Davide Mastroianni
Davide Mastroianni, PhD in Architettura, Disegno Industriale e Beni Culturali presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, è Cultore della Materia in Archeologia dei Paesaggi presso l’Università degli Studi di Siena e Docente per le classi di concorso A012 e A022 per la Provincia di Teramo.
È direttore della rivista scientifica Stratigrafie del Paesaggio e della collana scientifica Archeologia360, membro della Scientific Advisory Committee della collana scientifica Geographies of the Anthropocene.
Ricopre attualmente il ruolo di Vice Presidente della SIGEA Calabria (Società Italiana di Geologia dell’Ambiente), Referente Regionale per la Geoarcheologia, Membro Aderente Archeologia del GRIMm (Gruppo di Ricerca per il Mezzogiorno Medievale), nonché corrispondente territoriale per Archeologia, Paesaggio e Beni Culturali nell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano di Cosenza.
Nel dicembre 2020 è risultato vincitore del Premio Nazionale Astrea 2020 per la sezione Cultura e nel 2018 del Premio Zeus - Premio Internazionale di Archeologia della Città di Ugento, nella sezione Giovani laureati in Archeologia in Italia e all’Estero. Ha condotto numerosi scavi e ricognizioni archeologiche in Italia. Ha partecipato e partecipa attivamente a numerosi convegni nazionali e internazionali, in qualità di relatore e membro del comitato scientifico; ha al suo attivo una monografia e numerose pubblicazioni scientifiche in diverse riviste. Il suo ambito di ricerca si inserisce all’interno del settore legato all’Archeologia dei Paesaggi, alla Geoarcheologia e alle tecnologie applicate all’analisi delle trasformazioni del paesaggio.
Supervisors: Stefania Quilici Gigli, Carmine Gambardella, Giuseppe Ceraudo, Alessandro Maria Jaia, Maria Fenelli, Maurizio Paoletti, and Stefania Mancuso
È direttore della rivista scientifica Stratigrafie del Paesaggio e della collana scientifica Archeologia360, membro della Scientific Advisory Committee della collana scientifica Geographies of the Anthropocene.
Ricopre attualmente il ruolo di Vice Presidente della SIGEA Calabria (Società Italiana di Geologia dell’Ambiente), Referente Regionale per la Geoarcheologia, Membro Aderente Archeologia del GRIMm (Gruppo di Ricerca per il Mezzogiorno Medievale), nonché corrispondente territoriale per Archeologia, Paesaggio e Beni Culturali nell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano di Cosenza.
Nel dicembre 2020 è risultato vincitore del Premio Nazionale Astrea 2020 per la sezione Cultura e nel 2018 del Premio Zeus - Premio Internazionale di Archeologia della Città di Ugento, nella sezione Giovani laureati in Archeologia in Italia e all’Estero. Ha condotto numerosi scavi e ricognizioni archeologiche in Italia. Ha partecipato e partecipa attivamente a numerosi convegni nazionali e internazionali, in qualità di relatore e membro del comitato scientifico; ha al suo attivo una monografia e numerose pubblicazioni scientifiche in diverse riviste. Il suo ambito di ricerca si inserisce all’interno del settore legato all’Archeologia dei Paesaggi, alla Geoarcheologia e alle tecnologie applicate all’analisi delle trasformazioni del paesaggio.
Supervisors: Stefania Quilici Gigli, Carmine Gambardella, Giuseppe Ceraudo, Alessandro Maria Jaia, Maria Fenelli, Maurizio Paoletti, and Stefania Mancuso
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Books by Davide Mastroianni
Le varie popolazioni e civiltà, che si sono susseguite nel corso dei millenni, a volte scontrandosi ma sempre influenzandosi reciprocamente, hanno costantemente plasmato l’ambiente e il paesaggio siciliano lasciandoci in eredità una cospicua ed eterogenea serie di testimonianze che rappresentano un contesto unico nel suo genere, composto allo stesso tempo da beni culturali materiali e immateriali di antica tradizione e in continua evoluzione.
Il numero 3/2021 di Stratigrafie del Paesaggio vede la partecipazione di alcuni importanti studiosi italiani e stranieri del territorio siciliano, i cui saggi forniscono una panoramica aggiornata sui principali temi di ricerca relativi ai molteplici “paesaggi” dell’Isola e alla loro notevole complessità diacronica e geografica: dalle testimonianze ebraiche in età tardoantica, in particolare i graffiti all’interno delle necropoli, che costituiscono un punto di vista privilegiato per la comprensione dell’organizzazione dei diversi gruppi sociali, religiosi e culturali isolani, in un contesto quale quello ebraico dove è stata riscontrata una minore propensione all’integrazione con comunità non ebraiche, all’Archeologia del Paesaggio archeologico dei siti di altura dei Nebrodi, oggetto di attenzione scientifica soprattutto negli ultimi decenni grazie alle indagini pionieristiche di studiosi quali Luigi Bernabò Brea e Giacomo Scibona, del territorio acrense e dell’antica Regia Trazzera San Marco-Maniace tutt’ora in uso. Attraverso le opere di Pier Paolo Pasolini, Giovanni Verga e Federico de Roberto conosceremo un paesaggio “raccontato” e pieno di sfumature soggettive e personali; un paesaggio più moderno, visto anche attraverso gli occhi del cinema.
Risulta evidente, dunque, come lo stretto rapporto fra l’Uomo e i molteplici ambienti siciliani con le loro peculiari caratteristiche geomorfologiche, in particolare quello ibleo nella Sicilia sud-orientale caratterizzato da un sistema di valli e canyons (“cave”), profondamente modellati dalla costante azione erosiva degli agenti atmosferici e fluviali, dove la macchia mediterranea conserva ancora oggi un variegato assortimento di flora e fauna, abbia favorito sin dalla Preistoria la presenza di numerose grotte naturali e la realizzazione di molteplici escavazioni artificiali, che le comunità locali hanno saputo sfruttare a proprio vantaggio per intere generazioni, dapprima forse in maniera sporadica come semplici luoghi di rifugio e di dimora, successivamente anche come complesse e articolate rappresentazioni simbolico-religiose, legate a culti e riti funerari di origene ancestrale, per giungere poi alla creazione di vere e proprie “città” interamente scavate nella roccia. Ad esse si affiancano e si sovrappongono le architetture in muratura, dando vita spesso a soluzioni insediative economiche, comode e sicure che accompagnano le varie trasformazioni e i caratteristici stili di vita fino ad epoche molto recenti.
Perché antropia e non antropizzazione? An-tropia è un termine nuovo che nasce dalla fusione concettuale di entropia e antropiz-zazione. Il secondo principio della termo-dinamica afferma che quando un sistema passa da uno stato di equilibrio ordinato a uno disordinato, la sua entropia aumen-ta e questo dà indicazioni sulla direzione in cui evolve spontaneamente un sistema. L’antropizzazione è quell’insieme di fe-nomeni di trasformazione e alterazione che l’uomo compie sul territorio con l’obiettivo di modificarlo e adattarlo alle proprie esigenze. Il termine antropia, di conseguenza, vuole indicare lo stato di equilibrio ordinato di un paesaggio che, attraverso l’azione dell’uomo, passa ad un equilibrio disordinato (in questo caso è l’uomo che lo trasforma e lo adatta secon-do i propri interessi attraverso un’azione costruttiva o distruttiva dello stesso pae-saggio). Semplicemente l’antropia rappre-senta lo stato trasformativo e continuo da un paesaggio ad un altro grazie al fattore umano.
Il numero 2/2021 di Stratigrafie del Pae-saggio segna la collaborazione dei mas-simi esperti dello studio del paesaggio calabrese, toccando temi tra loro apparen-temente lontani, ma che mostrano il vero volto della Calabria: il paesaggio rupestre (non solo di Zungri), ma di tantissime al-tre realtà poco conosciute; il paesaggio del vino; l’utilizzo del paesaggio come set per il cinema d’autore che racconta il vis-suto dell’uomo attraverso storie che nar-rano la realtà dei tempi; la storia dei laghi della Sila che hanno trasformato l’aspetto del suo “primo paesaggio” a favore di una maggiore ridistribuzione e ridefini-zione delle risorse; un paesaggio costiero visto da chi navigava le nostre coste secoli e secoli fa.
Questo numero vuole raccontare tanto della Calabria e di un territorio martoria-to, ma ancora vivo. Un territorio che vuole uscire dal ruolo di vittima ed entrare in quello da protagonista.
Quello che osserviamo è solamente uno dei suoi numerosi volti e ognuno di essi ha una storia da raccontare. Esistono di-verse tipologie di paesaggio (naturale, an-tropico, “costruito” o “ibrido”) dove esse-re umano e natura sono artefici diretti del suo aspetto, in una competizione in cui l’essere umano si adatta alla natura, in una sorta di convivenza armonica ed equilibrata, o cerca addirittura di “supe-rarla”; in quest’ultimo caso è la natura, spesso e volentieri, a vincere la sfida, ma con gravi conseguenze per l’essere uma-no.
I diversi casi studio hanno interessato ter-ritori geograficamente distanti, ma colle-gati da un unico filo conduttore: la loro lettura e la narrazione, toccando quasi tut-te le tematiche proposte nella Call del numero 1/2021 di Stratigrafie del Paesag-gio: (Archeologia del Paesaggio: definizione e casi studio; Paesaggi antichi ricostruiti. Meto-dologia e casi studio; Il paesaggio “mutato” nel-la Cartografia Storica; Il paesaggio costiero os-servato dal mare: gli antichi portolani; Geogra-fia e tempo: definizione e casi studio della Geo-grafia Storica; Paesaggi geologici naturali e an-tropizzati; Paesaggi “ibridi”. Contaminazioni tra paesaggio antico e moderno; I paesaggi “tra-sformati”: il paesaggio rurale e il paesaggio ur-bano; I paesaggi del rischio: cause ed effetti).
Papers by Davide Mastroianni
rigidi ruoli imposti dalle competenze professionali e istituzionali, affinché possa essere realizzato con soddisfazione dalle comunità locali.
municipality of Pineto (TE, Abruzzo). Strabo, in his Geography, reported the existence of an epineionof Roman Hadria, located
in Ager Hatrianus and more precisely at the mouth of the Matrinum river. The historical cartography, the historical nautical
cartography, the satellite images and geological studies have made it possible to advance a series of preliminary hypotheses on
the reconstruction of the internal river communication routes and the position of ancient harbour of Hadria. ‘Pinna Cerrani’
appeared in historical cartography until the early 1600s and then disappeared definitely, when the construction of the Calvano
harbour began a few kilometres to the north. This would seem to coincide with the earthquake of the Capitanata of 1627, which
reached the Adriatic coast and caused the detachment of the hill above the Cerrano Tower, swallowing the remains of the ancient
harbour.
che guardano verso il mare e con limiti gallici, che noi chiamiamo decumani e cardini. È delimitato con arche, sponde,
canali, e canali di drenaggio che si costruiscono con tegole. In altri luoghi invero con muri, muretti a secco, mucchi e
pile di pietre, pietre non rifinite, termini augustei, e il corso di fiumi. Un’area costiera avente come centro principale l’antica città romana di Hatria e un’area montana con centro il pagus di Cillinam (Cellino Attanasio). Il
territorio era caratterizzato da ampi campi coltivati con viti e oliveti e suddivisioni agrarie di età augustea di
16x16 actus. Una fitta rete viaria collegava l’area costiera con quella montana.
Le varie popolazioni e civiltà, che si sono susseguite nel corso dei millenni, a volte scontrandosi ma sempre influenzandosi reciprocamente, hanno costantemente plasmato l’ambiente e il paesaggio siciliano lasciandoci in eredità una cospicua ed eterogenea serie di testimonianze che rappresentano un contesto unico nel suo genere, composto allo stesso tempo da beni culturali materiali e immateriali di antica tradizione e in continua evoluzione.
Il numero 3/2021 di Stratigrafie del Paesaggio vede la partecipazione di alcuni importanti studiosi italiani e stranieri del territorio siciliano, i cui saggi forniscono una panoramica aggiornata sui principali temi di ricerca relativi ai molteplici “paesaggi” dell’Isola e alla loro notevole complessità diacronica e geografica: dalle testimonianze ebraiche in età tardoantica, in particolare i graffiti all’interno delle necropoli, che costituiscono un punto di vista privilegiato per la comprensione dell’organizzazione dei diversi gruppi sociali, religiosi e culturali isolani, in un contesto quale quello ebraico dove è stata riscontrata una minore propensione all’integrazione con comunità non ebraiche, all’Archeologia del Paesaggio archeologico dei siti di altura dei Nebrodi, oggetto di attenzione scientifica soprattutto negli ultimi decenni grazie alle indagini pionieristiche di studiosi quali Luigi Bernabò Brea e Giacomo Scibona, del territorio acrense e dell’antica Regia Trazzera San Marco-Maniace tutt’ora in uso. Attraverso le opere di Pier Paolo Pasolini, Giovanni Verga e Federico de Roberto conosceremo un paesaggio “raccontato” e pieno di sfumature soggettive e personali; un paesaggio più moderno, visto anche attraverso gli occhi del cinema.
Risulta evidente, dunque, come lo stretto rapporto fra l’Uomo e i molteplici ambienti siciliani con le loro peculiari caratteristiche geomorfologiche, in particolare quello ibleo nella Sicilia sud-orientale caratterizzato da un sistema di valli e canyons (“cave”), profondamente modellati dalla costante azione erosiva degli agenti atmosferici e fluviali, dove la macchia mediterranea conserva ancora oggi un variegato assortimento di flora e fauna, abbia favorito sin dalla Preistoria la presenza di numerose grotte naturali e la realizzazione di molteplici escavazioni artificiali, che le comunità locali hanno saputo sfruttare a proprio vantaggio per intere generazioni, dapprima forse in maniera sporadica come semplici luoghi di rifugio e di dimora, successivamente anche come complesse e articolate rappresentazioni simbolico-religiose, legate a culti e riti funerari di origene ancestrale, per giungere poi alla creazione di vere e proprie “città” interamente scavate nella roccia. Ad esse si affiancano e si sovrappongono le architetture in muratura, dando vita spesso a soluzioni insediative economiche, comode e sicure che accompagnano le varie trasformazioni e i caratteristici stili di vita fino ad epoche molto recenti.
Perché antropia e non antropizzazione? An-tropia è un termine nuovo che nasce dalla fusione concettuale di entropia e antropiz-zazione. Il secondo principio della termo-dinamica afferma che quando un sistema passa da uno stato di equilibrio ordinato a uno disordinato, la sua entropia aumen-ta e questo dà indicazioni sulla direzione in cui evolve spontaneamente un sistema. L’antropizzazione è quell’insieme di fe-nomeni di trasformazione e alterazione che l’uomo compie sul territorio con l’obiettivo di modificarlo e adattarlo alle proprie esigenze. Il termine antropia, di conseguenza, vuole indicare lo stato di equilibrio ordinato di un paesaggio che, attraverso l’azione dell’uomo, passa ad un equilibrio disordinato (in questo caso è l’uomo che lo trasforma e lo adatta secon-do i propri interessi attraverso un’azione costruttiva o distruttiva dello stesso pae-saggio). Semplicemente l’antropia rappre-senta lo stato trasformativo e continuo da un paesaggio ad un altro grazie al fattore umano.
Il numero 2/2021 di Stratigrafie del Pae-saggio segna la collaborazione dei mas-simi esperti dello studio del paesaggio calabrese, toccando temi tra loro apparen-temente lontani, ma che mostrano il vero volto della Calabria: il paesaggio rupestre (non solo di Zungri), ma di tantissime al-tre realtà poco conosciute; il paesaggio del vino; l’utilizzo del paesaggio come set per il cinema d’autore che racconta il vis-suto dell’uomo attraverso storie che nar-rano la realtà dei tempi; la storia dei laghi della Sila che hanno trasformato l’aspetto del suo “primo paesaggio” a favore di una maggiore ridistribuzione e ridefini-zione delle risorse; un paesaggio costiero visto da chi navigava le nostre coste secoli e secoli fa.
Questo numero vuole raccontare tanto della Calabria e di un territorio martoria-to, ma ancora vivo. Un territorio che vuole uscire dal ruolo di vittima ed entrare in quello da protagonista.
Quello che osserviamo è solamente uno dei suoi numerosi volti e ognuno di essi ha una storia da raccontare. Esistono di-verse tipologie di paesaggio (naturale, an-tropico, “costruito” o “ibrido”) dove esse-re umano e natura sono artefici diretti del suo aspetto, in una competizione in cui l’essere umano si adatta alla natura, in una sorta di convivenza armonica ed equilibrata, o cerca addirittura di “supe-rarla”; in quest’ultimo caso è la natura, spesso e volentieri, a vincere la sfida, ma con gravi conseguenze per l’essere uma-no.
I diversi casi studio hanno interessato ter-ritori geograficamente distanti, ma colle-gati da un unico filo conduttore: la loro lettura e la narrazione, toccando quasi tut-te le tematiche proposte nella Call del numero 1/2021 di Stratigrafie del Paesag-gio: (Archeologia del Paesaggio: definizione e casi studio; Paesaggi antichi ricostruiti. Meto-dologia e casi studio; Il paesaggio “mutato” nel-la Cartografia Storica; Il paesaggio costiero os-servato dal mare: gli antichi portolani; Geogra-fia e tempo: definizione e casi studio della Geo-grafia Storica; Paesaggi geologici naturali e an-tropizzati; Paesaggi “ibridi”. Contaminazioni tra paesaggio antico e moderno; I paesaggi “tra-sformati”: il paesaggio rurale e il paesaggio ur-bano; I paesaggi del rischio: cause ed effetti).
rigidi ruoli imposti dalle competenze professionali e istituzionali, affinché possa essere realizzato con soddisfazione dalle comunità locali.
municipality of Pineto (TE, Abruzzo). Strabo, in his Geography, reported the existence of an epineionof Roman Hadria, located
in Ager Hatrianus and more precisely at the mouth of the Matrinum river. The historical cartography, the historical nautical
cartography, the satellite images and geological studies have made it possible to advance a series of preliminary hypotheses on
the reconstruction of the internal river communication routes and the position of ancient harbour of Hadria. ‘Pinna Cerrani’
appeared in historical cartography until the early 1600s and then disappeared definitely, when the construction of the Calvano
harbour began a few kilometres to the north. This would seem to coincide with the earthquake of the Capitanata of 1627, which
reached the Adriatic coast and caused the detachment of the hill above the Cerrano Tower, swallowing the remains of the ancient
harbour.
che guardano verso il mare e con limiti gallici, che noi chiamiamo decumani e cardini. È delimitato con arche, sponde,
canali, e canali di drenaggio che si costruiscono con tegole. In altri luoghi invero con muri, muretti a secco, mucchi e
pile di pietre, pietre non rifinite, termini augustei, e il corso di fiumi. Un’area costiera avente come centro principale l’antica città romana di Hatria e un’area montana con centro il pagus di Cillinam (Cellino Attanasio). Il
territorio era caratterizzato da ampi campi coltivati con viti e oliveti e suddivisioni agrarie di età augustea di
16x16 actus. Una fitta rete viaria collegava l’area costiera con quella montana.
Le fonti della letteratura moderna antiquaria e le primissime ricognizioni archeologiche di superficie, condotte a cavallo tra la fine dell'800 e gli inizi del '900, lasciavano trasparire il potenziale archeologico della piana settentrionale di Lamezia Terme e, in particolare, l'ubicazione dell'antica Terina. Le numerosissime attestazioni archeologiche testimoniano un'importante e circoscritta occupazione del territorio inquadrabile tra il V-IV sec. a.C. e l'età altomedievale. Per il contributo in esame ci si soffermerà al V-IV sec. a.C. fino ai primi secoli della romanizzazione, grazie ad una nuova interpretazione dei dati archeologici e all'uso dell'aerofotointerpretazione archeologica.
The modern antiquarian literature and the first archaeological surveys, carried out between the end of the 19th century and the beginning of the 20th century, revealed the archaeological potential of the northern plain of Lamezia Terme and in particular the location of the ancient city of Terina. The archaeological discoveries testify an important occupation of territory between the fifth century B.C. and the early Middle Ages. In this paper, the focus will primarily be on the fifth-fourth century until the romanization, thanks to a new interpretation of archaeological data and using archaeological photo-interpretation
Parlare del paesaggio oggi significa riformulare l’idea stessa di territorio, sia da un punto di vista estetico che etico, e approcciarlo come sistema interconnesso di fattori in costante evoluzione su cui si intersecano temi fondamentali come sussistenza, sostenibilità, benessere e identità: un punto cardine nella trattazione delle relazioni tra conoscenza e vita quotidiana, tra lascito storico-culturale e strategie socioeconomiche di sviluppo.
In questa direzione, la Fondazione Dià Cultura, seguendo le proprie finalità istituzionali, volte principalmente alla valorizzazione del patrimonio culturale, ha deciso di intraprendere in Romarché 2019 una riflessione collettiva sullo stato dell’arte nei temi della definizione e della gestione del paesaggio.
Nel corso dell’altomedioevo, in ambito rurale, sono evidenti i segni di contrazione della popolazione, ma anche di forme di stanziamento presso abitati rurali e ville di età romana. Tra il VI e l’VIII secolo d.C., nascono piccoli nuclei abitativi sui precedenti di epoca romana, che diventano i centri del rilancio delle attività agricole e che testimoniano la ripresa economica del territorio. A questo fenomeno si affianca la nascita di piccole fondazioni monastiche, sulle quali investono interessi politici ed economici le più ricche e potenti famiglie del territorio, quali i Melatino.
L’occupazione delle campagne durante l’altomedioevo è attestata anche dalla distribuzione sul territorio di numerose strutture religiose e chiese rurali, alcune di queste di dipendenza benedettina: la chiesa di S. Pietro in Campovalano, la quale risulta essere soggetta all’abbazia di Montecassino e in seguito di dipendenza premostratense; la chiesa di S. Teodoro di Piedimonte, in località S. Todaro di Campovalano, soggetta al monastero benedettino di S. Eleuterio ad Campora; il monastero benedettino di S. Giovanni ad Mulvianum, soggetto all’abbazia di S. Nicolò a Tordino, dipendente dall’abbazia di Montecassino. Si può anche ipotizzare, nel territorio, lo sviluppo di sporadiche forme monastiche di tipo eremitico, testimoniato dalla presenza della grotta di S. Eremo o Erasmo di Melatino, lungo il sentiero occidentale che conduce nell’area pedemontana interna della Montagna di Campli, e da una grotta che conserva nel suo toponimo “la Chiesola”, un chiaro rimando a una qualche forma di frequentazione monastica.
Deadline per l'invio delle proposte: 23 aprile p.v.
La giornata di studio vuole rappresentare una riflessione collettiva sullo stato dell’arte nei temi della definizione e della gestione del paesaggio.
Storytelling dei Paesaggi. Metodologie e tecniche per la loro narrazione
A
a cura di
Davide Mastroianni (Università della Campania “Luigi Vanvitelli”)
Rosita Oriolo (Università della Sapienza di Roma)
Alessandra Vivona (Università della Sapienza di Roma)
Abstract: Il paesaggio è il frutto di una serie di processi concatenati, lenti o improvvisi, che ne creano la forma e l’aspetto che oggi conosciamo. Quello che osserviamo è solamente uno dei suoi numerosi volti e ognuno di essi ha una storia da raccontare. Esistono diverse tipologie di paesaggio (naturale, antropico, “costruito” o “ibrido”) dove essere umano e natura sono artefici diretti del suo aspetto, in una competizione in cui l’essere umano si adatta alla natura, in una sorta di convivenza armonica ed equilibrata, o cerca addirittura di “superarla”; in quest’ultimo caso è la natura, spesso e volentieri, a vincere la sfida, ma con gravi conseguenze per l’essere umano.
Di seguito le linee di ricerca da preferire:
Archeologia del Paesaggio: definizione e casi studio.
L’Archeologo del Paesaggio: una figura ben definita o da definire?
Paesaggi antichi ricostruiti. Metodologia e casi studio.
Il paesaggio “mutato” nella Cartografia Storica.
Il paesaggio costiero osservato dal mare: gli antichi portolani.
Geografia e tempo: definizione e casi studio della Geografia Storica.
La Geoarcheologia. Definizione e casi studio.
Paesaggi geologici naturali e antropizzati.
Paesaggi “ibridi”. Contaminazioni tra paesaggio antico e moderno.
I paesaggi “trasformati”: il paesaggio rurale e il paesaggio urbano.
I paesaggi del rischio: cause ed effetti.
Il paesaggio lento. Sostenibilità e Biodiversità.
Date importanti:
30 Novembre 2020: Termine di presentazione dell’abstract.31 Dicembre 2020: Notifica di accettazione o rifiuto.31 Gennaio 2021: Invio del paper completo.15 Marzo 2021: Notifica dopo il processo di double-blind peer review.15 Aprile 2021: Presentazione del paper nella versione finale, revisionata.Maggio 2021: Pubblicazione del paper.
Coloro che desiderano proporre un articolo, devono presentare un abstract di 500 parole. La proposta deve cercare di affrontare gli obiettivi e gli scopi della rivista. Normalmente vengono pubblicati due numeri all’anno, nei mesi di Aprile/Maggio e Novembre/Dicembre.
Le proposte devono essere inviate al seguente indirizzo: stratigrafiedelpaesaggio@ilsileno.it
CALL FOR PAPERS 2021 - ENG
Landscape Storytelling. Methodologies and techniques for their narration
Edited by
Davide Mastroianni (University of Campania “Luigi Vanvitelli”, Italy)
Rosita Oriolo (Sapienza, University of Rome, Italy)
Alessandra Vivona (Sapienza, University of Rome, Italy)
Abstract: The landscape is the result of a series of connected processes, slow or sudden, which create the shape and appearance we know today. What we observe is only one of its many appearances and each of them has a story to tell. There are different types of landscape (natural, anthropic, “built” or “hybrid”) where human being and nature are architects of its appearance, in a competition in which human being adapts to nature, in a sort of harmonious and balanced coexistence, or even tries to “overcome” it; in the latter case, the nature, often and willingly, wins the challenge, but with serious consequences for human being.
Here are the lines of research to be preferred:
Landscape Archeology: definition and case studies;
The Landscape Archaeologist: a well-defined figure or to be defined?;
Ancient landscapes reconstructed. Methodology and case studies;
The “changed” landscape in Historical Cartography;
The coastal landscape seen from the sea: the ancient portolans;
Geography and time: definition and case studies of Historical Geography;
Geoarchaeology. Definition and case studies;
Natural and anthropic geological landscapes;
“Hybrid” landscapes. Contamination between ancient and modern landscape;
The “transformed” landscapes: the rural landscape and the urban landscape;
Risk landscapes: causes and effects;
The slow landscape. Sustainability and Biodiversity.
Important dates:
November 30, 2020: Paper proposal deadlineDecember 31, 2020: Acceptance / Rejection NotificationJanuary 31, 2021: Full Paper SubmissionMarch 15, 2021: Review notificationApril 15, 2021: Final version paper submissionMay 2021: Final paper publication.
Those wishing to propose a paper must submit a 500 words abstract. The proposal must seek to address the aims and scopes of the journal. Normally, two issues are published each year, in the months of April/May and November/December.
Proposals must be sent to the following address: stratigrafiedelpaesaggio@ilsileno.it