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Cappuccetto Rosso

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Cappuccetto Rosso e il lupo in un dipinto di Carl Larsson (1881).
Cappuccetto Rosso in un'illustrazione di Otto Kubel (1932).

Cappuccetto Rosso è una delle favole europee più popolari al mondo, di cui esistono numerose varianti. Le versioni scritte più note sono quella di Perrault (col titolo Le Petit Chaperon Rouge) del 1697 e quella dei fratelli Grimm (Rotkäppchen) del 1857. Nel sistema di classificazione ATU è indicata come numero ATU 333.

Trama comunemente conosciuta

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Cappuccetto Rosso, così chiamata perché indossa sempre una mantellina con un cappuccio rosso che le è stata regalata dalla nonna, detta anche semplicemente Cappuccetto, è una bambina che vive con la madre in una casetta vicino ad un grande bosco. Un giorno la mamma le consegna un cestino pieno di buon cibo da portare alla nonna malata, che vive al di là della foresta, e raccomanda a Cappuccetto di fare attenzione durante il tragitto e non allontanarsi dalla strada. Nel bosco, però, la bambina incontra un lupo, che con l'inganno le si avvicina, si fa rivelare dove abita la nonna e la invita a raccogliere fiori, per farle perdere tempo. Il lupo quindi arriva prima di lei alla casetta, bussa alla porta, si presenta alla nonna come la nipotina in modo che l'anziana signora gli apra la porta e se la mangia in un sol boccone.

Cappuccetto Rosso arriva più tardi alla casetta, entra, trova il lupo nel letto travestito come la nonna , la bimba nota però che la nonna ha un aspetto strano quel giorno , finché il lupo non si smaschera e viene a sua volta divorata dalla belva in un sol boccone. Successivamente un cacciatore, amico della nonna di Cappuccetto, passa di là, si accorge di quello che è accaduto, si precipita nella casa e apre la pancia del lupo addormentato, dalla quale fuoriescono immediatamente la nonna e Cappuccetto Rosso sane e salve, ed i tre riempiono la pancia del lupo di pietre. Una volta svegliatosi, il lupo si sente appesantito, così decide di fare una passeggiata per digerire. Dopo aver fatto appena pochi passi, però, cade a terra affannato e muore. La nonna, il cacciatore e Cappuccetto Rosso festeggiano e la piccola può tornare a casa senza ulteriori preoccupazioni, ripromettendosi di non commettere più l’imprudenza di allontanarsi nel bosco, e anche l'uomo si allontana portando il corpo del lupo con sé per farne delle pellicce.

Tempo dopo Cappuccetto Rosso torna di nuovo a far visita alla nonna e lungo la strada incontra un altro lupo, che cerca di ingannarla come ha fatto il precedente, ma Cappuccetto, memore dell'esperienza vissuta, gli dà indicazioni sbagliate e, arrivata a casa della nonna, la avvisa del pericolo. L'anziana quindi chiude la porta per evitare altre disgrazie. Quando il lupo arriva a casa della nonna, dal momento che non riesce ad entrare dalla porta, tenta di passare dal camino, nel quale però la nonna mette a bollire un pentolone d'acqua: il lupo ci finisce dentro e muore.

Origini e varianti

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Cappuccetto Rosso e il lupo travestito da nonna in un'illustrazione di Gustave Doré.

La storia di Cappuccetto Rosso può essere fatta risalire alla storia tradizione orale di diverse regioni europee. Si sa che la fiaba era narrata già nel XIV secolo in Francia.

La versione scritta più antica della fiaba è Le Petit Chaperon Rouge, apparsa nella raccolta di fiabe I racconti di Mamma l'Oca di Charles Perrault nel 1697.[1][2] La versione di Perrault è molto più breve di quella successiva dei Grimm e non contiene un lieto fine: non è infatti presente la figura del cacciatore che salva nonna e nipote. Vi sono inoltre espliciti riferimenti sessuali: una volta giunta al cospetto del lupo travestito da nonna, Cappuccetto viene indotta da lui a togliersi i vestiti e giacere nel letto insieme a lui. Perrault conclude la narrazione con una spiegazione esplicita della morale:

«Da questa storia si impara che i bambini, e specialmente le giovanette carine, cortesi e di buona famiglia, fanno molto male a dare ascolto agli sconosciuti; e non è cosa strana se poi il Lupo ottiene la sua cena. Dico Lupo, perché non tutti i lupi sono della stessa sorta; ce n'è un tipo dall'apparenza encomiabile, che non è rumoroso, né odioso, né arrabbiato, ma mite, servizievole e gentile, che segue le giovani ragazze per strada e fino a casa loro. Guai! a chi non sa che questi lupi gentili sono, fra tali creature, le più pericolose!»

La versione di Perrault della fiaba, incluse le conclusioni morali, fu tradotta in italiano da Collodi nel 1875 e inclusa nella sua raccolta di fiabe I racconti delle fate. Voltati in italiano, Firenze, Paggi, 1875. Questa traduzione è riportata fedelmente da Wikisource italiana.[3]

Nel XIX secolo due versioni tedesche della fiaba furono raccontate ai fratelli Grimm da Jeanette Hassenpflug (17911860) e Marie Hassenpflug (17881856). I Grimm trasformarono una delle due versioni nella storia principale, la seconda in un seguito. La prima, col titolo Rotkäppchen, fu inclusa nella prima edizione della loro raccolta Kinder- und Hausmärchen (1812). Dalla prima edizione è registrata come fiaba numero 26. In questa versione, la bambina e sua nonna venivano salvate da un cacciatore interessato alla pelle del lupo. Nella seconda storia, Cappuccetto Rosso incontra un secondo lupo che tenta di ingannarla con lo stesso stratagemma del precedente, ma, grazie all'esperienza acquisita con il primo lupo, lo inganna a sua volta, dandogli indicazioni sbagliate per raggiungere la casa della nonna; la bambina rimane invece sulla strada maestra e arriva dalla nonna, barricandosi con lei in casa. Quando il lupo sopraggiunge, tenta di penetrare in casa dalla canna fumaria, ma la nonna mette nel camino un pentolone d'acqua bollente e il lupo vi cade dentro, annegando, in una maniera analoga a ciò che accade al lupo de I tre porcellini.

I Grimm continuarono a rivedere la storia nelle edizioni successive; quella meglio nota è la revisione finale, del 1857, con il taglialegna che sostituisce il cacciatore.

La finta nonna è il titolo di un'antica versione italiana della fiaba trascritta fra gli altri da Italo Calvino nella raccolta Fiabe italiane [La finta nonna, N. 116 (Abruzzo), pp. 653–655 (ed. de I Meridiani)]. In questa versione la bambina va a trovare la nonna ma al suo posto nel letto trova un'orchessa. La bimba si accorge che non si tratta di sua nonna, e con l'astuzia riesce a far uscire dalla casa l'orchessa e a farla cadere nel fiume[4]. In un’altra un lupo obbliga tre sorelle a dargli il cibo che le tre, a turno portavano alla madre ammalata, la terza furbamente impasta una torta con dei chiodi e il lupo, mangiatala, promette di vendicarsi: va a casa della madre, la divora viva, inscena la stessa commedia del lupo di Cappuccetto Rosso con la figlia, e appena divorata lei viene ucciso dai vicini di casa, che salvano madre e figlia.

Analogie con altre fiabe

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Cappuccetto Rosso, nelle sue varianti, può essere messa in relazione con altre fiabe e miti analoghi. Il tema delle vittime estratte sane e salve dalla pancia del lupo, in particolare, si trova quasi identico nella fiaba russa Pierino e il lupo, oppure in Il lupo e i sette capretti ed è una variante di un'idea almeno antica quanto il Libro di Giona. Un concetto analogo è riproposto in Pinocchio, dove il burattino di legno trova il padre Geppetto nella pancia della balena.

Analisi e interpretazioni

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Cappuccetto Rosso e il lupo in un'illustrazione di J. W. Smith

Nel tempo si sono susseguite analisi e interpretazioni presenti nel sottotesto della storia. Erich Fromm[5] e successivamente Bruno Bettelheim hanno evidenziato come la fiaba si presti a un'interpretazione freudiana[6]. Se è evidente la presenza di contenuti sessuali nella storia (si veda il passo di Perrault citato sopra), le interpretazioni discordano sostanzialmente solo su quello che potrebbe essere inteso come significato principale (ovviamente, è soprattutto verosimile che numerosi significati si siano sommati durante l'evoluzione storica della fiaba). La maggior parte delle proposte enfatizza uno dei seguenti temi:

  • La prostituzione. La fiaba potrebbe essere intesa come un'esortazione a non esercitare il "mestiere". Quella della "giovane donna nel bosco" è uno stereotipo che in molte tradizioni viene metaforicamente associato alla prostituzione; nella Francia del XVII secolo, tra l'altro, la "mantellina rossa" era un segnale esplicito in questo senso.[7]
  • La maturità sessuale. In questa interpretazione, la mantella rossa rappresenta le mestruazioni e l'ingresso nella pubertà, che conduce la bambina nella "profonda e oscura foresta" della femminilità; il lupo rappresenta, quindi, l'uomo visto come predatore sessuale da cui guardarsi.[8]
  • L'antropofagia. Altre interpretazioni si focalizzano sull'elemento antropofago: la fiaba ha origine nel contesto di un'Europa periodicamente flagellata da terribili carestie durante le quali si segnalarono diversi casi di cannibalismo (siano d'esempio il caso della carestia francese del X secolo e della Grande carestia del 1315-1317). Il fatto che nelle versioni più antiche della fiaba la figura antropofaga fosse interpretata da un'orchessa, un elemento mostruoso ma antropomorfo e di sesso femminile, anziché da un lupo (un animale di sesso maschile, la cui antropofagia, pur connotata negativamente, rientra nell'ordine naturale delle cose) danno supporto a queste interpretazioni e al fatto che la fiaba, nella sua forma orale, si sia evoluta nel corso del tempo, per andare a rispondere a diverse esigenze formative.[9]

Nella cultura di massa

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  • Nella webserie RWBY, una delle protagoniste, Ruby Rose, è ispirata a Cappuccetto Rosso e indossa una mantella scarlatta. Inoltre, nel trailer di presentazione della serie, combatte contro dei lupi che la vogliono divorare.

A Cappuccetto Rosso, il 7 dicembre 1975, è stato dedicato un francobollo policromo e dentellato, emesso dalla Repubblica Italiana dal valore nominale di L. 100, compreso nella serie della XVII Giornata del Francobollo.[12]

Nel 2004, la sua immagine è stata riprodotta nel francobollo, policromo e dentellato, dal valore nominale di 0,60 €, emessa dalla Repubblica di San Marino, il 20 agosto dello stesso anno, dedicata alle "Favole".[13] Alla stessa serie appartengono anche francobolli che ritraggono le immagini di Hänsel e Gretel, Pinocchio e Il gatto con gli stivali.[14]

  1. ^ Testo originale di Perrault del 1697 riportato da Wikisource francese
  2. ^ Testi originali stabiliti da Gilbert Rouger per i Classici Garnier
  3. ^ Cappuccetto Rosso, 1875, Traduzione italiana di Carlo Collodi in Wikisource
  4. ^ Paroledautore.net La finta nonna
  5. ^ Erich Fromm, The forgotten language. An introduction to the understanding of dreams, fairy tales, and myths, New York, Rinehart, 1951, trad. it. Il linguaggio dimenticato. Introduzione alla comprensione dei sogni, delle fiabe e dei miti, Milano, Bompiani, 1962.
  6. ^ Psicologia della fiaba, su culturaesvago.com. URL consultato il 12 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2015).
  7. ^ La donna in rosso: un approccio alla figura di Cappuccetto Rosso
  8. ^ Cappuccetto Rosso: una fiaba vera
  9. ^ Il cannibalismo e la nascita della coscienza
  10. ^ Barsotti S., Cantatore L., Letteratura per l’infanzia. Forme, temi e simboli del contemporaneo, Carocci Editore, Studi Superiori, Roma, 2019. Pagine 224-236
  11. ^ R. Gabrjel Perròlt, Ombre di Luna: La leggenda oscura di Cappuccetto Rosso, Editore indipendente, 2024 [1]
  12. ^ Scheda del dettaglio del francobollo di Cappuccetto Rosso emesso dalla Repubblica Italiana – bolli.it URL consulatato il 12 ottobre 2012.
  13. ^ Scheda del dettaglio del francobollo di Cappuccetto Rosso emesso dalla Repubblica di San Marino - bolli.it. URL consultato il 12 ottobre 2012.
  14. ^ Scheda dettagliata della serie di francobolli Favole emessa dalla Repubblica di San Marino - bolli.it. URL consultato il 12 ottobre 2012.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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