Adelaide di Susa

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Adelaide di Susa
Ritratto di Adelaide di Susa, moglie di Oddone di Savoia, dipinto a olio, XVIII secolo
(Reggia di Venaria Reale, Italia)
Contessa consorte di Savoia
In carica1051 circa – 1057/60 circa
PredecessoreAdila
SuccessoreAgnese di Poitiers
Contessa reggente di Moriana
In carica1057 –
1091
PredecessoreOddone
SuccessoreUmberto II
Margravia di Torino
de facto governante, con i suoi mariti[1], i figli[2] e i nipoti[3]
In carica1034 – 19 dicembre 1091
PredecessoreOlderico Manfredi II
SuccessoreNessuno[4]
NascitaTorino, 1016
MorteCanischio, 19 dicembre 1091
DinastiaArduinici
PadreOlderico Manfredi II
MadreBerta degli Obertenghi
Consorti(1º) Ermanno IV, duca di Svevia
(2º) Enrico degli Aleramici
(3º) Oddone di Savoia
FigliDi primo letto:
(non più ritenuti loro figli)
Gerardo I di Sulzbach
Adalberto
Di terzo letto:
Pietro
Amedeo
Berta
Adelaide
Oddone
ReligioneCristianesimo cattolico

Adelaide di Susa, conosciuta anche come Adelaide di Torino (Torino, 1016Canischio, 19 dicembre 1091), fu margravia di Torino dal 1034 al 1091, duchessa consorte di Svevia, dal 1037 al 1038, Marchesa consorte del Monferrato, dal 1042 al 1045, contessa consorte di Moriana, dal 1046 al 1057 ed infine Contessa reggente di Moriana, dal 1057 al 1091.
Il suo matrimonio con Oddone di Savoia consentì ai Savoia, una stirpe transalpina, di affacciarsi in Piemonte e subentrare poi, in parte, agli Arduinici in Piemonte[5].

Appartenente alla famiglia degli Arduinici, Adelaide, secondo lo storico Samuel Guichenon, nel suo Histoire généalogique de la royale maison de Savoie era figlia del margravio di Torino e Susa, Olderico Manfredi II e della contessa Berta degli Obertenghi[6], che secondo lo storico Ludovico Antonio Muratori era figlia di Oberto II, margravio di Milano, di Tortona e di Genova[7].
Olderico Manfredi II era figlio del margravio di Torino e Susa, Olderico Manfredi I[7] e di Prangarda di Canossa[8], nonché nipote di Arduino il Glabro, il primo signore della Marca di Torino.

Legami familiari e matrimoni

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Adelaide secondo l'Annalista Saxo aveva un fratello detto conte di monte Bardone[9], che prima del 1034 premorì al padre, e due sorelle minori, Berta, moglie di Teutone del Monferrato, e Immilla (o Ermengarda)[9], sposata prima col duca di Svevia, Ottone III[10] e poi col Margravio di Meißen, Egberto I[9]. Il marchese divise tra le sue figlie i suoi possedimenti, la maggior parte dei quali andò ad Adelaide, ma dopo la sua morte il Piemonte meridionale (Saluzzo, Boves, Ceva, ecc.) passò al figlio di sua sorella Berta, Bonifacio del Vasto[11].

Nel 1037, come conferma Samuel Guichenon, Adelaide andò sposa ad Ermanno duca di Svevia[6] (10141038), che, secondo il Chronicon Ottonis Frisingensis, era il secondo figlio di Gisella di Svevia ed Ernesto I duca di Svevia e figliastro dell'imperatore Corrado II il Salico, terzo marito di Gisella[12]; il matrimonio viene confermato indirettamente anche dal Herimanni Augiensis Chronicon (Hermannus quoque dux Alamanniæ marcham soceri sui Maginfredi in Italia ab imperatore accepit)[13].
Il documento n° CXVII del Regesta comitum Sabaudiae documenta una donazione di Adelaide ed Ermanno (Adaleida f. quondam Maginfredi marchionis et coniux Ermanni ducis et marchionis), datato 4 luglio 1038[14].
Ermanno, secondo il documento n° CXV del Regesta comitum Sabaudiae, morì di peste il 28 luglio del 1038[14], combattendo nel napoletano; la morte di Ermanno (Herimannus dux obiit) è riportata anche negli Annales Necrologici Fuldense, nell'anno 1038[15].

Dopo essere rimasta vedova, Adelaide, nel 1042, come ci viene confermato da una donazione a S. Antonino (Henricus marchio filius quondam Wilielmi similiter marchioni et Adalena comitissa jugales), riporta da Il conte Umberto I (Biancamano) e il re Ardoino: ricerche e documenti, si sposò in seconde marchese del Monferrato, Enrico[16], figlio del marchese del Monferrato, Guglielmo III, come ci viene confermato dal documento nº 1 de Le carte della prevostura d'Oulx raccolte e riordinate cronologicamente fino al 1300 (Heynricus marchio filius quondam Uuilielmi similique marchioni)[17], e della moglie Waza.
Adalgisa e Enrico dopo le loro nozze fecero diverse donazioni:
nel 1042 alla chiesa di Torino[18]
nel 1043 al monastero di S. Antonino[16]
nel 1043 all'Abbazia di Santa Maria di Cavour[16]
nel 1043 ancora al monastero di S. Antonino, come da documento n° LXXIX del Diplomatique de Bourgogne[19]
nel 1044 alla chiesa di Pinerolo, come da documento n I de Il gruppo dei diplomi Adelaidini in favore dell´abbazia di Pinerolo (non consultato)[20].
Enrico morì tra il 1044 ed il 1045[21].

Dopo essere rimasta vedova per la seconda volta, Adelaide, nel 1046, come ci conferma Samuel Guichenon, sposò il futuro conte di Moriana e conte d'Aosta, Oddone[6], il figlio quartogenito del Conte di Moriana e del Chiablese, Umberto I Biancamano[11] e di Ancilia od Ancilla d'Aosta, come ci viene confermato dal documento n° XXVII de Il conte Umberto I (Biancamano) e il re Ardoino: ricerche e documenti[22]; il matrimonio viene confermato anche dall'Annalista Saxo, quando parla della figlia Berta (Berta, filiam Ottonis marchionis de Italia et Adheleidis)[9].
Alla morte del suocero, Umberto, tra il 1047 ed il 1048, suo cognato Amedeo, il primogenito, gli succedette in tutti i suoi titoli[23].
Dopo la morte del cognato, Amedeo, avvenuta dopo il 12 dicembre 1051[24][25], inumato, secondo Samuel Guichenon, nella cattedrale di San Giovanni di Moriana[26], siccome il figlio primogenito, Umberto, gli era premorto ed il secondogenito, Aimone era un ecclesiastico (forse, anche lui premorto al padre) i suoi titoli passarono a Oddone, il marito di Adelaide.
Secondo il documento n° VII de Le carte della prevostura d'Oulx raccolte e riordinate cronologicamente fino al 1300, datato 1057, Adelaide ed il marito Oddone, assieme ai figli Pietro, Amedeo e le figlie (Oddo et uxor mea Adalaicis et filii mei Petrus Admedeus et filie mee), fecero una donazione alla chiesa di Oulx[18].

Il suo terzo marito, Oddone di Savoia, morì giovane, probabilmente nel 1057, secondo il Regesta comitum Sabaudiae, a Torino il 19 gennaio (XIV Kal Feb depositio Dnis Oddonis Marchionis)[27] (invece, secondo lo storico C. W. Previté-Orton, nel suo The early history of the house of Savoy (1000-1233), il 21 maggio 1060[28]), e lasciò tutti i figli pressoché bambini affidati alla reggenza della moglie poco più che quarantenne; tutt'oggi la salma di Oddone riposa nella Cattedrale di San Giovanni Battista a Torino. Adelaide, oltre che al marito, sopravvisse anche ai figli e mantenne di fatto il potere, reggente prima per i figli, Pietro e Amedeo, poi per il nipote, Umberto, fino alla morte, avvenuta nel 1091, 31 anni dopo quella del marito. Ricca e potente, aveva anche una grande attitudine a governare.

Il documento nº 16 del Peter der Zweite, Graf von Savoyen, Markgraf in Italien ci documenta che nel 1064 Adelaide conduceva il governo assieme al figlio, Pietro, infatti il documento viene firmato dal figlio e dalla madre (Dominus Petrus Marchio filius quond. bonæ memoriæ Oddonis marchionis simul cum domina Adheleida comitissa matre sua)[29].

Tra i 1079 ed il 1083, Adelaide fa tre donazioni, riportate dal Peter der Zweite, Graf von Savoyen, Markgraf in Italien[30].

Tra i 1089 ed il 1090, Adelaide sigla tre documenti del Regesta comitum Sabaudiae[31].

Sempre il Regesta comitum Sabaudiae riporta che nel 1091, lo stesso anno della morte della contessa Adelaide, nel mese di marzo, la città di Asti faceva parte del suo dominio[32]
Anche l'imperatore Enrico IV riconobbe ad Adelaide il possesso di Asti (comitatum [Astensi] habuit et tenuit Adheledis comitissa)[33].

La morte di Adelaide è riportata dal Necrologium Scafhusenses, Bernoldi Chronicon Introduction il 19 dicembre 1091 (14 Kal Jan Adelheida Taurinensis comitissa obiit - 1091)[34]
Ancora il Regesta comitum Sabaudiae riporta la morte di Adelaide nel dicembre del 1091, con due diversi necrologi[35]:
il 25 dicembre (VIII Kal Jan ob com Adalasia comitissa)
il 19 dicembre (Adelaida Taurinensis comitissa, 14 Kal Januarii obiit).

Azione politica

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La sua primogenita Berta aveva sposato l'imperatore Enrico IV, che, però, tentò di ripudiarla convocando a Magonza un concilio, in cui prevalse l'opposizione del delegato papale San Pier Damiani. Poco dopo, nel 1077, Enrico IV venne in Italia portando con sé Berta per ottenere dal papa Gregorio VII la revoca della scomunica.[36] Egli dovette passare per i domini di Adelaide, anche perché gli altri passi alpini erano impediti dai suoi nemici, e riuscì ad ottenere il supporto di Adelaide. Nella biografia di G. Giovannini si riporta: « Adelaide, riabbracciando la figlia Berta e vedendola tanto deperita e con evidenti tracce di patimenti, giurò odio eterno al genero infame. Non voleva neppure riconoscerlo come membro della sua famiglia, non voleva accoglierlo né aiutarlo. Eppure finì col riconoscerlo, accoglierlo ed aiutarlo per intercessione della dolcissima Berta.»[37]. E per intercessione della figlia, Adelaide si decise ad accompagnare Enrico IV dal papa a Canossa e con lei anche il fratello di Berta, Amedeo II di Savoia. «L'imperatore dovette a questa energica donna, alla sua fermezza e al suo prestigio, più che alla stessa contessa Matilde di Toscana, i patti, che riuscì a strappare a Papa Gregorio VII. »[37] Il perdono papale ottenuto al prezzo di una tremenda umiliazione generò un noto modo di dire (Andare a Canossa).

Adelaide, mentre obbediva ed onorava il Pontefice, non s'inimicò l'imperatore perché seppe districarsi tra le due distinte autorità, l'una spirituale, l'altra temporale[37][38].Per la sua mediazione tra il papato e l'impero, Enrico donò ad Adelaide le terre del Bugey e, insieme a sua moglie Berta, tornò in Germania. L'umiliazione di Canossa fu il primo grande atto politico internazionale a cui la Casa Savoia abbia partecipato.

A seguito della seconda scomunica di Enrico IV e della sua deposizione, mai revocata, Adelaide si trovò a dover essere mediatrice anche nella contesa tra Enrico IV e Rodolfo duca di Svevia, entrambi suoi generi (Rodolfo aveva sposato sua figlia Adelaide) ed entrambi pretendenti al trono.

Il 19 dicembre del 1091 Adelaide di Susa morì e fu sepolta nella chiesa parrocchiale di Canischio (da canisculum), piccolo villaggio sopra Cuorgnè, nella Valle dell'Orco, dove ella si era ritirata negli ultimi tempi. Quantunque assai anziana, aveva conservato sempre lucida la mente.

Popolarità ed opere

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Nipote di Arduino il Glabro, aveva visto da vicino guerre e stragi ed aveva anche indossato armi e corazza. Fondò chiostri e monasteri, come ad esempio quello di Santa Maria Assunta ad Abbadia Alpina, beneficiato nel 1064.

Adelaide, che fu stimata dai suoi sudditi e temuta dai suoi avversari, aveva esercitato il potere con notevole abilità. Così divenne l'idolo del popolo, che la chiamava la marchesa delle Alpi Cozie[37].

Per la sua saggezza civile fu paragonata a Debora[39], giudice e guida militare del popolo d'Israele[40], ed il dotto San Pier Damiani le scrisse: «Tu, senza l'aiuto di un re, sostieni il peso del regno, ed a te ricorrono quelli che alle loro decisioni desiderano aggiungere il peso di una sentenza legale. Dio onnipotente benedica te ed i tuoi figlioli d'indole regia»[41].

Unica perdita, nel corso della sua assennata gestione, fu quella dell'alta val di Susa, di cui si impadronì il conte di Albon, marito di sua cognata Adelaide di Savoia.

Matrimoni e discendenza

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A Ermanno IV di Svevia, Adelaide avrebbe dato:

  • Gerardo I, conte di Sulzbach, nonno di Berengario II di Sulzbach;
  • Adalberto I, conte di Windberg;
  • Adelaide, sposata ad Ermanno di Peugen

La nascita di figli da questo matrimonio, affermata da una tarda fonte austriaca, viene confutata da molti storici, anche perché durante il loro brevissimo matrimonio il marito fu quasi sempre coinvolto in campagne militari.[42][43] La questione è complicata dalla mancanza di una data certa sia per la nascita sia per il primo matrimonio di Adelaide. Altre fonti citano una sola figlia[44]:

A Enrico del Monferrato non diede figli.

A Oddone di Savoia diede cinque figli[45][46]:

Fortuna della sua figura presso i posteri

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Nella seconda metà dell'XI secolo le due principali marche italiane furono rette da due donne, Adelaide, appunto, e Matilde di Canossa, cugine fra loro. Mentre l'istituto stesso delle "marche" stava ormai scomparendo, dando luogo ai marchesati, il ricordo di queste due potenti figure femminili si perpetuò nei secoli. Nel caso di Adelaide la fortuna della sua figura, e forse la sua agiografia, fu anche stimolata dall'essere un'antenata della dinastia dei Savoia e soprattutto dall'essere la causa che portò i Savoia in Italia. Adelaide venne considerata anche un modello di vita religiosa, tanto da essere chiamata "beata Adelaide" in alcune cronache benedettine. Il suo culto, però, non fu mai riconosciuto dalla Chiesa.[41]

In una nicchia nella cattedrale di San Giusto a Susa, vi è una statua cinquecentesca di legno di noce, verniciata a bronzo, che la rappresenta genuflessa in atto di preghiera ed al sommo della nicchia si legge: «Questa è Adelaide, cui l'istessa Roma Cole, e primo d'Ausonia onor la noma». Secondo alcuni studiosi, però, potrebbe trattarsi di un'antica statua della Maddalena[50], reinterpretata da un erudito ottocentesco filo-sabaudo.

Anche recentemente il fascino della sua figura ha ispirato la composizione di un romanzo.[51]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Arduino il Glabro Ruggero di Auriate  
 
 
Olderico Manfredi I  
Immula  
 
 
Olderico Manfredi II  
Adalberto Atto di Canossa Sigifredo di Lucca  
 
 
Prangarda di Canossa  
Ildegarda dei Supponidi  
 
 
Adelaide di Susa  
 
 
 
 
 
 
 
Berta di Milano  
 
 
 
 
 
 
 
 
  1. ^ Il duca Ermanno IV, duca di Svevia, Enrico degli Aleramici, e il conte Oddone di Savoia.
  2. ^ Il conte Pietro I e il conte Amedeo II di Savoia.
  3. ^ il conte Umberto II e Federico di Montbéliard, marito di sua nipote Agnese di Savoia (figlia di suo figlio Pietro I).
  4. ^ Dopo la morte di Adelaide nel 1091, la Marca di Torino si sciolse. La parte settentrionale della Marca di Torino fu assorbita dalla Savoia, che era governata da un altro nipote di Adelaide, il conte Umberto II. Invece, la parte meridionale fu annessa da un altro nipote di Adelaide, Bonifacio del Vasto.
  5. ^ Arduinici, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
    «Oddone di Savoia, figlio del conte Umberto Biancamano; e da queste fauste nozze ebbe inizio la storia della casa di Savoia nel nostro paese [Italia]»
  6. ^ a b c (FR) Histoire généalogique de la royale maison de Savoie, pag 200.
  7. ^ a b (LA) Antiquitates Italicæ medii ævi, pag 579.
  8. ^ Prangarda era sorella di Tedaldo, il nonno di Matilde di Canossa: Adelaide e Matilde erano cugine di II grado.
  9. ^ a b c d e (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores (in Folio) (SS), tomus VI, Annalista Saxo, anno 1067, pag 695.
  10. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores (in Folio) (SS), tomus VI, Annalista Saxo, anno 1036, p. 679 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2017).
  11. ^ a b (EN) Charles William, Previté-Orton, The early history of the House of savoy, (1000-1233), Cambridge, Univ. Press, 1912, pp. 187, 212,.
  12. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores (in Folio) (SS), tomus XX, Chronicon Ottonis Frisingensis, cap. VI, par. 28, pag 241.
  13. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores (in Folio) (SS), tomus V, Herimanni Augiensis Chronicon, anno 1036, pag 122.
  14. ^ a b (LA) Regesta comitum Sabaudiae, doc. CXVII, pag 41.
  15. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores (in Folio) (SS), tomus XIII, Annales Necrologici Fuldense, anno 1035 - 1040, pag 212.
  16. ^ a b c (LA) Il conte Umberto I (Biancamano) e il re Ardoino: ricerche e documenti, pag 142.
  17. ^ (LA) Le carte della prevostura d'Oulx raccolte e riordinate cronologicamente fino al 1300, doc. 1, pag 1.
  18. ^ a b c d (LA) Le carte della prevostura d'Oulx raccolte e riordinate cronologicamente fino al 1300, doc. VII, pagg 7 - 10.
  19. ^ (LA) Diplomatique de Bourgogne, doc. LXXIX, pagg 37 e 38.
  20. ^ (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy: MARCHESI di SUSA - ADELAIDA di Susa.
  21. ^ (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy: MARCHESI di MONFERRATO - ENRICO.
  22. ^ (LA) Il conte Umberto I (Biancamano) e il re Ardoino: ricerche e documenti, doc. XXVII, pagg 196 e 197.
  23. ^ (FR) Histoire généalogique de la royale maison de Savoie, pag 194.
  24. ^ (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy: COMTES de MAURIENNE - AMEDEE.
  25. ^ (EN) #ES Genealogy: The House of Savoy - Amadeo I "Coda".
  26. ^ (FR) Histoire généalogique de la royale maison de Savoie, pag 196.
  27. ^ (LA) Regesta comitum Sabaudiae, doc. CLV, pag 54.
  28. ^ (EN) The early history of the house of Savoy (1000-1233), pag 124.
  29. ^ (LA) Peter der Zweite, Graf von Savoyen, Markgraf in Italien, doc. 16, pag 5.
  30. ^ (LA) Peter der Zweite, Graf von Savoyen, Markgraf in Italien, doc. 18, 19 e 20, pag 5 e 6.
  31. ^ (LA) Regesta comitum Sabaudiae, doc. CCXV, CCXVI e CCXVII, pagg 76 e 77.
  32. ^ (LA) Regesta comitum Sabaudiae, doc. CCXVIII, pag 77.
  33. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Diplomata Heinrichs IV (1077 - 1106), doc. 427, pag 572 e 573.
  34. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores (in Folio) (SS), tomus V, Necrologium Scafhusenses, Bernoldi Chronicon Introduction, pag 393.
  35. ^ (LA) Regesta comitum Sabaudiae, doc. CCXIX, pag 77.
  36. ^ Il 22 aprile 1073 l'arcidiacono Ildebrando fu eletto papa per acclamazione popolare e adottò il nome di Gregorio VII. Non informò l'imperatore Enrico IV né chiese la sua approvazione perché questi era allora in discredito presso la Santa Sede continuando a mantenere relazioni con i consiglieri scomunicati da Alessandro II. La sua altissima, mistica concezione del papato, contemplava non solo la personale santità del papa derivante direttamente da San Pietro, ma anche la sua supremazia su tutte le autorità, tanto temporali quanto spirituali, e il suo diritto di deporle. Ripristinò i decreti dei suoi predecessori contro il matrimonio dei chierici e la simonia. Ciò suscitò un gran malcontento, specialmente in Francia e in Germania, tuttavia riuscì a placare la maggior parte delle opposizioni. Inoltre dichiarò la proibizione delle investiture laicali, cioè dell'ingerenza dei laici nelle nomine ecclesiastiche. Tale proibizione suscitò un'agitazione ancora più grande e provocò anche un serio conflitto con Enrico IV, in quanto mirava soprattutto all'abolizione della interferenza regale sulle nomine dei vescovi. Enrico IV continuò a designare i candidati a lui graditi non solo per Milano e per le sedi tedesche, ma anche per Fermo e Spoleto. Aspramente ripreso da Gregorio VII, convocò a Worms un sinodo di vescovi tedeschi (24 gennaio 1076) che depose il papa, e lo invitò personalmente ad abdicare. Riunitisi a Piacenza anche i vescovi lombardi aderirono alle decisioni dell'episcopato tedesco. Gregorio VII reagì immediatamente: scomunicò Enrico IV, lo sospese dall'esercizio del potere regale e sciolse i suoi sudditi dal vincolo di fedeltà verso di lui. Poiché ciò avrebbe favorito gli avversari di Enrico, questi, in tale pericolosa situazione, ritenne prudente sottomettersi al pontefice. Nel gennaio 1077 si presentò in abiti penitenziali al papa, in quel momento dimorante a Canossa, e gli chiese il perdono. La clemenza del papa doveva rivelarsi un errore politico. Per tre anni cercò inutilmente di far da paciere fra Enrico IV e il suo rivale Rodolfo di Svevia, eletto anch'egli re, in contrapposizione a quello legittimo, nel 1077. Nel 1080 infine, convintosi che il re era assolutamente incorreggibile, lo scomunicò, lo depose per la seconda volta, e riconobbe Rodolfo come legittimo re. In risposta a questa sentenza Enrico convocò un sinodo di vescovi imperiali a Bressanone (25 giugno 1080) che dichiarò Gregorio deposto ed elesse a sostituirlo Guiberto di Ravenna con il nome di Clemente III (antipapa). Tuttavia era ancora possibile un compromesso politico perché Enrico desiderava essere incoronato imperatore. Ma Gregorio non era uomo da compromessi. Il suo atteggiamento inflessibile spinse molti dei suoi sostenitori, compresi tredici cardinali, ad allontanarsi da lui. Nel marzo del 1084 Enrico occupò Roma, ma il Normanno Roberto il Guiscardo riuscì a liberare Gregorio. Per gli eccessi commessi dalle truppe di Roberto, il popolo si sollevò e diresse la sua collera contro il papa. Questi dovette lasciare precipitosamente la città, trasferendosi prima a Montecassino e poi a Salerno. Là morì attestando che aveva amato la giustizia e odiato l'iniquità. Venne sepolto in quella città. Beatificato nel 1585, fu canonizzato da Paolo V nel 1606.
  37. ^ a b c d Gemma Giovannini, Le donne di casa Savoia dalle origini della famiglia fino ai giorni nostri (TXT), Tipografia Editrice L. F. Cogliati, 1903, pp. 5-12.
  38. ^ Adelaide seppe districarsi molto bene fra i riformatori, che volevano affermare l'autorità papale riorganizzando la Chiesa in senso centralistico, e i controriformatori, che difendevano l'autonomia delle abbazie e dei vescovadi per mantenerle soggette al potere dell'imperatore e dei grandi feudatari
  39. ^ Festa commemorativa delle illustri donne italiane celebratasi dalla Società della biblioteca educativa circolante il 3 maggio 1874 in Piacenza, Piacenza, Tip. di A. Del Majno, 1874, p. 135. URL consultato il 31 gennaio 2017.
  40. ^ Debora (XII secolo a.C.). Profetessa d'Israele, la sola donna che abbia fatto parte dei Giudici biblici. Aiutò Barac a liberare i Giudei dalla sottomissione in cui li teneva Jabin, re dei Cananei, e, dopo la vittoria, recitò un cantico che è uno dei più bei poemi della Bibbia (Giudici, V)
  41. ^ a b http://www.santiebeati.it/dettaglio/92629
  42. ^ Cfr. E. Hlawitschka, 'Zur Abstammung Richwaras, der Gemahlin Herzog Bertholds I. von Zähringen,' Zeitschrift für die Geschichte des Oberrheins, 154 (2006), 1–20
  43. ^ Schwennicke, Europäische Stammtafeln, I.1, table 84
  44. ^ (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy: DUKES of SWABIA 1012-1038 (DUKES of AUSTRIA, BABENBERGER) - ADELAIDA Marchesa di Susa (HERMANN).
  45. ^ (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy: COMTES de SAVOIE et de MAURIENNE 1060-1417 - ODDON de MAURIENNE.
  46. ^ (EN) #ES Genealogy: The House of Savoy - Oddone.
  47. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores (in Folio) (SS), tomus V, Bertholdi Annales, anno 1079, pag 319.
  48. ^ (FR) Histoire généalogique de la royale maison de Savoie, pag 207.
  49. ^ Ludovico Vergano, Storia di Asti, parte I, Asti 1951. Oddone III o Ottone, filoimperiale, partigiano dell'antipapa Clemente III, venne considerato da molti storici come il figlio di Adelaide, ma anzi ne fu un acerrimo nemico e la combatté con l'aiuto degli astigiani per recuperare i territori della diocesi di Asti.
    Alla morte di Adelaide, il vescovo ottenne la carica di conte della città di Asti direttamente da Enrico IV
  50. ^ http://www.cittadisusa.it/ComSchedaTem.asp?Id=1700
  51. ^ Fascio Valter, L'ultimo segreto della contessa Adelaide, su cartaepenna.it, Torino, Carta e Penna editore, 2006, ISBN 88-89209-45-3 (archiviato dall'url originale il 13 gennaio 2017).

Fonti primarie

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Letteratura storiografica

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Marchesi di Torino Successore
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