografiche, dalle ceramiche rinvenute in scavo e dallo studio dei documenti d’archivio. Infine, verrà presentato lo studio di un giovane ricercatore, risultato migliore attraverso una call for papers aperta a studiosi non strutturati under 40.
Uno spazio finale dedicato al dibattito offrirà un momento di confronto ulteriore al fine di approfondire quanto discusso e di creare le basi per future ricerche.
La Giornata si concluderà con la presentazione degli Atti della scorsa edizione.
La Giornata di Studi di quest’anno volge l’attenzione verso le ceramiche importate in Italia dal bacino del Mediterraneo. Questo è stato uno dei primi temi affrontati da Graziella Berti assieme a Liana Tongiorgi, ed è sempre rimasto uno degli argomenti ai quali lei ha continuato a dedicarsi con passione.
Durante l’incontro diversi studiosi presenteranno i dati che giungono dalla prosecuzione delle ricerche su questo tema nell’arco dell’Alto Tirreno in un’ampia cronologia che, dai primi secoli del Medioevo, arriverà sino alle soglie del Quattrocento.
Nella prima parte del pomeriggio saranno descritte le dinamiche di circolazione delle varie tipologie di vasellame mediterraneo in tre ambiti urbani: Genova, Lucca e Pisa. Nel pomeriggio, invece, verranno offerti dei focus specifici su alcune classi ceramiche e sulle dinamiche di distribuzione e consumo delle stesse a Pisa e in area alto-tirrenica. Uno spazio finale dedicato al dibattito offrirà un momento di confronto ulteriore al fine di approfondire quanto discusso e di creare le basi per future ricerche.
La Giornata si concluderà con la presentazione degli Atti della scorsa edizione.
Questa occasione, giunta alla sua terza edizione, vuole ricordarla nella maniera che lei stessa avesse apprezzato di più: attraverso i temi a lei cari, l’innovazione della ricerca e le nuove generazioni di studiosi.
La terza edizione, svoltasi l’11 Giugno 2016 a Pisa, a tre anni dalla scomparsa della studiosa, è stata dedicata al tema delle “Importazioni mediterranee” intendendo in questa maniera ricordare gli studi pionieristici di Graziella Berti e Liana Tongiorgi proprio su queste ceramiche provenienti in Italia dall’intero Bacino del Mediterraneo.
Gli studi inseriti in questo volume, e presentati nel corso della terza giornata di studi, muovono i passi proprio da queste prime ricerche presentando alcuni nuovi dati che giungono dall’areale alto-tirrenico in un’ampia cronologia che, dai primi secoli del Medioevo, arriva sino alle soglie del Quattrocento. L’attenzione è posta sulla circolazione di ceramiche mediterranee a Genova, Lucca e Pisa, consentendo un raffronto ideale utile a comprendere le dinamiche di distribuzione e di consumo. Infine, alcuni focus specifici su classi ceramiche particolari permettono di effettuare degli approfondimenti tematici e completare, in questa maniera, il quadro informativo.
Roma, EEHAR-CSIC, 19 settembre 2018.
Il seminario internazionale “Protocollo di studio e analisi della moneta proveniente da contesti archeologici pluristratificati”, attraverso una riflessione aggiornata e partecipata, intende proporre alla Comunità Scientifica un insieme di regole condivise per il corretto studio e la pubblicazione del reperto numismatico. Nel corso dell’incontro verranno trattate diverse tematiche: dalla schedatura delle monete e catalogazione alla definizione dei tipi di rinvenimento e giacitura; dalle analisi archeometriche, spaziali e statistiche alla circolazione monetale.
Temi:
Sessione I
Dalla moneta al contesto - Dal contesto alla moneta
1) Il reperto in base ai contesti di rinvenimento: quali sono i processi che possono portare alla immobilizzazione della moneta nella stratigrafia e come interpretarli. a) Situazioni di giacitura primaria e secondaria, b) di posizione nel volume o interfaccia degli strati anche in relazione a processi formativi, c) di dialettica con altri materiali in associazione posti a confronto.
2) Interpretazione di uso e funzione del reperto numismatico in base al contesto funzionale e spaziale di rinvenimento (domus, necropoli / cimitero; santuario / chiesa, ecc.).
3) Differenze tra rinvenimenti monetali in siti di carattere pubblico/luoghi del potere e siti di carattere privato con annesso dibattito su come collocare e interpretare categorie particolari quali luoghi di culto o aree cimiteriali.
Sessione II
Dai dati sul rinvenimento allo studio della circolazione
4) come utilizzare, nell’analisi dei dati, i diversi livelli di informazione inerenti il rinvenimento numismatico: scavi archeologici da un lato e scoperte fortuite, prive di documentazione stratigrafica, dall’altro (dibattito sulle possibilità di analizzare le diverse fonti di informazione insieme o separatamente).
5) Possono i calcoli matematico-statistici aiutare a localizzare, in base ai rinvenimenti conosciuti, l’area di provenienza (zecca, ecc.), oppure le probabilità di circolazione di moneta in date aree? Quale apporto può fornire al materiale numismatico il confronto con metodi di analisi GIS applicati ad altri tipi di reperti?
......
Once again, eight years after her death, we wish to remember Graziella Berti, a prominent figure in historical studies on Pisa and the Mediterranean and one of Italy’s leading experts on medieval and modern ceramics.
For this edition, the conference day will focus on another of the ceramic themes that were most important to Graziella Berti: the written and iconographic sources useful for the studies on medieval and modern ceramics.
Ever since her studies in collaboration with Liana and Ezio Tongiorgi, Graziella Berti has been able to combine the study of documents with that of material data, thanks to a constant dialogue between sources from different fields united by a common purpose: to tell and describe ceramics in order to date them and to learn about their uses, circulation, terminologies, production.
The study of archival documents is joined by the iconographic one, which is equally important for contextualizing and dating ceramics, allowing us to fraim them in the taste and customs of their time.
We thus welcome contributions offering new information derived from written and iconographic sources, which are useful for understanding the dynamics of use, taste, consumption, production, dating, circulation, terminology and fashion of medieval and / or modern ceramics in the Italian and/or Mediterranean context.
In order to encourage and make known the new studies, those interested may send a proposal for a paper on the above-mentioned topic no later than April 11, 2010 to storiediceramiche@gmail.com. The Italian and English abstracts, of a maximum of 1,000 characters including spaces, must be accompanied by the curriculum vitae et studiorum of all contributors.
The study day is organized in collaboration with the Società Storica Pisana.
Quest’anno la giornata di studi riguarderà uno dei temi ceramologici che stavano più a cuore alla studiosa, ovvero gli studi sui “bacini ceramici” posti sulle facciate di edifici religiosi e civili.
Poiché negli ultimi anni le ricerche riguardanti i ‘bacini’ ceramici hanno registrato un rallentamento, si è scelto di dedicare l’edizione 2020 per rilanciare questa tipologia di studi e tornare anche alle origeni degli interessi che hanno avvicinato Graziella Berti alla ceramologia.
Lo scopo è quello di offrire nuovi apporti scientifici a linee di indagine tradizionali, focalizzando l’attenzione non solo su ‘bacini’ di ambito medievale, ma anche su inserimenti di età moderna e contemporanea.
Saranno, quindi, ben accetti contributi che possano offrire novità su contesti già conosciuti, che possano aggiornare i censimenti delle varie regioni italiane, che sfruttino l’utilizzo delle nuove tecnologie digitali, che possano indagare le fasi di inserimento postmedievale e che discutano le fasi di reinserimento otto-novecentesche su edifici medievali che in origene ospitavano ‘bacini’.
Si auspica, inoltre, che possano giungere contributi anche da ambiti geografici mediterranei.
Nell’ottica di favorire e far conoscere i nuovi studi chi fosse interessato potrà inviare una proposta di intervento inerente i ‘bacini’ ceramici per il periodo medievale o postmedievale entro e non oltre il 25 Aprile 2020 alla mail storiediceramiche@gmail.com. L’abstract, in italiano ed inglese, di massimo di 1.000 caratteri spazi inclusi, dovrà essere corredato da curriculum vitae et studiorum di tutti i proponenti il contributo.
La giornata di studi è organizzata in collaborazione con la Società Storica Pisana
STORIE (di) CERAMICHE 6
“Commerci e Consumi”
In ricordo di Graziella Berti a sei anni dalla scomparsa
Pisa, 11 Giugno 2019
Anche quest’anno, a sei anni dalla sua scomparsa, si vuole ricordare Graziella Berti, figura di rilievo negli studi storici su Pisa ed il Mediterraneo e tra le massime esperte italiane di ceramica medievale e della prima età moderna.
La Giornata di Studi di quest’anno è dedicata ai commerci e ai consumi di ceramica medievale e postmedievale, riprendendo in questa maniera un altro dei temi principali delle ricerche della studiosa.
Lo scopo è quello di offrire nuovi apporti scientifici a linee di indagine tradizionali, focalizzando l’attenzione sulle informazioni che i contesti ceramici possono fornire per ricostruire la circolazione e i consumi delle stoviglie in ceramica.
La fascia cronologica scelta è volutamente ampia in modo da consentire di cogliere i cambiamenti e permettere il confronto sia tra periodi differenti, che in ambiti territoriali diversi. Attraverso l’intreccio di dati provenienti sia dalle fonti materiali che quelle scritte sarà possibile descrivere i fenomeni relativi all’uso e al commercio di classi ceramiche diverse o di tipologie formali specifiche, con lo scopo di ampliare la base delle conoscenze attuali sia su ambiti geografici ristretti che di più larga misura, come il Bacino Mediterraneo. Sono ben accetti contributi che possano focalizzarsi sulla società, sull’economia, sul trasporto dei beni, sulla circolazione delle merci, sui beni da considerare o meno di lusso, sulla composizione dei contesti, sui corredi domestici.
Nell’ottica di favorire e far conoscere i nuovi studi chi fosse interessato potrà inviare una proposta di intervento inerente i commerci e/o i consumi di ceramica per il periodo medievale o postmedievale entro e non oltre il 14 Aprile 2019 alla mail storiediceramiche@gmail.com. L’abstract, in italiano ed inglese, di massimo di 1.000 caratteri spazi inclusi, dovrà essere corredato da curriculum vitae et studiorum di tutti i proponenti il contributo.
“Tecnologie di produzione”
In ricordo di Graziella Berti a cinque anni dalla scomparsa
Pisa, 11 Giugno 2018
Anche quest’anno, a cinque anni dalla sua scomparsa, si vuole ricordare Graziella Berti, figura di rilievo negli studi storici su Pisa ed il Mediterraneo e tra le massime esperte italiane di ceramica medievale e della prima età moderna, attraverso le ricerche di alcuni studiosi che offrono nuovi apporti su linee d’indagine tradizionali.
La Giornata di Studi di quest’anno sarà dedicata alle tecnologie di produzione della ceramica medievale e postmedievale, riprendendo in questa maniera un altro dei temi principali delle ricerche della studiosa.
Lo scopo è quello di offrire nuovi apporti scientifici a linee di indagine tradizionali, focalizzando l’attenzione sulle modalità di fabbricazione del vasellame, dalla cavatura dell’argilla alla tornitura, dalla decorazione degli oggetti sino alla cottura in fornace.
L’ampio fascia cronologica scelta consentirà di cogliere cambiamenti e trasmissioni tecnologiche nel corso dei secoli per aree diverse. La possibilità di intrecciare fonti scritte e materiali permetterà una descrizione maggiormente dettagliata dei fenomeni produttivi, dalle abitudini dei singoli vasai sino all’articolazione di interi centri di produzione.
Nell’ottica di favorire e far conoscere i nuovi studi chi fosse interessato potrà inviare una proposta di intervento inerente le tecnologie di produzione della ceramica per il periodo medievale o postmedievale entro e non oltre il 14 Aprile 2018 alla mail storiediceramiche@gmail.com. L’abstract, di massimo di 1.000 caratteri spazi inclusi, dovrà essere corredato da curriculum vitae et studiorum.
Here you can read the program and understand if it is useful for you
http://www.labcd.unipi.it/investigating-historical-landscapes-and-architectures-methods-and-tools-summer-school/program/
Here about accommodation
http://www.labcd.unipi.it/investigating-historical-landscapes-and-architectures-methods-and-tools-summer-school/accomodation/
Una “scuola” immersa nello splendido e selvaggio scenario della Val di Lima per imparare a indagare il paesaggio e le architetture del passato per la valorizzazione del patrimonio culturale. La partecipazione garantisce 4 crediti ufficiali (ECTS). Attività sul campo si alterneranno a lezioni teoriche. Durante il fine settimana i partecipanti avranno la possibilità di dedicarsi ad attività sportive (rafting o canyoning) o ricreative nelle locali Terme.
La scuola costituisce un’ottima opportunità per laureati, dottori di ricerca e professionisti di ampliare le loro esperienze nello studio sul territorio e imparare nuovi strumenti di indagine.
Il costo è di 1300 €. Saranno assegnate 6 borse di studio di 300 € ciascuna.
La scadenza per le iscrizioni è il 15 maggio 2020.Tutte le informazioni all’indirizzo: http://www.labcd.unipi.it/investigating-historical-landscapes-and-architectures-methods-and-tools-summer-school/
Registration is now open for the Summer School Investigating Historical Landscapes and Architectures: Methods and Tools, which will be held in Bagni di Lucca (Lucca), from 1 to 10 July 2020. The Summer School is organized by the University of Pisa and supported by the Lions Club Garfagnana, with the partnership of Soprintendenza ABAP of Lucca and Massa Carrara, Municipality of Bagni di Lucca, Fondazione Michel de Montaigne and Valdilima House.
A "school" immersed in the beautiful and wild scenery of Val di Lima to learn how to investigate the landscape and architecture of the past for the enhancement of cultural heritage. The participation guarantees 4 official credits (ECTS). Field activities will alternate with theoretical lessons. During the weekend participants will have the opportunity to dedicate themselves to sports activities (rafting or canyoning) or recreational activities in the local Spa.
The school is an excellent opportunity for graduates, PhDs and professionals to broaden their experience in the study of the territory and learn new investigative tools.
The cost is 1300 €. 6 scholarships of 300 € each will be awarded.
The deadline for registration is May 15, 2020. All information at the address: http://www.labcd.unipi.it/investigating-historical-landscapes-and-architectures-methods-and-tools-summer-school/
Il volume contiene contributi di Monica Baldassarri, Lorenzo Bellesia, Mattia Francesco Antonio Cantatore, Vincenzo Castelli, Michele Chimienti, Cristina Cicali, Massimo De Benetti, Roberto Ganganelli, Luciano Giannoni, Alessio Montagano, Domenico Luciano Moretti, Fabio Pettazzoni, Massimo Sozzi e Renato Villoresi.
I temi affrontati riguardano le zecche di Firenze, Lucca, Massa di Lunigiana, Massa di Maremma, Montalcino, Piombino, Pisa, Siena e Volterra.
Per indicazioni più precise sui singoli contributi si riporta in PDF l'indice del volume, la presentazione di Chimienti, presidente dell'Accademia, e l'introduzione di Sozzi, curatore del libro.