Vanessa Beecroft
Vanessa Beecroft (Genova, 25 aprile 1969) è un'artista italiana, specializzata nell'espressione artistica tramite tableau vivant[1].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Di madre italiana e padre britannico, ha trascorso parte della sua infanzia a Malcesine (sul lago di Garda)[2]. Tornata a Genova, dopo aver frequentato il liceo artistico del capoluogo ligure ed essersi diplomata in Pittura all'Accademia Ligustica di Belle Arti[3], segue i corsi di spettacolo dell'associazione "La chiave" di Campopisano (Genova) diretta da Mimmo Chianese; si iscrive alla Facoltà di Architettura[4], per poi trasferirsi all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove si diploma in Scenografia nel 1993[5][6].
La scelta espressiva della Beecroft è stata quella di pensare e realizzare performance, utilizzando il corpo di giovani donne più o meno nude, mosse secondo precise coreografie[7], con opportuni commenti musicali o con il variare delle luci[8]. Ciascuna delle partecipanti deve attenersi a una serie di norme che Beecroft stabilisce prima di ciascuna azione, con l'obiettivo di comporre ''quadri viventi''[9], esponendo in gallerie e musei di arte contemporanea. Beecroft pone al centro della propria riflessione i temi dello sguardo, del desiderio e del mondo della moda[10][11].
La sua prima performance si è tenuta presso la galleria Luciano Inga Pin a Milano, durante il Salon Primo dell'Accademia di Belle Arti di Brera[12][13], mentre la sua prima mostra personale è del 1994, tenutasi presso la galleria Fac-Simile a Milano,[14] dove esponeva anche il suo ex compagno Miltos Manetas[15].
Dal 1998 le sue performances hanno occupato gli spazi di numerosi musei internazionali, tra cui il Guggenheim di New York, il Whitney Museum of American Art e la Kunsthalle di Vienna[16][17].
Opere nei musei
[modifica | modifica wikitesto]- ARCOS - Museo d'Arte Contemporanea Sannio di Benevento.
- Galleria d'Arte Moderna Palazzo Forti di Verona.
- Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, con l'opera video Vanessa Beecroft 48. Riflessioni sui rapporti tra arte e globalizzazione.
- MACK - Museo Arte Contemporanea di Crotone.
- MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, con una foto e una diapositiva.
- MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, sezione d'arte figurativa di Roma.
- PART-Palazzi dell'Arte Rimini di Rimini.
- Collezione Roberto Casamonti, Firenze
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ "Beecroft, Vanessa, Lessico del XXI Secolo (2012)" pubblicato su treccani.it/
- ^ Lilli Gruber, Streghe, Rizzoli, 18 ottobre 2010, ISBN 978-88-586-0091-7. URL consultato l'11 settembre 2020.
- ^ (EN) Susan K. Freedman, Public Art Fund (New York N.Y.) e Dan Cameron, Plop: Recent Projects of the Public Art Fund, Merrell Publishers, 2004, ISBN 978-1-85894-247-6. URL consultato l'11 settembre 2020.
- ^ Arte a parte • L'ECO, su L'ECO, 26 novembre 2015. URL consultato l'11 settembre 2020.
- ^ Moncler House of Genius, a Milano con Vanessa Beecroft, su Vogue Italia. URL consultato l'11 settembre 2020.
- ^ “VB87”: a Milano la nuova performance di Vanessa Beecroft per Moncler, su Artwave, 12 novembre 2019. URL consultato l'11 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2020).
- ^ Arianna Fantuzzi, Il corpo femminile nelle ricerche artistiche di fine Novecento Il caso di Vanessa Beecroft (PDF), su edizionicafoscari.unive.it.
- ^ Vanessa Beecroft e lo sguardo provocatorio del femminile, su Artspecialday, 28 novembre 2016. URL consultato l'11 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2020).
- ^ Parla Vanessa Beecroft, la più provocatoria artista contemporanea, su Donnamoderna, 3 aprile 2009. URL consultato l'11 settembre 2020.
- ^ Vanessa Beecroft, i corpi della moda promossi ad arte, su la Repubblica, 22 novembre 2016. URL consultato l'11 settembre 2020.
- ^ L'intervista di Vanessa Beecroft per la performance di Moncler House of Genius, su lofficielitalia.com. URL consultato l'11 settembre 2020.
- ^ (EN) Vanessa Beecroft, Kunsthalle (Bielefeld Allemagne) e Kunsthalle Bielefeld, Vanessa Beecroft: Photographs, Films, Drawings, Hatje Cantz, 2004, ISBN 978-3-7757-1508-9. URL consultato l'11 settembre 2020.
- ^ Luca Beatrice, Nati sotto il biscione, Rizzoli, 12 marzo 2015, ISBN 978-88-586-7815-2. URL consultato l'11 settembre 2020.
- ^ 20 Anni di Zero, su zero.eu. URL consultato l'11 settembre 2020.
- ^ Miltos Manetas, su Il Post, 3 giugno 2013. URL consultato l'11 settembre 2020.
- ^ (EN) Roberta Smith, Critic's Notebook; Standing and Staring, Yet Aiming for Empowerment, in The New York Times, 6 maggio 1998. URL consultato il 12 settembre 2020.
- ^ Vanessa Beecroft, su Vogue Italia. URL consultato il 12 settembre 2020.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Roberta Smith, Critic's Notebook; Standing and Staring, Yet Aiming for Empowerment, in ''The New York Times'', 6 maggio 1998.
- Marcella Beccaria (a cura di), Vanessa Beecroft. Performances 1993-2003, Milano, Skira, 2003, ISBN 978-8884916655.
- Giacinto Di Pietrantonio, VB65. PAC Milano, Milano, Mondadori Electa, 2009, ISBN 8837071051
- Roberto Brunelli, Anninovanta 1990-2015. Un percorso nell'arte italiana[1], Pistoia, Gli Ori Editori Contemporanei, 2014, ISBN 8873365558.
- Massimo Melotti, Vicende dell'arte in Italia dal dopoguerra agli anni Duemila[2], Milano, Franco Angeli, 2017, ISBN 978-8891751973.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Vanessa Beecroft
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su vanessabeecroft.com.
- Beecroft, Vanessa, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Opere di Vanessa Beecroft, su MLOL, Horizons Unlimited.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 84237315 · ISNI (EN) 0000 0000 8160 4906 · SBN UMCV044323 · Europeana agent/base/76059 · ULAN (EN) 500114573 · LCCN (EN) nr98025082 · GND (DE) 121527492 · BNF (FR) cb144422279 (data) · J9U (EN, HE) 987007500707605171 |
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- ^ Nicola Maggi, Libri – ANNINOVANTA 1990-2015, 30 aprile 2016. URL consultato il 23 dicembre 2023 (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2016).
- ^ “Vicende dell’arte in Italia dal dopoguerra agli anni Duemila. Artisti, gallerie, mercato, collezionisti, musei” di Massimo Melotti, in Letture.org, aprile 2017. URL consultato il 27 dicembre 2023.