Chiara De Caprio
Professore associato di Linguistica Italiana (L FIL LET 12) presso il Dipartimento di Studi umanistici dell'Università Federico II di Napoli.
Senior Member del progetto ERC Starting Grant DISCOMPOSE. Disasters, Communication and Politics in South- Western Europe: the Making of Emergency Response Policies in the Early Modern Age. (PI: Domenico Cecere).
Senior Member del progetto SIR "Linguistic facts and cultural history: disentangling the paths of the influence of Latin on Italian syntax in the Middle Ages (XIII-XV century)" (PI: Paolo Greco).
Principal Investigator del progetto "Disaster texts. Literacy, Cultural Identity, Coping Strategies in Southern Italy between the Late Medieval and Early Modern Period" (2014-2016)
Interessi e ricerche in corso:
- Il discorso riportato nei volgari italo-romanzi: prospettive di analisi e fenomeni di shifting (per il progetto SIR)
- Andamenti formulari e marche di oralità in tipologie e generi testuali di età moderna (lamenti, cantari, suppliche, verbali): lingua comune, lingua parlata e lingua scritta nei generi di consumo e nelle scritture amministrative tra Cinque e Seicento (per il progetto ERC)
- Sintassi e testualità della scrittura storica in volgare
- La narrazione dei disastri in età moderna: tipologie testuali, scriventi e stili narrativi
- Il discorso riportato nel romanzo italiano del Novecento
"Professore associato" of Italian Linguistics at the Faculty of Letters and Philosophy at the University of Naples “Federico II” .
Principal Investigator of the Project "Disaster texts. Literacy, Cultural Identity, Coping Strategies in Southern Italy between the Late Medieval and Early Modern Period" (2014-2016)
Senior Member of the Project "Linguistic facts and cultural history: disentangling the paths of the influence of Latin on Italian syntax in the Middle Ages (XIII-XV century)" (PI: Paolo Greco).
PhD in Modern Philology from the “Federico II”. As doctoral dissertation I worked on the critical edition of a 16th-century-chronicle (La “Cronica di Napoli” di Notar Giacomo. Edizione critica del ms. brancacciano II F 6 della Biblioteca Nazionale di Napoli. Tutors: Professors N. De Blasi, R. Sornicola, A. Vàrvaro).
Research interests:
- Italian Medieval Prose (volgarizzamenti, translations)
- Reported Speech
- (Southern) Italian Late Medieval and Early Modern chronicles (in particular the syntactic structures and lexical features of Medieval vernacular chronicles)
- Naples and the Kingdom under the Aragonean and the Viceregno (information and documentary sources; 17th Neapolitan literature)
- Disaster communication
- the Italian grammatical tradition
- the role and the didactics of Italian Language both at school and at university
Beside this main area of interest, my expertise also extends to the language of mass media, the contemporary Italian narrative and, recently, to the history of “volgarizzamenti” and translations of Latin epic texts.
I have founded, along with my collegues Francesco Montuori, and Francesco Senatore, a team of reasearch whose aim is to provide critical editions of the most important Neapolitan chronicles and to study the corpus from historical, philological, and linguistic perspectives.
Address: Dipartimento di Studi Umanistici
Porta di Massa 1
80133 Napoli
Senior Member del progetto ERC Starting Grant DISCOMPOSE. Disasters, Communication and Politics in South- Western Europe: the Making of Emergency Response Policies in the Early Modern Age. (PI: Domenico Cecere).
Senior Member del progetto SIR "Linguistic facts and cultural history: disentangling the paths of the influence of Latin on Italian syntax in the Middle Ages (XIII-XV century)" (PI: Paolo Greco).
Principal Investigator del progetto "Disaster texts. Literacy, Cultural Identity, Coping Strategies in Southern Italy between the Late Medieval and Early Modern Period" (2014-2016)
Interessi e ricerche in corso:
- Il discorso riportato nei volgari italo-romanzi: prospettive di analisi e fenomeni di shifting (per il progetto SIR)
- Andamenti formulari e marche di oralità in tipologie e generi testuali di età moderna (lamenti, cantari, suppliche, verbali): lingua comune, lingua parlata e lingua scritta nei generi di consumo e nelle scritture amministrative tra Cinque e Seicento (per il progetto ERC)
- Sintassi e testualità della scrittura storica in volgare
- La narrazione dei disastri in età moderna: tipologie testuali, scriventi e stili narrativi
- Il discorso riportato nel romanzo italiano del Novecento
"Professore associato" of Italian Linguistics at the Faculty of Letters and Philosophy at the University of Naples “Federico II” .
Principal Investigator of the Project "Disaster texts. Literacy, Cultural Identity, Coping Strategies in Southern Italy between the Late Medieval and Early Modern Period" (2014-2016)
Senior Member of the Project "Linguistic facts and cultural history: disentangling the paths of the influence of Latin on Italian syntax in the Middle Ages (XIII-XV century)" (PI: Paolo Greco).
PhD in Modern Philology from the “Federico II”. As doctoral dissertation I worked on the critical edition of a 16th-century-chronicle (La “Cronica di Napoli” di Notar Giacomo. Edizione critica del ms. brancacciano II F 6 della Biblioteca Nazionale di Napoli. Tutors: Professors N. De Blasi, R. Sornicola, A. Vàrvaro).
Research interests:
- Italian Medieval Prose (volgarizzamenti, translations)
- Reported Speech
- (Southern) Italian Late Medieval and Early Modern chronicles (in particular the syntactic structures and lexical features of Medieval vernacular chronicles)
- Naples and the Kingdom under the Aragonean and the Viceregno (information and documentary sources; 17th Neapolitan literature)
- Disaster communication
- the Italian grammatical tradition
- the role and the didactics of Italian Language both at school and at university
Beside this main area of interest, my expertise also extends to the language of mass media, the contemporary Italian narrative and, recently, to the history of “volgarizzamenti” and translations of Latin epic texts.
I have founded, along with my collegues Francesco Montuori, and Francesco Senatore, a team of reasearch whose aim is to provide critical editions of the most important Neapolitan chronicles and to study the corpus from historical, philological, and linguistic perspectives.
Address: Dipartimento di Studi Umanistici
Porta di Massa 1
80133 Napoli
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Projects by Chiara De Caprio
Sintassi e testualità by Chiara De Caprio
Per cogliere la significatività di talune prassi intertestuali (citazione, allusione, rappresentazione del discorso) nella storia dell’italiano scritto, nel saggio è messa a fuoco la stratificazione semantica della categoria, facendo reagire definizioni più vaste o più specifiche di intertestualità con alcune tradizioni di scrittura e taluni generi discorsivi: ad esempio, per il Medioevo, i testi a vocazione didascalica e i commenti, per il Novecento, la scrittura saggistica per il Novecento. Quanto alle forme di riproduzione e rappresentazione del discorso, sulla scorta del modello di Calaresu (2004), sono descritte alcune funzioni delle forme esplicite dirette e indirette, soffermandosi sul segmento quattro-cinquecentesco e su alcuni impieghi nella prosa romanzesca fra Otto- e Novecento.
Prosa e poesia contemporanea - traduzioni del 900 by Chiara De Caprio
keywords – Trauma studies; Italian contemporary poestry; Gherardo Bortolotti.
Adottando questa prospettiva, attraverso l’analisi di tre sequenze iniziali (l’incipit; il ritorno del Gramo; la morte del padre di Medardo, Aiolfo), il contributo si concentra sulle tecniche di restituzione del Gramo e dei settings in cui appare: da un canto, è messo a fuoco come costanti tematiche e dispositivi formali siano intrecciati in modo da dare consistenza, sin dal primo capitolo, a un reticolo di immagini imperniate tanto sul dimidiamento quanto sulla ibridazione fra umano e non-umano; dall’altro, è mostrato come le scelte lessicali e le strategie retoriche con cui sono narrati gli incontri e gli scambi comunicativi fra il Malo e gli altri personaggi restituiscano un percorso fatto di presentimenti, abduzioni, interpretazioni in cui entra in gioco l’ibridazione e la commistione fra umano e natura.
A partire da uno spoglio ampio e sistematico della lingua e dello stile calviniani sono esaminati l’organizzazione dei macrotesti, i modi di costruzione dei singoli saggi, le forme dell'argomentazione, i fenomeni di incrocio e contaminazione di generi e tipologie testuali (emersioni narrative nella scrittura saggistica, funzione delle descrizioni, dialoghi, ecc.); quindi, in un progressivo dettagliamento della prospettiva, le figure dell'elocutio (come la ripetizione e l’accumulazione), le metafore critiche e il linguaggio figurato.
Fenomeni e forme vengono collocati entro la cornice di un «primo» e un «secondo» Calvino, attraversando il cambiamento che coinvolge la sua intera esperienza intellettuale e letteraria lungo gli anni Sessanta del Novecento: dalle posizioni più ideologiche e agonistiche del primo decennio postbellico all’atteggiamento scettico e alla postura appartata che caratterizzeranno narrativa e saggismo fino alle Lezioni americane.
Viene così definito il campo di forze entro cui si forma la scrittura saggistica calviniana, che si costituisce come risultante delle spinte divergenti della complessità del mondo e della responsabilità intellettuale della sua interpretazione: l’informe e il caos, la moltiplicazione caleidoscopica dei metodi e degli orizzonti epistemologici, da una parte; la resistenza dello scrittore che non smette di inseguire il concetto per delimitarlo e renderlo spendibile, dall’altra.
Versione aggiornata e modificata del contributo apparso nel 2016 in Lo spazio della città, a cura di L. Rossomando, Monitor edizioni.
Dante e commenti danteschi by Chiara De Caprio
disponibili in edizioni di grande valore, i testi di Iacomo della Lana e Andrea Lancia non
sono stati sinora oggetto di lavori di taglio analitico relativi alle strategie sintattico-testuali.
Il contributo rimedia a quest’assenza offrendo una descrizione delle chiose proemiali
ai singoli canti nei commenti all’Inferno di entrambi. Sono analizzati due aspetti: a) i modi
in cui i due commentatori hanno progettato la struttura complessiva delle chiose proemiali per guidare l’interpretazione del lettore; b) i pattern sintattico-testuali delle formule introduttive e di chiusura delle chiose proemiali. Su un piano generale, si ambisce a sottolineare la rilevanza dei commenti per una piena comprensione delle strategie di costruzione e organizzazione di testi caratterizzati da ampio riuso di ipotesti pre-esistenti.
The texts of Iacomo della Lana’s and Andrea Lancia’s Dante commentaries – among the earliest and most important vernacular exegesis of the ‘Divine Comedy’ – are for some time already available in valuable editions. Notwithstanding, they have not yet been so far the subject of analytical studies focusing on syntactic and textual strategies. The paper tries to fill this gap by providing a description of the proemial glosses to each Infernal canto of both commentaries. Two aspects are here analysed: a) the ways in which the commentators designed the overall structure of the proemial glosses in order to orient the reader’s interpretation; b) the syntactic-textual patterns of both opening and closing formulations of the proemial glosses. On a general point of view, the paper aims at stressing the importance of the commentary’s textuality for a better knowledge of the composition and organisation strategies of these texts.
Per cogliere la significatività di talune prassi intertestuali (citazione, allusione, rappresentazione del discorso) nella storia dell’italiano scritto, nel saggio è messa a fuoco la stratificazione semantica della categoria, facendo reagire definizioni più vaste o più specifiche di intertestualità con alcune tradizioni di scrittura e taluni generi discorsivi: ad esempio, per il Medioevo, i testi a vocazione didascalica e i commenti, per il Novecento, la scrittura saggistica per il Novecento. Quanto alle forme di riproduzione e rappresentazione del discorso, sulla scorta del modello di Calaresu (2004), sono descritte alcune funzioni delle forme esplicite dirette e indirette, soffermandosi sul segmento quattro-cinquecentesco e su alcuni impieghi nella prosa romanzesca fra Otto- e Novecento.
keywords – Trauma studies; Italian contemporary poestry; Gherardo Bortolotti.
Adottando questa prospettiva, attraverso l’analisi di tre sequenze iniziali (l’incipit; il ritorno del Gramo; la morte del padre di Medardo, Aiolfo), il contributo si concentra sulle tecniche di restituzione del Gramo e dei settings in cui appare: da un canto, è messo a fuoco come costanti tematiche e dispositivi formali siano intrecciati in modo da dare consistenza, sin dal primo capitolo, a un reticolo di immagini imperniate tanto sul dimidiamento quanto sulla ibridazione fra umano e non-umano; dall’altro, è mostrato come le scelte lessicali e le strategie retoriche con cui sono narrati gli incontri e gli scambi comunicativi fra il Malo e gli altri personaggi restituiscano un percorso fatto di presentimenti, abduzioni, interpretazioni in cui entra in gioco l’ibridazione e la commistione fra umano e natura.
A partire da uno spoglio ampio e sistematico della lingua e dello stile calviniani sono esaminati l’organizzazione dei macrotesti, i modi di costruzione dei singoli saggi, le forme dell'argomentazione, i fenomeni di incrocio e contaminazione di generi e tipologie testuali (emersioni narrative nella scrittura saggistica, funzione delle descrizioni, dialoghi, ecc.); quindi, in un progressivo dettagliamento della prospettiva, le figure dell'elocutio (come la ripetizione e l’accumulazione), le metafore critiche e il linguaggio figurato.
Fenomeni e forme vengono collocati entro la cornice di un «primo» e un «secondo» Calvino, attraversando il cambiamento che coinvolge la sua intera esperienza intellettuale e letteraria lungo gli anni Sessanta del Novecento: dalle posizioni più ideologiche e agonistiche del primo decennio postbellico all’atteggiamento scettico e alla postura appartata che caratterizzeranno narrativa e saggismo fino alle Lezioni americane.
Viene così definito il campo di forze entro cui si forma la scrittura saggistica calviniana, che si costituisce come risultante delle spinte divergenti della complessità del mondo e della responsabilità intellettuale della sua interpretazione: l’informe e il caos, la moltiplicazione caleidoscopica dei metodi e degli orizzonti epistemologici, da una parte; la resistenza dello scrittore che non smette di inseguire il concetto per delimitarlo e renderlo spendibile, dall’altra.
Versione aggiornata e modificata del contributo apparso nel 2016 in Lo spazio della città, a cura di L. Rossomando, Monitor edizioni.
disponibili in edizioni di grande valore, i testi di Iacomo della Lana e Andrea Lancia non
sono stati sinora oggetto di lavori di taglio analitico relativi alle strategie sintattico-testuali.
Il contributo rimedia a quest’assenza offrendo una descrizione delle chiose proemiali
ai singoli canti nei commenti all’Inferno di entrambi. Sono analizzati due aspetti: a) i modi
in cui i due commentatori hanno progettato la struttura complessiva delle chiose proemiali per guidare l’interpretazione del lettore; b) i pattern sintattico-testuali delle formule introduttive e di chiusura delle chiose proemiali. Su un piano generale, si ambisce a sottolineare la rilevanza dei commenti per una piena comprensione delle strategie di costruzione e organizzazione di testi caratterizzati da ampio riuso di ipotesti pre-esistenti.
The texts of Iacomo della Lana’s and Andrea Lancia’s Dante commentaries – among the earliest and most important vernacular exegesis of the ‘Divine Comedy’ – are for some time already available in valuable editions. Notwithstanding, they have not yet been so far the subject of analytical studies focusing on syntactic and textual strategies. The paper tries to fill this gap by providing a description of the proemial glosses to each Infernal canto of both commentaries. Two aspects are here analysed: a) the ways in which the commentators designed the overall structure of the proemial glosses in order to orient the reader’s interpretation; b) the syntactic-textual patterns of both opening and closing formulations of the proemial glosses. On a general point of view, the paper aims at stressing the importance of the commentary’s textuality for a better knowledge of the composition and organisation strategies of these texts.
Le lettere di supplica e i memoriali dell'universitas di Capua mostrano che il controllo della parola scritta e l’impiego della modalità della supplica erano il bagaglio formativo indispensabile per élites cittadine che avevano interessi da difendere e relazioni da mantenere col potere regio.
Inoltre, si è individuato nella produzione scritta di Capua un riflesso delle strategie attraverso cui i sovrani di Napoli rafforzarono la loro maiestas. Dall’analisi emerge che, anche nelle dinamiche interne, le parole del re furono veicolate e accolte attraverso linguaggi sapientemente accordati sui complessi equilibri delle forze politiche in gioco nel Regno e nell’Italia del Rinascimento.
Il saggio mette a fuoco alcune dimensioni comunicative peculiari delle cronache in volgare e descrive sub specie stilistica taluni modi in cui è declinata l’autorialità nei testi cronachistici. In particolar modo, è indagata la relazione fra “gradiente di autorialità” e aspetti della mise en page e della mise en texte; inoltre, è prestata attenzione a un insieme di strategie testuali che fanno emergere come sia stata intesa la dimensione autoriale. Comune all’intera trattazione è l’interesse per le scelte lessicali mediante le quali nei testi è definita la figura dell’autore.
In questo contributo, viene messo a fuoco il nodo che tiene insieme organizzazione narrativa, orizzonte ideologico e scelte lessicali , attraverso l'analisi di diversi elementi: l'architettura spaziale e la dimensione temporale del testo; gli episodi in cui è narrato lo scontro tra parte popolare e nobiltà, rappresentati della città e viceré; il riuso di documenti amministrativi.
In tal modo, si dimostra che l’attività di montaggio di materiali eterogenei relativi tanto alla più remota storia della Capitale quanto all’attualità trova la sua motivazione complessiva nel bisogno di celebrare l’identità della Capitale e il protagonismo politico del suo ceto cittadino.
Accesso alla versione elettronica: http://www.fedoabooks.unina.it
Preceduto da un quadro che renda ragione del contesto
culturale e della fisionomia stilistica di CrP IV, il saggio di edizione offre uno dei paragrafi più mossi e interessanti dal punto di vista narrativo: quello dedicato all’arrivo di Carlo III di Durazzo a Napoli nel luglio 1381 e allo scontro tra l’esercito del pretendente al trono e quello di Giovanna I d’Angiò e Otto di Brunswick.
La stratigrafia linguistica dei testi è messa in relazione con l' intreccio di narrazioni, resoconti e notizie che circolavano, oralmente e per iscritto, nel Regno di Napoli e nella Capitale: in tal modo è offerta al lettore la possibilità di cogliere il quadro vivo e in costante mutamento entro il quale, fra Trecento e Cinquecento, matura a Napoli una progressiva "socializzazione della memoria storiografica" in volgare.
Particolare attenzione è prestata al nesso tra codici e testi, e alle dinamiche culturali che nei singoli testi determinano peculiari modalità di riuso degli ipotesti e specifiche soluzioni narrative, ora più aperte alle forme del discorso orale ora più condizionate dalle tradizioni di scrittura amministrativa.
These reflections are supported by references to a corpus of texts connected to the Kingdom of Naples (Regno) in different ways: texts that were written in the Regno; texts that circulated in manuscript or printed form in the Regno between the 15th and the 17th centuries; and texts dealing with disastrous events that occurred in the Regno and were printed in other Italian cities.
More specifically, this corpus includes two typologies of texts: manuscript chronicles written between the Aragonese era (1443-1503) and the early viceregal era; some of the many relazion) on natural disasters.
Albeit different (urban chronicles vs. printed reports), these texts have been chosen, analysed and contrasted because they share features that are important from a narratological perspective. These include the prevalent narrative/memorial or expositive/informational function, the possible link between narrative construction and personal testimony, and the connection between the narrative construction of a disastrous event and the information channels that connected the cities of the Regno with other Italian and European cities.
Nei testi di grammatica e nei "quaderni di scrittura" per il biennio della scuola secondaria di secondo grado, la prospettiva tradizionale può indurre a trattare la P come una forma ancillare di riscrittura in funzione della comprensione dei testi letterari. È utile, allora, verificare come la manualistica abbia tenuto conto di due aspetti: da un canto, la riflessione sulle condizioni di possibilità della riformulazione; dall'altro, la necessità, per gli insegnanti, di disporre di strumenti coerenti con gli obiettivi di apprendimento.
Attraverso l'analisi di un corpus di quindici manuali (§ 2), in questa sede si offre una ricognizione sul ruolo della P nei libri per la scuola. Si mettono a fuoco presupposti teorici e definizioni documentate nel corpus (§ § 3-4) e si analizzano gli esempi e gli esercizi (§ 5), nonché le operazioni che vengono indicate come peculiari (§ 6). A corredo dell'analisi, sono avanzate riflessioni su come possano essere coniugate teoria e finalità didattiche in funzione di una piena comprensione delle varietà letterarie e specialistiche dell'italiano (§ § 7-8).
Il seminario si pone l’obiettivo di indagare - prevalentemente in prospettiva storico-linguistica - il rapporto fra pubblico e mercato del libro a stampa, generi e scelte stilistiche dell’ampio ventaglio di testi (diari, relazioni, giornali di bordo; cronache; prediche; poemetti e raccolte di componimenti poetici) cui era affidata, attraverso le categorie del meraviglioso e dell’inaudito, la descrizione e la narrazione delle civiltà lontane e della natura.
Scopo del seminario è mettere a fuoco il nesso fra elementi fra loro interrelati: i campi concettuali attraverso cui era espressa l’alterità, i temi legati alla scoperta di terre, popolazioni, e fenomeni naturali, nonché le forme testuali e i generi della comunicazione pubblica e della letteratura di consumo.
Non a caso, dunque, si diffuse una variegata gamma di testi a stampa, destinati ad un pubblico in cerca di notizie, casi meravigliosi, occasioni d’intrattenimento e di svago.
Il progetto ERC DisComPoSE - Disasters, Communication and Politics in Southwestern Europe. The Making of Emergency Response Policies in the Early Modern Age [Erc Starting Grant 2017 No 759829] - organizza seminari e lezioni sul tema della lingua di consumo e l'italiano del "sensazionale" fra Cinque e Seicento, promuovendo l'incontro fra studiosi interessati a mettere a fuoco modalità discorsive, tipologie testuali, stili narrativi, scelte lessicali nella stampa "popolare" e negli avvisi pubblici, nel quadro generale della formazione e diffusione della lingua italiana in età moderna.
Tra gli eventi un seminario organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici di Napoli Federico II in collaborazione col Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università di Padova.
Per informazioni: info@discompose@unina.it
Non a caso, dunque, si diffuse una variegata gamma di testi a stampa, destinati ad un pubblico in cerca di notizie, casi meravigliosi, occasioni d’intrattenimento e di svago.
Il progetto ERC DisComPoSE - Disasters, Communication and Politics in Southwestern Europe. The Making of Emergency Response Policies in the Early Modern Age [Erc Starting Grant 2017 No 759829] - organizza seminari e lezioni sul tema della lingua di consumo e l'italiano del "sensazionale" fra Cinque e Seicento, promuovendo l'incontro fra studiosi interessati a mettere a fuoco modalità discorsive, tipologie testuali, stili narrativi, scelte lessicali nella stampa "popolare" e negli avvisi pubblici, nel quadro generale della formazione e diffusione della lingua italiana in età moderna.
Per informazioni: info@discompose@unina.it, chiara.decaprio@unina.it, fmontuori@unina.it
Late Medieval and the Early Modern Period (Progetto STAR 2013, Università degli Studi di Napoli Federico II), composto da filologi, storici della lingua, storici del medioevo e dell’età moderna, studiosi della letteratura italiana e spagnola. Il progetto, incentrato sul rapporto
tra disastri e comunicazione nel Regno di Napoli tra il XV e il XVIII secolo, mira a ricostruire la rappresentazione di questi eventi attraverso le fonti testuali. Le ricerche presentate offriranno una panoramica sulla diversa natura di questi testi, sulla loro complessità e sui possibili livelli di lettura delle trame della storia: dalle strategie di raccolta e di presentazione delle informazioni all’analisi delle forme di narrazione adottate; dalle diverse categorie di attori coinvolti al ruolo da essi giocato per l’ideazione e la circolazione dei testi; dall’interpretazione e percezione degli eventi disastrosi alla loro ricaduta nella vita quotidiana e nelle pratiche sociali e culturali.
In tale contesto si inseriscono le proposte d’indagine storico-artistica ospitate nel workshop, che intendono mostrare con casi di studio esemplari il ruolo svolto dalle
immagini e il potere delle opere di culto in connessione con il verificarsi o il ricorrere di eventi disastrosi, guardando all’area centro-meridionale della penisola italiana tra il tardo-medioevo e l’età moderna. Un gruppo internazionale di discussants, composto da specialisti afferenti a diversi ambiti disciplinari, seguirà e accompagnerà i lavori.
A partire dagli studi offerti alla discussione, l’incontro si propone così di sondare i punti di contatto e le possibili piste di ricerca condivise tra la Storia dell’arte e le altre discipline storiche attorno al tema dei disastri.
Late Medieval and the Early Modern Period (Progetto STAR 2013, Università degli Studi di Napoli Federico II), composto da filologi, storici della lingua, storici del medioevo e dell’età moderna, studiosi della letteratura italiana e spagnola. Il progetto, incentrato sul rapporto
tra disastri e comunicazione nel Regno di Napoli tra il XV e il XVIII secolo, mira a ricostruire la rappresentazione di questi eventi attraverso le fonti testuali. Le ricerche presentate offriranno una panoramica sulla diversa natura di questi testi, sulla loro complessità e sui possibili livelli di lettura delle trame della storia: dalle strategie di raccolta e di presentazione delle informazioni all’analisi delle forme di narrazione adottate; dalle diverse categorie di attori coinvolti al ruolo da essi giocato per l’ideazione e la circolazione dei testi; dall’interpretazione e percezione degli eventi disastrosi alla loro ricaduta nella vita quotidiana e nelle pratiche sociali e culturali.
In tale contesto si inseriscono le proposte d’indagine storico-artistica ospitate nel workshop, che intendono mostrare con casi di studio esemplari il ruolo svolto dalle
immagini e il potere delle opere di culto in connessione con il verificarsi o il ricorrere di eventi disastrosi, guardando all’area centro-meridionale della penisola italiana tra il tardo-medioevo e l’età moderna. Un gruppo internazionale di discussants, composto da specialisti afferenti a diversi ambiti disciplinari, seguirà e accompagnerà i lavori.
A partire dagli studi offerti alla discussione, l’incontro si propone così di sondare i punti di contatto e le possibili piste di ricerca condivise tra la Storia dell’arte e le altre discipline storiche attorno al tema dei disastri.
alla filologia, alla critica, alla storia della letteratura? Quali
paradigmi euristici, quali strumenti applicativi, quali strategie
di rappresentazione grafica possono costituire un valore
aggiunto ai fini sia dell’intelligenza dei testi che della loro
trasmissione didattica? Come può un procedimento condotto in
camera asettica contribuire a far vedere in modo nuovo
un’opera o una serie di opere della tradizione, illuminandone le
latenze e dando vita a sorprendenti possibilità di analisi?
A due dal ciclo di F2-Cultura DH Images. Visualizzare la
letteratura nell’universo di Turing , esce, per i tipi di Federico II
University Press (e, in libero accesso, sul portale FedOA), la
traduzione italiana dei saggi del LitLab di Stanford a lungo
diretto da Franco Moretti, La letteratura in laboratorio : a
inaugurare una nuova collana di DH, Digitalis Purpurea .
Del volume, che è stato curato da Giuseppe Episcopo con la
collaborazione di Francesco de Cristofaro, Paola Di Gennaro e
di un’équipe di componenti dell’Opificio di Letteratura Reale,
discutono con Moretti e con i curatori un sociologo della
letteratura, una storica della lingua e un ingegnere informatico.
Istituto storico italo-germanico, organized by Massimo Rospocher (Istituto storico italo-germanico, Trent) and Daniel Bellingradt (Institut
für Buchwissenschaft, Erlangen), 06.12.2018 - 07.12.2018
Url http://www.buchwiss.uni-erlangen.de/institut/teammitglieder/daniel-bellingradt.html
L'intervento intende descrivere alcune delle modalità di ricostruzione narrativa adottate in generi a prevalente vocazione narrativa/memoriale o narrativa/informativa, riconnettendo eventuali mutamenti nelle forme del racconto a due aspetti tra loro interrelati: la centralità dei disastri naturali nei dibattiti culturali e nei circuiti comunicativi delle società tra antico regime ed età contemporanea; la progressiva narrativizzazione ed estetizzazione del disastro attraverso l’elaborazione di strategie capaci di governare il rapporto tra i dati dell’esperienza storica e la ricostruzione discorsiva.
In this context, ambassadors and officials were required to provide information that would play a crucial role in the decision-making process during this period of acute political crisis. At the same time, notaries, officials and ambassadors who authored historical texts felt the need of communicating vividly words and opinions, human reactions, and emotions in the face of life events.
By discussing this cultural milieu, this paper intends to shed light on the techniques adopted for reported speech in both Italian diplomatic records and historical writings. The focus will be on Florentine texts by Machiavelli, vernacular historical pieces and diplomatic reports from other Italian states such as the Kingdom of Naples.
Overlapping the semantic analysis of political lexicon and the close scrutiny of textual structures, this paper analyses the role of communicative techniques - namely “direct speech”, “hidden indirect speech”, and “hidden quotations” from other texts - employed in historical and diplomatic writings.
More specifically, a comparison between authors from different backgrounds and with different skills will show the function of reported speech as a rhetorical and narrative device which enhanced the realistic tone of both narration and argumentation. Reported speech was essential for constructing the narrative dimension of texts and for dramatizing focal narrative points by adding to the story the flavour of people’s words. Reported speech in the sources under discussion also had an ideological function since control and manipulation of “dialogues” and speeches enabled writers to shape a narrative intended to highlight specific themes and keywords.
Attraverso l’analisi di un corpus di descrizioni di città e guide composte fra Cinque- e Seicento, l’intervento prova a mettere a fuoco i meccanismi di formazione del genere e i modi in cui i singoli testi reagiscono a nuovi impulsi culturali: scelte sintattiche e testuali sono, in quest’ottica, elementi indiziari per comprendere su quali pilastri si fondi l’adesione a una certa idea di “descrizione” della città e di guida turistica, quali siano i punti di equilibrio e quali i punti di tensione tra nuovi bisogni culturali e modelli ereditati dalla tradizione medievale o da quella erudita, quali gli scarti tra il progetto e la sua resa.
In particolar modo, l’analisi si concentra su due aspetti. In primo luogo, si censiscono i passi in cui emerge l’acuta coscienza linguistica che gli autori di guide hanno della variazione spaziale e sociale: sono analizzati i luoghi testuali in cui sono descritti gli usi linguistici delle diverse componenti sociali della città e in cui è tematizzata la necessità di adottare una varietà di lingua “media”, adatta a lettori non adusi alle forme più strenue di retoricizzazione e “complicazione” sintattica dei testi.
In seconda istanza, si esaminano alcuni tratti testuali e sintattici che possono essere utilizzati come reagenti per più estese campionature: essi vanno intesi come proposte di possibili piste di ricerca interessate a verificare l’effettiva consistenza qualitativa e quantitativa in questi testi di soluzioni comuni alla prosa «letteraria media» e/o peculiari di quella prosa media non letteraria che tra Cinque e Seicento rappresenta uno degli aspetti di maggiore interesse per la nostra storia linguistica.
http://www.sussex.ac.uk/languages/newsandevents/italianstudiesconference
In particolare, saranno oggetto di analisi le scritture amministrative e cancelleresche destinate o prodotte dagli organismi cittadini , le cronache redatte da notai, artigiani e altre figure di caratura mediana e popolare, i testi destinati all'intrattenimento e alla circolazione di notizie nelle città del Regno.
In questa occasione si riuniscono con un approccio ampio e comparativo i lavori di studiosi italiani e stranieri che hanno condotto ricerche sull’Italia meridionale e che provengono da ambiti disciplinari e contesti accademici diversi. L’obiettivo è di creare un confronto su aspetti specifici dell’Italia meridionale e su temi ampi come i fenomeni di continuità e discontinuità tra Quattrocento e Cinquecento, gli effetti dei cambiamenti dinastici tra i regni, l’esistenza di forme dei Rinascimenti locali.
[ENG] In the fifteenth century, southern Italy corresponded to the Kingdom of Naples: this was the one and only monarchy in the entire Italian peninsula, and the dependent territories of the Neapolitan sovereigns alone formed more than a third of the present-day national territory. This territorial coherence and political unity continued throughout the sixteenth century and beyond, when southern Italy was included in the possessions of the Spanish Empire. Despite its uninterrupted political importance during the fifteenth and sixteenth centuries, southern Italy has long remained at the margins of international historiography on the Italian and European Renaissance. This neglect is mainly due to an abstract image of this vast area as being uniformly monarchical, baronial and rural, inhabited by sub jects, rather than citizens, and incapable of contributing to the development of the new humanistic culture. In the last thirty years, historical studies have begun to dismantle such an out-dated and damaging vision of southern Italy between the fifteenth and sixteenth centuries, shedding new light on the exceptional vitality of its urban network and reconnecting the long-standing and negative rift in our vision of the history of local centres and the Kingdom as a whole, as well as with that of the rest of Italy and Europe. This international meeting aims to present both a general survey of the most recent researches on the history and culture of the centres of southern Italy between the fifteenth and sixteenth centuries, as well as an account of the ground-breakings debate on major themes.
Nonostante il rinnovamento degli studi sui lamenti, a differenza di quanto fatto per altre aree della Penisola, non è stata data sistematica attenzione alle caratteristiche narrative e linguistiche dei lamenti composti nel Regno e dedicati ad eventi drammatici che coinvolgevano la dinastia aragonese di Napoli: la morte di membri della famiglia reale e degli stessi sovrani, ma anche la fine del Regno.
Manca egualmente una ricognizione del modo in cui, in altri centri italiani, furono composti lamenti incentrati sui sovrani aragonesi e sulla fine del Regno, sebbene primi sondaggi su materiali a stampa rivelino la presenza di questo filone nel più ampio ambito dei “cantari per le guerre d’Italia”.
Alla luce di questo quadro, l’intervento ha due obiettivi complementari. In primo luogo, attraverso un’analisi linguistica, si descriveranno le peculiarità dei testi prodotti a fine Quattrocento nel Regno; in seconda battuta, si confronteranno le risultanze dell’analisi con i dati offerti da un corpus di testi cinquecenteschi, così da mostrare discontinuità e rotture, da un lato, ma anche convergenze sul piano della selezione lessicale e della costruzione narrativa. In tal modo si offrirà una prima ricostruzione di un interessante tassello della storia di un “genere di consumo” .
Keywords: pleas, calls for help; natural disasters and war devastation.
Chronicling in Early Modern Europe organized by Prof. J. Pollmann (Leiden University)
Berlin, Sat, March 28, 8:45 to 10:15am, Hegelplatz, Dorotheenstrasse 24/3, 3.138
A partire da uno spoglio ampio e sistematico della lingua e dello stile calviniani (come a tutt'oggi ancora non è stato fatto al di fuori del dominio narrativo), sono esaminati l’organizzazione dei macrotesti, i modi di costruzione dei singoli saggi, le forme dell'argomentazione, i fenomeni di incrocio e contaminazione di generi e tipologie testuali (emersioni narrative nella scrittura saggistica, funzione delle descrizioni, dialoghi, ecc.); quindi, in un progressivo dettagliamento della prospettiva, le figure dell'elocutio (come la ripetizione e l’accumulazione), le metafore critiche e il linguaggio figurato.
Fenomeni e forme vengono collocati entro la cornice di un «primo» e un «secondo» Calvino, attraversando il cambiamento che coinvolge la sua intera esperienza intellettuale e letteraria lungo gli anni Sessanta del Novecento: dalle posizioni più ideologiche e agonistiche del primo decennio postbellico all’atteggiamento scettico e alla postura appartata che caratterizzeranno narrativa e saggismo fino alle Lezioni americane.
Viene così definito il campo di forze entro cui si forma la scrittura saggistica calviniana, che si costituisce come risultante delle spinte divergenti della complessità del mondo e della responsabilità intellettuale della sua interpretazione: l’informe e il caos, la moltiplicazione caleidoscopica dei metodi e degli orizzonti epistemologici, da una parte; la resistenza dello scrittore che non smette di inseguire il concetto per delimitarlo e renderlo spendibile, dall’altra.
Sergio Bozzola insegna Storia della lingua italiana presso l'Università di Padova. Fra i suoi libri più recenti: Tra un'ora la nostra sorte. Le lettere dei condannati a morte e dei deportati della Resistenza, Roma, 2013; L’autunno della tradizione. La forma poetica dell’Ottocento, Firenze, 2016; Retorica e narrazione del viaggio. Diari, relazioni, itinerari fra Quattro e Cinquecento, Roma, 2020.
Chiara De Caprio insegna Storia della lingua italiana presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Si è occupata di storiografia e cronachistica volgare (Scrivere la storia a Napoli fra Medioevo e prima età moderna, Roma, 2012) e, come componente del progetto ERC DisComPoSE, della paraletteratura sulle catastrofi naturali della prima età moderna, a cui ha dedicato la cura del volume Disaster Narratives in Early Modern Naples. Politics, Communication and Culture (Roma, 2018), insieme a D. Cecere, L. Gianfrancesco, P. Palmieri.
A partire da uno spoglio ampio e sistematico della lingua e dello stile calviniani (come a tutt'oggi ancora non è stato fatto al di fuori del dominio narrativo), sono esaminati l’organizzazione dei macrotesti, i modi di costruzione dei singoli saggi, le forme dell'argomentazione, i fenomeni di incrocio e contaminazione di generi e tipologie testuali (emersioni narrative nella scrittura saggistica, funzione delle descrizioni, dialoghi, ecc.); quindi, in un progressivo dettagliamento della prospettiva, le figure dell'elocutio (come la ripetizione e l’accumulazione), le metafore critiche e il linguaggio figurato.
Fenomeni e forme vengono collocati entro la cornice di un «primo» e un «secondo» Calvino, attraversando il cambiamento che coinvolge la sua intera esperienza intellettuale e letteraria lungo gli anni Sessanta del Novecento: dalle posizioni più ideologiche e agonistiche del primo decennio postbellico all’atteggiamento scettico e alla postura appartata che caratterizzeranno narrativa e saggismo fino alle Lezioni americane.
Viene così definito il campo di forze entro cui si forma la scrittura saggistica calviniana, che si costituisce come risultante delle spinte divergenti della complessità del mondo e della responsabilità intellettuale della sua interpretazione: l’informe e il caos, la moltiplicazione caleidoscopica dei metodi e degli orizzonti epistemologici, da una parte; la resistenza dello scrittore che non smette di inseguire il concetto per delimitarlo e renderlo spendibile, dall’altra.
Sergio Bozzola insegna Storia della lingua italiana presso l'Università di Padova. Fra i suoi libri più recenti: Tra un'ora la nostra sorte. Le lettere dei condannati a morte e dei deportati della Resistenza, Roma, 2013; L’autunno della tradizione. La forma poetica dell’Ottocento, Firenze, 2016; Retorica e narrazione del viaggio. Diari, relazioni, itinerari fra Quattro e Cinquecento, Roma, 2020.
Chiara De Caprio insegna Storia della lingua italiana presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Si è occupata di storiografia e cronachistica volgare (Scrivere la storia a Napoli fra Medioevo e prima età moderna, Roma, 2012) e, come componente del progetto ERC DisComPoSE, della paraletteratura sulle catastrofi naturali della prima età moderna, a cui ha dedicato la cura del volume Disaster Narratives in Early Modern Naples. Politics, Communication and Culture (Roma, 2018), insieme a D. Cecere, L. Gianfrancesco, P. Palmieri.
The contributors to this volume share a multidisciplinary approach to the study of natural disasters which draws on disciplines such as cultural and social history, anthropology, literary theory, and linguistics.
Together with analyzing the prolific production of propagandistic material and literary sources issued in periods of acute crisis, the documentation on disasters studied in this volume also includes laws and emergency regulations, petitions and pleas to he authorities, scientific and medical treatises, manuscript and printed newsletters as well as diplomatic dispatches and correspondence.
Disaster Narratives in Early Modern Naples Politics, Communication and Culture, translated by Enrica Ferrara, eds. Domenico Cecere, Chiara De Caprio, Lorenza Gianfrancesco, Pasquale Palmieri, Roma, Viella, 2018.
Contributors: Giancarlo Alfano, Domenico Cecere, Silvana D’Alessio, Chiara De Caprio, Rita Fresu, Lorenza Gianfrancesco, Giovanni Gugg, Francesco Montuori, Pasquale Palmieri, Francesco Senatore, Pierluigi Terenzi.
Editing: Carmen Gallo, Anna Chiara Monaco, Gennaro Schiano, Valentina Sferragatta.
A partire da uno spoglio ampio e sistematico della lingua e dello stile calviniani (come a tutt'oggi ancora non è stato fatto al di fuori del dominio narrativo), sono esaminati l’organizzazione dei macrotesti, i modi di costruzione dei singoli saggi, le forme dell'argomentazione, i fenomeni di incrocio e contaminazione di generi e tipologie testuali (emersioni narrative nella scrittura saggistica, funzione delle descrizioni, dialoghi, ecc.); quindi, in un progressivo dettagliamento della prospettiva, le figure dell'elocutio (come la ripetizione e l’accumulazione), le metafore critiche e il linguaggio figurato.
Fenomeni e forme vengono collocati entro la cornice di un «primo» e un «secondo» Calvino, attraversando il cambiamento che coinvolge la sua intera esperienza intellettuale e letteraria lungo gli anni Sessanta del Novecento: dalle posizioni più ideologiche e agonistiche del primo decennio postbellico all’atteggiamento scettico e alla postura appartata che caratterizzeranno narrativa e saggismo fino alle Lezioni americane.
Viene così definito il campo di forze entro cui si forma la scrittura saggistica calviniana, che si costituisce come risultante delle spinte divergenti della complessità del mondo e della responsabilità intellettuale della sua interpretazione: l’informe e il caos, la moltiplicazione caleidoscopica dei metodi e degli orizzonti epistemologici, da una parte; la resistenza dello scrittore che non smette di inseguire il concetto per delimitarlo e renderlo spendibile, dall’altra.