Ṭabarī
Abū Jaʿfar Muḥammad ibn Jarīr Ṭabarī, meglio noto come Ṭabarī (in persiano محمد ابن جریر طبری; in arabo ﺍﺑﻮ ﺟﻌﻔﺮ محمد بن جرير بن ﻳﺰﻳﺪ الطبري?; Amol, 839 – Baghdad, 17 febbraio 923), è stato uno storico, teologo e astrologo persiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Ṭabarī è considerato dalla maggioranza degli studiosi orientalisti[1] il massimo annalista musulmano,[2] assunto come inevitabile riferimento da tutti gli storici a lui posteriori per quanto riguarda la storia dei primi tre secoli circa dell'Islam, nonché per le narrazioni relative alla storia del mondo anteriore alla Rivelazione di Maometto, risalenti addirittura all'epoca della creazione.[3]
Fu anche un teologo di grandissimo profilo e autore di uno dei più importanti tafsīr (Esegesi) del Corano, tuttora utilizzato, anche se gli vengono preferiti commenti di minor estensione e di più facile accesso.
Il suo capolavoro, il Taʾrīkh al-rusul wa l-mulūk (Storia dei profeti e dei re) - edito a fine XIX secolo da una équipe internazionale guidata dall'olandese M.J. de Goeje e al quale partecipò anche il noto semitista romano Ignazio Guidi, che ne curò gli indici - è fondamentale non solo per l'ampiezza degli argomenti trattati - tutti rafforzati da una catena di informatori-garanti, secondo la metodologia affermatasi con i muḥaddithūn (che si occupavano cioè della raccolta e del vaglio critico dei ḥadīth ) ma anche per essere una storia non soltanto basata sugli Arabi, come era fino ad allora avvenuto. Tabarī infatti introdusse nuovamente il passato della sua patria persiana nel flusso dei principali eventi della storia del mondo, non dimenticando tutti i popoli da lui conosciuti, sia dell'antichità, sia dell'epoca a lui contemporanea.
Apparentemente neutrale e attento a citare le diverse tradizioni storiche su cui si basa il suo racconto annalistico, Ṭabarī in realtà fu allineato con l'ideologia dominante del califfato abbaside e uno dei suoi meriti è senz'altro quello di aver salvato dall'oblio tradizioni di akhbāriyyūn (cronisti) la cui stesura originale non è giunta fino a noi (Ibn Isḥāq, al-Zuhrī, al-Wāqidī, Abū Mìkhnaf, al-Madāʾinī, Sayf b. ʿUmar, e altri ancora).
La sua opera esegetica, il Jāmiʿ al-bayān ʿan taʾwīl al-Qurʾān (La raccolta evidente circa l'interpretazione del Corano) è l'altro suo capolavoro, ancor oggi ristampato al pari del suo capolavoro storico.
Astrologo, tradusse il Carmen astrologicum di Doroteo di Sidone in arabo e scrisse una parafrasi in arabo della Tetrabiblos di Claudio Tolomeo, probabilmente a partire da una versione persiana. Il suo libro sulle natività fu tradotto in latino da Giovanni da Siviglia e pubblicato a Venezia nel 1503[4].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Tra cui Chase F. Robinson che, nel suo Islamic Historiography (Cambridge University Press, 2003, p. 35) scrive: «Certainly anyone who has written history can only marvel at the rariety and number of al-Ṭabarī sorces: by any reasonable standard, he was an extraordinarily resourceful scholar». E ancora «And althought al-Ṭabarī was certainly an indefatigable collector, he was much more than that». (p. 36).
- ^ «[He] is most famous as the supreme universal historian and Qurʾān commentator of the first three or four centuries of Islam», scrive Clifford Edmund Bosworth sul lemma che lo riguarda sull'Encyclopaedia of Islam. Si veda anche A. A. Duri, che afferma: «... represents the highest point reached by Arab historical writing during its formative period.» (The Rise of Historical Writing Amongs the Arabs, Princeton University Press, 1983, p. 69, ed. and trans. by Lawrence I. Conrad from the Arabic Baḥth fī nashʾat ʿilm al-taʾrīkh ʿinda l-ʿArab, Beirut, 1960).
- ^ «Ṭabarī fame was such that no biographer in subsequent centuries who touched on Ṭabarī's age and fields of scholarly activity could afford not to mention him.» Pagina 9 della General Introduction - The Life and Works of al-Ṭabarī, pp. 5-134, edizione a cura di Ehsan Yar-Shater, Albany NY, State University of New York Press, 40 voll., 1989-2007.
- ^ De nativitatibus secundum Omar, Venezia, J. B. sessa, 1503.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Edizioni e traduzioni
- Carl Brockelmann, Das Verhältnis von Ibn al-Athirs Kāmil fit-taʾrīkh zu Tabarīs Akhbār er-rusul wal-mulūk, Strasburgo, 1890.
- Franz Rosenthal, A History of Muslim Historiography, Leida, E.J. Brill, 1968.
- (EN) The History of al-Tabari, su archive.org, traduzione di Franz Rosenthal, 40 voll., SUNY Press, ISBN 0-88706-563-5.
- (AR) Tafseer-al-tabari (Commento al Corano, a cura di Al- Tabari), su archive.org, 27 voll., licenza open source.
- (AR, LT) Al Tabari, Tabari continuatus, traduzione di M. J. de Goeje, E. J. Brill, 1897, p. 251, OCLC 24969215. URL consultato il 18 novembre 2018 (archiviato il 18 novembre 2018). Ospitato su Google Books.
- Studi
- Ṭabarī, Taʾrīkh al-rusul wa l-mulūk, ed. Muḥammad Abū l-Faḍl Ibrāhīm, 10 voll. + Indici, Il Cairo, Dār al-maʿārif, 1960-69.
- Ṭabarī (ma in realtà Bal'ami), Chronique, 4 voll., par H. Zotenberg, Paris, Imprimerie Impériale, 1867-74 (edito poi da varie case editrici francesi, ultima delle quali Éditions d'Art Les Heures Claires, Paris, 1985).
- Ehsan Yar-Shater (ed.), The History of al-Ţabarī, Albany, State University of New York Press, 40 volumi pubblicati tra il 1989 ed il 2007.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Tabari
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Elton L. Daniel, Tabari, su Encyclopaedia Iranica.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 9854001 · ISNI (EN) 0000 0001 0868 4759 · SBN CFIV065582 · BAV 495/30554 · CERL cnp01318505 · LCCN (EN) n81005044 · GND (DE) 118620436 · BNE (ES) XX963792 (data) · BNF (FR) cb11925884j (data) · J9U (EN, HE) 987007297580405171 |
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