Il "Gruppo Dante" dell'Adi sta organizzando, già dal 2016, incontri e seminari su temi danteschi di ampia portata, sia attinenti al versante della didattica nelle scuole superiori, sia a quello della ricerca e in particolare delle caratteristiche che dovrebbe avere un nuovo commento al "poema sacro". In vista dell'anniversario del 2021, quest'anno il Gruppo propone un panel sul tema "Commentare l'Inferno". Saranno valutati interventi di carattere metodologico, oppure di storia della critica, oppure di esegesi di precisi passi della prima cantica. Sono previsti anche interventi di colleghi dell'Adi-SD sulle nuove esigenze della didattica dantesca nelle scuole superiori: in particolare, verranno privilegiati quelli relativi al canone dei canti da presentare in un percorso pensato su due anni scolastici.

L'articolo è dedicato all'interpretazione di Paura seconda di Vittorio Se-reni. Dopo una dettagliata analisi stilistica, viene ipotizzata la presenza di una reminiscenza dalla Gerusalemme liberata, coincidente con la memoria involon-taria degli episodi della selva di Saron. La comparazione con Tasso permette, inoltre, di valorizzare numerosi aspetti del testo sereniano, quali l'animismo, l'autonominazione, la denegazione, il senso di colpa e la pulsione al suicidio (in linea col côté nichilistico di Stella variabile).

Resumo: Para Schopenhauer, o que caracteriza o gênio é o excedente da faculdade de conhecer (genialidade) que lhe possibilita acesso imediato à Ideia por meio da contemplação intuitiva, enquanto puro sujeito do conhecimento. Todavia, esta mesma potencialidade amplifica a vontade do gênio, quando este retoma a condição de indivíduo. Segundo o filósofo, o excedente da faculdade de conhecer pode tomar duas orientações, excludentes entre si: a orientação objetiva, quando ele se torna livre da servidão da vontade, ou a orientação subjetiva, ocasião em que o excedente se coloca a serviço da vontade individual. Por conta dessas duas orientações do excedente, o gênio ora se abstém do sofrimento, ora sofre de maneira extremada. O presente trabalho pretende apresentar a hipótese de que o gênio vivencia um drama existencial, que ultrapassa sobremodo o sofrimento natural inerente aos outros homens. Para tanto, objetiva-se recorrer à obra Torquato Tasso do Goethe, citada pelo próprio Schopenhauer.

Abstract: To Schopenhauer, a genius is characterized by the surplus of the faculty of knowing, which allows these individuals to have immediate access to the Idea through the intuitive contemplation, while a pure being of the knowledge. However, this potentiality amplifies the genius’ will, when the status of individual is retaken. According to the philosopher, the surplus of the faculty of knowing may take two guidances, which exclude themselves: the objective guidance, when one is freed from the bondage of the will, or the indirect guidance, occasion when the surplus is available to the individual guidance. As a consequence of the surplus, the genius either neglects suffering or suffers radically. This work intends to present the following hypothesis: the genius goes through existential drama that greatly surpasses the natural suffering inherent to other people. Thereunto Torquato Tasso, Goethe’s work, was utilized, since it has been mentioned by Schopenhauer.

MASSIMO COLELLA, La stasi e il moto: il cerchio imprigionante e il nóstos etico. Movimenti, viaggi, pellegrinaggi e anti-pellegrinaggi nel canto decimosesto della «Liberata» LORIS TROTTI, Il tramonto della luna. Commento alla canzone tassiana «Chi di moleste ingiuriose voci» (Chigiano L VIII 302, CXXII) VALERIA DI IASIO, «Affaticarsi alquanto per la mia gloria»: su alcune varianti tassiane MISCELLANEA JACOPO GROSSER, Le partizioni melodiche dell'endecasillabo della «Gerusalemme liberata» GIADA GUASSARDO, La similitudine nella «Gerusalemme liberata» ILARIA MARINELLI, L'«Eneide» e la «Conquistata»: la mediazione di Annibal Caro FILIPPO TANSINI, Armida: da personaggio tassiano a motivo scenico per i teatri veneziani tra Sei e Settecento GIORNATE TASSIANE 2014-2015 2014 VINCENZO GUERCIO, La Raccolta tassiana della biblioteca Mai: specimina e pezzi unici 2015 MARCO CORRADINI, Appunti di un commentatore dell' «A minta» MASSIMO CASTELLOZZI, «Si compiacque di farmene un graditissimo «AFFATICARSI ALQUANTO PER LA MIA GLORIA»: SU ALCUNE VARIANTI TASSIANE

In collaborazione con il quotidiano on-line Cittadellaspezia, la Biblioteca civica Ubaldo Mazzini della Spezia presenta le edizioni più rare e pregiate, conservate nel Fondo antico. In questa puntata si parla dell'Aminta, favola boschereccia di Torquato Tasso ora alla sua vera lezione ridotta, Crisopoli [Parma] co‘ tipi bodoniani, 1793

In Torquato Tasso’s Gerusalemme Liberata, both Armida and Clorinda are female characters with strong personalities, unlike the stereotypical damsels-in-distress typically found in epic poetry with wartime settings. In their interactions with the male knights of the Crusades, Tasso employs the more conventional trope of ‘love at first sight’, albeit for different reasons and to different effects. The enchantress Armida falls in love with Rinaldo, the man she is supposed to murder, while Clorinda is Tancredi’s unrequited object of love on the battlefield. In this essay, through analyzing scenes when the two pairs meet and interact, I argue that ‘love at first sight’ functions as a platform that facilitates the eventual conversion of the two women from paganism to Christianity. It has the effect of undercutting the transgressive power of the two women, who play roles that go against what society expects of their gender. Ultimately, these pagan women learn the ‘errors’ of their faith and accept (or appear to accept) Christianity, and bow to their Christian men.

Quello di Francesco Ferretti è un libro che contiene molto più di quello che promette. Contrariamente a quanto possono fare pensar il bel titolo e il sottotitolo un po' forsteriano (Aspetti del racconto…), non si tratta solo di un'analisi narrativa ma di un ambizioso saggio interpretativo sulla Gerusalemme liberata. Un saggio anzi, che analizza l'intera produzione narrativa tassiana prendendo come punto di osservazione quel momento di precario equilibrio rappresentato dal poema che siamo abituati a chiamare Gerusalemme liberata: il testo cioè che Tasso lascia interrotto nel 1575-76 e che viene pubblicato cinque anni dopo contro la sua volontà. Ferretti ci racconta la storia degli aggiustamenti successivi, degli spostamenti insensibili grazie ai quali questo equilibrio si definisce, ma anche del suo progressivo sfaldarsi sotto l'azione di critiche esterne e dubbi dell'autore.

Ces 14 pages racontent le rôle de châteaux hantés et jardins d'illusion dans trois des grands romans d'Europe : Le Roland amoureux de Matteo Boiardo, le Roland furieux de Ludovico Ariosto, et la Jérusalem délivrée de Torquato Tasso. Ce sont trois grands romans italiens en vers, dont la composition s'échelonne entre 1470 et 1580 ; sur un siècle environ. Les trois romans ont eu une célébrité immense, jusqu'au XIXe siècle au moins, et les épisodes que nous allons parcourir ont été l'origene d'innombrables adaptations en musique, en opéras, en films et en romans multiples.
Voir aussi le billet correspondant sur mon blog : https://caramel.hypotheses.org/

Anna Licia Gagliardo affronta con acume nel suo studio l'analisi comparativa tra i differenti modi impiegati da Castello e da Tempesta nel comporre le scene raffiguranti gli episodi del poema; individuando nel primo una generale tendenza a presentarli nel loro svolgimento; nel secondo la propensione verso una migliore vena descrittiva, riguardo in specie alle scene di combattimento, e la maggiore adesione al testo sia nell'ambientazione che nella scelta dei luoghi.

L’Omero dei Castelli Romani non trascura neanche una lettera di quello che scrive, e pratica un altro tipo di epica: Achille Campanile, personalità del Novecento italiano forse un po’ troppo sottovalutata dai quadri storiografici e letterari, è entrato di forza – con le sue battute irriverenti e argute – nell’accezione moderna del termine “epica”. Come definire, infatti, se non “epiche”, le sue intuizioni, non solo riguardo i giochi di parole – molto più di sette, e tutti studiati e presentati in maniera naturale… pardon, legittima!

...  la Gerusalemme, unico fra i poemi di ispirazione aristotelica a incontrare un successo duraturo, s’impose al pubblico per la mistione calibrata di storia e invenzione, armi e amori, unità d’azione e varietà di episodi. Un meccanismo perfetto, fondato su una dialettica non scontata fra Cielo e Inferno, sul conflitto fra la saggezza di Goffredo e gli ardori giovanili di Rinaldo, sul racconto di passioni impossibili come quella del gentile Tancredi, involontario uccisore ...

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An interpretive journey through the myriad of the works of Tasso. The figure of Torquato Tasso (1544-1595) has always fascinated the public not only for the beautiful verses of his "Gerusalemme liberata" but also for the exceptional biography, marked by religious concerns, ravings on the verge of madness, rebellion fairs, repentance and escape. The book, introduced by a rich biography of the
poet, offers a new reading of human history and literature of the greatest writer of the Italian Sixteenth century and e a suggestive description of the Italian atmosphere of the Tasso’ epoch.

Un viaggio interpretativo attraverso la miriade di opere tassiane. La figura di Torquato Tasso (1544-1595) ha da sempre affascinato il pubblico non soltanto per i versi bellissimi della sua Gerusalemme liberata ma anche per l’eccezionale vicenda biografica, segnata da inquietudini religiose, vaneggiamenti al limite della follia, fiere ribellioni, pentimenti, fughe. Il libro, introdotto da un ricco profilo biografico del poeta, propone un viaggio interpretativo attraverso la miriade di opere tassiane, offrendo una nuova lettura della vicenda umana e letteraria del più grande scrittore del Cinquecento italiano.

En una primera lectura de El Burlador de Sevilla el personaje de Arminta y la escena en la que hace aparición no parecen tener una autonomía y relevancia dramáticas destacables dentro del conjunto orgánico de la obra. Se trata, podríamos pensar, de un personaje secundario, mero sub-protagonista, en tanto objeto de burla y deseo por parte de don Juan Tenorio, de una escena de carácter puramente funcional a efectos estructurales. Don Juan entra en escena camino al exilio ("De camino pasa a Lebrija"), cuando se encuentra inesperadamente con una boda rural. "Pasando acaso he sabido/que hay bodas en el lugar, /y de ellas quiero gozar,/pues tan venturoso he sido." (v. 1856-60). Nuestro protagonista se dispone rápidamente a aprovecharse de la situación, conocedor de la condición honrada y servil de las clases humildes, inicia en un primer momento el procedimiento habitual de seducción, por medio de promesas y elogios, para más tarde convencer a Batricio para que rompa sus promesas de matrimonio con Arminta gracias a una historia inventada: don Juan ya habría gozado del honor de Arminta, de modo que en caso de aceptarla, Batricio estaría aceptando un regalo envenenado para su propio honor y la posición social que ostenta dentro de la comunidad campesina. Batricio finalmente desiste en favor de su propio honor, gesto del cual se derivan importantes reflexiones sobre la honra y la condición campesina en el siglo XVII. Tras un largo intercambio dialogado con Arminta, don Juan consigue salirse con la suya y éste personaje desaparece hasta su discreta entrada en escena con motivo de la resolución final: la intercesión del rey como juez supremo y el justo restablecimiento de los matrimonios acordados antes de la irrupción de la lógica libidinosa, destructiva y caótica, del Burlador. A raíz de esta rápida descripción de la escena podríamos concluir que se trata de un momento dramático carente de relevancia y/o significado autónomo, como si viniera determinado exclusivamente en términos de un mero recurso dramático exi-VOZ Y LETRA, XXI/1, 2010.

Lo studio si propone di riscontrare la possibilità di un proseguimento della linea «Amadigi-Liberata» fino alla «Conquistata», attraverso l’analisi dell’episodio della selva di Saron. Sulle basi del rapporto dei due poemi gerosolimitani con alcuni luoghi testuali dell’«Amadigi» si metteranno in evidenza le interferenze della poetica di Bernardo sulla maturazione teorica di Torquato riguardo i problemi dell’allegoria e del meraviglioso tra la prima e la seconda «Gerusalemme».

En el presente estudio analizamos el imaginario y la nostalgia de las cruzadas en la Jerusalén Liberada de Torquato Tasso y el arte de la Contrarreforma. En primer lugar, examinamos el concepto de guerra santa en la obra del poeta italiano, reflejando un ‘espíritu cruzado’ que proyecta el triunfo de la cristiandad y la unidad espiritual. Posteriormente, revisamos la visión nostálgica de la cruzada de Tasso aplicada en el arte de la Contrarreforma, en el que se transmiten los valores ortodoxos y moralizantes de la Iglesia católica. Con esto se busca consolidar la espiritualidad de la cristiandad en su lucha contra el protestantismo y la amenaza islámica.

Le pubblicazioni di qualunque genere per recensione e segnalazione vanno inviate al Centro di Studi Tassiani, c/o Biblioteca "A. Mai"-piazza Vecchia n. 15-24129 Bergamo (Italia). Per i saggi in concorso per il Premio Tasso si rimanda invece a quanto previsto nel Bando. Per tutti vale l'invito ad attenersi strettamente alle Norme per i collaboratori riportate in calce alla rivista.

Quale è l'incipit di una tragedia? La prima scena o la prima battuta? O non piuttosto l'antefatto, da cui deriva l'azione? Un inizio, tra l'altro, che esibito in flash back si rovescia subito in agnizione e conclusione. Il caso dell'unica tragedia tassiana, Il Re Torrismondo, è in questo senso non poco significativo, per una sorta di modulo compositivo che intreccia duplicazione, specularità e variante -rispetto all'abbozzo della Tragedia non finita, detta Il Galealto -e costituisce uno dei vertici del manierismo dell'autore (non manca la Dedica, a Vincenzo Gonzaga, che pertiene al paratesto).

la fortuna del Tasso eroico tra sei e settecento. Modelli interpretativi e pratiche di riscrittura a cura di TancrediArticoedEnricoZucchi Edizioni dell'orso alessandria impaginazione a cura di Francesca Cattina È vietata la riproduzione, anche parziale, non autorizzata, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche a uso interno e didattico. L'illecito sarà penalmente perseguibile a norma dell'art. 171 della Legge n. 633 del 22.04.41 isBN 978-88-6274-790-5

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L'articolo prende in esame le figure della comparazione osservabili in alcuni lirici barocchi, ponendole a confronto con il repertorio figurale della poesia italiana precedente. L'operazione consente di verificare la tenuta di una serie di motivi di lungo corso e, d'altro canto, di misurare lo scarto operato dai cosiddetti "marinisti" rispetto all'immaginario poetico tradizionale; particolare attenzione è dedicata ai casi in cui si riammettono nella lirica di tono alto referenti figurali marginalizzati in seguito alla codifica petrarchesca. L'indagine è svolta su un corpus di sette poeti (Achillini, Casaburi, Lubrano, Maia Materdona, Pasini, Preti, Zazzaroni), scegliendo come terreno di prova le immagini di ambito zoologico.


The paper studies the similes used by some Baroque poets, by comparing them to the previous Italian lyric imagery. This approach allows from one side to verify the endurance of a series of long-term literary topoi; from the oder, it measures the gap between the so-called "Marinists" and the traditional poetic imagery. A special attention is dedicated to the re-introduction of some high-style lyric images wich had been marginalised by the Petrarchan codification. The analysis is made on a corpus of seven poets (Achillini, Casaburi, Lubrano, Maia Materdona, Pasini, Preti, Zazzaroni), by choosing as testing ground images coming from the zoological world.

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Today’s concert takes its point of departure from Tasso’s epic La Gerusalemme liberata: from its tales of Erminia amongst the shepherds, and her tears over what she believes to be the body of Tancredi; the pagan warrior Clorinda, who saves the Christians Sofronia and Olindo, about to be burnt at the stake; the maga Armida, who came upon the sleeping knight Rinaldo in her enchanted garden, and becomes enamoured of him, but is abandoned soon after their idyll. Composers have drawn on Tassos’ epic for their inspiration from even before the work was published in its authorized form. Since the late 16th century the epic has been an inexhaustible source of texts and themes for madrigals, monodies, chamber cantatas and operas - for works composed until even as late as our own time. But in today's concert we will focus on the music which was composed in Italy within the first five decades subsequent to its publication, from the first composer known to have set its ottave - the Flemish Giaches de Wert, employed at the court of Mantua, who had personal contact with Tasso - to the great masters of the Italian Baroque, Monteverdi, Marini and Mazzocchi, who have left us works of outstanding beauty and interest. One need only think of Monteverdi’s innovative Combattimento di Tancredi e Clorinda, or Marini’s enchanting La Bella Erminia, with its echo lament, to perceive the importance of this repertoire. That there is a particular focus on the Roman composers of the early Baroque period in today’s concert is by no means a coincidence, for it is intended as a personal, affectionate and grateful homage to the director of Villa I Tatti, Joseph Connors, whose passion for music of the Renaissance and Baroque periods has led him to establish the series of biennial concerts that present early music in the limonaia, to the great joy of our Florentine and international public. Music has never flowered at I Tatti so rigorously as in these last eight years.

Storia testuale della Gerusalemme conquistata.
Premessa e Introduzione a Torquato Tasso, Gerusalemme conquistata. Ms. Vind. Lat. 72 della Biblioteca Nazionale di Napoli, Edizione critica a cura di Claudio Gigante, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2010, pp. LXX-544.