Biasioli Bignardi - I Particolari Sono Fondamentali
Biasioli Bignardi - I Particolari Sono Fondamentali
Biasioli Bignardi - I Particolari Sono Fondamentali
Copyright 2012 Francesco Biasioli Per contattare lautore: f.biasioli@gmail.com Quest'opera rilasciata con licenza Creative Commons, Attribuzione Non commerciale NC - Condividi allo stesso modo SA 3.0 - Unported. Per una copia della licenza visitare il sito http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/.
Nella pratica si usa tale aggettivo quando, per trattare in modo completo un particolare tema e comprenderne la complessit occorre guardarlo dallalto, evitando di privilegiare un solo punto di vista. E questo lapproccio che guider queste: non si pu progettare una struttura se non la si vede come risultato finale di calcolo, materiali, esecuzione, norme, prescrizioni, denari spesi Un approccio olistico dunque, basato su una visione positiva delle norme come insieme non di vincoli ma di regole di buona pratica che, comprese e utilizzate correttamente, sono in grado di fornire al progettista gli strumenti per indirizzare il progetto e soddisfare tutte le prestazioni richieste. Perch, nonostante tutto, le buone norme non sono innovazione, sono (quasi) sempre un punto di sintesi di esperienze acquisite su cui si sono trovate daccordo un certo numero di esperti sperabilmente di buon senso. Un approccio olistico da applicare a cosa? A quello che, con un altro termine di moda, viene chiamato conceptual design
Per le strutture il conceptual design pu essere definito come il momento del processo di progettazione in cui vengo prese le decisioni fondamentali circa la natura e la forma di una strutturacon la scelta di una soluzione appropriata tra le molte possibili per risolvere un particolare problema. I buoni progetti sono caratterizzati dalla proposta di soluzioni che emergono in quanto risulta perfettamente chiaro come sono stati soddisfatti i diversi vincoli del progetto (requisiti funzionali, strutturali, di durabilit e requisiti ambientali tali da garantire la sostenibilit dellopera (fib - Bollettino 51 pagg.3-11)
In queste lezioni - brevi, di poche pagine, da leggere senza fare fatica - verr trattato dunque con particolare attenzione il progetto preliminare di una struttura alla luce dellinsieme di prestazioni che questa deve fornire, prestazioni che le norme tecniche basate sugli Eurocodici ricordano nel loro preambolo al progettista essere resistenza, funzionalit, durabilit, ottenute cercando una certa ridondanza strutturale per affrontare eventi imprevisti. E dato che si sta prendendo coscienza che le strutture, per come vengono progettate, per tipo e quantit di materiali utilizzati e per modalit di realizzazione e per smaltimento finale devono essere sostenibili per lambiente, considereremo anche questo aspetto al momento delle scelte dei materiali. Un conceptual design delle strutture basato sul metodo degli stati limite richiede una metodologia di predimensionamento efficiente, efficace, economica e sostenibile in grado di individuare subito quali soluzioni strutturali (tipologia, schemi statici) e di progetto delle sezioni sono in grado di soddisfare CONTEMPORANEAMENTE sia gli SLU che gli SLE. Definite le soluzioni strutturali, il predimensionamento delle sezioni si fa di regola in base agli SLU ma, per evitare di fare e rifare occorre che gli SLE siano tenuti presenti fin da subito, adottando un approccio olistico che considera tutte e tutte insieme le richieste delle NTC e dellEurocodice 2 per i diversi stati limite: solo cos il progettista viene guidato nelle scelte e i punti deboli del progetto sono, se non evitati, quanto meno messi in evidenza. Le soluzioni che ottimizzano sia la geometria delle sezioni che le quantit dacciaio e calcestruzzo tenendo conto del loro comportamento in esercizio infatti si possono individuare con formule semplici se si fa riferimento a valori adimensionali,. Questo suona inusuale in unepoca in cui tutto sembra si debba e possa fare con sofisticati programmi di calcolo: i programmi sono utilissimi (purch se ne conoscano presupposti e limiti) a condizione di dare loro in pasto una ragionevole geometria e essere in grado di verificarne i risultati.
Lezioni di piano 2012 F. Biasioli Rev. 0
I procedimenti operativi che verranno trattati, che possono essere implementati in semplici fogli di calcolo, permettono di fare entrambe queste operazioni (predimensionamento delle sezioni, verifica dei risultati) presto e bene. Uno degli obiettivi di queste Lezioni di piano descrivere tale metodologia operativa. Cosa centra il piano? E una metafora con doppio significato: da una parte ricorda che nulla si conquista senza lesercizio continuo, metodico e costante (dunque letta una lezione, se ne dovrebbe leggere unaltra e via a seguire), dallaltra che le melodie che si ottengono da un piano sono le pi diverse, e dipendono dalla capacit di chi suona. Lezioni di piano dunque come un invito a essere costanti nella lettura, ma anche a lasciar libera la fantasia progettuale pur senza perdere di vista alcuni concetti di base. Perch come dice un collega che s ottimo ingegnere, ma soprattutto superbo jazzista,larmonia importante, anche nelle strutture. Nel testo alcune parti sono in corsivo: si tratta di incisi non essenziali alla comprensione, che si possono anche saltare a una prima lettura. Per alcune lezioni, per chi vuole sapere di pi o , come San Tommaso, deve vedere per credere. ci saranno anche degli allegati e alcuni esempi che non sono comunque lo scopo principale: altri ottimi testi, in commercio e fuori commercio, si occupano dei dettagli e dei numeri del progetto e ad essi si far riferimento se e quando necessario. Le lezioni possono essere liberamente riprodotte e distribuite ma, come si legge nella seconda di copertina, i diritti sono con licenza Creative Commons non commerciale (www.creativecommons.it). Le licenze Creative Commons permettono diverse articolazioni dei diritti per quegli autori che desiderano condividere le proprie opere. Nel caso specifico non autorizzato luso commerciale dell'opera (opzione Non commerciale, acronimo inglese NC), la cui diffusione dunque gratuita e possibile con qualsiasi mezzo, e sono autorizzati estratti e/o opere derivate con obbligo di rilasciarle con la stessa licenza dell'opera originaria (Condividi allo stesso modo, SA, "Share-Alike). Il programma editoriale, definito a grandi linee, dipende dallinteresse suscitato da questa iniziativa: sono previste un paio di lezioni al mese, compatibilmente con tante cose Le lezioni sono gi oggi un lavoro condiviso con alcuni colleghi, giovani e meno giovani, che si sono resi disponibili a suggerire argomenti, fornire materiale, ma soprattutto a leggere e commentare le bozze: ringrazio per la loro disponibilit Gianni Bignardi, Simone Caff, Erik Ferraro, Mario Fontana, Paolo Mannelli e Paolo Rossi. Vorrei che questa lista, gi numerosa, diventasse pi estesa: segnalazione di errori, suggerimenti e commenti, sono dunque sempre benvenuti e possono essermi inviati via mail scrivendo a f.biasioli@gmail.com. Buona lettura a tutti
Torino, Aprile 2012 Dopo il terremoto in Emilia Due mesi fa, scrivevo la prefazione qui sopra. Ieri, 29 maggio, nello stabilimento crollato a San Felice sul Panaro morto il primo dei miei lettori, un amico, un ingegnere, Gianni Bignardi. Era una persona buona, preparata, che amava il suo lavoro. L'ho conosciuto per caso a un corso di aggiornamento ed nata un'amicizia: mi ha colpito l'entusiasmo che metteva nelle cose di cui si occupava. Lottava, con e talora contro gli altri professionisti, perch la professione di ingegnere strutturista fosse una cosa seria, perch la nuova classificazione sismica in Emilia fosse correttamente applicata. Oggi possiamo purtroppo dire che aveva visto lontano.
Ma soprattutto lavorava perch le maestranze dei cantieri fossero coscienti e preparate. Nei cantieri in cui era direttore dei lavori dava all'impresa e ai lavoratori un "bigino" delle cose da fare e delle cose - molte, troppe da non fare. Spiegava a muratori marocchini, a carpentieri albanesi e rumeni il perch delle cose, senza timore ma senza alterigia, nella convinzione che, come diceva, tutti dobbiamo crescere, tutti dobbiamo imparare. Convinto che il lavoro ben fatto sempre frutto dello sforzo e dellintelligenza di tutti, anche del pi umile manovale. Una mia presentazione, largamente ispirata da lui, ha titolo "armature in zona sismica: cosa fare, cosa non fare, come fare". E' piena di idee intelligenti sul come realizzare strutture adeguate ai terremoti. Entrambe sono da me utilizzate come materiale didattico in un corso al Politecnico di Torino, perch anche i pi giovani imparino a conoscere e ad amare il loro mestiere. Entrambe sono le prime lezioni di piano. Gianni rispettava chi lavorava con lui e per lui, infaticabile nel cercare fare bene insieme a chi gli stava intorno. Se lo preso il terremoto mentre, sono certo, stava cercando di capire, come un medico al letto di un malato, se la struttura in cui si trovava fosse a rischio, come poterla aiutare per garantire la sicurezza delle persone che li lavoravano. Se lo preso il terremoto, come se volesse eliminare un suo nemico. Gianni morto insieme agli operai che lo stavano assistendo. Operaio della conoscenza, operaio tra operai. A lui dedico queste mie lezioni, perch il suo ricordo e il suo insegnamento rimangano vivi molto, molto a lungo. Ciao Gianni, ci mancherai.
PRESENTAZIONE
Il presente fascicolo, basato fondamentalmente su molte immagini e poco testo (che si cercato di mantenere semplice e chiaro) , si rivolge a:
CAPI CANTIERE , per dar loro un appoggio nel difficile compito di controllare l esecuzione delle opere e per aiutarli a raggiungere un livello di qualit minima indispensabile nelle fondamentali opere strutturali, quali posa ferro, esecuzione strutture in c.a. , esecuzione murature e solai; tale qualit oggi ancor pi indispensabile nell ottica della normativa antisismica che ci vede in ZONA 3 (bassa sismicit) dal 23/10/2005; MAESTRANZE , quali ferraioli, carpentieri e muratori per loro informazione e formazione, perch siano molto chiari alcuni concetti fondamentali e siano evidenti errori che molto frequentemente si riscontrano nella pratica di cantiere (e che sono invece assolutamente da evitare - indicati con la scritta NO) e daltro canto siano ben evidenziate le esecuzioni corrette da imitare (indicate con la scritta SI); UFFICI ACQUISTI , perch possa essere loro di aiuto alla stesura dei contratti in modo da chiarire senza ombra di equivoci il livello di corretta esecuzione delle opere che si intende compreso nei prezzi per evitare discussioni a cantiere avviato; troppo spesso il prezzo che si pattuisce pensato per una esecuzione scorretta; se poi viene imposta una esecuzione appena accettabile, ci si sente chiedere il supplemento: bene quindi specificare fin dall inizio il livello di qualit esecutiva richiesto, magari anche allegando foto esplicative; PROGETTISTI , perch questo livello indispensabile di qualit richiesto possa essere evidenziato anche negli elenchi prezzi , nei capitolati descrittivi delle opere e nei disegni esecutivi , eventualmente facendo riferimento alle immagini illustrative delle esecuzioni corrette o scorrette.
STUDIO BIGNARDI
Ing. Gianni Bignardi Geom. Luca Barbieri Geom. Marco Giuliani
gianni.bignardi@studiogiannibignardi.it geom.barbieri.luca@gmail.com geom.giuliani.marco@gmail.com
5 CONCETTI :
1.- L acqua la peggiore nemica della qualit del calcestruzzo. (pagine con il bordo verde)
pag. 4
pag. 8
pag. 33
4.- I cordoli di solaio sono la necessaria e obbligatoria cerchiatura delledificio: 4A.- Cordoli per solai in latero-cemento
(pagine con il bordo rosso )
pag. 41
pag. 45
5.- La struttura non deve essere assassinata dagli scarichi e dagli impianti. (pagine con il bordo ciano )
pag. 56
(01)
(02)
(rapporto acqua/cemento)
Un calcestruzzo molto duro, di classe di consistenza S3 e resistenza caratteristica a compressione = 300 kg/cmq (con rapporto acqua/cemento = 0.63, cio 210 kg. di acqua totale ogni 333 kg/mc di cemento) si pu portare addirittura a consistenza S5, con l aggiunta di soli 12 lt. di acqua/mc., cio circa 120 lt. ogni autobetoniera. Cos facendo per il rapporto acqua/cemento passa a 0.67 e la resistenza caratteristica scende a 240 kg/cmq , cio cala di ben il 20% a fronte di pochi litri di acqua in pi ogni mc. di impasto, con gravissima compromissione delle caratteristiche di progetto.
Si individuano 5 classi di consistenza del calcestruzzo, indicate con le sigle S1, S2, S3, S4, S5
CLASSE DI CONSISTENZA
S1 S2 S3 S4 S5
SLUMP
(abbassamento al cono di Abrams) (mm.)
DENOMINAZIONE CORRENTE
terra umida plastica semi-fluida fluida super-fluida
USO IN CANTIERE
NO NO ORMAI ABBANDONATA SI SI 5
Consistenza S5
La lavorabilit la propriet del calcestruzzo fresco che definisce la capacit dellimpasto di essere manipolato e costipato. Essa si determina con la misura dello SLUMP cio l abbassamento al cono; quanto maggiore sar lo slump quanto pi lavorabile sar il calcestruzzo e pi facile risulter la sua messa in opera.
La consistenza migliore per quasi tutti i getti (solai , pilastri , fondazioni ) esclusi solo scale e coperture
6
Cono di Abrams e abbassamento di calcestruzzo classe S4: rispetto allaltezza del cono alto 30cm, labbassamento in foto di 2021cm (al limite tra S4 e S5), fluidit che consente quasi tutti i tipi di getto (NON AGGIUNGERE ACQUA PI DI COS ; ORDINARE INVECE S5)
(03)
NO Armatura posata
(04)
NO Armatura depositata sul fango ; il ferro va posato su travetti alti che lo mantengano pulito.
8
(05)
(06)
SI Armatura posata
(07)
(08)
NO Infatti
canalette
(09)
2.3 NELLE FONDAZIONI A SACCO COLLEGARE LA PARTE A SACCO NON ARMATA AL CORDOLO ARMATO CON FERRI DI COLLEGAMENTO
( COME INDICATO ANCHE NELLE TAVOLE STRUTTURALI )
(10)
SI Posizionare i ferri di innesto su due file; per la sicurezza inserire sopra ogni innesto un funghetto.
(11)
fondazione su due file, come indicato anche sulle tavole strutturali, e non su una fila sola (fondazioni a sacco non armato + soprastante cordolo armato : es. fondazioni di villette a schiera )
11
2.4 NEGLI INCROCI A T DELLE TRAVI SIA DI FONDAZIONE CHE DI SOLAIO RISVOLTARE I FERRI LONGITUDINALI ALLE ESTREMITA
( COME INDICATO ANCHE NELLE TAVOLE STRUTTURALI )
(12)
(13)
(14)
(15)
SI Ancoraggio
(16)
(17)
SI e NO CORRETTA la staffa con il gancio anti-sismico; per SCORRETTA la posizione del ferro longitudinale , che va legato allinterno del gancio e non sotto .
(18)
(19)
SI Il passo delle staffe dei pilastri va raffittito in corrispondenza del solaio e di un tratto di circa 60
cm sia sotto che sopra solaio che alla base pilastro (indicativamente StF8/7,5 alle estremit, e StF8/15 in mezzeria; vedere singole tavole ) : il raffittimento delle staffe nella zona del nodo travipilastri e il gancio antisismico sono fondamentali , come si visto allAquila .
15
(20)
Le staffe (6) a passo largo (25 cm) con gancio a 90 e non anti-sismico sonoaperte e raddrizzate e tutti i pilastri del piano terra sono scoppiati
NO
(21)
16
STAFFARE MAGGIORMENTE LE TRAVI VICINO AI PILASTRI: Vicino ai pilastri occorre raffittire le staffe, con staffatura fino a St.8/5 (per travi in spessore da 24cm), ma per brevi tratti. Le staffe possono essere pi distanziate nelle travi ricalate, che in zona sismica sarebbero da preferire.
(22)
(23)
raffittito in corrispondenza del pilastro ( mancano per ancora le staffe del pilastro nel nodo) 17
2.7 STAFFARE I PILASTRI ANCHE NEL NODO ovvero nello spessore delle travi
(24)
SI Sono state correttamente inserite le staffe dei pilastri nello spessore del solaio
(25)
SI Sono state correttamente inserite le staffe dei pilastri nello spessore del solaio
18
FERRI TRAVE
FERRI TRAVE
NOTA BENE Per riuscire a infilare i ferri inferiori delle travi,non portare in
cantiere gabbie pilastri gi finite o saldate , ma raggruppare provvisoriamente le staffe del pilastro che interessano lo spessore del solaio verso il mezzo dello spessore stesso, poi slegarle e fissarle nella posizione di progetto.
19
2.8 USARE DISTANZIATORI ( di plastica o di pasta di cemento ) per garantire il corretto ricoprimento del ferro da parte del calcestruzzo (copriferro: almeno cm. 2,0 2,5 o pi ove richiesto per esigenze di protezione dal fuoco, misurato dallesterno staffe )
(26)
NO Scorretta la posa dei ferri della trave direttamente sul cassero senza appositi distanziatori.
(27)
(28)
Il miglior distanziatore : semplice e pratico, da utilizzare per la posa delle armature delle travi. (Ottimo per la f.v. in quanto appoggia sul cassero con una base sferica e non lascia alcuna traccia nel getto) Consigliabile mettere subito i distanziatori sul cassero e su quelli posare o comporre poi la gabbia di armatura: questi distanziatori a stecche sono pedonabili; quelli singoli invece possono : rompersi .
21
(29)
NO Scorretta la
posa dei ferri per parete in c.a. senza appositi distanziatori per i ferri, che poi durante il getto vanno a toccare il cassero, perdendo il necessario copriferro .
(30)
SI Corretta posa dei ferri per pilastri in c.a. con gli appositi distanziatori a raggiera .
metallici (es. 16 20) o anche a ciottoli piatti o a scaglie di laterizio (per travi e solette), ma MAI posare il ferro direttamente sul cassero.
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2.9
NELLE GIUNZIONI DEI FERRI NON LEGARE I DUE FERRI TRA DI LORO MA TENERLI DISTANZIATI DI ALMENO CM. 2 ( INTERFERRO ) PRESCRIZIONE VALIDA PER TUTTE LE TRAVI SIA DI FONDAZIONE CHE DI SOLAIO
(31)
fra i due ferri non c interferro, cio spazio in cui passi il calcestruzzo (almeno 2 cm)
NO Errata sovrapposizione :
(32)
SI Corretto
: nella giunzione i ferri sono distanziati tra di loro di almeno 2 cm e non legati insieme. Il collegamento e la trasmissione degli sforzi viene assicurato dal calcestruzzo che avvolge i ferri, non dalla legatura di filo. 23
(33)
NO Nella fase di casseratura non sono stati inseriti gli smussi rompi spigoli ed stato applicato poco disarmante ai casseri; il risultato stato questo
(34)
SI Durante la fase di casseratura sono stati impiegati gli smussi rompi spigoli: i
pilastri disarmati sono perfettamente integri. 24
2.11 NEL CASO SIA NECESSARIO PRATICARE FORI NELLE TRAVI PER PASSAGGIO SCARICHI O IMPIANTI, RINFORZARE LE ZONE ADIACENTI CON RAFFITTIMENTO DI STAFFATURA ( O CON STAFFONI O CON CAMICIE METALLICHE CON ZANCHE )
25
IN CASO DI PASSAGGIO DI FORI PER SCARICHI ALL INTERNO DI UNA TRAVE INSERIRE STAFFONI O MEGLIO RAFFITTIRE LE STAFFE per circa 25 cm per parte.
(35)
rinforzate con raffittimento di staffe prima e dopo i fori ( N.B. curare il riempimento completo per almeno 15 cm della prima pignatta ai lati della trave per compensare la riduzione di sez. cls ; oppure inserire nella trave grossi staffoni o camicie metalliche con zanche )
26
(36)
NO Nel tratto della trave in cui prevista una lunga asola la staffatura della trave stata
completamente interrotta.
(37)
Nel tratto della trave in cui prevista una consistente asola la staffatura della trave continua con piccole staffe specifiche in modo che la trave anche in corrispondenza delle varie forometrie resti uniformemente contenuta e i ferri vincolati.
SI
27
2.12 GARANTIRE UN BUON APPOGGIO DEI FERRI DELLE TRAVI (E DEI SOLAI) SULLE MURATURE E NON LIMITARSI A POCHISSIMI CM.; SE NECESSARIO AGGIUNGERE SPEZZONI DI SOVRAPPOSIZIONE E PROLUNGA
(38)
(39)
2.13 NELLE TRAVI DI COPERTURA (di displuvio o di compluvio) INSERIRE STAFFE DI IRRIGIDIMENTO PER EVITARE LO SCHIACCIAMENTO DELLA TRAVE STESSA IN FASE DI LAVORO
(40)
29
CORRETTO POSIZIONAMENTO FERRI DELLE RAMPE SCALE ( i ferri allinterno del ginocchio sono in due pezzi ,cos da incrociarsi e andarsi ad ancorare allaltra faccia , attraversando tutto lo spessore della rampa).
(41)
SI Corretto.
30
2.15 NELL ARMATURA DELLE RAMPE INSERIRE LA STAFFA CENTRALE INDICATA NEI DISEGNI PER EVITARE LO SCHIACCIAMENTO DELLA GABBIA IN FASE DI LAVORO
(42)
NO Scorretti sia il posizionamento delle staffe (senza staffatura di irrigidimento centrale per cui le
staffe lunghe si sono schiacciate e i ferri superiori si abbassano molto e non corrispondono pi alla posizione di calcolo) ) che la posa dei ferri longitudinali (che non si incrociano e non si ancorano bene nel ginocchio, con rischio di espulsione dei ferri inferiori).
(43)
SI E stata eseguita una staffatura con un ferro centrale (o doppia staffa , o staffina piccola centrale )
che realizza un nucleo rigido centrale in modo da .
31
(44)
32
2.16 STAFFE CONTINUE SPIREX (interessantissima novit brevettata dalla Ditta SCHNELL, leader nella fabbricazione di macchine per la lavorazione del ferro)
Staffa continua a spirale, di qualsiasi forma, capace di realizzare in un solo pezzo la staffatura di tutta una campata di trave o di un piano di pilastro, anche con passo variabile
Si eliminano totalmente i ganci sismici (tranne il primo e l ultimo) e l armatura del pilastro libera per il getto e la vibratura
33
Basta infilare i ferri longitudinali nella staffa a spirale continua, legarli (anche senza legare tutti i bracci) e la gabbia della trave composta nel pieno rispetto del disegno esecutivo
34
Anche le staffe nel nodo trave-pilastro (molto importanti in sismica) possono essere poste in opera agevolmente nel pieno rispetto delle prescrizioni di normativa.
3.1 IN SISMICA I GIUNTI SIA ORIZZONTALI CHE VERTICALI DEVONO ESSERE COMPLETAMENTE RIEMPITI DI MALTA CON RESISTENZA MEDIA NON INFERIORE A 5 MPa ( 50Kg/cm2 ) ( D.M. 14/01/2008 , punto 7.8.1.2 )
36
(45)
(46)
SI Muratura eseguita correttamente, con giunti verticali di malta PIENI; analogamente pieni devono
essere i giunti orizzontali .
37
I GIUNTI DI MALTA , SIA QUELLI VERTICALI CHE QUELLI ORIZZONTALI, DEVONO ESSERE BEN PIENI DI MALTA E IL LATERIZIO UNA VOLTA POSATO VA LEGGERMENTE BATTUTO LATERALMENTE IN MODO DA FAR ADERIRE BENE LA MALTA VERTICALE ED EVITARE CHE RITIRANDOSI SI FORMINO EVENTUALI FESSURAZIONI TRA MALTA E LATERIZIO
38
39
40
(47)
Il muro fa sorella : non vi sono giunti sfalsati che leghino i blocchi di laterizio; posa assolutamente da evitare
NO
(48)
SI Muratura ben eseguita , con giunti regolari, pieni di malta, di spessore corretto (circa 1 cm) e ben
sfalsati per legare i blocchi fra di loro.
41
3.3 MURATURE IN DOPPIO STRATO VANNO COLLEGATE (es. 12 cm. mattoni faccia
vista + 2530 cm. termolaterizio): usare tralicci piani zincati tipo BAKAERT/MURFOR da 2528 cm a seconda degli spessori del muro.
(49)
(50)
NOTA BENE
PER EVITARE FESSURAZIONI SOTTO-FINESTRA (i cosiddetti baffi ) importantissimo che il primo traliccio passi poco sotto la quota del bancale e sia continuo.
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3.4
LA MURATURA ARMATA
La muratura armata ( ottima soluzione in zona sismica ) costituita da blocchi idonei a realizzare pareti incorporanti armature metalliche verticali ( in ciascuna estremit di parete portante, ad ogni intersezione fra pareti portanti, ai lati di ogni apertura e comunque ad interasse non superiore a 4 m ) ed orizzontali ( ad interasse non superiore a 60 cm ) .Poich le norme ( NTC 2008, punto 4.5.7) prescrivono per il riempimento dei fori che alloggiano i ferri verticali una malta tipo M10, si consiglia di usare tale malta per tutta la muratura e di procedere corso per corso a lavoro finito.
43
(51)
(52)
SI I fori in corrispondenza dei giunti verticali tra i blocchi vanno riempiti di malta
44
(53)
SI Sovrapporre i ferri negli angoli dei cordoli (DA ESEGUIRE IN TUTTI GLI ANGOLI).
(54)
(55)
(56)
(57)
(58)
SI I ferri del cordolo non andrebbero tagliati , ma se proprio indispensabile, si deve ripristinare
larmatura con una adeguata sovrapposizione di spezzoni della stessa area e ben ancorati .
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TENERE SOLLEVATI I FERRI A CORREDO DATI DAL SOLAISTA CON UNA BARRA 8 POSTA IN OPERA PERPENDICOLARMENTE ALLE NERVATURE DEL SOLAIO
(59)
(60)
I ferri trasversali mantengono in posizione corretta i ferri dati dal solaista, che non cadono nei canali da gettare, restano nella posizione prevista nel calcolo e possono essere legati pi facilmente alla rete, da posizionare per ultima.
SI
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Il cordolo sotto la copertura FONDAMENTALE per la cerchiatura delle murature e per la ripartizione delle azioni orizzontali alle murature stesse ed essenziale la sua CONTINUIT ed il corretto ancoraggio delle armature.
La copertura in legno deve essere efficacemente vincolata al cordolo ( i travetti vanno fissati tutti al cordolo e le eventuali travi di banchina vanni fissate al cordolo con tasselli M12/80 cm circa ); per una maggiore rigidezza della copertura in legno consigliabile la realizzazione, al di sopra del tavolato, di croci di S. Andrea in piattina multiforata inchiodata ai sottostanti travetti con chiodatura fitta.
I seguenti particolari sono da intendere come particolari standard atti a garantire l obiettivo di cui sopra. Eventuali altre soluzioni dovranno essere proposte dal fornitore della struttura in legno e andranno concordate prima dell inizio della produzione.
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5 LA STRUTTURA MURARIA NON DEVE ESSERE ASSASSINATA DAGLI SCARICHI E DAGLI IMPIANTI
5.1 LA MURATURA E FATTA PER RESISTERE AI CARICHI VERTICALI E ORIZZONTALI (vento e terremoto), NON PER FAR SPARIRE SCARICHI E IMPIANTI DI OGNI GENERE E DIMENSIONE NEL SUO SPESSORE E COPRIRE TUTTO CON LINTONACO
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NO Orribile spacco su
muratura portante: realizzare scarichi o canne fumarie esterni in un angolo della stanza in apposito cavedio. Ascoltare le esigenze del committente , ma poi la posizione va decisa dai tecnici; soprattutto ora con la sismica DA NON FARE ASSOLUTAMENTE!
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Armature e nodi strutturali in zona sismica: cosa non fare, cosa fare, come fare
M. Pettinaro
wordpress.com
Rev.5
(sede di una delle migliori facolt di Ingegneria e di uno dei migliori corsi di ing. sismica in Italia : materiali scadenti particolari costruttivi errati A parit di sisma, lo stesso disastro si sarebbe verificato a Torino o Milano Migliorare la cultura di professionisti e imprese!
1. laminato a caldo B450 C (barre 6 - 40 mm) 2. trafilato a freddo B450 A (fili 6 - 10 mm)
Rev.5
Gli acciai per cemento armato secondo le NTC 1. B450C barre 6 - 40 mm; rotoli max 16 mm 2. B450A fili 5 - 10 mm; rotoli max 10 mm
Nelle reti
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Rev.5
Gli acciai per cemento armato secondo le NTC Controllo di accettazione : per 3 diametri, 3 barre di ciascun diametro per ciascun fornitore
Tipo Accciaio
fyk progetto fyk effettiva
tipo
fyk
Certif.
n.
nom
mm
fy
N/mm 2
fy +25 fy/1,27
N/mm2 N/mm2
ft
N/mm2
Agt %
> 6%
37130
10
37131
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46451
16
546 545 544 576 579 582 546 534 543 534
410 409 409 434 436 439 410 401 408 439
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In zona sismica si rischia la sovraresistenza dei nodi dunque di vanificare la gerarchia delle resistenze Come fare? In accordo con il Collaudatore: 1) arrotondare armature PER DIFETTO (max - 8/10%) 2) fare prove di laboratorio prima di posare tutto lacciaio 3) documentare quanto fatto nella relazione finale del DL
F. Biasioli Armature: cosa non fare, cosa fare, come fare 15
Rev.5
PERCHE I GANCI ?
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O IL PROGRAMMA DI CALCOLO?
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Rev.5
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SI !
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TEMI DELLINCONTRO 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Caratteristiche delle barre Cosa non fare Copriferri e particolari costruttivi Schemi travi Schemi pilastri e pilastro GB Solai Scala GB Avvisi ai naviganti
F. Biasioli Armature: cosa non fare, cosa fare, come fare 25
PERCHE IL COPRIFERRO ?
1. PROTEZIONE ARMATURE DA AZIONI AMBIENTALI 2. PROTEZIONE ARMATURE IN CASO DINCENDIO 3. TRASMISSIONE FORZE DI ADERENZA ACCIAIO CALCESTRUZZO
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Rev.5
d'
h d d'
long /2 staffe
c nom
d'
24 2x2,5 = 19 cm 40 2x2,5 = 35 cm 2x(35+19+11) = 130 cm Lunghezze teoriche (sagoma esterna rettangolare ideale)
F. Biasioli Armature: cosa non fare, cosa fare, come fare 29 F. Biasioli Armature: cosa non fare, cosa fare, come fare 30
FERRO SPRECATO?
NO
SI
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Rev.5
Attenzione a diametri e lunghezze ! Importanza di scegliere tenendo conto delle specificit dei metodi di lavorazione della armatura sagomata Rotoli vs. barre
MEGLIO DI NIENTE.
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DISTANZIATORI
TRAVI
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TRAVI
PILASTRI
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SI PUO FARE!
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F. Biasioli Armature: cosa non fare, cosa fare, come fare
Caratteristiche delle barre Cosa non fare Copriferri e particolari costruttivi Schemi travi Schemi pilastri e pilastro GB Solai Scala GB Avvisi ai naviganti
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I nodi trave-pilastro
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Il pilastro GB Obiettivi 1. Sovrapporre le barre longitudinali al di fuori delle zone critiche 2. Facilitare armatura nodi travi pilastro 3. Operare in sicurezza facilitando il lavoro delle maestranze 4. Avere una sequenza ripetitiva
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Riprese che fuoriescono di 180/190 cm dal filo superiore della fondazione o del solaio di piano le estremit delle barre possono essere avvicinate e legate in modo da facilitare linserimento della gabbia superiore
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Gabbia di ripresa
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Casseratura e getto
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Gabbia di ripresa
1) Lunghezza barre = h interpiano + (180-80) = 100 cm 2) Staffe legate da inizio barre fino a filo solaio superiore, raffittite negli ultimi 80 cm sotto solaio 3) Staffe libere in spessore di solaio 4) Barre libere negli ultimi 180 cm. (una staffa in testa per stabilizzarle)
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Si lavora in sicurezza
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..alla scala GB
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Distanziatori
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La scala GB
TEMI DELLINCONTRO 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.
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Caratteristiche delle barre Cosa non fare Copriferri e particolari costruttivi Schemi travi Schemi pilastri e pilastro GB Solai Scala GB Avvisi ai naviganti.
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Indice di verifica 1
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