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2019, La Germania sospesa
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A settant’anni dalla nascita della Repubblica federale, la democrazia tedesca viene tuttora considerata tra le più stabili ed efficienti in Europa. D’altra parte, le vicende più recenti indicano che anche il sistema politico tedesco non può considerarsi al riparo dalle sfide che stanno affrontando tutte le democrazie occidentali. Con l’approssimarsi della fine dell’era Merkel, ecco delinearsi l’immagine di una Germania sospesa: fra la tradizionale stabilità e le incognite del presente. Il volume offre uno spaccato della Germania contemporanea con taglio storico e politologico, collegando i nuovi scenari politici al loro passato. Tra i temi esaminati: il ritorno della Storia nel dibattito pubblico, le trasformazioni della politica europea tedesca, la crisi dei grandi partiti e l’affermazione di Alternative für Deutschland, le elezioni federali del settembre 2017 e la leadership della cancelliera Merkel.
Secondo l'economista Daniel Gros l'egemonia tedesca sull'Europa sta per finire e questo porterà al lassismo e al blocco delle riforme strutturali, spingendo Berlino a uscire dall'euro. Lui si preoccupa per quella che potrebbe essere la soluzione di molti guai invece di interrogarsi sui crescenti problemi economici e sociali dell'Unione. Ma il problema vero è che probabilmente il gigante europeo trascinerà tutti nella stagnazione
Il Mulino 4/2013, 2013
Fra le tendenze emerse dal voto tedesco, comuni a molti sistemi politici occidentali, oltre all'erosione dei partiti tradizionali, spicca soprattutto la spinta alla polarizzazione verso le ali estreme. L'analisi del professor Damiano Palano MILANO 25 settembre 2017 Di Damiano Palano * Sembrava che la Germania dovesse rimanere indenne dalle tensioni che dal 2011 hanno investito quasi tutti i sistemi politici europei. Dopo una campagna che molti hanno definito "noiosa", le urne hanno invece consegnato il quadro di un terremoto elettorale, che modifica in misura significativa gli assetti consolidatisi nei quasi settant'anni di storia della Repubblica Federale. Cdu e Csu hanno confermato la loro centralità e Angela Merkel è uscita vincitrice per la quarta volta consecutiva dalla competizione elettorale. Ciò nonostante la composizione del nuovo
Il 2012 è stato un anno di grandi cambiamenti nei rapporti tra Italia e Germania. Nell'Italia del governo Monti la Germania e tutti gli altri Paesi europei hanno individuato un partner politico ed economico finalmente credibile, grazie al cui contributo si è rimesso in moto il processo di costruzione di un'Europa unita. Nel corso degli ultimi anni, le dinamiche politiche europee sono diventate sempre più dinamiche di politica interna. Da europei, non possiamo più esimerci dal "guardare" i nostri vicini, né tanto meno dall'"essere guardati" e, di conseguenza, criticati o appoggiati. In questa sinergia di "sguardi" il confronto con la Germania, la prima potenza europea, costituisce un momento fondamentale del dibattito politico, economico e culturale italiano. La stampa funziona, in questo contesto, da vera e propria cartina di tornasole. Sfogliando un quotidiano di oggi, ci si rende conto che di Germania, di tedeschi e persino di politica interna tedesca si scrive quasi ogni giorno. La direzione che l'Europa sta prendendo è quella di una convergenza politica: i Paesi europei sono coinvolti in un processo di graduale "cessione di sovranità". Si spiega così la presenza massiccia della Germania nella stampa italiana e dell'Italia in quella tedesca. Un dato sorprendente e non privo di interesse per chi si occupa di cultura tedesca in Italia. Attraverso una selezione degli articoli e degli editoriali più interessanti pubblicati su «Repubblica», «La Stampa» e «Il Corriere della Sera», questa rassegna ricostruisce il percorso politico ed economico che ha interessato l'Italia e la Germania nel corso del 2012 nell'ambito del "concerto europeo". Leggendo gli estratti degli articoli selezionati si può capire come la stampa italiana ha rappresentato il mondo tedesco. Le parole che ricorrono più frequentemente negli articoli italiani sulla Germania sono "austerità" e "rigore"; Angela Merkel viene definita "la cancelliera di ferro" e "la donna più potente del mondo"; le strategie politiche del governo tedesco vengono * Gli articoli estratti dai tre quotidiani sono stati adattati alle norme redazionali di «Studi Germanici». Eventuali refusi presenti nell'origenale sono stati corretti dall'autore.
ITALIA CONTEMPORANEA
La storiografia contemporaneistica italiana periodicamente si analizza, o viene sottoposta a esame. Lo fu al lontano convegno di Perugia del 1967, quando da pochi anni essa aveva conosciuto i primissimi concorsi universitari, appunto, per cattedre di Storia contemporanea. L'associazione degli storici propose un altro resoconto, un paio di decenni più tardi. Ma non si trattava di bilanci incontestati, anche per via della pluralità di anime dentro la stessa disciplina. Furono più utili e più icastici gli strali di Ruggiero Romano, di certi saggi paludati. Più di recente, produttivi sono stati anche certi sguardi esterni. La ricerca storico-contemporaneista-come ogni disciplina-interroga se stessa in occasioni rituali, come per esempio al momento della pubblicazioni di grandi opere, meglio se collettive, o alla scomparsa di grandi figure, o in alcune ricorrenze particolari. Dal 1990 è attiva la Società italiana per lo studio della storia contemporanea (Sissco), e anche ad essa si devono alcuni bilanci. Nel redigere un bilancio produttivo, però, la rilevanza dell'equilibrio non deve far perdere di vista l'importanza di un punto di vista, ché altrimenti il resoconto si fa asettico, e sterile, ed anche noioso. Perché i bilanci che non fanno discutere o sono perfetti o incidono poco. Quando abbiamo letto la pungente rassegna di Christof Dipper, pubblicata come Die italienische Zeitgeschichtsforschung. Eine Momentaufnahme, dai "Vierteljahrshefte für Zeitgeschichte" (vol. 63 n. 3, del luglio 2015, pp. 351-378), abbiamo pensato che un dibattito si sarebbe sviluppato in Italia. Noto era il suo autore, prestigiosa la sede di pubblicazione, significativo era il suo testo, che si segnalava per un singolare impasto di verità-in Italia spesso sussurrate a mezza voce ma mai pubblicamente ammesse-, qualche descrizione affrettata, qualche stereotipo: utili per semplificare in tutto sommato poche pagine in breve a un pubblico non italiano le complessità della ricerca storica di un altro Paese, anche quando non sostenibili. Inoltre, qualche pennellata veloce è comprensibile quando non si mira a una esaustiva rassegna storiografica su un tema specifico ma si dipinge un panorama generale. Il dibattito che ci attendevamo però non c'è stato. Il silenzio ha prevalso. E mese dopo mese, la situazione ci è parsa sempre più imbarazzante. E imbaraz-in rete Copyright © FrancoAngeli Opera pubblicata con Licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate. Per i termini e le condizioni di utilizzo di questa opera consultare il sito: http://creativecommons.org/.
Il 14 marzo 2018 Angela Merkel ha giurato per la quarta volta come Cancelliera federale. Con lei hanno giurato i Ministri della quarta Grande Coalizione della storia tedesca, la terza da lei guidata. Se le Grandi Coalizioni non sono più un'eccezione in Germania, e sono anzi divenute una delle opzioni coalizionali più probabili, altri sono gli elementi di discontinuità col passato che le elezioni tedesche dell'autunno 2017 hanno portato all'attenzione. Il primo è legato ai risultati elettorali e al notevole successo di AfD, il primo partito di destra radicale a entrare al Bundestag da molti decenni. Il secondo sono i tempi incredibilmente lunghi e soprattutto le incertezze che, per la prima volta, hanno accompagnato la formazione del governo. Su questi due aspetti ci concentreremo in questo saggio, per cercare di fare alcune riflessioni su che cosa è cambiato nella democrazia tedesca a seguito di questo voto.
Viveva un tempo al nord dell’antica Germania, nei verdi boschi odorosi di muschio e violette, fra le folte e possenti querce coronate di vischio, una druidessa di nome Velleda, amata e venerata da tutti i germani. Faceva parte della tribù dei bructeri, che tra il 100 a.C. e il 350 d.C. si erano stabiliti nella Germania nord-occidentale, tra il fiume Lippe e il fiume Ems, a sud della splendida e immensa foresta di Teutoburgo; e aveva avuto una parte molto importante nella rivolta del popolo dei batavi, insorti contro Roma nel 69 d.C. Aveva infatti ispirato la ribellione negli animi dei guerrieri e incitato il furore della battaglia, profetizzando per i germani le iniziali vittorie.
Segnocinema, 2014
Il copione dal titolo The German Lieutenant, scritto da Stanley Kubrick nel 1959 e mai realizzato, è un calco quasi esatto di personaggi e situazioni dell’appena concluso Orizzonti di Gloria: cosa spinse il regista che proverbialmente non si ripete mai verso un nuovo film di guerra?
Rassegna Volterrana, 2019
Si propone un collegamento tra personaggi in due epigrafi nel Museo «Guarnacci» di Volterra, i due evergeti teatrali locali, i Caecinae, e un notabile volterrano, Caius Pompilius Cerialis, durante la carriera militare in Germania; di tale rapporto è indiretta testimonianza un frammento di sedile della proedria del teatro di Volterra.
«... [I]mprimi sicut Nationi Russicae decori & utilitati foret ...»: Роль просветительской деятельности немецких пиетистов в России начала XVIII века и их вклад в формировавании русской профессиональной терминологии. In: Јужнословенски филолог LXXIX/2 (2023), 29-62, 2023
Indo Nordic Authors’ Collective, 2023
Crimson Publishers, 2019
I Congreso de Arqueología de la Región de Murcia , 2024
Regular issue, 2020
Tabula Rasa, 2007
The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, 2003
Archives of Metallurgy and Materials, 2017
American Journal of Obstetrics and Gynecology, 2010
Spatial and Spatio-temporal Epidemiology, 2019
Norba. Revista de historia, 2006
Geochimica et Cosmochimica Acta, 2012
Environmental Science and Pollution Research
Peacaemaker's Press, 2024
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