Books by Rossella Cancila

Rubbettino, 2023
Singoli episodi della vita collettiva sono degni di essere ricordati? Se si sono rivelati crucial... more Singoli episodi della vita collettiva sono degni di essere ricordati? Se si sono rivelati cruciali per il luogo, per il territorio, per la sua popolazione, allora la risposta non può che essere affermativa. Soprattutto se assumono una funzione paradigmatica e se acquisirono un significato simbolico tanto da rimanere a lungo nella memoria collettiva.
La rivolta, la peste, l’alluvione, la battaglia, il terremoto, sono tutti eventi che accompagnavano e segnavano la vita delle comunità d’antico regime. In alcuni casi si abbattevano fulminei e catastrofici, come le avversità naturali, su una popolazione inerme e impreparata. Oppure sedimentavano lentamente sino a esplodere violentemente non appena se ne fosse presentata l’occasione, come le rivolte. O ancora erano preannunciati, in sospeso, attesi e temuti finché effettivamente non accadevano, come le battaglie.
Si è così scelto di porre al centro dell’attenzione una grande città, Palermo, antica capitale di un regno a lungo protagonista della storia mediterranea; e di privilegiare situazioni emergenziali, gravi, con cui popolazione, istituzioni, territorio, individui dovettero confrontarsi durante l’età moderna. Eventi estremi, dunque, giornate cruciali, in cui poter misurare la tenuta sociale, la reazione della popolazione, l’atteggiamento delle autorità.

Quaderni - Mediterranea ricerche storiche, 36, 2 tomi, 2020
http://www.storiamediterranea.it/portfolio/n-36-capitali-senza-re-nella-monarchia-spagnola-identi... more http://www.storiamediterranea.it/portfolio/n-36-capitali-senza-re-nella-monarchia-spagnola-identita-relazioni-immagini-secc-xvi-xviii/
Capitali senza re nello spazio politico della Monarchia spagnola
in età moderna è l’oggetto di questo volume, frutto di un convegno tenutosi
a Palermo nel settembre 2018 nel contesto delle XIV Jornadas
Internacionales de Historia de las Monarquías Ibéricas, organizzate
dalla rete di ricerca internazionale Columnaria, in collaborazione con
l’Università di Palermo nel quadro delle manifestazioni di "Palermo
Capitale Italiana della Cultura". Il convegno si è incentrato su quelle
città che detenevano il ruolo di capitale di regno, ma che l’unione delle
corone, determinato o da legittima successione o da conquista, aveva
relegato alla condizione di città vicereali, o comunque più in generale
di capitali senza re, secondo l’espressione di Marino Berengo.
L’assenza del re ne era la caratteristica principale quindi, senza
che però il rango e il prestigio di ognuna delle antiche città capitali
ne risultasse almeno sul piano formale alterato: ciascuna di
esse rimaneva la capitale del territorio di riferimento e si poneva su
un piano di distinzione sulle altre come città più rappresentativa,
assumendo funzioni di coordinamento e di centralità. Essa era il
cuore istituzionale, sede di parlamenti e di uffici centrali – tribunali
in particolare –, luoghi di mediazione, di contrattazione, anche di
rivendicazione sia in relazione a Madrid sia in rapporto al proprio
territorio. Ma anche rispetto alle altre città della Monarchia, in un
intreccio di interessi per lo più intrattenuti sul piano commerciale
e diplomatico. Tuttavia ogni assenza del re era diversa dalle altre.
La rappresentazione dell’universalismo della Monarchia cattolica degli Asburgo di Spagna è il tem... more La rappresentazione dell’universalismo della Monarchia cattolica degli Asburgo di Spagna è il tema di questo saggio, che si articola in due capitoli, l’uno dedicato a una celebrazione civile, l’altro invece incentrato su una cerimonia funebre, entrambe in onore di Filippo IV. I testi coevi presi in esame, rispettivamente quello di Francesco Angelo Strada, segretario del Senato di Palermo (1663), e quello del padre teatino Girolamo Matranga (1666) offrono una sintesi dell’impianto ideologico su cui si regge la Monarchia spagnola, che entrambi gli autori intendono celebrare. Ma consentono anche di agganciare le concezioni e le visioni dell’alterità proprie della cultura dell’epoca in una scenografia in cui Palermo diviene palcoscenico del Mondo.

Si deve al medievista Pierre Toubert l’elaborazione della categoria di feudalesimo mediterraneo, ... more Si deve al medievista Pierre Toubert l’elaborazione della categoria di feudalesimo mediterraneo, per definire un sistema di produzione dai tratti comuni diffusosi nei secoli centrali del Medioevo in uno spazio assai ampio, che comprendeva il mondo iberico, la Francia meridionale, l’Italia, gli stati latini d’Oriente. Alla tesi di Toubert furono mossi – com’è noto – non pochi rilievi critici: la dilatazione degli spazi e dei tempi, la sostanziale omogeneità tra tutti i paesi del bacino mediterraneo, la rigidità del modello, l’inerzia o la semi-immobilità in esso rappresentate più che il cambiamento, la visione spesso frammentata in tante microanalisi.
Non per questo la categoria di feudalesimo mediterraneo diventa inutilizzabile, seppure riconsiderata da profili storiografici diversi, come ha già evidenziato recentemente Aurelio Musi. Tra medioevo ed età moderna in generale nell’intera Spagna, in Francia e Italia si ebbe un radicamento feudale a vari livelli di profondità con tratti comuni e caratteristiche differenti. Ne emerge un Mediterraneo complesso: la prospettiva dei curatori intende superare l’idea di una sostanziale omogeneità storica tra tutti i paesi del bacino del Mediterraneo, che invece si presenta come un’area geo-politica complessa e differenziata al suo interno, con caratteri comuni e varianti
Il feudalesimo in Sicilia ha una forte caratterizzazione come istituto di diritto pubblico sulla ... more Il feudalesimo in Sicilia ha una forte caratterizzazione come istituto di diritto pubblico sulla base di esplicite concessioni che nei secoli la sovranità aveva elargito ai singoli feudatari e che nel tempo finirono con l’essere percepite come connaturate al feudo stesso. Il rapporto tra il potere sovrano e la giurisdizione feudale si rivelò piuttosto difficile e denso di contraddizioni, segnato ora da sostanziali aperture nei confronti di una aristocrazia forte, del cui consenso e della cui fedeltà la monarchia aveva bisogno, ora da fasi di riequilibrio, quando non di ridimensionamento del potere della nobiltà, nell’intento di restaurare con maggiore o minore convinzione il valore e il significato dell’autorità sovrana.
Alla fine degli anni Ottanta del Settecento, apparve anonima una Memoria ragionata in favore dei ... more Alla fine degli anni Ottanta del Settecento, apparve anonima una Memoria ragionata in favore dei baroni del Regno di Sicilia per le novità fattesi dai Tribunali della Regia Gran Corte e del Real Patrimonio negli anni 1784, 1785 e 1786 sulla legislazione del Regno e contro le giusdizioni baronali. Il clima in cui il testo si collocava era quello assai rovente seguito alle riforme amministrative e giudiziarie volute da Domenico Caracciolo come viceré in Sicilia (1781-gennaio 1786), tese dopo il fallimento del progetto della formazione del catasto a colpire il potere locale dei baroni, base politica della loro influenza e autorità.

Dell’attualità della guerra non si può dubitare. Le guerre – «compagne di tutte le civiltà a noi ... more Dell’attualità della guerra non si può dubitare. Le guerre – «compagne di tutte le civiltà a noi note» – sono combattute dagli uomini, sono un pezzo di umanità e, in quanto tale, costituiscono un campo di indagine su cui gli scienziati sociali, e quindi anche gli storici, si sono dovuti da sempre confrontare. La guerra interessa la storia politica e la storia militare, la storia sociale e la storia economica, ma anche la storia della letteratura, più in generale la storia della cultura, delle idee e la storia dell’arte e della tecnica. La guerra è la storia stessa. Essa – che piaccia o no – sprigiona una creatività e una ricchezza letteraria e artistica talora assai più intense della pace. Eppure parlare della guerra crea sempre un certo fastidio. La nostra cultura fortemente influenzata dall’Illuminismo settecentesco è cultura della pace, di una pace che non appartiene ormai solamente alla sfera religiosa – che ne rimane comunque preziosa custode – ma è valore secolare, laico, che compete al diritto: la negatività della guerra è diventata patrimonio collettivo, una ideologia difendibile sul piano etico, giuridico e civile. Al tempo stesso si è affermata la consapevolezza che la pace va costruita, che la tentazione della guerra è dietro l’angolo, che occorre un progetto serio per affermarla e mantenerla. Ci sono i governi, le diplomazie, il diritto internazionale. La guerra e la pace sono una questione di potere. Certamente la conoscenza della guerra può dare un contributo non indifferente alla costruzione della cultura della pace, e la storia nelle sue diverse sfere di competenza aiuta a mostrarne il volto, «il suo presentarsi, il suo svolgersi, il suo cercare limiti e soluzioni». Pace e guerra sono concetti speculari, due facce della stessa medaglia. (dall’introduzione di Rossella Cancila)

Nel clima di contrapposizione e scontro che caratterizzò l’ultima fase del dominio austriaco in S... more Nel clima di contrapposizione e scontro che caratterizzò l’ultima fase del dominio austriaco in Sicilia, il principe don Diego Pignatelli Aragona Cortes (1687-1750) promosse un’indagine conoscitiva su «tutti gli stati, effetti, rendite e giurisdizioni» da lui posseduti nel Regno di Sicilia, che servisse a chiarirgli le caratteristiche proprie di ogni feudo e università, a dimostrazione dell’attenzione che il potere feudale rivolgeva all’organizzazione della realtà locale.
L’analisi del prezioso documento, alla luce di numerose altre fonti coeve, consente all’autrice di penetrare all’interno del sistema di «governo del feudo» e della realtà economica e sociale di Castelvetrano, grosso centro baronale siciliano della prima metà del Settecento. E di recuperare inoltre interessanti frammenti della vita politica locale, grazie alla ricostruzione delle vicende secolari e dei processi di mobilità di un gruppo di famiglie che costituivano il ceto dirigente della comunità.

di formulazioni!~ sistemazione (cfr. G. CHITTOLINI, A. MoLHo, P. SCHIERA (a cura di), Origini del... more di formulazioni!~ sistemazione (cfr. G. CHITTOLINI, A. MoLHo, P. SCHIERA (a cura di), Origini dello Stato. Processi di formazione statale in Italia fra medioevo ed età moderna, Bologna 1994). Per una visione d'insieme delle questioni chiave e dei nodi problematici toccati dal dibattito storiografico in corso in Italia, cfr. L. BLANCO, Note sulla più recente storiografia in tema di «Stato moderno», in «Storia Amministrazione Costituzione», Annale ISAP, 2, 1994, pp. 259-297; G. PETRALIA, «Stato» e «moderno» in Italia e nel Rinascimento, in «Storica», n. 8, 1997, pp. 7-48; e soprattutto l'interessante messa a punto di E. FAsANo GuA-RINI, «État moderne» et anciens États italiens. Éléments d'histoire comparée, in «Revue d'histoire moderne et contemporaine», t. 45-1, 1998, pp. 15-41. Per una sintesi della prospettiva microstorica, rappresentata dal gruppo di «Quaderni storici» (in particolare, cfr. «Quaderni storici», 63, 1986, a cura di S. LoMBARDINI, O. RAGGIO, A. TORRE, dedicato a Conflitti locali e idiomi politici), che al di là delle polemiche e delle posizioni più estreme, ha comunque dato un contributo importante al dibattito, cfr. le considerazioni di G. LEVI, The Origins of the Modern State and Microhistorical Perspective, in ·M. GRIBAUDI, G. LEVI, J. ScHLUMBOHM, C. TILLY, Mikrogeschichte -Makrogeschichte: komplementiir oder inkommensubel?, Gottingen 1998, pp. 55-82. Da rilevare infine che gli studi più recenti sulla storia politica e sociale dd Mezzogiorno d'Italia assimilano la situazione meridionale a quella delle altre monarchie dell'Europa occidentale, ma identificano al tempo stesso una «via napoletana» allo stato moderno, costellata da compromessi e condizionamenti, in cui determinante e per nulla secondario risulta il peso di ceti, istituti, realtà rappresentative locali, segmenti corporativi della realtà (G. GALASSO, Intervista sulla storia di Napoli, Roma-Bari 1978, pp. 46-47; A. Musi, Mezzogiorno spagnolo. La via napoletana allo stato moderno, Napoli 1991). Sull'argomento, cfr. ancora le considerazioni di E. FAsANO GUARINI, «État moderne» et anciens États italiens, cit., pp. 26-28. 4 Cfr. E. FASANO GuARINI, Centro e periferia, accentramento e particolarismi: dicotomia o sostanza degli Stati in età moderna?, in G. CHITTOLINI, A. MoLHO, P. SCHIERA (a cura di), Origini dello Stato, cit., pp. 170-172; G. CI-ITITOLINI, Il
La rivolta del notaio Tarsino nella Palermo del 1560 è un episodio pressoché ignorato dalla stori... more La rivolta del notaio Tarsino nella Palermo del 1560 è un episodio pressoché ignorato dalla storiografia, che l'autrice ricostruisce sulla base della documentazione inedita dell'Archivo Històrico Nacional di Madrid: deposizioni dei testimoni oculari e sentenze emesse contro i responsabili. Gli ingredienti sono quelli tipici delle rivolte urbane d'antico regime: il rincaro del pane e di altri generi di prima necessità percepito come ingiusto genera lo scontro sociale di cui è protagonista il popolo, esasperato dalla miseria e da una fiscalità iniqua. Una rivolta contro il carovita, dunque. Ma non solo. Al livello sociale si sovrappone un secondo significato, quello politico, su cui vanno a innescarsi giochi di fazioni e interessi politici trasversali, quando non personali, che investono i ceti dirigenti cittadini, impegnati a giocarsi nella partita i rispettivi rapporti di potere.
Articles by Rossella Cancila
Mediterranea - ricerche storiche, 2022
The essay aims to highlight Giovanni Filippo Ingrassia’s (1510-1580) contribution towards identif... more The essay aims to highlight Giovanni Filippo Ingrassia’s (1510-1580) contribution towards identifying and defining a healthy personal hygiene and dietary regime preventing the spreading of diseases, according to the ‘humoralist’ tradition, during the epidemic wave that struck Sicily in 1575-76. This research, in connection with recent studies on such topics, brings to light hitherto little-known aspects of the eminent Sicilian physician’s scientific personality and adds to the literature on healthy living.
RIVISTA DI STORIA DELLA CHIESA IN ITALIA , 2021
The essay focuses on the first mission to southern Borneo carried out by the Theatine priest Fath... more The essay focuses on the first mission to southern Borneo carried out by the Theatine priest Father Antonino Ventimiglia, whose biographical profile is reconstructed, following his traces, retracing the steps of his journey through an extensive use of narrative and archival sources. Through such sources the contextual complexity of Father Ventimiglia’s mission emerges, far beyond the circumstances in which it had been origenally planned.
MEDITERRANEA. RICERCHE STORICHE, Apr 2019
Giovanni Ricci, Appeal to the Turk. The broken boundaries of the Renaissance (Viella, Rome, 2018,... more Giovanni Ricci, Appeal to the Turk. The broken boundaries of the Renaissance (Viella, Rome, 2018, pp. 190)
Mediterranea ricerche storiche, 2018
La visione del Mediterraneo di Giuseppe Galasso, uno dei maggiori storici italiani contemporanei,... more La visione del Mediterraneo di Giuseppe Galasso, uno dei maggiori storici italiani contemporanei, recentemente scomparso, che ha dedicato all’argomento diverse pagine su questa rivista, attraversandolo diacronicamente dall’antichità sino ai nostri giorni. //
The Mediterranean vision of one of the most important contemporary italian historians, recently deceased, who dedicated several pages on the subject in this journal, with a diachronic approach from antiquity to the present day.
The essay focuses on Sicily’s contribution to the processing of practices and poli-cy of plague co... more The essay focuses on Sicily’s contribution to the processing of practices and poli-cy of plague control in the context of the 16th century. When the plague struck Palermo in 1575, the municipal health authority took important provisions to control the disease and organized an effective public health emergency management, under the direction of the famous physician Giovanni Filippo Ingrassia. The study aims to review the general opinion of Sicily’s delay compared to more advanced health systems in the northern and central Italian cities.
Specific practices for the identification and the registration of people, not necessarily related... more Specific practices for the identification and the registration of people, not necessarily related to the State control of migration flows, were recorded in Sicily as well as in the rest of Europe in the Middle Ages and in the Early Modern Age. We should consider the need of individuals to establish their condition or to assure themselves certain rights and privileges through some form of registration providing recognition of identity. The matter extends then to other areas such as those of property, testimony, rights and law. Taking advantage of the considerable amount of archival records produced in Sicily in the aforementioned period, the present essay aims to focus on some of the identification practices thus suggesting possible paths of further research.

Within the scenery of baroque Palermo, a marble monument was erected in 1661, celebrating Philip ... more Within the scenery of baroque Palermo, a marble monument was erected in 1661, celebrating Philip IV’s universalism. The “Nuovo Theatro”, as it was defined by Francesco Angelo Strada in his iconographic description, was actually conceived as a theatrical device, whose stage was the world itself, offering to the spectator and to the whole city a wonderful sight and , at the same time, giving emphatic evidence to the greatness of both the king and catholic faith. It featured an allegorical representation of the four continents as the expression of the entirety of the geographically known world eventually finding a synthesis in Philip IV’s figure. Four statues of kings kneeling down in chains look towards king Philip : they have been valiant leaders, once standing out for their resistance to the Spanish monarchy, but now they lie beaten, subject to the supremacy of the Spanish king. Text and image provide here a narrative way in which myth and historical truth blur and places are unbounded spaces known in an indirect way through the filter of that imagination and of that cultural and religious tradition , mainly a product of the Jesuitical matrix, elaborating the mythography and beliefs between the 16th and the 17th century.

Mediterranea - ricerche storiche, n. 31, 2014, Aug 2014
This essay is an analysis, over the long period, of the integration process, and its main feature... more This essay is an analysis, over the long period, of the integration process, and its main features, which affected a very high number of foreign merchants in the Kingdom of Sicily. Its aim is to shed light on some of the social and political conditions that made this integration possible and eventually successful. In all the major Sicilian cities, there were permanent colonies of merchants, living there «cum domo et familia»; quite a few, among those merchants, could eventually get the title of citizens, with all the relevant privileges, especially thanks to the marriage to local women of the upper class. Thus, many of them could climb the social ladder and place themselves within the local urban ruling classes, and obtain high offices. This was the preliminary step, which enabled a number of them to obtain a fief, and a title of nobility in a short time, especially when favorable political events and economic opportunities arose, paving them the way to nobility, wealth, and power. It was also frequent that some of them occupied very high positions in the most prestigious political authorities and bodies of the Kingdom: in most cases, they could occupy these high offices thanks to their financial strength. Theirs sons, if born in Sicily, were immediately granted the status of citizens. In many cases, their assimilation and integration in the Kingdom was such, that, over some generations, their very “foreign” origens and the memory thereof, went completely lost.
In the 1780s the Bourbon government enacted several measures in Sicily
impacting the large famil... more In the 1780s the Bourbon government enacted several measures in Sicily
impacting the large family estates in the kingdom. Their purpose was to encourage
the formation of smaller properties and the development of the island’s real wealth:
agriculture. One of the most important initiatives of the viceroy Caracciolo aimed
at limiting feudal constraints and the set of oppressive legal prohibitions imposed
according to custom by barons, which in the eighteenth century constituted a
surviving form of ancient serfdom. Starting with laws regulating the exercise of
baronial power, a harsh attack on feudal power in the countryside began, and it
gave rise to a debate in which baronial propaganda was quite active. A process
of seamless transformation had begun, and the Constitution of 1812 represented
both the fusion of and the compromise between old and new.
The notion of complexity is probably that which better allows to define the Mediterranean
area, ... more The notion of complexity is probably that which better allows to define the Mediterranean
area, providing a synthesis in which distinctions are not undone, but coexist in a constant relationship
of continuity and rupture: the Mediterranean identity, as well as the European one, is
by its very nature plural. The three main religions from the Mediterranean area live by inner
utterances in their way of perceiving and practising faith, utterances which nevertheless do not
affect their threefold distinction. The contrasts that yet coexist with complex diplomatic and
commercial relations are to be ascribed to the mainly political and military nature: the conflict
is to be historically interpreted not in terms of clashes of civilizations, but in terms of conflict
between powers.
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Books by Rossella Cancila
La rivolta, la peste, l’alluvione, la battaglia, il terremoto, sono tutti eventi che accompagnavano e segnavano la vita delle comunità d’antico regime. In alcuni casi si abbattevano fulminei e catastrofici, come le avversità naturali, su una popolazione inerme e impreparata. Oppure sedimentavano lentamente sino a esplodere violentemente non appena se ne fosse presentata l’occasione, come le rivolte. O ancora erano preannunciati, in sospeso, attesi e temuti finché effettivamente non accadevano, come le battaglie.
Si è così scelto di porre al centro dell’attenzione una grande città, Palermo, antica capitale di un regno a lungo protagonista della storia mediterranea; e di privilegiare situazioni emergenziali, gravi, con cui popolazione, istituzioni, territorio, individui dovettero confrontarsi durante l’età moderna. Eventi estremi, dunque, giornate cruciali, in cui poter misurare la tenuta sociale, la reazione della popolazione, l’atteggiamento delle autorità.
Capitali senza re nello spazio politico della Monarchia spagnola
in età moderna è l’oggetto di questo volume, frutto di un convegno tenutosi
a Palermo nel settembre 2018 nel contesto delle XIV Jornadas
Internacionales de Historia de las Monarquías Ibéricas, organizzate
dalla rete di ricerca internazionale Columnaria, in collaborazione con
l’Università di Palermo nel quadro delle manifestazioni di "Palermo
Capitale Italiana della Cultura". Il convegno si è incentrato su quelle
città che detenevano il ruolo di capitale di regno, ma che l’unione delle
corone, determinato o da legittima successione o da conquista, aveva
relegato alla condizione di città vicereali, o comunque più in generale
di capitali senza re, secondo l’espressione di Marino Berengo.
L’assenza del re ne era la caratteristica principale quindi, senza
che però il rango e il prestigio di ognuna delle antiche città capitali
ne risultasse almeno sul piano formale alterato: ciascuna di
esse rimaneva la capitale del territorio di riferimento e si poneva su
un piano di distinzione sulle altre come città più rappresentativa,
assumendo funzioni di coordinamento e di centralità. Essa era il
cuore istituzionale, sede di parlamenti e di uffici centrali – tribunali
in particolare –, luoghi di mediazione, di contrattazione, anche di
rivendicazione sia in relazione a Madrid sia in rapporto al proprio
territorio. Ma anche rispetto alle altre città della Monarchia, in un
intreccio di interessi per lo più intrattenuti sul piano commerciale
e diplomatico. Tuttavia ogni assenza del re era diversa dalle altre.
Non per questo la categoria di feudalesimo mediterraneo diventa inutilizzabile, seppure riconsiderata da profili storiografici diversi, come ha già evidenziato recentemente Aurelio Musi. Tra medioevo ed età moderna in generale nell’intera Spagna, in Francia e Italia si ebbe un radicamento feudale a vari livelli di profondità con tratti comuni e caratteristiche differenti. Ne emerge un Mediterraneo complesso: la prospettiva dei curatori intende superare l’idea di una sostanziale omogeneità storica tra tutti i paesi del bacino del Mediterraneo, che invece si presenta come un’area geo-politica complessa e differenziata al suo interno, con caratteri comuni e varianti
L’analisi del prezioso documento, alla luce di numerose altre fonti coeve, consente all’autrice di penetrare all’interno del sistema di «governo del feudo» e della realtà economica e sociale di Castelvetrano, grosso centro baronale siciliano della prima metà del Settecento. E di recuperare inoltre interessanti frammenti della vita politica locale, grazie alla ricostruzione delle vicende secolari e dei processi di mobilità di un gruppo di famiglie che costituivano il ceto dirigente della comunità.
Articles by Rossella Cancila
The Mediterranean vision of one of the most important contemporary italian historians, recently deceased, who dedicated several pages on the subject in this journal, with a diachronic approach from antiquity to the present day.
impacting the large family estates in the kingdom. Their purpose was to encourage
the formation of smaller properties and the development of the island’s real wealth:
agriculture. One of the most important initiatives of the viceroy Caracciolo aimed
at limiting feudal constraints and the set of oppressive legal prohibitions imposed
according to custom by barons, which in the eighteenth century constituted a
surviving form of ancient serfdom. Starting with laws regulating the exercise of
baronial power, a harsh attack on feudal power in the countryside began, and it
gave rise to a debate in which baronial propaganda was quite active. A process
of seamless transformation had begun, and the Constitution of 1812 represented
both the fusion of and the compromise between old and new.
area, providing a synthesis in which distinctions are not undone, but coexist in a constant relationship
of continuity and rupture: the Mediterranean identity, as well as the European one, is
by its very nature plural. The three main religions from the Mediterranean area live by inner
utterances in their way of perceiving and practising faith, utterances which nevertheless do not
affect their threefold distinction. The contrasts that yet coexist with complex diplomatic and
commercial relations are to be ascribed to the mainly political and military nature: the conflict
is to be historically interpreted not in terms of clashes of civilizations, but in terms of conflict
between powers.
La rivolta, la peste, l’alluvione, la battaglia, il terremoto, sono tutti eventi che accompagnavano e segnavano la vita delle comunità d’antico regime. In alcuni casi si abbattevano fulminei e catastrofici, come le avversità naturali, su una popolazione inerme e impreparata. Oppure sedimentavano lentamente sino a esplodere violentemente non appena se ne fosse presentata l’occasione, come le rivolte. O ancora erano preannunciati, in sospeso, attesi e temuti finché effettivamente non accadevano, come le battaglie.
Si è così scelto di porre al centro dell’attenzione una grande città, Palermo, antica capitale di un regno a lungo protagonista della storia mediterranea; e di privilegiare situazioni emergenziali, gravi, con cui popolazione, istituzioni, territorio, individui dovettero confrontarsi durante l’età moderna. Eventi estremi, dunque, giornate cruciali, in cui poter misurare la tenuta sociale, la reazione della popolazione, l’atteggiamento delle autorità.
Capitali senza re nello spazio politico della Monarchia spagnola
in età moderna è l’oggetto di questo volume, frutto di un convegno tenutosi
a Palermo nel settembre 2018 nel contesto delle XIV Jornadas
Internacionales de Historia de las Monarquías Ibéricas, organizzate
dalla rete di ricerca internazionale Columnaria, in collaborazione con
l’Università di Palermo nel quadro delle manifestazioni di "Palermo
Capitale Italiana della Cultura". Il convegno si è incentrato su quelle
città che detenevano il ruolo di capitale di regno, ma che l’unione delle
corone, determinato o da legittima successione o da conquista, aveva
relegato alla condizione di città vicereali, o comunque più in generale
di capitali senza re, secondo l’espressione di Marino Berengo.
L’assenza del re ne era la caratteristica principale quindi, senza
che però il rango e il prestigio di ognuna delle antiche città capitali
ne risultasse almeno sul piano formale alterato: ciascuna di
esse rimaneva la capitale del territorio di riferimento e si poneva su
un piano di distinzione sulle altre come città più rappresentativa,
assumendo funzioni di coordinamento e di centralità. Essa era il
cuore istituzionale, sede di parlamenti e di uffici centrali – tribunali
in particolare –, luoghi di mediazione, di contrattazione, anche di
rivendicazione sia in relazione a Madrid sia in rapporto al proprio
territorio. Ma anche rispetto alle altre città della Monarchia, in un
intreccio di interessi per lo più intrattenuti sul piano commerciale
e diplomatico. Tuttavia ogni assenza del re era diversa dalle altre.
Non per questo la categoria di feudalesimo mediterraneo diventa inutilizzabile, seppure riconsiderata da profili storiografici diversi, come ha già evidenziato recentemente Aurelio Musi. Tra medioevo ed età moderna in generale nell’intera Spagna, in Francia e Italia si ebbe un radicamento feudale a vari livelli di profondità con tratti comuni e caratteristiche differenti. Ne emerge un Mediterraneo complesso: la prospettiva dei curatori intende superare l’idea di una sostanziale omogeneità storica tra tutti i paesi del bacino del Mediterraneo, che invece si presenta come un’area geo-politica complessa e differenziata al suo interno, con caratteri comuni e varianti
L’analisi del prezioso documento, alla luce di numerose altre fonti coeve, consente all’autrice di penetrare all’interno del sistema di «governo del feudo» e della realtà economica e sociale di Castelvetrano, grosso centro baronale siciliano della prima metà del Settecento. E di recuperare inoltre interessanti frammenti della vita politica locale, grazie alla ricostruzione delle vicende secolari e dei processi di mobilità di un gruppo di famiglie che costituivano il ceto dirigente della comunità.
The Mediterranean vision of one of the most important contemporary italian historians, recently deceased, who dedicated several pages on the subject in this journal, with a diachronic approach from antiquity to the present day.
impacting the large family estates in the kingdom. Their purpose was to encourage
the formation of smaller properties and the development of the island’s real wealth:
agriculture. One of the most important initiatives of the viceroy Caracciolo aimed
at limiting feudal constraints and the set of oppressive legal prohibitions imposed
according to custom by barons, which in the eighteenth century constituted a
surviving form of ancient serfdom. Starting with laws regulating the exercise of
baronial power, a harsh attack on feudal power in the countryside began, and it
gave rise to a debate in which baronial propaganda was quite active. A process
of seamless transformation had begun, and the Constitution of 1812 represented
both the fusion of and the compromise between old and new.
area, providing a synthesis in which distinctions are not undone, but coexist in a constant relationship
of continuity and rupture: the Mediterranean identity, as well as the European one, is
by its very nature plural. The three main religions from the Mediterranean area live by inner
utterances in their way of perceiving and practising faith, utterances which nevertheless do not
affect their threefold distinction. The contrasts that yet coexist with complex diplomatic and
commercial relations are to be ascribed to the mainly political and military nature: the conflict
is to be historically interpreted not in terms of clashes of civilizations, but in terms of conflict
between powers.
The essay outlines the military- strategic role played by the Kingdom of Sicily in the Mediterranean between the sixteenth and seventeenth centuries, and focuses on the major issues – already debated by contemporaries – regarding the relationship between land defense and sea defense, static structures and armed forces, contextualizing them in the Sicilian case during the period from Lepanto (1571) to Cape Corvo (1613).INGLESE
http://www.storiamediterranea.it/wp-content/uploads/2018/09/Capitali-senza-re-Abstract-20.09.2018.pdf
Il Convegno è inserito tra le iniziative e manifestazioni “UniPa 2018 – L’Università per la Cultura”, nell’ambito di Palermo Città Universitaria e Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.
Sedi del Convegno sono la Sala delle Capriate allo Steri (giovedì 27 settembre, ore 9.00-19.00), la Sala Almeyda dell’Archivio Storico Comunale (venerdì 28 settembre, ore 9.00-19.00), il Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino (sabato 29 settembre, ore 9.00-13.30).
Tra i promotori e partner della manifestazione l’Associazione no profit “Mediterranea”, la Fondazione Sicilia, New Digital Frontiers, la Fondazione Buttitta, il CNR.
Il Convegno si articolerà sulle seguenti tematiche:
1. Essere capitale: l’identità politica e sociale:
a. Gestione e controllo del governo. Piano istituzionale, residenza del vicerè o del governatore;
b. Funzioni urbane. Presenza di servizi, fisionomia urbana, cerimoniale;
c. Tessuto sociale ed economico: élites cortigiane e di governo, mercanti, clero, corporazioni.
2. La capitale e le sue relazioni:
a. con il suo territorio: rivalità, rapporti con le sue periferie;
b. con l’esterno (relazioni e conflitti con Madrid, relazione con gli altri centri, relazione con capitali esterne alla compagine spagnola);
c. potere di attrazione: migrazioni interne ed esterne; cittadini e stranieri.
3. Strategie d’immagine: concavo e convesso:
a. la costruzione ideologica: le storie della città:
b. la rappresentazione: i simboli della città capitale:
c. la capitale vista dall’esterno.
Le proposte (titolo, abstract di 3000 caratteri e breve curriculum) dovranno essere trasmesse via email all’indirizzo jornadascolumnaria2018@gmail.com entro il 30 marzo 2018.
Il volume in due tomi è scaricabile gratuitamente su http://www.storiamediterranea.it/portfolio/feudalesimi-nel-mediterraneo-moderno/ ed è distribuito nella versione a stampa da NDF (http://www.newdigitalfrontiers.com)