Polinomi MD
Polinomi MD
Polinomi MD
1 GRUPPI
Definizione 1.1.
Definizione 1.2.
Osservazione 1.3.
Per verificare che un insieme non vuoto è un gruppo occorre fare anche la verifica che ∗ sia un’operazione
su G , cioè che ∀g, h ∈ G g ∗ h ∈ G
Esempio 1.4.
4. (Q∗ , ·) è un gruppo.
7. (Z/mZ, +) è un gruppo.
1
2 ANELLI
Definizione 2.1.
Sia A un insieme su cui sono definite due operazioni +, · .
(A, +, ·) si dice Anello se
· è associativa
Definizione 2.2.
Un anello A si dice Commutativo se l’operazione · è commutativa.
Si dice con identità se ∃ l’identità dell’operazione · , cioè se ∃1 ∈ A tale che a·1 = 1·a = 1 ∀a ∈ A .
Nel seguito, senza ulteriormente specificarlo, A indicherà un anello commutativo con identità.
Definizione 2.3.
Sia A un anello. a ∈ A si dice invertibile se ∃a0 ∈ A tale che aa0 = a0 a = 1 .
Denotiamo con A∗ l’insieme degli elementi invertibili di A .
Esempio 2.4.
1. (Z, +, ·), (Q, +, ·), (R, +, ·), (C, +, ·) sono anelli commutativi con identità.
3. Mn×n (R) con le usuali operazioni di somma e prodotto tra le matrici è un anello (non commu-
tativo se n ≥ 2 ).
Proposizione 2.5.
Sia A un anello. Allora ∀a ∈ A si ha a0 = 0 .
Dimostrazione.
a0 = a(0 + 0) = a0 + a0 , da cui, sottraendo da entrambi i membri a0 , si ottiene a0 = 0 . N
Definizione 2.6.
Un anello commutativo con identità K si dice campo se ogni suo elemento diverso da 0 è invertibile,
cioè se K ∗ = K \ {0} .
2
Osservazione 2.7. Sia K è un campo allora K \ {0} è un gruppo abeliano rispetto al prodotto.
Inoltre in un campo vale la legge d’annullamento del prodotto, coiè
ab = 0 ⇒ a = 0 ∨ b = 0.
Per dimostrarlo basta osservare che se se a = 0 siamo a posto. Se invece a 6= 0 , allora a è invertibile
(in un campo infatti tutti gli elementi diversi da 0 sono invertibili) e se a0 è l’inverso di a allora
a0 a = 1 , quindi b = 1b = (a0 a)b = a0 (ab) = a0 0 = 0.
Esempio 2.8.
POLINOMI
Definizione 2.9.
Siano f (x) = ni=0 ai xi , g(x) = m j
P P
j=0 bj x ∈ K[x] .
Poniamo
Xn
f (x) + g(x) := (ai + bi )xi
i=0
(dove abbiamo supposto n ≥ m e abbiamo posto bm+1 = · · · = bn = 0 ), e
n+m
X X
f (x) · g(x) := ( ai bj )xh .
h=0 i+j=h
Teorema 2.10.
(K[x], +, ·) è un anello commutativo con identità.
Dimostrazione.
Si verificano le varie proprietà sfruttando le analoghe per K . N
Definizione 2.11.
Sia f (x) = ni=0 ai xi ∈ K[x] \ {0} . Definiamo il grado di f nel seguente modo:
P
deg f := max{i ∈ N | ai 6= 0}
3
Proposizione 2.12.
Sia K un campo e siano f, g ∈ K[x] \ {0} . Allora
Dimostrazione.
Siano f = ni=0 ai xi e g = m j
P P
j=0 bj x con an 6= 0 e bm 6= 0 .
Poiché K è un campo, si ha an bm 6= 0 , quindi f (x)g(x) = an bm xn+m + termini di grado più basso ,
cioè deg(f g) = n + m = deg f (x) + deg g(x) .
Dalla definizione di f + g segue l’enunciato 2 (il < si ha nel caso in cui il monomio di grado
massimo di g sia l’opposto del monomio di grado massimo di f ). N
Corollario 2.13.
Gli elemeti invertibili di K[x] sono le costanti diverse da 0.
Dimostrazione.
Chiaramente tutte le costanti diverse da 0 sono invertibili perché lo sono già in K .
Viceversa se f (x) ∈ K[x] è invertibile allora ∃g(x) ∈ K[x] tale che f (x)g(x) = 1 . Passando ai
gradi
0 = deg(f g) = deg f + deg g.
Dimostrazione.
Esistenza: Se g = 0 allora q = r = 0 . Supponiamo quindi g 6= 0 e dimostriamo l’asserto per
induzione sul grado di g .
Se deg g = 0 e deg f = 0 allora g = f fg + 0 .
Se deg g < deg f allora g = 0f + g , quindi r = g e q = 0 .
Sia quindi m = deg g ≥ deg f = n e f = ni=0 ai xi e g = m j
P P
j=0 bj x .
Pongo
bm m−n
g1 (x) = g(x)− an x f (x)
k
bm xm + . . .
Allora deg g1 < m . Quindi per induzione
4
bm m−n bm m−n
⇒ g(x) = g1 (x) + x f (x) = q+ x f (x) + r(x).
an an
Unicità: Sia g = qf + r = q1 f + r1 ; allora (q1 − q)f = r − r1 se i due membri non fossero 0,
guardando i gradi si avrebbe un assurdo. N
Definizione 2.15.
Siano f, g ∈ K[x] , si dice che f divide g (in simboli f | g ) se g(x) = f (x)q(x) .
Dimostrazione.
Sia f (x) = (x − a)q(x) + r, allora, poichè deg(r) < deg(x − a) = 1 , r è una costante. Valutando
in a l’espressione di f (x) otteniamo f (a) = r , quindi r = 0 ⇔ f (a) = 0 . N
Corollario 2.17.
Sia f ∈ K[x] \ {0} , allora f ha al più deg f radici distinte in K .
Dimostrazione.
Per induzione su n = deg f .
Se n = 0 , il polinomio f è costante e non nullo e quindi non ha radici.
Supponiamo vera la tesi per polinomi di grado n − 1 .
Se f non ha radici vale la tesi. Sia α ∈ K una radice di f (x) , allora f (x) = (x − α)f1 (x) con
deg f1 (x) = n − 1 e per l’ipotesi induttiva ha al più n − 1 radici in K . Poiché ∀β =
6 α tale che
f (β) = (β − α)f1 (β) = 0 si ha f1 (β) = 0 , si ha la tesi. N
Definizione 2.18.
Siano f, g ∈ K[x] non entrambi nulli. Un polinomio d(x) ∈ K[x] è un massimo comune divisore
tra f e g se
Siano f, g ∈ K[x] non entrambi nulli, allora esiste un loro massimo comune divisore d(x) e si può
trovare con l’algoritmo euclideo.
Inoltre ∃a(x), b(x) ∈ K[x] tali che
d(x) = a(x)f (x) + b(x)g(x).
Infine d1 (x) è un massimo comune divisore tra a(x) e b(x) se e solo se d1 (x) = c · d(x) con c ∈ K ∗ .
Dimostrazione.
La dimostrazione segue la stessa linea di quella per gli interi. N
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Fattorizzazione di polinomi
Definizione 2.20.
Sia f ∈ K[x] un polinomio non costante. f si dice irriducibile se
f = gh ⇒ g ∈ K[x]∗ = K ∗ ∨ h ∈ K ∗ .
Definizione 2.21.
f (x) ∈ K[x] non costante si dice primo se f (x) | g(x)h(x) implica f | g oppure f | h .
Proposizione 2.22.
Dimostrazione.
La dimostrazione è identica a quella fatta per gli interi. N
Teorema 2.23.
Ogni polinomio f ∈ K[x] non costante si fattorizza in modo “unico” come prodotto di polinomi
irriducibili.
Dimostrazione.
Anche in questo caso la dimostrazione è analoga a quella fatta per gli interi, e quindi la omettiamo.
N
Osservazione 2.24.
Nel teorema precedente “unico” vuol dire a meno dell’ordine e di moltiplicazione dei fattori per costanti
6= 0 . In particolare in Q[x] si ha ad esempio che
1 1
(x − 1)(x + 1) e ( x − )(2x − 2)
2 2
sono considerate fattorizzazioni equivalenti del polinomio x2 − 1 .
Corollario 2.25.
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Teorema fondamentale dell’algebra e sue conseguenze.
Conseguenze: