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CLAUDIA SORRENTINO Dalla produzione alla messa in opera: il caso di una fornace per laterizi di epoca romana tra ricostruzione e quantificazione

POSTER SESSION DIGITAL HUMANITIES - SESSIONE I “Data science, intelligenza artificiale e metodi computazionali: riflessioni e nuove opportunità” CLAUDIA SORRENTINO Dalla produzione alla messa in opera: il caso di una fornace per laterizi di epoca romana tra ricostruzione e quantificazione La fornace oggetto del presente contributo, databile tra l’inizio del principato e l’età di Commodo, è stata individuata in località Rota Rio-Buconera (Mugnano in Teverina, Bomarzo-VT) nel corso di una campagna di ricognizioni condotta da Tiziano Gasperoni. Sulla base del materiale rinvenuto, la struttura, per la quale si può parlare di figlina polivalente o fornace per laterizi, è stata ritenuta pertinente ad un impianto produttivo di proprietà dei Domitii (fig. 1). Sebbene si conservi a livello delle reni degli archetti che coprivano internamente la camera di combustione ampia 4,50 x 1,65 m, il manufatto risulta leggibile nel suo sviluppo planimetrico, riconducibile ad una fornace a pianta rettangolare con sostegno a doppio corridoio ed un solo prefurnio (tipo II/c Cuomo di Caprio, fig. 2). Dalla ricostruzione 3D messa in atto, ottenuta per estrusione di forme piane partendo dal rilievo planimetrico vettorializzato in scala 1:1, è stato possibile ipotizzare che la fornace dovesse prevedere un impianto planimetrico complessivo di 6,10 x 3,65 m (fig. 3). Lungi dal voler proporre una sterile restituzione volumetrica del manufatto, la ricerca, oltre alla comprensione delle soluzioni costruttive formali e funzionali adottate, intende pervenire alla quantificazione della sua capacità produttiva in termini numerici. A tal fine, il primo obiettivo del presente studio è la stima dei laterizi prodotti ad ogni infornata; supponendo un utilizzo della fornace per la cottura di bessali è stato ricostruito il carico della camera di cottura su 10 livelli sovrapposti, con un allineamento alternato dell’inclinazione a 45˚ delle file, per un totale di circa 3000 bessali ad infornata. Considerando poi che per ogni carico si poteva registrare una perdita di materiale del 1025% ed ipotizzando un valore medio del 12%, si può stimare che soltanto 2700 circa erano i bessali utilizzabili per la messa in opera (fig. 4). Come secondo obiettivo, si è tentato di ottenere una stima approssimativa delle dimensioni che poteva avere una muratura realizzata con i bessali prodotti. A tal fine, è stato utilizzato un calcolo che utilizza come dato di partenza la misura della diagonale del bessale (ovvero il lato tagliato, lavorato e posto in facciavista), da cui si potevano ottenere 2 laterizi di forma triangolare dello spessore di 4 cm. Per tale ragione, ipotizzando una cortina muraria realizzata con bessali – di cui sono stati trovati numerosi frammenti nell’area della fornace in oggetto – e considerando che la sua diagonale misura 28,2 cm, si può calcolare che per la realizzazione di una cortina di 1 m² fossero necessari 60 mezzi bessali, ovvero 60 bessali interi per una muratura completa (calcolando uno strato di malta di 2 cm su ogni lato). Ne consegue dunque che con i circa 2700 bessali prodotti potesse essere realizzata una muratura completa di circa 45 m². IAS 2020. 19-20 novembre 2020. Online conference Tali risultati consentono infine di pervenire al terzo obiettivo, ovvero la stima ipotetica dei tempi per la messa in opera dei bessales. I tempi di costruzione si valutano a cottimo – numero di elementi che un operaio con un manovale mettevano in opera giornalmente nel paramento e nel nucleo – e a tal proposito J. DeLaine distingue le murature in opus testaceum in tre tipologie: grezze (1300–1500 laterizi/giorno), ordinarie (1000 laterizi) e rifinite (500–700 laterizi). In conclusione, sulla scorta di tali dati, ipotizzando una media di 1300 laterizi/giorno per la realizzazione di una muratura completa e tenendo presente che la giornata lavorativa di un operaio nell’antichità era di 12 ore, ne consegue che per la messa in opera di circa 2700 bessali fossero necessari due giorni lavorativi per un solo operaio. Claudia Sorrentino Dottoranda Università degli Studi della Tuscia c.sorrentino7@gmail.com 2 IAS 2020. 19-20 novembre 2020. Online conference Fig. 1 3 IAS 2020. 19-20 novembre 2020. Online conference Fig. 2 4 IAS 2020. 19-20 novembre 2020. Online conference Fig. 3 5 IAS 2020. 19-20 novembre 2020. Online conference Fig. 4 Il testo e le immagini qui presentati sono di proprietà dell’Autore e saranno oggetto di pubblicazione negli Atti del Convegno. 6








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