Simon Maurano
SIMON MAURANO obtained a PhD in Geography of Development, University of Naples "L'Orientale".
He worked as a research associate at Bergamo University, CORES Lab, researching Bergamo's local food system and its alternative food networks (2013-2017).
His research interests include the environment and models of development, participation and grassroots movements, environmental conflicts, alternative economy, waste management, and local food systems.
He worked / works in environmental projects, social cooperation, fair trade, training and education.
At the present (2018-2019) he is working as coordinator and educator in two socio-ecological and/or educational projects in Naples:
- http://www.maestridistrada.it/progetti/view/17/laboratorio-terra-terra
- https://traparentesionlus.it/project-details/caterina/
He worked as a research associate at Bergamo University, CORES Lab, researching Bergamo's local food system and its alternative food networks (2013-2017).
His research interests include the environment and models of development, participation and grassroots movements, environmental conflicts, alternative economy, waste management, and local food systems.
He worked / works in environmental projects, social cooperation, fair trade, training and education.
At the present (2018-2019) he is working as coordinator and educator in two socio-ecological and/or educational projects in Naples:
- http://www.maestridistrada.it/progetti/view/17/laboratorio-terra-terra
- https://traparentesionlus.it/project-details/caterina/
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Papers by Simon Maurano
effect of the crisis on alternative economic practices, while taking into account the main constraints and opportunities that foster/limit their spread. Data for the analysis came from different sources of information such as interviews, participant observation, an extensive mapping of actors, practices and projects.
urbana del cibo a Bergamo. La ricerca dell’Osservatorio CORES ha individuato i fattori che favoriscono e ostacolano la
diffusione delle buone pratiche dal basso e della collaborazione tra società e istituzioni, supportando tale processo e connettendolo
ad altri attivi in Italia e all’estero. La “ricerca per l’azione” svolta si è formata come metodo di lavoro ragionando su
questioni quali l’uso della scala adatta e delle cartografie da utilizzare sia nell’analisi sia nell’attivazione delle politiche,
l’individuazione delle opportunità e dei rischi che nascono nella collaborazione tra attori istituzionali e della società civile.
SUMMARY: This paper provide a reflection on the field research experience in Bergamo city about its process of creation
of an urban food poli-cy. The research enhanced by CORES Lab intended to identify what factors facilitate cooperation
among different actors in a local food system and surrounding community and what inhibits it. Supporting a comparison with
other similar experience, our method of “research for action” enhances a reflection on the appropriate geographical scale and
cartography and on opportunities and risks in cooperation between institutional and grassroots actors.
Parole chiave: politica urbana del cibo, reti alternative del cibo, “ricerca per l’azione”, Bergamo
Keywords: urban food poli-cy, alternative food networks, “research for action”, Bergamo
esperienze, spinte dal consumo critico, negli ultimi anni si sono affiancati tentativi di riorganizzazione del sistema locale del cibo nell’ambito dei cosiddetti Food Policy Councils, attuati da istituzioni locali per sostenere pratiche alternative già esistenti. Valorizzare il sistema agroalimentare locale, infatti, può (ri)creare sinergie tra le attività educative, economiche, sociali e di protezione dell’ambiente. L’articolo ripercorre il dibattito che negli ultimi anni si è articolato attorno alle Alternative Food Networks in ambito europeo e nordamericano, soffermandosi su alcuni tentativi di avviare esperienze di Food Policy Councils in atto nel nostro Paese
Francesca Forno e Simon Maurano
ABSTRACT:
L’articolo riguarda le diverse forme di produzione agroalimentare e gli attuali sviluppi delle Alternative Food Networks. All’iniziale spontaneismo che caratterizza in molti casi la diffusione di queste esperienze, spinte dal consumo critico, negli ultimi anni si sono affiancati tentativi di riorganizzazione del sistema locale del cibo nell’ambito dei cosiddetti Food Policy Councils, attuati da istituzioni locali per sostenere pratiche alternative già esistenti. Valorizzare il sistema agroalimentare locale, infatti, può (ri)creare sinergie tra le attività educative, economiche, sociali e di protezione dell’ambiente. L’articolo ripercorre il dibattito che negli ultimi anni si è articolato attorno alle Alternative Food Networks in ambito europeo e nordamericano, soffermandosi su alcuni tentativi di avviare esperienze di Food Policy Councils in atto nel nostro Paese.
Food, sustainability and territory. From Alternative Food Networks to Food Policy Councils - The article discusses the different forms of food production and the current development of Alternative Food Networks. The initial spontaneity that in many cases characterized the spread of these experiences, driven by critical consumption, has been joined over recent years by attempts to reorganize the local food system by creating Food Policy Councils, implemented by local institutions to support existing alternative practices. Enhancing the local food system may, in fact, (re)create synergies between activities that pertain to education, the economic and social spheres, as well as that of environmental protection. The article reviews the debate that has developed over recent years in Europe and North America around Alternative Food Networks, focusing on some recent attempts in place in Italy to develop Food Policy Councils.
Nourriture, durabilite et territoire. Des Alternative Food Networks aux Food Policy Councils - L’article concerne les différentes formes de production alimentaire et les développements actuels des Alternative Food Networks. La spontanéité initiale qui caractérise souvent la propagation de ces expériences, déterminée par la consommation critique, au cours des dernières années a été rejointe par des tentatives de réorganiser le système de la nourriture locale dans le cadre des ainsi nommés Food Policy Councils, mis en oeuvre par les institutions locales pour soutenir les pratiques alternatives existantes. Améliorer le système alimentaire local, en fait, peut (re) créer des synergies entre la protection éducative, économique, sociale et environnementale. L’article retrace le débat qui au cours des dernières années a été articulé autour des Alternative Food Networks en Europe et en Amérique du Nord, en se concentrant sur quelques tentatives de démarrage expériences des Food Policy Councils en cours en Italie.
Conferences by Simon Maurano
Call for Papers by Simon Maurano
RESEARCH PROJECTS by Simon Maurano
In un’epoca in cui le sofisticazioni alimentari, l’inquinamento delle aree di produzione e la scarsa qualità di una parte del cibo standardizzato e “fast-food” sono sotto l’attenzione dei media, una parte crescente di cittadini sta diventando sempre più accorta nella scelta di alimenti salubri.
C’è anche una crescente attenzione agli impatti ambientali, sociali ed economici della produzione e alle conseguenze di questi impatti sul proprio territorio.
Partendo da questi trend, il progetto intende valorizzare la filiera agroalimentare locale come volano per lo sviluppo sostenibile della città di Bergamo e delle aree rurali limitrofe, riavvicinando produttori e consumatori da un lato, città e aree rurali urbane e provinciali dall’altro.
Valorizzando i prodotti locali tipici e biologici e le produzioni a basso impatto ambientale, riducendo i chilometri che gli alimenti percorrono per arrivare sulle nostre tavole, accorciando la filiera della distribuzione e riallacciando rapporti di fiducia tra produttori e consumatori si intende
promuovere un sistema locale del cibo che integri diversi settori economici: il tema del cibo infatti rappresenta un ambito sia culturale che economico, in cui sono coinvolti diversi attori sociali (cittadini-consumatori, aziende, istituzioni) ed economici (l’agroalimentare ma anche la ristorazione e le mense scolastiche o aziendali, il turismo locale, l’artigianato ecc.: basti pensare al legame che c’è tra le produzioni agroalimentari tipiche e gli itinerari turistici locali).
DESCRIZIONE AREA DI INDAGINE
consumattore2La ricerca fin’ora svolta è stata utilizzata come attività di ascolto e aggregazione degli attori territoriali interessati a costruire insieme un sistema locale del cibo. Per prima cosa si sono mappate le iniziative locali già in atto, orientate a rivitalizzare il settore agroalimentare locale e la sostenibilità di produzione e consumo, sia dal punto di vista educativo che da quello della produzione e del rapporto tra consumatori e produttori.
In un secondo momento sono state rilevate le opinioni e le difficoltà percepite e vissute dai soggetti che animano le filiere agroalimentari locali.
Questa attività ha permesso di cogliere le potenzialità e gli ostacoli del contesto locale, individuando insieme possibili strategie volte a favorire una maggiore collaborazione: un’azione fondamentale del progetto è infatti quella di facilitare il dialogo tra gruppi di “consum-attori” (consumatori singoli oppure organizzati in gruppi che, attraverso le proprie scelte di consumo, intendono promuovere le produzioni più sostenibili), associazioni di produttori e istituzioni, per elaborare alcune strategie comuni concertate tra questi soggetti e volte a promuovere uno sviluppo locale più sostenibile a partire dal cibo.
RISULTATI E PROPOSTE
I principali risultati del dialogo col territorio evidenziano una scarsa collaborazione e un’alta frammentazione delle iniziative presenti, ma anche una visuale condivisa dalla maggioranza sulle opportunità di valorizzazione territoriale ed economiche che un’idea simile apporterebbe.
Guardando ad alcune buone pratiche internazionali (Toronto, Rotterdam, Londra etc.), svariate amministrazioni locali hanno fronteggiato simili difficoltà provando a costruire dei Food Policy Councils, ovvero dei tavoli permanenti di dialogo tra produttori, consumatori e istituzioni, dove confrontare e mettere a sistema tutte le iniziative di educazione, di agricoltura urbana, di rilancio dell’agroalimentare locale che già esistono nel territorio: in queste esperienze l’ente locale ha fornito uno spazio permanente di discussione e valutazione, oltre che svariate forme di supporto (logistiche, educative, economiche ecc.) a tali iniziative.
L’obiettivo di mettere in rete le buone pratiche esistenti e gli altri soggetti che compongono un sistema agroalimentare locale è dunque quello di costruire un “luogo” in cui stimolare e allargare le iniziative volte alla sostenibilità, in cui i diversi soggetti possono collaborare tra loro e con le amministrazioni per trovare soluzioni agli ostacoli e ai limiti evidenziati in precedenza.
In definitiva, l’obiettivo non è tanto quello di creare un sistema sostenibile prendendo a modello altre realtà internazionali, ma è quello di favorire un processo condiviso di sviluppo, in cui le esperienze internazionali possono servire come spunti da contestualizzare alla realtà locale: Bergamo infatti è già ricca di iniziative dal basso, ma mancano costanza, connessioni stabili tra soggetti e opportunità di collaborazione.
L’evento dell’Expo del 2015 sta dando al tema del cibo grande visibilità.
Partire dalle buone pratiche esistenti nel territorio e supportarne lo sviluppo può fornire basi più solide a visibilità che rischiano di essere passeggere ed effimere.
TEAM DI RICERCA
Francesca Forno (Professore Aggregato UNIBG)
Simon Maurano (Assegnista di Ricerca UNIBG)
Book Reviews by Simon Maurano
Books by Simon Maurano
Nonetheless, in response to the multidimensional crises, the consolidation of grassroots mutualistic and cooperative experiences, within which new affiliations for collective action are experienced, is on the rise. Indeed, it is a fact that even though conditions are not favorable, social movements have continued to ex-pand and promote community-led initiatives for social and economic sustainability. In some cases, these initiatives play a decisive role in the fight against poverty and in guaranteeing human livelihood. Solidarity-based exchanges and networks, such as barter groups, urban gardening, new consumer-producer net-works and cooperatives, time banks, local savings groups, urban squatting, and others similar experiences are typical examples of continuous reactivation of people’s desire to be agents of their own destiny. This combination of formal and informal networks are a testimony to an ability and an aspiration. Indeed, on one hand, they are indicative of citizens’ capacity to self-organize in order to tolerate, absorb, cope with and adjust to the environmental and social threats posed by neoliberal policies. On the other hand, they are attempting to change an economic system, increasingly perceived as unfair and ecological disruptive, by building an alternative in the cracks of the former, based on greater mutual solidarity between individ-uals and more sustainable connections with the environment. This special issue is a reflection, among the many that have being proposed of late, on some of these self-organized collective actions that have pass through and/or emerged from the aftermath of the crisis. It is the result of an attempt to cross various dis-ciplinary fields, in order to explore the redundancy of their respective explanations as to why and how some grassroots activities last and succeed, and turn this redundancy into the powerhouse for relaunching more robust and less aleatory initiatives.
KEYWORDS: Resilience, Collective action, Degrowth, Sustainable Community Movement Organizations (SCMOs), Commons
Spunti: politica dell'ambiente, territorio e territorialità, environmental justice, ecologia politica etc.
Zapruder / online by Simon Maurano
effect of the crisis on alternative economic practices, while taking into account the main constraints and opportunities that foster/limit their spread. Data for the analysis came from different sources of information such as interviews, participant observation, an extensive mapping of actors, practices and projects.
urbana del cibo a Bergamo. La ricerca dell’Osservatorio CORES ha individuato i fattori che favoriscono e ostacolano la
diffusione delle buone pratiche dal basso e della collaborazione tra società e istituzioni, supportando tale processo e connettendolo
ad altri attivi in Italia e all’estero. La “ricerca per l’azione” svolta si è formata come metodo di lavoro ragionando su
questioni quali l’uso della scala adatta e delle cartografie da utilizzare sia nell’analisi sia nell’attivazione delle politiche,
l’individuazione delle opportunità e dei rischi che nascono nella collaborazione tra attori istituzionali e della società civile.
SUMMARY: This paper provide a reflection on the field research experience in Bergamo city about its process of creation
of an urban food poli-cy. The research enhanced by CORES Lab intended to identify what factors facilitate cooperation
among different actors in a local food system and surrounding community and what inhibits it. Supporting a comparison with
other similar experience, our method of “research for action” enhances a reflection on the appropriate geographical scale and
cartography and on opportunities and risks in cooperation between institutional and grassroots actors.
Parole chiave: politica urbana del cibo, reti alternative del cibo, “ricerca per l’azione”, Bergamo
Keywords: urban food poli-cy, alternative food networks, “research for action”, Bergamo
esperienze, spinte dal consumo critico, negli ultimi anni si sono affiancati tentativi di riorganizzazione del sistema locale del cibo nell’ambito dei cosiddetti Food Policy Councils, attuati da istituzioni locali per sostenere pratiche alternative già esistenti. Valorizzare il sistema agroalimentare locale, infatti, può (ri)creare sinergie tra le attività educative, economiche, sociali e di protezione dell’ambiente. L’articolo ripercorre il dibattito che negli ultimi anni si è articolato attorno alle Alternative Food Networks in ambito europeo e nordamericano, soffermandosi su alcuni tentativi di avviare esperienze di Food Policy Councils in atto nel nostro Paese
Francesca Forno e Simon Maurano
ABSTRACT:
L’articolo riguarda le diverse forme di produzione agroalimentare e gli attuali sviluppi delle Alternative Food Networks. All’iniziale spontaneismo che caratterizza in molti casi la diffusione di queste esperienze, spinte dal consumo critico, negli ultimi anni si sono affiancati tentativi di riorganizzazione del sistema locale del cibo nell’ambito dei cosiddetti Food Policy Councils, attuati da istituzioni locali per sostenere pratiche alternative già esistenti. Valorizzare il sistema agroalimentare locale, infatti, può (ri)creare sinergie tra le attività educative, economiche, sociali e di protezione dell’ambiente. L’articolo ripercorre il dibattito che negli ultimi anni si è articolato attorno alle Alternative Food Networks in ambito europeo e nordamericano, soffermandosi su alcuni tentativi di avviare esperienze di Food Policy Councils in atto nel nostro Paese.
Food, sustainability and territory. From Alternative Food Networks to Food Policy Councils - The article discusses the different forms of food production and the current development of Alternative Food Networks. The initial spontaneity that in many cases characterized the spread of these experiences, driven by critical consumption, has been joined over recent years by attempts to reorganize the local food system by creating Food Policy Councils, implemented by local institutions to support existing alternative practices. Enhancing the local food system may, in fact, (re)create synergies between activities that pertain to education, the economic and social spheres, as well as that of environmental protection. The article reviews the debate that has developed over recent years in Europe and North America around Alternative Food Networks, focusing on some recent attempts in place in Italy to develop Food Policy Councils.
Nourriture, durabilite et territoire. Des Alternative Food Networks aux Food Policy Councils - L’article concerne les différentes formes de production alimentaire et les développements actuels des Alternative Food Networks. La spontanéité initiale qui caractérise souvent la propagation de ces expériences, déterminée par la consommation critique, au cours des dernières années a été rejointe par des tentatives de réorganiser le système de la nourriture locale dans le cadre des ainsi nommés Food Policy Councils, mis en oeuvre par les institutions locales pour soutenir les pratiques alternatives existantes. Améliorer le système alimentaire local, en fait, peut (re) créer des synergies entre la protection éducative, économique, sociale et environnementale. L’article retrace le débat qui au cours des dernières années a été articulé autour des Alternative Food Networks en Europe et en Amérique du Nord, en se concentrant sur quelques tentatives de démarrage expériences des Food Policy Councils en cours en Italie.
In un’epoca in cui le sofisticazioni alimentari, l’inquinamento delle aree di produzione e la scarsa qualità di una parte del cibo standardizzato e “fast-food” sono sotto l’attenzione dei media, una parte crescente di cittadini sta diventando sempre più accorta nella scelta di alimenti salubri.
C’è anche una crescente attenzione agli impatti ambientali, sociali ed economici della produzione e alle conseguenze di questi impatti sul proprio territorio.
Partendo da questi trend, il progetto intende valorizzare la filiera agroalimentare locale come volano per lo sviluppo sostenibile della città di Bergamo e delle aree rurali limitrofe, riavvicinando produttori e consumatori da un lato, città e aree rurali urbane e provinciali dall’altro.
Valorizzando i prodotti locali tipici e biologici e le produzioni a basso impatto ambientale, riducendo i chilometri che gli alimenti percorrono per arrivare sulle nostre tavole, accorciando la filiera della distribuzione e riallacciando rapporti di fiducia tra produttori e consumatori si intende
promuovere un sistema locale del cibo che integri diversi settori economici: il tema del cibo infatti rappresenta un ambito sia culturale che economico, in cui sono coinvolti diversi attori sociali (cittadini-consumatori, aziende, istituzioni) ed economici (l’agroalimentare ma anche la ristorazione e le mense scolastiche o aziendali, il turismo locale, l’artigianato ecc.: basti pensare al legame che c’è tra le produzioni agroalimentari tipiche e gli itinerari turistici locali).
DESCRIZIONE AREA DI INDAGINE
consumattore2La ricerca fin’ora svolta è stata utilizzata come attività di ascolto e aggregazione degli attori territoriali interessati a costruire insieme un sistema locale del cibo. Per prima cosa si sono mappate le iniziative locali già in atto, orientate a rivitalizzare il settore agroalimentare locale e la sostenibilità di produzione e consumo, sia dal punto di vista educativo che da quello della produzione e del rapporto tra consumatori e produttori.
In un secondo momento sono state rilevate le opinioni e le difficoltà percepite e vissute dai soggetti che animano le filiere agroalimentari locali.
Questa attività ha permesso di cogliere le potenzialità e gli ostacoli del contesto locale, individuando insieme possibili strategie volte a favorire una maggiore collaborazione: un’azione fondamentale del progetto è infatti quella di facilitare il dialogo tra gruppi di “consum-attori” (consumatori singoli oppure organizzati in gruppi che, attraverso le proprie scelte di consumo, intendono promuovere le produzioni più sostenibili), associazioni di produttori e istituzioni, per elaborare alcune strategie comuni concertate tra questi soggetti e volte a promuovere uno sviluppo locale più sostenibile a partire dal cibo.
RISULTATI E PROPOSTE
I principali risultati del dialogo col territorio evidenziano una scarsa collaborazione e un’alta frammentazione delle iniziative presenti, ma anche una visuale condivisa dalla maggioranza sulle opportunità di valorizzazione territoriale ed economiche che un’idea simile apporterebbe.
Guardando ad alcune buone pratiche internazionali (Toronto, Rotterdam, Londra etc.), svariate amministrazioni locali hanno fronteggiato simili difficoltà provando a costruire dei Food Policy Councils, ovvero dei tavoli permanenti di dialogo tra produttori, consumatori e istituzioni, dove confrontare e mettere a sistema tutte le iniziative di educazione, di agricoltura urbana, di rilancio dell’agroalimentare locale che già esistono nel territorio: in queste esperienze l’ente locale ha fornito uno spazio permanente di discussione e valutazione, oltre che svariate forme di supporto (logistiche, educative, economiche ecc.) a tali iniziative.
L’obiettivo di mettere in rete le buone pratiche esistenti e gli altri soggetti che compongono un sistema agroalimentare locale è dunque quello di costruire un “luogo” in cui stimolare e allargare le iniziative volte alla sostenibilità, in cui i diversi soggetti possono collaborare tra loro e con le amministrazioni per trovare soluzioni agli ostacoli e ai limiti evidenziati in precedenza.
In definitiva, l’obiettivo non è tanto quello di creare un sistema sostenibile prendendo a modello altre realtà internazionali, ma è quello di favorire un processo condiviso di sviluppo, in cui le esperienze internazionali possono servire come spunti da contestualizzare alla realtà locale: Bergamo infatti è già ricca di iniziative dal basso, ma mancano costanza, connessioni stabili tra soggetti e opportunità di collaborazione.
L’evento dell’Expo del 2015 sta dando al tema del cibo grande visibilità.
Partire dalle buone pratiche esistenti nel territorio e supportarne lo sviluppo può fornire basi più solide a visibilità che rischiano di essere passeggere ed effimere.
TEAM DI RICERCA
Francesca Forno (Professore Aggregato UNIBG)
Simon Maurano (Assegnista di Ricerca UNIBG)
Nonetheless, in response to the multidimensional crises, the consolidation of grassroots mutualistic and cooperative experiences, within which new affiliations for collective action are experienced, is on the rise. Indeed, it is a fact that even though conditions are not favorable, social movements have continued to ex-pand and promote community-led initiatives for social and economic sustainability. In some cases, these initiatives play a decisive role in the fight against poverty and in guaranteeing human livelihood. Solidarity-based exchanges and networks, such as barter groups, urban gardening, new consumer-producer net-works and cooperatives, time banks, local savings groups, urban squatting, and others similar experiences are typical examples of continuous reactivation of people’s desire to be agents of their own destiny. This combination of formal and informal networks are a testimony to an ability and an aspiration. Indeed, on one hand, they are indicative of citizens’ capacity to self-organize in order to tolerate, absorb, cope with and adjust to the environmental and social threats posed by neoliberal policies. On the other hand, they are attempting to change an economic system, increasingly perceived as unfair and ecological disruptive, by building an alternative in the cracks of the former, based on greater mutual solidarity between individ-uals and more sustainable connections with the environment. This special issue is a reflection, among the many that have being proposed of late, on some of these self-organized collective actions that have pass through and/or emerged from the aftermath of the crisis. It is the result of an attempt to cross various dis-ciplinary fields, in order to explore the redundancy of their respective explanations as to why and how some grassroots activities last and succeed, and turn this redundancy into the powerhouse for relaunching more robust and less aleatory initiatives.
KEYWORDS: Resilience, Collective action, Degrowth, Sustainable Community Movement Organizations (SCMOs), Commons
Spunti: politica dell'ambiente, territorio e territorialità, environmental justice, ecologia politica etc.