GASTROENTEROLOGIA
GASTROENTEROLOGIA
GASTROENTEROLOGIA
Sommario
Prof.Buri
Patologie delle vie biliari ............................................................................................................ 1
Stomaco ...................................................................................................................................... 4
Patologie neoplastiche colo-rettali e screening.......................................................................... 9
Malattie infiammatorie intestinali ........................................................................................... 13
Malattie dell'esofago.................................................................................................................. 17
Prof.Tiribelli-Prof.ssa Crocè
Cirrosi epatica........................................................................................................................... 22
Cancro epatico .......................................................................................................................... 24
Epatite B.................................................................................................................................... 26
Epatite C.................................................................................................................................... 31
Prof.Buri
22.10.10
Patologie delle vie biliari
1.Calcolosi delle vie biliari: colecistiti litiasiche e calcolosi delle vie biliari;
2.Neoplasie della via biliare principale e della papilla di Vater.
Portano a una alterazione dell'equilibrio degli elementi (colesterolo, fosfolipidi, acidi biliari) che
portano alla formazione della bile, che diventa una soluzione sovrasatura di colesterolo: i cristalli
che si formano si aggregano e si accrescono: può esserci la sovrapposizione di batteri + stravaso di
fibrina, coaguli-->formazione dei calcoli.
I calcoli più frequenti sono di tipo misto, solitamente sono multipli, costituiti da colesterolo,
pigmenti biliari, ossido di calcio con un nucleo di colesterolo. Rotondeggianti, struttura concentrica
sovrapposta, radiopachi.
Altri calcoli meno comuni: di bilirubina, neri o scuri, piccoli, numerosi, senza stratificazioni.
Complicanze
La litiasi porta alla flogosi, che condurrà a complicanze differenti in base alla tipologia:
1.Acuta: catarrale, purulenta, flemmonosa, gangrenosa;
2.Cronica: sclerosi + ispessimento delle pareti e aderenze fisse e tenaci con i visceri circostanti.
Sintomatologia
1.Asintomatica nel 65-80% dei casi;
2.Colica biliare: dolore violento, improvviso, accessionale all'ipocondrio destro, irradiato
all'epigastrio e dorso.
3.Nausea, vomito, sudorazioni.
4.In caso di colecistite acuta si presenterà anche una febbre elevata, di tipo suppurativo, e brividi.
5.Possono esserci anche dei sintomi dispeptici, come difficoltà a digerire grassi o la percezione di
fastidi, che però non possono essere riconducibili con sicurezza alla colecisti.
Diagnosi
1.Anamnesi: familiarità, ereditarietà...
2.EsameObiettivo: Manovra di Murphy definita positiva, quando, agganciando l'arcata costale
destra ad uncino, se si verifica l'arresto dell'inspirio profondo;
3.Esami di laboratorio: innalzamento degli indici di flogosi (PCR, VES), leucocitosi;
4.Ecografia addominale;
5.Talvolta può comparire insieme ad altre patologie, come nel caso della Triade di De Saint,
caratterizzata da reflusso, gastrite, diverticolosi.
Terapia
1.Calcolosi asintomatica: non si esegue trattamento;
2.Terapia medica: acido ursodesossicolico per i calcoli colesterolo, radiotrasparenti: è lunga e
costosa, e non pagata dal sistema sanitario nazionale;
3.Terapia chirurgica: colecistectomia, non viene lasciata in sede, ma asportata: il paziente non avrà
alcun problema, perchè la colecisti funge solo da contenitore, funzione che viene assunta dal
coledoco, che si dilata un po'.
Classificazione
1.Primitivo, si formano direttamente a livello della via biliare principale, solo nel 5% dei casi, come
conseguenza di un ittero emolitico o di stasi biliare ostruttiva;
2.Secondario: nel 95% dei casi, dalla colecisti migrano ai dotti biliari: ricchi di colesterolo;
Eziopatogenesi
Favorita da alcune situazioni che o creano ostacolo alla bile, oppure portano all'aumento della
concentrazione della bile: malattia di Carolì, scleroddite, stenosi benigna o neoplastica, parassitosi,
compressioni ab estrinseco...
Nella calcolosi II nel 10-15% dei casi i calcoli migrano tramite il dotto cistico nella via biliare
principale: inizialmente sono mobili e piccoli poi possono risalire nei dotti epatici, oppure scendere
nel coledoco, o occupare la via biliare causando un cosidetto empierrement , ed infine aumentare
notevolmente di dimensioni.
Sintomatologia
Si evidenzia la triade di Charcot Villard:
1.Dolore;
2.Febbre biliosettica;
3.Ittero ostruttivo, caratterizzato da feci acoliche e urine ipercromiche (caratteristica evidente
anche nell'epatite);
Ci sono diverse problematiche connesse alla sfinterotomia endoscopica (necessaria se non si riesce
ad estrarre i calcoli tramite un apposito cestello):
1.Calcolosi voluminosa;
2.Gastroresezione;
3.Necessità di una colecistectomia: la rimozione di un calcolo spesso viene seguita da una
asportazione della colecisti, ma nell'anziano la colecistectomia si esegue solo nel 7% dei casi.
L'intervallo di tempo più adatto oer eseguire l'intervento è 2 settimane dalla sfinterotomia.
Sintomatologia e diagnosi
Ittero, che può essere fluttuante, capriccioso nella forma pseudolitiasica; oppure in quella
neoplastica è indolore, porta alla distensione della colecisti.
La diagnosi viene effettuata tramite anamnesi, EO, e poi con esami più precisi.
05.11.10
Stomaco
Gastriti, malattia ulcerosa peptica ("ulcere"), tumori.
Gastrite
C'è una correlazione tra la sintomatologia (dolore epigastrico puntorio, urente, crampiforme,
costante o no, nausea, dovuta al fatto che il cibo ristagna e lo stomaco si dilata se non funziona
bene, fino al vomito e sanguinamento), e infiammazione macroscopica (EGDS) o microscopica
(istologica).
Sanguinamento dallo stomaco o dalle alte vie digerenti (legamento di Treitz) possono essere
distinti in:
1.Vomito caffeano, ossia con sangue digerito, si presenta come fondi di caffè;
2.Melena, ossia emissione di sangue, fanghiglia nera molto scura, lucida, come i sacchi neri delle
immondizie, con odore caratteristico e pungente.
3.Ematemesi: vomito di sangue rosso vivo, anche abbondante.
Classificazione
1.Esiste gastrite acuta, che si risolve in poco tempo, e cronica, aspecifica, senza causa precisa,
dovuta a diverse cause: può essere lieve, severa, atrofica, subtrofica, metaplasia intestinale (segno
di reazione alla flogosi, che predispone verso reazione carcinomatosa).
2.Infettive: virali, batteriche, fungine, parassitarie;
3.Granulomatose: morbo di Chron, sarcoidosi...
Gastropatie:
1.Reattive: da farmaci, alcol, stupefacenti, stress, radiazioni, reflusso biliare, ischemia, traumatica
2.Iperplastiche.
Sintomatologia
Con dolore epigastrico, nausea, vomito, poco appetito...
Diagnosi
Anamnesi: se è ricorrente, dura da poco o tanto tempo...
EO: dolore, dolorabilità...
EGDS+biopsia: molto importante è l'età del paziente, infatti se un inidividuo è giovane, se non ci
L'endoscopia è un po' invasiva, sotto sedazione, ci sono dei rischi, ma se effettuato da mani esperte
il problema è ridotto.
La biopsia si effettua se ci sono dei sospetti in più: per es eventuale infezioni da H.Pylori...
L'endoscopio è flessibile, sottile con una telecamera in punta.
La mucosa normale è rosea, con vasi appena visibili: se ci sono delle chiazze può essere segno di
flogosi e infiammazione; il cosidetto aspetto a watermelon, è tipico del cirrotico, con petecchie...
Terapia
1.Dieta congrua, il più possibile leggera;
2.Si riduce fumo, farmaci gastrolesivi (aspirina per es), alcol;
3.Gastroprotettori di ultima generazione, inibitori di pompa protonica.
Epidemiologia
Nei paesi occidentali colpite una persona su 10, tipica della IV decade, più frequente nel sesso
maschile.
Comporta dei costi elevati, perchè sono necessari ricoveri, terapie mediche e diagnostiche costose e
lunghe...importante è la diagnosi tempestiva.
Può anche essere mortale, anche se ora è piuttosto contenuta, grazie ai nuovi inibitori di pompa in
commercio ora.
Eziologia
1.Fattori genetici;
2.Farmaci: abuso di farmaci gastrolesivi (aulin, voltaren...), corticosteroidi (riducono il turnover
delle cellule, riducono le prostaglandine, inibiscono i fibroblasti...)., FANS (aumentano la
permeabilità della mucosa);
3.Dieta: caffè, fumo, alcol...;
4.Associazione con altre patologie: in particolare la cura che consegue alle patologie: per es terapia
anticoagulante...;
5.Fattori psicosomatici;
6.Stagionalità: non correlata alla dieta, non si sa bene perchè;
7.Helicobacter Pylori, che predispone a ulcere e a complicanze.
Patogenesi
Diversa: in ulcera duodenale prevalgono fattori aggressivi, aumenta tono vagale, c'è una massa
maggiore di cellule parietali, aumenta al gastrina, e si riducono i meccanismi inibenti...
Mentre nell'ulcera gastrica sono ridotti i fattori difensivi: barriera mucosa, prostaglandine che
proteggono le cellule gastriche, secrezione di muco... : è una mucosa atrofica, che produce poche
difese quindi.
Sintomatologia
Abbastanza sovrapponibile:
1.Epigastralgia;
2.Dispepsia;
3.Differenze: in ulcera duodenale c'è una fame dolorosa, mangiando sembra di stare meglio, perchè
viene tamponata l'acidità, che dà un senso di vuoto; nell'ulcera gastrica invece il dolore c'è sempre.
4.Vomito: connesso al discorso della nausea cioè uno stomaco patologico non si muove-->si
dilata-->nausea-->vomito.
Decorso
Ulcera duodenale non diventa un cancro, mentre quella gastrica, fino a prova contraria, può
diventarlo: molto dipende dall'analisi istologica che viene effettuata.
E' comunque una malattia con forte tendenza alla remissione spontanea ma anche a recidiva.
Problematiche diagnostiche
1.Dimostrare la presenza dell'ulcera: in mani esperte dà informazioni sicure al 100%;
2.Documentarne la presenza: nel 5%, l'ulcera fino a prova contraria deve essere considerata un
cancro: in casi dubbi le analisi si fanno a distanza di 6 settimane;
3.Complicanze:
a.Emorragia: se è fugace, uno stillicidio, è possibile accorgersi solo tramite esame del sangue, che
rivelerà anemia; se invece è più importante, si evidenzia il quadro di un soggetto in condizioni di
emorragia, shock: si effettua endoscopia d'urgenza.
b.Perforazione, con obiettività caratteristica, utile sarà la RX diretta addome, che rileverà aria in
cavità addominale; in un soggetto con perforazione NON VA richiesta una endoscopia, che
necessitando di aria per poter essere eseguita, aumenterebbe i danni;
c.Penetrazioni: dolorose e invalidanti, meno frequenti;
d.Stenosi pilorica: più frequente, causa un vomito continuo, all'EO si rileverà guazzamento,
disidratazione...;
4.Individuare i fattori favorenti: farmaci, caffè, alcol, fumo, stress, H.Pylori...
Diagnosi
1.Anamnesi;
2.EO;
3.Esami ematochimici: Hb, esame delle feci e ricerca di sangue occulto (molto aspecifico);
4.Ricerca di H.Pylori in feci;
5.RX tubo digerente, solo se il paziente rifiuta l'EGDS.
Iter terapeutico
1.Ridurre dolore, guarire l'ulcera, prevenire le recidive;
2.Ridurre lo stress psicofisico;
3.Regolare la dieta e i farmaci assunti ove possibile.
Terapia
1.Inibitori di pompa protonica, hanno azione antalgica, cicatrizzante, di prevenzione a lungo
termine;
2.Antibiotici a specifici in caso di positività a H.P.
1.Adenocarcinoma
Epidemiologia
Più frequente in Giappone, forse connesso ai modi di conservare il pesce.
Principale causa di morte negli anni 80, in cui non c'erano le moderne tecniche attuali.
VI-VII decade di vita, ma la prognosi è abbastanza infausta.
Fattori di rischio
1.Conservazione cibi in salamoia;
2.Fumo, alcol;
3.HLO (Helicobacter Pylori);
4.Storia familiare; un tempo in caso di ulcera peptica si faceva gastroresezione: si aveva un
notevole reflusso di sali biliari nello stomaco: si pensava fosse un fattore di rischio notevole, in
realtà pare di no, o comunque i gastroresecati sono sempre meno.
5.Il tempo di esposizione deve essere considerato, cioè l'età del soggetto è importante.
Sintomatologia
1.Il CA precoce è asintomatico nell'80% dei casi;
2.Quello avanzato invece comporta un calo di peso, epigastralgia simile all'ulcera, nausea, vomito,
anoressia, sanguinamenti orali o fecali, fino alle sindromi paraneoplastiche.
Diagnosi
1.Anamnesi, EO;
2.Esami di laboratorio (Hb, marker GastroIntestinalCancerAntigen);
3.EGDS + biopsia;
4.Ecoendoscopia: porta molte informazioni, per es linfonodi, permette di capire se il paziente è
operabile o meno...
5.TC addome.
Stadiazione
Tis: CA in situ (tumore intraepiteliale);
T1: early gastric cancer
...
Tumore di Krukenberg: tumore gastrico che oltrepassa la sierosa e cade verso il Douglas e verso gli
annessi-->asportazione di ovaio seguita da gastroscopia per evitare ciò.
Tecniche future
Individuazione dei biomarker.
2.Linfoma gastrico
Colpisce soggetti giovani, maschi, del Nord Africa o Medio Oriente.
Linfoma di tipo non Hodgkin, possono essere MALT (Mucosal associated Lymphoid tissue),
spesso HLO positivi, ossia H.Pylori caratterizzato dall'antigene CagA: la coltura di tali batteri è
molto costosa, non si fa a tutti.
Frequente nei sieropositivi.
Sintomatologia
Come adenoCA + febbre, prurito, sudorazione notturna.
Diagnosi
Anamnesi, EO, EGDS+biopsia, endoscopia, TC addome: come prima.
Stadiazione
Soprattutto in base all'interessamento linfonodale.
Terapia
Chemioterapia soprattutto;
MALT positivo per H.Pylori è sufficiente l'eradicazione del patogeno, caso particolare.
...
---
Altre applicazioni
• In alcuni soggetti obesi si inserisce un palloncino, che viene gonfiato con aria, resta per 6
mesi in loco, sottraendo spazio al cibo, si perdono 15 Kg in media.
• PEG: gastrostomia endoscopica percutanea: a causa di diverse patologie e condizioni: sonda
con guida endoscopica, entra nella parete gastrica, collegata ad un catetere attraverso cui si
fornisce l'alimentazione.
Dati statistici
Patologie che possono essere risolte positivamente se colte negli stadi iniziali: è possibile
intervenire in tempo grazie allo screening, e alle terapie conseguenti.
L'obiettivo del piano nazionale è:
1.Ridurre l'incidenza dei tumori;
2.Ridurre la mortalità;
3.Aumentare il tasso di sopravvivenza e migliorare la qualità della vita del paziente.
Sono state individuate 3 neoplasie in cui l'intervento medico è incisivo: CA mammella, cervice
uterina, colon-retto (12-14 % di incidenza stimata, II posto di neoplasie);
Nel 96% dei casi, il cancro colorettale evolve da polipi adenomatosi, ancora benigni, ma se lasciati a
se stessi possono evolvere in neoplasia: quasi sempre i polipi sono asportabili per via
endoscopica, tramite corrente di coagulazione e taglio: viene analizzato dall'anatomopatologo per
stabilire la natura della lesione, che, se in via di malignità, dovrà essere asportato chirurgicamente.
Eventuali radioterapia o chemioterapia (molto costosa) per risolvere eventuali metastasi o malattia
diffusa se non si è intervenuti prontamente.
Fattori di rischio
1.75% dei nuovi casi si manifestano senza fattori di rischio noti;
2.25% sono suddivisi in fattori:
ambientali, genetici, malattie infiammatorie croniche intestinali e familiarità.
a.Fattori ambientali: è difficile fare una prevenzione primaria, il soggetto dovrebbe essere educato
fin da bambino ad una corretta alimentazione: consumo di grassi animali, carne, dieta ipercalorica,
dieta povera di fibre, alcool;
b.Genetici: età superiore ai 50 anni, malattie infiammatorie croniche intestinali come morbo di
Chron e colite ulcerosa; poliposi adenomatosa familiare, sindrome di Gardner, HNPCC ossia CA
colorettale ereditario non poliposico...
Fondamentali saranno:
a.Anamnesi familiare di CA colorettale, adenoma colorettale in età inferiore ai 60 anni;
b.Anamnesi personale di adenoma colorettale, CA colorettale, CA del senso, utero e ovaio.
• In base al setting familiare, ossia in base alla presenza di malattie di questo tipo in una
famiglia, aumenterà il rischio di ammalarsi anche per il soggetto in esame: per es avere una
polipsi familiare espone a un rischio del 100% (possono esserci anche polipi in tutto il
colon): da 20 anni si sottopone a colonoscopia, e poi si fa asportazione totale del colon,
perchè andranno incontro di sicuro a patologia tumorale.
• Il rischio in ogni caso a partire dai 45 anni aumenta: tra i 50 e i 70 anni il rischio è
massimo: sopra i 70 anni il rischio continua chiaramente, ma le risorse non permettono di
screenare anche tali soggetti.
• Sanguinamenti dal retto: possono essere frequentemente emorroidi o ragadi, ma è possibile
anche una perdita per causa neoplastica.
Invece:
Diagnosi: studio di persone sospette portatrici di cancro o adenomi, per sontomi o screening;
Sorveglianza: studio su poplazione a rischio aumentato.
• Tali punti sono esauditi nel caso del CA del colon, ma non per es nel cancro del pancreas:
difficile da diagnosticare precocemente, incidenza non è massiva, e lo screening è costoso e
poco produttivo, quindi non si fa.
I polipi
Polipi: adenomatosi nel 95% dei casi, sono quindi benigni inizialmente: 10% cancerizzano, e per la
sequenza polipo-cancro è necessario un tempo di 10 anni.
Prevalenza degli adenomi è del 35% dopo i 50 anni.
Il 40% dei polipi si localizza a monte della flessura splenica: nella scelta diagnostica si deve
considerare che ci sono dei soggetti con lesioni al di sopra di raggio di azione di sigmoidoscopia.
• La sopravvivenza, se la diagnosi è precoce, è del 90%, altrimenti se è tardiva, solo nel 15-
20% dei casi.
• Da studi eseguiti in USA, la polipectomia riduce notevolmente l'incidenza della neoplasia;
Il fatto che venga utilizzato un test immunoenzimatico garantisce la quasi totale assenza di falsi
negativi, ma possono esserci appunto falsi positivi.
Molto sensibile ma poco specifico.
Specifico per Hb umana: non servono più i consigli di una volta (non assunzione di carne al sangue
o di farmaci contenenti ferro, non lavarsi con vigore denti...).
Ripetizione annuale o biennale;
Colonscopia come approfondimento.
2.Sigmoidoscopia flessibile ogni 5 anni oppure sigmoidoscopia: rapida, non sofferenza, per studio
di parte sinistra del colon, in cui si ha la maggior parte a rischio, permettendo di osservare retto,
sigma, fino alla flessura splenica, ma non è possibile l'analisi di zona sopra flessura splenica (nel
40% dei casi le neoformazioni si collocano nella zona non visibile dalla sigmoidoscopia): non
sufficiente per poter analizzare interamente e con completezza tutto il tratto.
Tutti i pazienti che vengono sottoposti a tale approccio permette di cogliere il 68-80% delle
malattie avanzate.
Il problema è che non individua il 52-62% di tutti i pazienti con neoplasia prossimale avanzata.
I polipi iperplastici distali non sono predittivi della presenza di adenomi prossimali: quindi il fatto
di trovare polipi o meno nella zona analizzabile non permette di conoscere lo stato della zona a
monte rispetto alla flessura splenica.
3.Clisma opaco a doppio contrasto, con solfato di bario: metodica accettata bene, ma comporta
irradiazione piuttosto elevata; presenta molti falsi positivi e negativi;
6.Colonscopia ogni 10 anni: permette di esplorare l'intero colon, fino al cieco: garantisce elevata
sensibilità e specificità, permette di vedere se ci sono polipi a stato iniziale o avanzato, è un esame
unico per diagnosi e terapia.
Previene, per stima, l'80% delle neoplasie, protegge per 10 anni, riduce l'incidenza del cancro nel
77% in pazienti con polipi adenomatosi.
A metà dei 10 anni si effettua la ricerca di sangue occulto, per sicurezza.
Lati negativi: spesso provoca un dolore viscerale, acuto in alcuni momenti ma che poi passa.
Invasivo.
Procedura
Il paziente riceve la lettera di invito-->ritira il test in farmacia, che viene effettuato a casa,e poi
restituito alla farmacia-->se +, inviato al centro tumori, tramite percorso privilegiato per accesso a
endoscopia (non > 15 giorni), invitando il paziente a un corretto lavaggio intestinale e alla
sospensione di eventuale terapia anticoagulante.
Problematiche
1.Compliance variabile: non sempre viene facilmente accettato dalla popolazione;
2.Complicanze: perforazione e sanguinamenti nello 0.05-0.15% dei casi;
3.Maggiori sono le complicanze relative alla polipectomia;
4.Necessita di uno sforzo organizzativo elevato.
Ad un anno dal follow-up la recidiva di adenoma o cancro dopo polipectomia è del 2.6-3.3% a
distanza di 1/3 anni.
E' possibile che in tale numero siano compresi dei polipi non individuati prima perchè non è stata
fatta una buona preparazione.
Se c'è predisposizione familiare spessso le lesioni sono localizzate nel tratto destro.
Considerazioni conclusive
Lo screening si basa come detto sulla ricerca di sangue occulto e poi su una eventuale colonoscopia
se il test fosse positivo, a partire dai 50 anni.
Altrimenti si procede normalmente con la ricerca del sangue occulto nelle feci ogni 2 anni.
Quindi:
1.La colonscopia è l'opzione di screening individuale in caso di positività al test relativo alla ricerca
del sangue occulto;
2.La performance, complessità ed efficacia della colonscopia sono le più elevate;
3.I costi sono inizialmente elevati, ma più si procede con il controllo il costo diminuisce nel tempo;
4.Sarebbe utile, ma molto costoso, al fine di ridurre il dolore, disporre di un medico anestesista
(per somministrazione di farmaci come il propofol).
Medici non anestesisti possono però somministrare ipnotici e antidolorifici.
5.L'insuccesso si verifica a causa del dolore o della non perfetta pulizia dell'intestino.
Raccomandazioni
1.Paziente con storia di CA colonrettale o più di un parente con CA < 60 anni deve fare screening
10 anni prima, o comunque 10 anni prima rispetto all'età del parente più giovane affetto;
2.Screening nei soggetti >50 anni senza altri fattori di rischio oltre all'età: sangue occulto fecale
annuale con colonoscopia come approfondimento diagnostico.
Epidemiologia
• Alta prevalenza negli stati moderni occidentali, bassa in quelli in via di sviluppo.
• Inoltre si riscontra un gradiente nord-sud, ossia con frequenza maggiore al nord che al sud,
benchè inizino ad esserci sempre più casi anche al sud.
• Incidenza della patologia è simile, sia per colite sia per Chron, per miglioramento delle
condizioni igieniche e d economiche.
• Età: sono malattie che coinvolgono i giovani, dopo adolescenza.
• No differenze tra maschi e femmine.
Fattori di rischio
1.Il più importante fattore di rischio e recidiva è il fumo di sigaretta, che causa anche recidive più
importanti, nonchè resistenza alla terapia.
In rettocolite ulcerosa invece pare che il fumo sia protettivo, forse per effetto dell'acido nicotinico,
ma non ci sono dati evidenti per ora.
2.Appendicectomia ha effetto positivo in rettocolite;
3.Troppa pulizia da bambini: bambini esposti ad Ag batterici maturano meglio il
SistemaImmunitario; i meccanismi alla base non sono comunque ancora chiari e precisi;
Ipotesi etiologica
1.Ipotesi infettiva
a.Micobatteri: si è visto che negli animali esiste una malattia con caratteristiche simili a quelle del
morbo di Chron;
b.Helicobacter potrebbe essere chiamato in causa... MA per ora non si conosce causa microbica
certa;
c.Può essere che molto dipenda dall'equilibrio della flora batterica: se c'è squilibrio potrebbe
esserci alterazione infiammatoria della mucosa. Se mucosa è integra, la malattia non si scatena, e
viceversa.
2.SistemaImmunitario: con la maturazione esso diventa tollerante a molti antigeni e batteri della
flora intestinale: se tale tolleranza viene persa, diventa incapace di discriminare i patogeni
pericolosi da quelli innocui. Il meccanismo ipotizzato è simile a quello delle atopie quindi;
3.Componente genetica: c'è una certa aggregazione familiare, sia per Chron sia per rettocolite.
E' una malattia poligenica, che interessa i cromosomi 12, 6, 5, e in particolare gene NOD-2, che
codifica per un recettore per il LPS dei GRAM-, è cioè implicato nella risposta a tali patogeni.
In più in questi casi, se c'è alterazione, la malattia è stenosante soprattutto nei confronti dell'ileo.
Nei gemelli monozigoti si trova la presenza della malattia nel 50% circa per Chron, fino al 15% per
la rettocolite.
Fattori scatenanti
Elementi che alterano la barriera mucosa:
1.Dieta;
2.Infezioni acute: malattia si presenta dopo una colite infettiva;
3.Assunzione di FANS;
4.Stress, ha un certo peso ma non è stato mai dimostrato;
5.Fumo;
6.Alterazione della flora batterica (antibiotici, alterazioni dietetiche).
Patogenesi
Come detto, di norma, il SI tollera gli Ag dei batteri "utili", mentre in caso di infezione il SI
reagisce.
Se però c'è un terreno geneticamente predisponente, anche senza effettiva infezione, dopo una fase
di infiammazione acuta, si cronicizza, e, se non ricompare tolleranza, si va incontro a
infiammazione cronica.
Rettocolite ulcerosa
Le caratteristiche sono:
1.Coinvolgimento solo della mucosa, e
in particolare il colon, in modo più o
meno esteso: retto oppure anche sigma
e colon;
2.Lesioni con continuità;
3.Coinvolto quasi sempre il retto.
L'esame istologico è la sintesi delle fasi precedenti della diagnosi, composta da anamnesi, EO,
esami strumentali: si rilevano gli ascessi criptici, ossia accumulo di PMN, linfociti, cellule
necrotiche nelle cripte, nonchè deplezione di muco, infiltrato infiammatorio tipico di
infiammazione cronica (linfociti, monociti in prevalenza).
Morbo di Chron
(in sigla:MDC)
1.Coinvolge tutto il tratto
gastroenterico, soprattutto ileo, cieco
(ileocolite);
in ¼ dei casi solo ileo, nel 20% solo il
colon, in cui però viene risparmiato il
retto.
2.Lesione tipica: mucosa ad
acciottolato: la mucosa assomiglia
proprio a una strada con i ciottoli:
questo per alternanza di zone di
mucosa edematosa+ e ulcerazioni.
3.L'infiammazione interessa tutti gli
strati della parete: approfondimento
delle ulcere e dell'infiammazione fino
alla sierosa, portando anche a delle fistole;
4.Solo nel 10% di casi si trovano i granulomi, con cellule giganti come nel granuloma tubercolare,
cellule epitelioidi e infiltrato infiammatorio circostante. Rilevati nel 70-80% dei casi nel pezzo di
resezione chirurgica.
In fase acuta: non facile fare diagnosi: se si risolve in 2 settimane, si pensa anche a una banale
infezione.
Altrimenti si valutano esami del sangue, delle feci e se continua si fa colonscopia ed eventuale
biopsia.
Sintomi
Nel morbo di Chron si può avere solo infiammazione, oppure:
1.Fistole-->ulcere che causano perforazioni libere oppure interessamento degli altri organi: se
fistola con vescica o vagina si ha pneumaturia o fecaluria.
Se invece fistole sono in parete addominale, oppure perianali si ha fuoriuscita di feci dalla cute, in
particolare in sede ombelicale oppure a livello delle ferite chirurgiche: molto fastidiose e difficili da
curare, si dipartono dalle cripte del Morgagni;
Esami e imaging
1.Endoscopia è fondamentale;
2.Clisma oppure enteroTC per tenue. In casi rari si usa la videocapsula;
DiagnosiDifferenziale
1.Colite ulcerosa;
2.Morbo di Chron;
3.Colite da radizione;
4.Infezione;
5.Antibiotici
...
Serve clinica, EO, anamnesi, esami.
Se coinvolgimento perianale-->resta
il dubbio su una piccola porzione di
pazienti, su cui si studia se ci sono
lesioni focali, distribuzione
segmentale, fistole, granulomi,
sierologia, endoscopia...
Talvolta si fa diagnosi di colite
indeterminata, che a volte si risolve
nel tempo o si complica...
Rischi
1.Rettocolite ulcerosa: cancro colonrettale soprattutto in colite ulcerosa, dopo i primi dieci anni di
malattia, pure in modo considerevole: dopo 30 anni di malattia: 20% di rischio.
Molto dipende all'estensione della malattia, dall'età di insorgenza (prima si ha, maggiore è
incidenza).
Presenza di colangite sclerosante aumenta il rischio.
Come si agisce?
Follow-up con controlli ripetuti nel tempo, si ricerca eventuale displasia: se presente, il follow-up è
più stretto, sostituito anche eventualmente dalla colonscopia.
2.Colite di Chron: rischio uguale della rettocolite ulcerosa, se c'è interessamento del colon. Stesso
follow-up.
1.Medica:
a.In acuzia, con diarrea, dolore, febbre si deve far andare in remissione la malattia: cortisone,
aminosalicilati;
b.Evitare che malattia ritorni: salicilati come misarazina, che riducono recidive in rettocolite.
Altro: derivati di acido salicilico, cortisonici, immunosoppressori come ciclosporine, anti TNF,
azatioprina, metotrexate, tacrolimus.
2.Chirurgica:
Quando terapia medica non è sufficiente, o in caso di complicazioni, l'intervento del chirurgo è
ondamentale:
a.Rettocolite ulcerosa asporta tutto il colon. Si deve poi creare neoretto con ansa del tenue.
b.MDC: interventi più limitati al segmento colpito. C'è recidiva dopo un po' di tempo, necessari
altri interventi chirurgici.
15.12.10
Malattie dell'esofago
Dott.ssa Paulon
Esofago "tubo" con attività motoria: circolare interno longitudinale esterno e abbondante
innervazione. Si ricordano i vari sfinteri tra cui lo sfintere esofageo superiore.
Il fatto che sia un tubo porta a sintomi evidenti e semplici:
1.Cibo bloccato: disfagia;
2.Pirosi e rigurgito acido e dolore toracico;
3.Altri sintomi atipici.
Malattie dell'esofago
1.GastroEsophagealRefluxDisease;
2.Esofago di Barrett, complicanza della GERD;
3.Carcinoma: complicanza ulteriore di GERD.
1.GERD
Condizione causata dal reflusso gastrico, si sviluppa quando il reflusso di contento gastrico provoca
sintomi e complicanze nel paziente.
Paziente maschio, abbastanza giovane, 35-40 anni, molto frequente, fino al 20% della popolazione,
legata a stile di vita particolare, sovrappeso, bevitori, fumatori.
In più gravidanza, ernia iatale, farmaci...
Fisiopatologia
E' una incompletenza della barriera antireflusso: tende a rilassarsi periodicamente, per far uscire
l'aria, se lo fa in continuazione risale anche il cibo.
Sintomi
1.Gastroesofagei o tipici: priosi gastrica, retrosternale, riurgito acido (che talvolta può svegliare il
paziente di notte), disfagia (quando ci sono complicanze del reflusso), odinofagia, sazietà
precoce...;
2.Non gastroesofagei, atipici: il reflusso acido raggiunge faringe e laringe e provoca mal di gola,
tosse cronica (pazienti che diventano asmatici da anziani: avviene per il cosidetto meccanismo di
riflesso, forse perchè il contenuto acido si porta ai polmoni, o forse come meccanismo nervoso),
dolori toracici simili a quelli ischemici, apnee parossistiche notturne, scialorrea, "nodo in gola",
sensazione da corpo estraneo, alitosi, singhiozzo cronico.
Diagnosi
1.Gastroscopia: non perchè è un esame sensibile ma perchè è facile da richiedere, permette di
escludere complicanze.
Si tende ad evitare nei pazienti giovani, in cui si intraprende una terapia medica.
Indicata sempre se sintomi severi e pazienti con >50 anni.
Svantaggi: invasivo, diagnostico solo nel 50% dei casi;
2.Phmetria: 24 ore per osservazione del pH. Serve per confermare la diagnosi.
3.RX digerente delle prime vie, con bario. Si visualizza il reflusso, meno invasivo, visualizza stenosi
e grosse ulcerazioni.
Gli svantaggi sono radiazioni, non visualizza un esofago di Barrett e piccole ulcere.
Terapia
1.Sintomi lievi: stile di vita, evitare alcol, caffè, fumo soprattutto: in ogni caso il paziente sa quali
cibi sono scatenanti; calo ponderale, coricarsi almeno 2 ore dopo il pasto, dormire con minima
inclinazione;
2.Terapia medica: inibitori di pompa protonica: omeprazolo, pantoprazolo;
H2 antagonisti (ranitidina) sono meno efficaci e in via di abbandono in favore dei primi.
Molto ben tollerata.
Può essere impiegata anche una terapia antiacida, meccanica: creazione di una barriera al reflusso,
sono alginati, antiacidi, con azione di buffer e barriera meccanica, da assumere dopo i pasti
(gaviscon, riopan, maalox). Meno efficaci degli inibitori di pompa.
Infine nuovi farmaci, ora solo negli USA per ora, il lesogaberam, GABA agonista, previene il
rilassamento dello sfintere;
3.Terapia chirurgica: semplice, si crea continenza maggiore dello sfintere, si esegue quando la
terapia medica fallisce.
Complicanze
1.Esofagiti: erosioni a livello di cardias nell'esofago inferiore a causa del reflusso: le lesioni variano:
Linea Z: demarca passaggio tra epitelio colonnare del cardias ed epitelio squamoso di esofago: è di
norma lineare, in questi casi di alterazione diventa più articolata, alterata.
Solo nel 50% dei pazienti si vedranno alterazioni visibili.
Certamente aiuteranno i sintomi come disfagia, odinofagia, dolore retrosternale, ematemesi.
Si parla di NERD: NonErosiveRefluxDisease: è il caso più tipico, sintomi da reflusso in assenza di
alterazioni visibili;
2.Stenosi: presente in meno del 10% dei pazienti con reflusso, è progressiva di norma, si presenta
con dolore retrosternale;
2.Esofago di Barrett
Esofago diventa da squamoso a colonnare: mucosa dello stomaco risale di alcuni cm.
Non è facile da vedere, soprattutto in anziani.
Metaplasia intestinale è molto comune, oppure si assiste a trasformazione in epitelio del cardias o
del fondo gastrico.
Si riscontra in:
10% dei pazienti con reflusso, 1% della popolazione generale, età sopra i 55 anni, soprattutto
uomini.
E' una condizione precancerosa > 3 cm può facilitare lo sviluppo di adenoCA, la cui incidenza è di
0.2-2%, 30 volte in più rispetto alla popolazione generale.
Diagnosi
1.Bioptica, dei quadranti, ogni 1-2 cm; se c'è assenza di displasia: si fa EGDS ogni 3 anni, se lieve
ogni anno, se grave si tratta come un cancro, quindi con terapia chirurgica.
Terapia
• Se no displasia, si fa terapia per il reflusso, con alte dosi di inibitori di pompa, e
successivamente dei procinetici come metopropamide che aumentano continenza dello
sfintere.
• In displasia lieve, idem, in più restringendo follow-up.
• Come trattamento endoscopico può esserci resezione mucosa se area è delimitata...
• Si può anche non trattare in casi a rischio intervento o che non vogliono essere operati,
tenendo un fitto follow-up.
2.AdenoCA: fattori di rischio sono reflusso, esofago di Barret, alcol, fumo, obesità.
Localizzato a livello della giunzione gastroesofagea, metastatizza più precocemente ma ha prognosi
migliore, comunque non altissime, perchè la diagnosi tende ad essere tardiva.
Colpisce maschi intorno a 60-70 anni, con disfagia progressiva, calo ponderale importante,
anemia, singhiozzo cronico.
4.Acalasia
Sfintere esofageo inferiore molto stresso ed esofago dilatato: patologia motoria primitiva
dell'esofago, caratterizzata da perdita progressiva della peristalsi esofagea e dalla incapacità di
rlasciamento dello sfintere.
Sintomi
A differenza di disfagia da stenosi, CA, reflusso, tipica con i solidi, si
ha disfagia per i liquidi oltre che per i solidi.
Sintomi graduali, si sviluppano nel corso degli anni,
progressivamente ingravescenti.
Diagnosi fatta dopo qualche anno, si sviluppa calo di peso, meno
importante rispetto a CA.
Presenza di rigurgiti di cibo, perchè non passa oltre, soprattutto
durante la notte.
Può comparire dolore toracico, pirosi, infiammazione cronica, che
può predisporre a CA squamocellulare.
Diagnosi
1.RX alle alte vie, con bario: si osserva esofago dilatato, sigmoide quando è ancora più grande;
2.Manometria per confermare diagnosi. Si osserva elevata pressione di sfintere, incompleto
rilassamento dello sfintere, aperistalsi;
3.EGDS: per escludere patologie maligne, si vede esofago dilatato.
Terapia
Si riduce pressione dello sfintere: la patologia si sviluppa perchè degenerano per primi i neuroni
inibitori del tono dello sfintere: la dilatazione è una conseguenza meccanica: risolvendo in tempo,
si riesce a risolvere entrambi i problemi:
5.Esofagite eosinofila
Colpisce bambini o giovani, e atopici, si manifesta con ostruzione da bolo alimentare, disfagia,
dolore toracico...
Esofago appare ad anelli (Shatzki ring), con placche biancastre, oppure con fragilità mucosali.
Manifestazioni che vengono osservate solo se compaiono i sintomi.
6.Esofagiti infettive
1.Candidosi da Candida Albicans :
2.Herpes Simplex:
• Paziente immunocompromesso.
• EGDS: vescicole ed ulcerazioni.
• Biopsia: cellule giganti multinucleate coltura e PCR.
• Spesso associate ad interessamento sistemico (febbre, calo ponderale, diarrea).
• Terapia: aciclovir.
7.Varici esofagee
Espressione di malattia di fegato: formazione di varici, ossia vene del plesso sottomucoso congeste,
dovute in seguito a uno stato di ipertensione portale, che va dal fegato fino all'esofago.
Sono dei cordoni bluastri, soprattutto a livello di esofago medio-inferiore.
Più è alto il un indice (Child Piugh) di valutazione della cirrosi epatica (bilirubina, tempo di
protrombina, ascite, encefalopatia) e più aumenta il rischio.
Trattamento
1.Medica: beta bloccanti per diminuire pressione: propanololo: non sempre ben tollerati in pazienti
con cirrosi, e pressione già bassa;
2.Terapia endoscopica: legatura con laccio dopo aver asciugato la varice, sclerosi (più una volta, il
problema è che causa a sua volta delle ulcere);
3.TIPSS: TrunsuJugularIntrapaticPortoSistemicShunt: tubo che collega il sistema portale con
quello venoso sistemico, in modo tale che il sangue refluisca liberamente attraverso il fegato: cala la
pressione a livello delle vene. Radiologia interventistica. Il problema è che si shunta il fegato, e tutti
gli aminoacidi aromatici e l'ammonio possono causare encefalopatie.
Avrà quindi probabilmente una colestasi: si visiterà il paziente, palpando il punto cistico, cercando
eventuali lesioni da grattamento nelle zone sopra indicate.
Esami prescritti:
1.Bilirubinemia (normale: 0.4-1.2 mg/dl): il paziente ha 6 mg/dl. 80% sarà bilirubina coniugata.
2.Transaminasi (normale: fino a 40 u/l).
3.Fosfatasi alcalina-gamma GT: saranno aumentate.
4.Albumina: se normale (in totale in tutto il corpo ci saranno 200 g di tale proteina), la funzionlità
epatica è mantenuta: in generale, è sufficiente che sia operativo il 30% di ogni organo per avere una
funzionalità normale: un fegato normale pesa 1500g, di cui 1000g sono epatociti.
Valori normali nel sangue saranno: 4 gr/dl; se invece saranno 2gr/dl, l'aspettativa di vita è
notevolmente compromessa.
5.Esame urine: si individuerà bilirubina, non si individua più urobilinogeno.
6.Ecografia: si cerca se c'è una colestasi intra o extraepatica: servono meno di 48 ore per avere una
dilatazione delle vie epatiche: sono dilatate se c'è colestasi extraepatica e viceversa.
Il passo successivo sarà quindi indirizzare il soggetto verso il chirurgo o verso l'epatologo.
---
Se invece presenta bilirubina metà coniugata e metà non coniugata: potrebbe esserci una malattia
del fegato: l'albumina sarà ridotta in questo caso.
Alla visita si noteranno edemi declivi, nonchè forse dell'ascite.
29.10.10
Cirrosi epatica
Si deve considerare:
1.La storia naturale della malattia;
2.Le cause;
3.La prevalenza: è molto plausibile che ci sia una sua sottostima, infatti, l'unico modo per poter
diagnosticare una cirrosi è effettuare una biopsia, che però ha una sua utilità nelle fasi iniziali, e
non quando si identificano caratteristiche come la cirrosi e le coagulopatie, problematiche che si
rilevano però solo tardivamente (e che non mi permetterebbero di fare una biopsia).
VS
10%:
L'ospedale di Trieste dispone di campioni bioptici per il 95% di pazienti morti in ospedale dal 1968
al 2005: tale popolazione è inoltre piuttosto rappresentativa della popolazione generale: come
detto la biopsia è l'unico metodo certo per fare una diagnosi di cirrosi: nella provincia di Trieste la
percentuale di casi di cirrosi è intorno al 10%:
Altre metodiche per poter fare diagnosi di cirrosi sono dei "biomarkers":
1.Clinici: urine scure, prurito, affaticamento;
2.Ematici: bassi livelli di albumine: andranno escluse ovviamente patologie come iponutrizione e
sindrome nefrosica.
In tal modo possiamo dire che è probabile che il paziente sia affetto da cirrosi (più correttamente si
parla di malattia cronica del fegato, in quanto il termine "cirrosi" indica la diagnosi istologica ), ma
l'unico sistema certo è la biopsia.
Evoluzione
La cirrosi si evolve, tardivamente, in epatocarcinoma, questo in particolare in caso di cirrosi da
virus dell'epatite: nel paziente giovane si procede con un follow up ecografico ogni anno, mentre in
quello anziano ogni sei mesi.
• Proteine normali del siero: MOLTO IMPORTANTE: 7 gr/dl, 60% di cui emoglobina, quindi
4 gr per dl-->40 g/l-->200 g totali in un soggetto.
Anamnesi
E' certamente un esame indicativo di una patologia epatica, probabilmente cronica;
Il paziente nega trasfusioni, assunzione di droga...E' possibile che abbia contratto la patologia
tramite siringa infetta (una volta si "bollivano" siringhe riutilizzabili).
Sarà utile chiedere di eventuali precedenti malattie polmonari: una volta infatti si eseguivano molte
iniezioni per contrastare TBC all'interno dei sanatori: era facile la diffusione di patogeni tra cui
epatite.
Il sintomo che viene osservato per primo anche dal paziente è l'ittero, altrimenti non è facile che si
rivolga a un medico.
Quindi si aspetta 6 mesi, e si segue un'altra ecografia, come follow up: da 1 cm è diventata 3 cm: se
è monofocale l'asportazione è chirurgica, altrimenti si cura con terapia medica.
Ci si deve chiedere anche com'è il tessuto attorno alla massa: il CA del fegato si sviluppa su cirrosi,
(a differenza di metastasi che si sviluppa su fegato sano, sarà più facile per l'ecografista individuare
la metastasi rispetto al tumore primitivo).
Epidemiologia
3% dei pazienti cirrotici hanno un evento di carcinoma epatico; di fronte a un paziente cirrotico è
molto importante il follow-up, fondamentale al fine della terapia: più precoce è la diagnosi e più
facile sarà la terapia.
Massa > 3 cm: sopravvivenza dell'85%;
Se i noduli aumentano la sopravvivenza è del 35%.
Terapia
IFN e ribavirina non curano il tumore ma bloccano l'evoluzione verso cirrosi, epatite cronica
avanzata.
L'istologia dà molte informazioni se intraprendere la terapia, che comunque non è scevra da
complicanze e controindicazioi; permette inoltre di fare staging e grading.
La terapia sarà intrapresa in caso di epatite cronica attiva e carica virale consistente.
Da ricordare, quindi:
1.Malattie di fegato hanno andamento lento;
2.Ogni malattia di fegato, di solito dovuta a cause multifattoriali, ha come evento naturale il cancro;
3.Cancro avviene nel 3-4% della popolazione cirrotica;
4.La differenza non è il cancro ma il tessuto circostante;
5.Evento abbastanza frequente oggi e molto raro 30 anni, perchè l'aspettativa di vita è maggiore e
perchè le tecnichediagnostiche non erano avanzate.
Prof.ssa Crocè
Cenni di microbiologia
Virus a DNA, con HBS Ag su involucro: stimola produzione di Ab contro tali Ag: gli antigeni e gli
anticorpi, insieme, sono:
1.HBsAg: di superficie, prodotto abbondantemente per depistare l'organismo nella difesa dai virus:
alcuni saranno completi, altri saranno ghost, saranno prodotti Ab inutili: la risoluzione
dell'infezione avviene grazie ad Ab anti HbS radicante;
2.HBcAg: mai nel sangue periferico, ma nel sangue si rileva Ab anti HbC, però dopo infezione per
molto tempo. Una piccola componente, IgM anti HbC, si rileva solo in fasi acute di infezione.
Tale Ag è presente quando c'è malattia epatica importante;
3.HBeAg: DNA polimerasi del virus, associato ad Ag del core. Recentemente si è scoperto un
mutante del core che esprime correttamente tale Ag, ma, essendo parte dell'HbcAg, organismo
produce comunque Ab.
Epidemiologia
Ci sono 2 miliardi di soggetti con infezione in atto o pregressa;
300-400 milioni con malattia cronica di fegato HBV correlata;
La distribuzione delle infezioni croniche da HBV ha una localizzazione geografica tipica in base
all'endemia (alta, media, bassa): per es le zone ad alta endemia: Africa centro-sud, parte di Asia,
America latina, Canada: percentuale di prevalenza elevata, > di 8%: questo perchè c'è stata una
notevole emigrazione da Asia, i flussi migratori hanno modificato la distribuzione originaria
Dallo studio SEIEVA si è visto che la maggior prevalenza per HBV esiste in soggetti che:
a.Hanno avuto più di 2 partner sessuali;
b.Si sono sottoposti a trattamenti come quelli di pulizia dei piedi, elettrocoagulazione dei peli...;
c.Tossicodipendenti (25% nel 1991-->8% nel 2004).
Fattori di rischio
Soggetti eterosessuali hanno maggior rischio di infezione, omosessuale nel 9%, la causa sanitaria
ricopre 1% dei casi.
Clinica
Vie di trasmissione
1.Via parenterale:
a.Inoculazione di sangue e derivati di sangue infetto: soprattutto prima degli anni 80, ora il rischio
è quasi inesistente;
b.Aghi, siringhe contaminati da virus;
c.Trapianto di organi infetti: pazienti che hanno risolto epatite B e poi donano organo-->organo
trasferito in ricevente dopo il trapianto è soggetto a importante immunosoppressione per evitare
rigetto: si ha rislatentezzazione del virus, proprio per via della ridotta risposta immune;
1.Incubazione da 60 a 90 giorni, manifestazione clinica è poco frequente: < del 10% nei bambini,
mentre negli adulti più di metà dei soggetti non hanno evidenza clinica, che, se presente, si
manifesta o con ittero oppure nell'immediato diarrea, leggera iperpiressia.
Successivamente sono rilevati i segni clinici.
Tasso di mortalità in fase acuta è basso;
2.Infezione cronica: 30-90% di bambini cronicizzano l'infezione (è diverso che dire cronicizzazione
della malattia epatica): questo perchè c'è una tolleranza del SistemaImmunitario nei confronti del
virus-->non interessati gli epatociti, non c'è loro distruzione.
Nelle zone in cui è endemica, c'è cronicizzazione nel 90 dei casi%, nelle zone a ridotta endemia può
calare. In adulto la percentuale di cronicizzazione è più bassa.
Mortalità prematura: si stabilizza intorno al 15-25%.
---
Infezione-->epatite che guarisce--> in < dell'1% si ha epatite fulminante, che porta a morte nel 3%.
In casi maggiori si ha epatite subclinica, nel 5-20%. Altrimenti si sviluppa epatite cronica.
Il rischio dipende dall'età dell'infezione: se il soggetto contrae la malattia da neonato, oppure da
bambino, la cronicizzazione è rispettivamente del 90%, 20% oppure 5% in adulto: molto dipende
dall'epidemiologia, che come detto è diversa in base a zone ad alta o bassa endemia: se alta, il
rischio che venga contratta alla nascita e infanzia è notevole-->quindi è più probabile
cronicizzazione ed epatoCA .
Cancerogenesi
Virus può integrare il suo DNA in quello degli epatociti: in tal modo o slatentizzando oncogeni o
reprimendo depressori di oncogeni-->quindi si ha sviluppo di neoplasia su fegato sano, si ha un
epatoCA diverso da quello che si ha di solito (situazione che si ha nel 50-60% per es in Africa).
Markers di infezione
2.Epatite cronica: si
parla di epatite cronica
quando è stata
diagnosticata in
almeno 6 mesi e
mantiene HbsAg anche
per anni: HbeAg ed S
sono positivi, IgM
uguali ad acuta, che
poi tornano normali. I
livelli di AbHbc sono
costanti.
Così però non viene
rilevata la gravità.
Una parte dei cirrotici muore per insufficienza epatica prima di sviulppare epatoCA e altri per
epatoCA. In tutte queste situazioni è necessario il trapianto di fegato.
Clearance dell'HBsAg: nello 0.5% dei portatori, si può andare incontro in risoluzione di infezione:
questo perchè i ilvelli di HBV DNA sono bassi, quindi perchè c'è stata una bassa carica infettante.
In tal modo l'organismo produce anticorpo radicante che elimina il virus.
Diagnosi
Storia naturale
Il corso naturale deriva in parte da virus in parte dall'ospite, a cui si sommano: sesso, consumo
alcolico, concomitanti infezioni con altri virus epatici, come il delta, e l'esito dipende dalla sverità
della malattia cronca di fegato e da necroinfiammazione epatica.
Il tipo di risposta immunitaria porta a determinare se la patologia si orienta verso una epatite
cronica, se si stimola la difesa citolitica, oppure se si hano cellule TH2 si ha risoluzione di infezione.
Produzione di CCCDNA: virus quando entra in organismo, pur essendo a DNA fa una copia di parte
del genoma su RNA che porta a DNA copia, che tende a circolizzare: si è visto che la malattia
scompare solo se si verifica eliminazione di tale struttura.
Ciò è un dettaglio importante, perchè molti faraci vanno a colpire soprattutto l'iultima parte della
maturazione, danno una possibile soppressione di antigeni, ma non vanno contro tale DNA.
Un farmaco, ma non potente, come interferone, può agire a livello del CCCDNA.
Iter diagnostico
Se ci si sta approcciando alla cura di un soggetto HbsAg+, si deve:
1.Capire da dove arriva, anamnesi, fattori di rischio ed escludere coinfezioni, anamnesi su consumi
alcolici, e invito a ridurre, storia familiare per HBV e HCV, segni clinici di cirrosi;
Dal punto di vista dei marker serologici e virologici, si dovrà valutare la quantità di HBV, nonchè
genotipizzare: la distribuzione è diversa in base alla zona geografica: da noi è prevalente il virus
D, con un po' di tipo A, mentre in Est Europa è maggiore l'A e il B, idem in Asia...
E' necessaria l'identificazione di mutazioni resistenti ai farmaci: lamivudina era il primo farmaco
usato nel trattamento, ma a 5-6 anni dall'inizio della cura, l'80% dei pazienti ha sviluppato una
mutazione resistente, ossia il virus si replica anche sotto terapia, perchè modifica il suo genoma per
resistere a terapia stessa.
Successivamente, l'adefovir + lamivudina ha migliorato la situazione, benchè siano possibili,
raramente, delle resistenze.
Ora si usano entecavir e tenofovir, questo ultimo impiegato anche per HIV.
Entecavir ha 3 step di resistenza, è difficile che il virus riesca a mutare 3 volte.
Per il tenofovir è stata descritta solo una immediata non risposta, cioè rilevata subito.
a.Permette di stabilire minimi gradi di epatite cronica anche di fronte a situazioni normali: si può
assistere in alcuni casi a danno cellulare anche con transaminasi basse, forse perchè ci sono dei
momenti di alterazione alternati a momenti di "tranquillità";
b.Biopsia viene impiegata insieme ad un grading e uno staging: si usa un grading che va da 0 a 3,
ossia 3 gradi di attività in base al fatto che ci sia solo necrosi importante oppure epatite di
interfaccia, ossia infiammazione periportale... staging va da F0 (fibrosi) a F4 (cirrosi). : tali numeri
combinati permettono di stabilire la gravità del quadro;
c.Chiarisce diagnosi quando i livelli di ALT e HBV DNA sono discordanti, permette di escludere
altre cause di malattia di fegato, per es steatosi o malattie alcoliche;
d.In ultima analisi, guida le scelte per il trattamento.
Prevenzione
1.Con precauzioni nella manipolazione di emoderivati e fluidi corporei;
2.Superfici con sospetto di contaminazione devono essere ripuliti con ipoclorito di sodio, che è
molto utile in questi casi;
3.Protocolli di prevenzione mondiali di vaccinazione che mirano ad azzerare il peso dell'infezione,
prevenire complicanze epatocorrelate, modificare stile di vita, limitando assunzione di alcol,
controllo del peso...;
4.Strumenti per prevenire: sia a livello sanitario (aghi monouso), sia a livello sessuale
(preservativi...), immunizzazione con protocollo vaccinale, immunizzazione dei neonati a partire
dal 91, degli adolescenti dai 13 anni, a partire dal 1994-95...
Il vaccino è stato fondamentale, dove il virus era endemico si è ridotto notevolmente il tasso di
complicanze epatiche, che erano presenti già nei soggetti giovani.
In questo modo viene prevenuto anche il rischio di epatocarcinoma.
Terapie
1.Tenofovir, interferone, lamivudina, adefovir, entecavir: interferone dato per 1 mese, se si risolve,
allora non si procede, se no, si fa screening, e se la situazione peggiora allora si passa agli analoghi
nucleosidici o nucleotidici, che dovranno essere assunti per tutta la vita;
2.Trapianto.
Trasmissione
1.Via parenterale: politrasfusi, emodializzati, tossicodipendenti;
2.Parenterale inapparente: bassa;
3.Sessuale: rarissimi casi.
Clinica
Manifestaizoni extraepatiche: crioglobulinemia mista essenziale, porfiria cutanea tarda, epatite
autoimmune (non si potrà più usare interferon perchè peggiorerebbe il quadro), tiroidite
autoimmune, glomerulonefrite , vasculite.
Progressione di epatite cronica: severa epatite e cirrosi in 20-30 anni, fino a cirrosi avanzata ed
epatocarcinoma.
Nella progressione saranno da considerare dei fattori:
1.Legati ad ospite: età, maschi, steatosi, ferro alto, alterazione risposta immunitaria;
2.Legati al virus: genotipo, presenza quasispecie, coinfezioni...;
3.Legati all'ambiente: alcol...
Diagnosi di laboratorio
1.Ricerca di anticorpi anti HCV va fatto solo all'inizio, poi dopo saranno sempre quelli, anche se il
pazienteguarisce;
2.Test di screening: EIA difficilmente sono falsi positivi;
3.Test addizionale: RIBA;
4.Indagini molecolari: ricerca qualitativa e quantitativa, genotipizzazione: il genotipo fa variare
Terapia
Peg-Interferone ossia legato a glicole polietilenico: risposta diversa in base alla molecola usata.
IFN si lega a recettori cellulari, è immunomodulante perchè aumenta attività macrofagi e linfociti,
inibisce replica virale.
Effetti collaterali: sindromi influenzali, calo GB e piastrine, alterazione tiroidea, tosse...;
2.Ribavirina: analogo nucleosidico sintetico, funziona solo se associato a IFN , da solo non serve. Il
problema è che ha un effetto emolitico diretto, quindi talvolta si usa IFN da solo.
Una volta si somministrava IFN 3 volte a settimana, ma non si otteneva una buona copertura, le
risposte erano molto basse.
Con IFN peghilato invece si ha concentrazione costante a livello ematico.
Ci sono soggetti nonresponder altri che rispondono parzialmente e che non hanno livelli di HCV
RNA negativo, soggetti che poi possono ripositivizzarsi dopo il termine del trattamento...
Non si può mai essere sicuri di aver eliminato per sempre il virus.
Nota: possono esserci degli errori di battitura oppure di ortografia, chiedo scusa.
Oltretutto potrebbero essercene di "contenuto", di concetto, quindi è bene non fidarsi solo di
questi appunti. :)
Bellaminutti Serena
Nappi Federico
Perin Giordano
Buono studio,
Federico Pippo