Nazismo

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La sconfitta della Germania

Tra le nazioni coinvolte nella prima guerra mondiale, quella che accusò maggiormente l’instabilità
post-bellica fu la Germania: il paese che fino a quel momento era stato al centro dell’economia e
della politica continentale si ritrovò ad essere un paese militarmente sconfitto, tra tensioni
politiche e sociali. Nell’ottobre del 1918 era ancora in corso la Prima guerra mondiale: la
Germania, anche se non ancora vinta sul piano militare, era allo stremo delle forze e sul punto di
una rivoluzione per il malcontento causato dalla guerra. Nello stesso mese di ottobre numerosi
reparti dell’esercito e della marina, stanchi di combattere, si ammutinarono chiedendo la fine delle
ostilità e l’abdicazione dell’imperatore Guglielmo II.
Nelle settimane successive l’ondata di proteste investì tutte le maggiori città tedesche, unendo
militari e lavoratori in una serie di imponenti scioperi: di fronte ad una guerra ormai persa e ad
una nazione in rivolta, Guglielmo II fuggì in Olanda ponendo fine alla monarchia. A prendere le
redini del governo in un momento così complicato fu il socialista Friedrich Ebert, con il compito di
terminare il conflitto ed evitare una rivoluzione sociale simile a quella russa.

I trattati di pace
L’11 novembre 1918 entrò ufficialmente in vigore l’armistizio richiesto dal nuovo governo tedesco:
di fronte alla situazione disastrosa, ai delegati tedeschi non rimase altro che accettare le condizioni
di resa imposte dagli alleati. Poche settimane dopo, nel gennaio 1919, iniziò la Conferenza di
Parigi, il congresso internazionale chiamato a stilare i trattati di pace: i 12 punti di Wilson, che
regolavano i rapporti internazionali, stabilivano che per una pace duratura non bisognava umiliare
nessuna delle nazioni. Nonostante ciò, la Francia volle l’annientamento della potenza tedesca,
mentre l’Inghilterra e gli Usa mirarono ad una rapida ricostruzione della Germania, affinchè
costruisse una forte barriera contro l’URSS: prevalse la posizione della Francia, e la Germania fu
definita l’unica responsabile del conflitto.
Il 28 giugno 1919 la Conferenza di Parigi terminerà con la firma del Trattato di Versailles; il duro
trattamento riservato alla Germania si concretizzò in condizioni estremamente punitive:
- mutilazioni territoriali,
- fine dell’impero coloniale,
- pagamento delle riparazioni di guerra (132 miliardi di marchi). Una cifra insostenibile
che diverrà un pesante fardello e problema per il nuovo stato tedesco.
In Germania la responsabilità della sconfitta e delle pesantissime condizioni di pace fu fatta
ricadere sui socialdemocratici al governo, bollati come i “criminali di novembre”. Nacque così il
mito della pugnalata alla schiena, inferta alle truppe dai politicanti di Berlino.

La Repubblica di Weimar
Nel frattempo, dopo l’abdicazione di Guglielmo II e la fine del secondo Reich, la Germania aveva
cambiato sistema politico, diventando una democrazia rappresentativa, nota con il nome non
ufficiale di Repubblica di Weimar, per via della città in cui si era tenuta l’assemblea nazionale per
creare una costituzione democratica: per la prima volta si tentò di instaurare un regime
democratico in Germania. Tale Costituzione stabiliva che:
● la Repubblica avrebbe preso la forma dello Stato Federale, con ampie autonomie ai
singoli territori (suddivisi in Lander);
● il Presidente della Repubblica, eletto a suffragio universale, è dotato di ampi poteri con
un mandato di sette anni;
● anche il Parlamento è eletto a Suffragio universale, col sistema proporzionale;
● il Cancelliere, cioè il capo del governo, e i ministri saranno responsabili non solo di
fronte al presidente, ma anche di fronte al Parlamento;
● viene sancita la piena libertà di opinione e di parola, con il suffragio universale sia
maschile che femminile.
La repubblica di Weimar saerbbe durata fino al 1933, anno in cui cedette il posto al nazismo, a
causa della combinazione di problemi di natura economica e politica e per l’ascesa di Hitler.

La crisi economica e politica


Il clima politico e sociale tedesco continuava ed essere estremamente turbolento durante la
Repubblica di Weimar. Il peso delle riparazioni belliche si rivelò insostenibile: per adempiere al
pagamento delle spese di guerra lo stato tedesco iniziò a stampare enormi quantità di valuta, con
il risultato che nel giro di poco tempo il marco finì per svalutarsi completamente: un kg di pane
arrivò a costare 400 miliardi. Divenuta una valuta senza alcun valore il marco venne ribattezzato
sarcasticamente “Papiermark” (moneta di carta). Si generò una gigantesca inflazione: i prezzi dei
beni e dei servizi iniziarono una costante ascesa, rendendo sempre più difficile la vita quotidiana
della popolazione, soprattutto per quanti appartenenti alle classi meno agiate.
La drammatica situazione sociale tedesca alimentò lo scontro tra opposte fazioni politiche:
● a sinistra la “Lega di Spartaco”, guidata da militanti comunisti come Rosa Luxemburg,
auspicava per uscire dalla crisi una rivoluzione sociale sul modello russo;
● a destra si venivano formando numerosi gruppi di opposizione alla democrazia, in
particolare i Freikorps, un’organizzazione paramilitare composta da reduci della guerra
rifiutatisi di consegnare le armi, sentendosi traditi, estremamente conservatori e
animati da una forma di nazionalismo molto aggressivo.
La forte instabilità politica causò numerosi tentativi di sovvertire la democrazia. Già nel 1919 la
Lega di Spartaco tentò un’insurrezione, sanguinosamente repressa dai Freikorps. Nel 1923 Adolf
Hitler tentò un colpo di stato, poi fallito, a partire dalla città di Monaco, divenuto noto con il nome
di “Putsch della birreria”. Hitler fu incarcerato e sfruttò questo periodo di inattività politica per
scrivere il Mein Kampf, che conteneva il suo intero progetto politico e la soluzione finale.

L’occupazione della Ruhr


Tra la fine del 1922 e l’inizio del 1923 la crisi economica tedesca raggiunse il suo apice: il marco era
ormai senza alcun valore, gli stipendi venivano pagati e spesi giornalmente dai lavoratori per
evitare che il giorno seguente la moneta valesse ancora meno. In questa situazione disastrosa, il
governo tedesco dichiarò l’impossibilità di corrispondere le ulteriori rate delle riparazioni di
guerra.
Come risposta al mancato pagamento nel gennaio 1923 Francia e Belgio decisero di occupare
militarmente la regione della Ruhr, la zona più ricca e industrializzata dell’intera Germania: oltre
ad un duro colpo morale e simbolico l’occupazione fu un ulteriore problema per l’economia
tedesca. Il governo, impossibilitato a rispondere con la forza, incoraggiò atti di sabotaggio e
resistenza passiva da parte della popolazione.
Gustav Stresemann
Si formò un nuovo governo di unità nazionale, composto prevalentemente da cattolici e socialisti,
con alla guida Gustav Stresemann: nelle idee del leader cattolico occorreva un deciso cambio di
politica interna ed estera, cercando una nuova mediazione con le potenze straniere sulla
questione delle riparazioni e una diversa politica economica in grado di fermare l’inflazione e la
continua svalutazione della moneta:
● fu varata una nuova moneta, il Rentenmark
● non fu stampata ulteriore moneta
● ridusse le spese per l’amministrazione
● si mostrò molto più deciso nel contrastare le spinte eversive, da destra e da sinistra.
Sulla questione delle riparazioni il nuovo governo tedesco si impegnò per raggiungere un nuovo
accordo con le potenze straniere. Nei primissimi anni l'America non aveva risentito della lentezza
con i quali venivano pagati i debiti degli alleati, proprio perché le industrie europee erano a piedi e
compravano tutto da loro. Successivamente si resero conto che con il cresere delle industrie
europee, rimasero indietro dal punto di vista economico quindi dovettero fare in modo che la
Germania riuscisse a pagare i debiti di guerra. Questo era funzionale al capitalismo americano.

Il piano Dawes e il piano Young


Le trattative si concretizzeranno nel 1924 con l’approvazione del “piano Dawes”: per risolvere la
crisi decisivo fu l’intervento degli Stati Uniti, che si impegnarono a sostenere l’economia tedesca
con un vasto sistema di prestiti, con rapporti tra industriali tedeschi e imprenditori americani, che
trovarono un luogo idoneo ai loro investimenti. Alla Germania fu concessa una nuova
rateizzazione del debito di guerra. Con la graduale ripresa economica, dopo il 1924, la Repubblica
di Weimar riuscì a stabilizzarsi economicamente e politicamente: i nuovi accordi internazionali
garantirono un periodo di benessere politico e sociale.
Per sistemare definitivamente il debito, una commissione presieduta dal finanziere americano
Young creò un nuovo piano che scaglionava le riparazioni tedesche in un periodo di 59 anni con
importi annuali progressivamente decrescenti (la questione venne chiusa definitivamente dalla
Conferenza internazionale di Losanna, nel 1932).

Altri provvedimenti di Stresemann


● Riportare la Germania al ruolo di potenza imperialista usando non la forza, ma la
diplomazia. Questa politica culminò nel Trattato di Locarno: con l’Italia e la Gran
Bretagna a fare da garanti, Francia, Belgio e Germania si impegnavano a non violare le
frontiere comuni: veniva così a cadere l’ossessione francese del pericolo tedesco.
● Stresemann per stabilizzare la situazione politica cominciò una lotta contro i comunisti.
● Si apprestò a colpire la destra.
L’opinione pubblica conservatrice venne appagata nel 1925 dall’elezione del maresciallo Paul von
Hindenburg, monarchico e rappresentante della casta militare che aveva occupato la Prussia, alla
carica di Presidente della Repubblica. Tuttavia questo contesto cambiò bruscamente a seguito
dello scoppio della Grande Depressione nel 1929: il crollo dell’economia mondiale interruppe gli
aiuti economici statunitensi e l’economia tedesca entrò nuovamente in crisi. I dissidi economici
seguiti al ritiro dei capitali stranieri gettarono in ginocchio l’economia tedesca e il popolo alla
fame. Nel 1932 la produzione industriale toccò il livello più basso.

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